Nei pressi del tempio la battaglia tra orchi e umani, prossima alla conclusione, infuria ormai da ore.
La vicina città di Ancaria è stata rasa al suolo, annientata, ridotta in polvere dalla devastante potenza dell'esercito nemico.
E ora tutti gli sforzi bellici della legione nemica, comandata dal supremo Arezal, lo stregone nero, sono volti all'annientamento delle difese del Tempio dei Custodi.
La tetra marea degli orchi si abbatte terribile contro le difese del tempio, travolgendo e distruggendo gli edifici limitrofi, combattendo e massacrando tutti i soldati umani che ancora lottano nel vano tentativo di evitare la caduta del tempio.
A fianco dei soldati umani, gli ultimi superstiti dell'esercito del duca Kenter, combattono anche dei monaci guerrieri e alcuni barbari del nord.
Questi ultimi sono guerrieri formidabili, massicci, coraggiosi e leali fino alla fine. Combattono in difesa del tempio cantando, contrastando qualunque nemico gli si pari dinnanzi con le loro asce bipenni e i lunghi spadoni a due mani.
I monaci invece ricorrono alla loro profonda conoscenza delle arti marziali e della magia per contrastare l'assalto degli orchi ai danni del sacro Tempio dei Custodi.
Molti dei difensori giacciono, morti, ai piedi del grande tempio millenario che hanno giurato di difendere; altrettanti sono i cadaveri dei nemici assalitori.
La battaglia infuria ormai da ore mentre gli orchi continuano a guadagnare terreno, forti della loro schiacciante superiorità numerica.
A poco serve la magia dei monaci contro il potere oscuro di Arezal che, grazie al talismano del Vuoto, inibisce le loro magie e li attacca dall'alto cavalcando il suo temibile dragone nero.
Il luogotenente dell'esercito nemico sa bene quanto temibile possa essere l'arte magica dei monaci: per questo utilizza il proprio potere per contrastarli e impedir loro di ricorrere a devastanti incantesimi offensivi obbligandoli invece a estenuanti scontri corpo a corpo contro gli innumerevoli orchi che compongono il suo esercito feroce.
Nel frattempo, all'interno del tempio, nel centro esatto di quel luogo sacro, dodici monaci vestiti di bianco e porpora intonano un canto sommesso.
Disposti in cerchio attorno ad un grande sarcofago di colore scuro recitano un antico incantesimo, una cantilena appena sussurrata.
Nelle vicinanze nessuno al di fuori dei dodici.
Il loro canto si disperde nel silenzio di quell'antico santuario di pietra a cui da secoli le umili genti accorrono per ottenere asilo e difesa dal male del mondo, sfuggendo alle persecuzioni e alla miseria che ciclicamente opprimono i popoli.
Ma l'imponente costruzione edificata in tempi antichi e conosciuta con il nome di Tempio dei Custodi è molto di più che un semplice edificio di culto: le alte mura possenti e la solidità dell'edificio, infatti, lo fanno assomigliare più ad una sorta di fortezza piuttosto che ad un austero luogo santo.
E molti sono i segreti che quel tempio mistico ha custodito nel corso dei secoli, segreti così importanti per le sorti del mondo intero che assolutamente non possono cadere nelle mani del nemico.
Ma il poderoso attacco del nemico che distrugge e combatte all'unico scopo di penetrare le difese del santuario rischia seriamente di minacciare la sicurezza di quei segreti così tenacemente custoditi nel corso dei secoli.
Per questo i dodici sono intenti al rituale, l'unico disperato tentativo di mantenere viva la speranza.
Mentre orchi e umani combattono, incuranti di ciò che avviene al di là delle mura del santuario, i monaci proseguono nel loro incantesimo: sulle note del loro canto un lieve bagliore illumina il sarcofago ed il doppio cerchio magico disegnato al suolo entro cui esso giace.
I monaci ne sono ormai convinti: la battaglia che all'esterno infuria volgerà presto al termine.
Gli umani verranno sconfitti, questa la consapevolezza degli evocatori: un evento questo che potrebbe avere pesantissime ripercussioni sulla sorte del mondo intero e che con tutte le loro forze avrebbero impedito si realizzasse.
I monaci del tempio sono infatti a conoscenza degli obbiettivi del Nero Signore, degli ordini impartiti ai suoi luogotenenti.
Le Reliquie del Potere non possono e non devono cadere in mano al Nemico! Questo l'unico credo, l'unico obbiettivo per cui combattere nonostante la condanna alla sconfitta.
All'esterno, la battaglia per il tempio ancora infuria.
Pochi sono i guerrieri che ancora resistono nel disperato tentativo di difenderne i segreti.
Shrogran Lupo del Nord comanda l'ultimo sparuto gruppo di barbari che ancora contrasta l'avanzata dei nemici.
E' un soldato massiccio, imponente e muscoloso, dai lunghi capelli chiari, un veterano esperto di battaglie.
Combatte senza risparmiarsi con una spada lunga in una mano, la possente FendiNuvole, e una un'ascia nell'altra. Indossa una leggera armatura con dei vistosi coprispalla metallici decorati in oro e argento e sul volto ha dipinte delle striature bianche e blu, le inquietanti decorazioni di guerra del proprio clan.
Si muove feroce, colpendo i nemici con forza e precisione, uccidendo sul colpo o provocando gravissime ferite agli orchi con cui si scontra.
Poco distante da lui molti suoi compagni di battaglie giacciono a terra, caduti onorando il Patto.
Ognuno di loro ha dato la vita per la causa, combattendo valorosamente, abbattendo numerosi nemici, morendo come veri guerrieri.
