Gli stranieri

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-=Gli stranieri =-

 

Capitolo 5

Parte 3

 

GLI STRANIERI

 

Altro interessante spunto di riflessione mentre si lavora in un ipermercato come può essere il CarreChan è l'osservazione del comportamento degli stranieri che giungono a far le spese da remote (e talvolta ignote) nazioni.

Ci si può imbattere un po' in tutte le etnie: italiani, san marinasi, rumeni, albanesi, cinesi, giapponesi, francesi, tedeschi, austriaci, inglesi, senegalesi, arabi, algerini, indiani, marziani…no, forse questi no…ma c'è tutto il mondo in pratica.

Non che questo sia un problema, anzi, è un bene che negli ultimi anni il contatto tra popoli e culture differenti sia aumentato (anche se un po' si dovrebbe riflettere su come avviene la reciproca conoscenza tra i popoli…).

Comunque, capita di osservare clienti francesi, che solitamente fanno delle belle spese opulenti sentendosi a proprio agio all'interno di un luogo costruito da una loro azienda.

Poi ci sono i tedeschi, i miei preferiti. Li “sgami” subito con le loro spese solitamente abbondanti per quanto riguarda la voce alcolici. Sono simpatici, fiduciosi…talvolta stravaganti. Di solito sono loro che tentano di entrare e uscire un po' ovunque, oppure ad arrivare in cassa con un barilotto di 5 litri di birra (e non sto scherzando: è capitato anche questo nel magico mondo CarreChan!) vuoto e che, solo dopo un paio di domande, rivelano aver prelevato dagli scaffali più alti, quelli che espongono contenitori vuoti solo per coprire il vuoto che altrimenti ci sarebbe…come abbiano fatto ad arrivare fin lassù per me è e rimarrà un mistero…

Poi ci sono i rumeni, quasi sempre camionisti di passaggio, che prendono il minimo indispensabile per la loro automobilistica sopravvivenza.

E gli inglesi che fanno quel cavolo che vogliono…

Immancabili i cinesi, presunto motivo / capro espiatorio della crisi economica italiana. Ovviamente, il fatto che in Italia non si sia mai investito in niente, che non abbiamo mai definito un piano energetico, che i trasporti siano scadenti, che le infrastrutture non esistano, che siamo analfabeti informatici, che la disoccupazione al sud sia una piaga mai curata, che di tanto in tanto ci siano scandali nelle grandi aziende, frodi e compagnia bella unito al fatto che i nostri vip e potenti hanno i soldi alle Galapagos non ha assolutissimamente nulla a che vedere con i nostri attuali problemi economici. Senza nulla togliere ai cinesi che non si sa nemmeno quanti siano, comunque.

Ma al massimo, se non è colpa loro, sarà colpa di tutti gli africani che circolano per l'Italia o degli arabi di cui non sappiamo nulla ma preferiamo fidarci di quello che dicono alla televisione.

Ma lasciamo perdere che poi mi infervoro: si fa prima ad essere razzisti.

Dov'ero rimasto…poi ci sono anche i giapponesi, più rari a dir la verità. Qualcuno di loro ha avuto anche la bella idea di farsi delle foto all'interno dell'ipermercato…mah…

Comunque sia, quello che accomuna tutti gli stranieri che vengono a fare la spesa sono una serie di comportamenti a dir poco irritanti (anche se mi rendo conto che probabilmente noi italiani non siamo da meno a casa loro).

Ad esempio, tentano di entrare per l'uscita, oppure hanno difficoltà nell'accettare che i cestini rossi in sostituzione del carrello non si possano portare a casa al termine della spesa. Oppure, se sono in comitiva e devono andare a pagare, non si dispongono su più casse considerando la spesa che hanno effettuato o a seconda delle code pre-esistenti.

No, necessariamente tutti sulla stessa cassa!

Tutti assieme ed appassionatamente!

E allora ti ritrovi con una serie di:

“Buongiorno!”

“Uh?”

“Hello!”

“Oh, good morning…ecc”

”Thank you, bye!”

Gesto della mano in segno di saluto da parte del cliente che se ne va e poi, rivolti al nuovo cliente da servire:

“Buongiorno!”

“Uh?”

“Hello!”

“Oh, good…”

Così uno all'improvviso non sa più se è in Italia alle dipendenze di un supermercato francese o se è un italiano in Francia alle dipendenze di un supermercato locale.

Alla fin fine, per carità, non è che questo fatto sia poi un gran problema…a meno che non dobbiate spiegare ad uno di loro che un certo prodotto non ha il codice a barre e che non potete venderglielo!

Oppure un'altra cosa divertente è quando gli si chiede se servono borse “do you need bags?” “Oh, no, no!” fanno due passi strofinandosi le mani pregustandosi il piacere di mettersi all'opera con la fase 2 per la quale si sono preparati con severi allenamenti durati svariate settimane…poi si guardando attorno…perplessi… manca qualcosa!

“Ehm, do you have bags?” (quelli che sanno esprimersi in codesta lingua, altrimenti si passa alla mimica ed il cassiere ha solo 3 tentativi per indovinare la parola mimata sennò viene squalificato: “marmitta catalitica?” “No, no!” “montacarichi?” “Uh, no, no…” “Ah, ci sono: tasto botola!”)

Poi, non comprendo il rapporto con il denaro che taluni di loro hanno. Passi per americani o asiatici che magari non hanno confidenza con l'euro, ma gli europei suscitano in me profondi dubbi: non usano l'euro anche loro?

E allora perché la prima cosa che fanno è buttarti i contanti necessari a pagare la spesa sul lettore ottico della cassa, quasi avessero il terrore di doverli contare? Mah…

Si vede che non siamo solo noi italiani ad dimostrare difficoltà nel maneggiare questa nuova moneta…beh, nuova si fa per dire…

Comunque sia, non sono qui per dimostrare quale sia la razza ariana per eccellenza, quella che si dimostra più simpatica o intelligente, però una cosa posso dirla: solitamente gli stranieri in coda davanti alla cassa tendono a dimostrarsi più pazienti e comprensivi rispetto alla loro controparte italiana!

E pensando alla patria, come vuole il nostro caro presidente della Repubblica (che poteva adoperarsi per evitare il coinvolgimento dell'Italia nelle ultima guerre o quanto meno adoperarsi per il rientro delle truppe e invece…e invece, caro il mio Ciampi???), pensando alle lotte combattute per creare la nostra nazione, vi esorto miei fratelli: facciamogliela vedere a ‘sti stranieri del piffero! Facciamogli vedere che anche noi possiamo essere comprensivi e pazienti!

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

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