Anima Perduta

[Home] [Divagazioni] [Me, myself & I] [Poesie] [Racconti] [Recensioni] [Vari]
 
-=Menù=-
 


 Comico - Umoristico
Fantasy
Generico
Riflessioni
Saga Carrefour

 
-= Presente su=-
 


Fantasy Story Magrathea


 
-= Navigazione =-
 


Prossimo
Precedente

 

 

-=Capitolo 3=-

 

Terzo interludio

  

Sulle pareti della stanza fanno atroce mostra di sé numerosi strumenti di tortura. Tavole in legno, sia in posizione orizzontale che verticale, ospitano corpi umani incatenati. Alcuni ancora composti altri dilaniati in orrende composizioni di dolore

Sui tavoli disseminati qua e là ampolle contenenti liquidi dai colori più disparati, misteriosi esperimenti di alchimia e magia nera.

C'è poca luce e non scorgo bene…i miei sensi sono confusi e sopiti… un essere privo di volto sembra fissarmi.

Scorgo solo i suoi occhi luminosi sprofondati in un eterna oscurità che contrasta dolorosamente con il bianco candido della sua ampia tonaca che cade a nasconderne il viso e i lineamenti.

La sua mano fredda sulla mia fronte imperlata di sudore.

Il mio corpo dolorante è bloccato al tavolo da fredde catene di acciaio.

Urlo per una sofferenza improvvisa mentre la sua mano all'improvviso diviene incandescente e gelida al contempo.

Urlo con quanto fiato ho in gola, il corpo scosso da tremiti e convulsioni.

Lo sento ridere crudelmente mentre infine giunge l'oblio.

 

 

Capitolo 3

 

L'oscurità mi abbandona, diradandosi inghiottita dal mondo che mi circonda.

Non mi sento bene.

Gelo dentro e le membra a pezzi, doloranti ed esauste.

Mi sento confuso e la testa mi duole. Mi adagio su di una palla di fieno in questo luogo che non riconosco immediatamente. Sembra una stalla, ma molto più piccola e umile rispetto a quella precedente.

Di certo non è la stessa in cui ero con Galor fino a poco prima, non ci sono cavalli e l'ambiente appare più caotico e meno organizzato secondo le logiche della caserma militare

Dove mi trovo, dunque?

Mi sento sempre più confuso e leggero, flebile e privo di forze, svuotato dall'esperienza di questo strano sogno. Porto le mani alla testa e mi massaggio le tempie.

Che tutto questo sia davvero un sogno?

Il dolore è così reale…tutto è così vivido…e mi spaventa…vorrei svegliarmi…

Poi, distogliendomi dai miei dubbi, nel silenzio odo due voci sussurrare: un uomo e una donna ansimano e gemono insieme poco distante dal luogo in cui mi trovo.

Con cautela avanzo e li scopro intenti al piacere.

Non so chi sia l'uomo ma la ragazza la conosco…

Li osservo per un poco mentre ignorano la mia presenza e nel mio cuore si diffonde un'impalpabile sofferenza e delusione.

Anche nel sogno, la delusione è così forte ed intensa da sembrare reale e capace di strapparmi l'anima per davvero…

L'amavo, lo ammetto.

E l'amo ancora. Ciò che provo ora lo dimostra al di là di ogni dubbio.

Più di una volta ho giaciuto assieme a lei in questa stessa stalla che ora riconosco essere quella adiacente alla locanda “ La Sirena ”…ma poi tutto era finito…non aveva funzionato…accettarlo non mi è mai riuscito nonostante lei avesse già un altro compagno.

I due non sembrano notarmi ed il dolore che provo è troppo grande mentre li osservo abbracciarsi e muoversi all'unisono amaramente ricordando quando, tra le sua braccia, c'ero io.

Ma quel tempo è passato ormai, andato… e così non sarà mai più, ne sono certo…Mai più quei suoi baci, mai più le sue carezze e la sua bocca sul mio corpo, mai più l'odore della sua pelle, la sensazione di lei ed io uniti in estasi…mai più…lo so bene…è una certezza nel mio cuore mentre il suo, ormai, appartiene ad un altro…

In un sussurro pronuncio il suo nome e mi allontano verso la porta in legno che dà sull'esterno.

…Loreen…

E mentre esco, per un attimo la ragazza volge la testa verso la mia direzione distraendosi appena dal piacere che il suo giovane amante le sta concedendo.

Ma il suo sguardo si perde appena nel notare un'ombra scura che striscia attraverso la porta che sbatte. E' solo una sensazione e un dubbio fugace, come se una presenza fosse appena uscita da quel luogo e nuovamente il suo volto torna a perdersi nella contemplazione del suo compagno e nel piacere che con lui condivide.

Soffro in preda al dolore che provo dentro.

Corro senza riflettere, muovendomi in una direzione a caso.

Non capisco…

Perché…

Perché è tutto così dannatamente doloroso in questo sogno…

Mia madre…

Il mio miglior amico…

La donna che amo…

E mentre mi sposto, leggero e addirittura inconsistente, noto che nessuno degli altri personaggi di questo sogno anormale e assai bizzarro sembra scorgermi o notarmi.

Nessun altro mi parla o cerca di attirare la mia attenzione come non appartenessero al mondo che sto sognando e non volessero (o potessero?) avere a che fare con me. Né viandanti a zonzo per la strada, né i venditori dalle bancarelle, né i clienti che si aggirano curiosando tra le merci esposte…nessuno sembra accorgersi del mio passaggio..

Mi sento solo e provo un'improvvisa ansia, una disperazione angosciante…devo scappare, devo fuggire…

Voglio svegliarmi…

Voglio andarmene da questo sogno..

Voglio tornare al reale e abbracciare mia madre, scherzare con Galor ed incontrare ancora Loreen…soffrirò, lo so bene, ma questo è ciò che desidero, tutto ciò che ho avuto dalla vita…le uniche persone che non mi fanno sentire solo e che ora sento così lontane…

E' solo finzione, è solo un'impressione dettata dalle assurde dinamiche di questo sogno…

Devo andarmene…

Devo svegliarmi…

E senza accorgermene, alla disperata ricerca di un modo per uscire, giungo invece nei pressi della chiesetta di frate Anton…

 

 

Leonardo Colombi

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

In attesa di commenti...

 

 

-=Invia un commento oppure una critica=-

Nome / Nickname : (*)
Titolo opera :
Commento/critica : (*)
Indirizzo mail a cui rispondere:
  (*) Campo obbligatorio