Tra breve, questa la certezza di Shrogran, anche la sua vita volgerà al termine.
E tuttavia non viene intaccata la sua convinzione, la fedeltà al Patto e la sua volontà di difendere ad ogni costo le sacre Reliquie del Potere custodite nel tempio.
Solo pochi giorni prima i messaggeri del tempio erano giunti fino al suo villaggio chiedendo l'appoggio militare dei valorosi guerrieri del Nord.
Lui era partito all'istante assieme ad un gruppo di fidati compagni: di lì a qualche giorno sarebbero arrivati altri rinforzi, ne era certo.
Ognuno dei villaggi delle regione avrebbe risposto ai messaggeri del tempio inviando i propri guerrieri.
Nessuno sarebbe rimasto indifferente alla richieste del Tempio.
Nessuno avrebbe potuto.
Non che i barbari del Nord fossero un popolo particolarmente devoto alla religione delle Terre Libere, tuttavia erano a conoscenza delle leggende relative a quel luogo santo e delle misteriose reliquie che esso custodiva.
Ma soprattutto temevano le azioni compiute dall'Oscuro Signore: prima sarebbe caduto il Tempio e prima le armate del nemico sarebbero giunte ai boschi del Nord.
Per questo lui e i suoi compagni erano partiti in tutta fretta, pronti ad affrontare il nemico, nonostante il grosso delle forze militari sarebbero arrivate solo nei giorni seguenti.
Fino ad allora avrebbero dovuto contrastare l'avanzata degli orchi combattendo a fianco dei soldati dell'esercito regolare e dei monaci guerrieri del tempio.
Da subito aveva compreso che la situazione era drammatica ma nonostante questo coraggiosamente aveva preso la sua decisione ed era partito.
Ed ora, nella mischia furibonda della guerra, combatte con tutte le sue forze.
Sin da quando era arrivato ed era stato messo a conoscenza dei fatti la situazione appariva disperata.
Anzi, secondo i resoconti dei pochi esploratori, la situazione andava peggiorando di minuto in minuto viste le dimensioni e la rapidità degli spostamenti dell'esercito nemico che avevano mandato in frantumi ogni loro speranza e piano di difesa
I monaci guerrieri e i soldati regolari avevano cercato di organizzare la resistenza nel migliore dei modi, basandosi sulle frammentarie informazioni raccolte.
Molti messaggeri erano stati inviati per richiedere aiuti e rinforzi riferendo ciò che avevano appreso del nemico e le tempistiche stimate perché l'esercito dell'Oscuro Signore raggiungesse il tempio.
Ma l'armata nemica si era dimostrata molto più imponente e rapida del previsto e sfortunatamente l'esercito del duca Kenter si era così trovato a combattere da solo contro gli orchi.
In pochi giorni i nemici avevano dilagato, annientando la vicina città di Ancaria e accampandosi poco distante. Molti dei paesani erano comunque riusciti a fuggire e a mettersi in salvo mentre l'esercito tentava di contrastare il nemico.
Ma la situazione iniziava a precipitare e si faceva sempre più disperata: nonostante l'ardore con cui il duca Kenter era sceso in guerra assieme ai suoi soldati, gli orchi in breve tempo erano riusciti ad avere la meglio.
Erano arrivati in massa, come una forza inarrestabile della natura, come un fiume di fango che straripa dagli argini e si abbatte sul mondo civilizzato.
Gli orchi dell'esercito nemico erano inoltre ben organizzati e disciplinati, forti soprattutto della guida dello stregone Arezal, un nome tragicamente noto tra i soldati umani che avevano combattuto al fronte.
Giravano strane voci sull'identità del luogotenente dell'Oscuro Signore, lo stregone che cavalcava un feroce drago nero.
Secondo alcuni era stato creato dalla stregoneria del Nemico, che aveva riportato in vita un potente e malvagio stregone del passato.
Secondo altri, invece, Arezal era uno dei maghi dell'ormai sciolto Cerchio Magico, corrotto e soggiogato dal potere tenebroso del male, e che aveva giurato fedeltà all'Oscuro Signore macchiandosi al contempo di tradimento contro tutte le genti delle terre libere.
Arezal aveva guidato numerose offensive contro gli eserciti degli umani e il fatto che ora stesse marciando su Ancaria lasciava intuire che il Nemico era ben intenzionato a voler annientare ogni possibile ostacolo che poteva rallentare i propri piani.
Di certo non era Ancaria il vero obbiettivo dell'offensiva nemica, nonostante fosse un'importante città della regione e la possibilità di insediare un esercito in quel luogo avrebbe permesso al Nemico di controllare facilmente i movimenti dei popoli delle Terre del Nord garantendogli evidenti vantaggi strategici.
La battaglia contro Ancaria venne combattuta con ferocia, senza che nemmeno fosse concessa o trattata la possibilità di una resa, e l'esercito degli orchi ben presto riuscì ad avere la meglio contro le difese della città.
Grazie anche alle stregonerie di Arezal le mura caddero in fretta e, una volta penetrati all'interno della città, i nemici la conquistarono in poco tempo.
Ancaria venne annientata e devastata.
E ben presto, come era facilmente intuibile, il nemico si trovò a marciare verso il vicino Tempio dei Custodi, il vero obbiettivo dell'Oscuro Signore e che sin dall'inizio della battaglia era stato posto sotto la sorveglianza di un massiccio contingente orchi.
E quando anche il resto dell'esercito nemico, che non aveva particolarmente risentito della recente battaglia, si unì ad esso ebbe inizio l'assedio.
Leonardo Colombi