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-=Introduzione=- |
[02 marzo 2005: questa poesia è del 25 gennaio scorso. Nasce dalla constatazione di come troppo spesso sembra che i giornalisti siano insensibili alle tragedie che descrivono. E' diventata una sorta di mercato del dolore, in cui necessariamente si deve avere l'esclusiva, si devono per forza intervistare i familiari delle vittime, abusare del loro dolore. Questa poesia nasce da questo, dalla pornografia del dolore che troppo spesso viene usata per dare un maggior valore ai servizi dei telegiornali o dei quotidiani, dalla vendita di illazioni prive di fondamento necessarie alla creazione di un servizio o di un articolo senza considerare che di persone si sta parlando. In particolare questa poesia si riferisce a quanto scritto su di un articolo relativo alla morte di un ragazzo di Trebaseleghe, Fabio Favaro, morto in discoteca all'età di 24 anni. Ma lo stesso capita nel caso della morte di qualsiasi persona. Io posso capire la necessità dei giornalisti di lavorare scrivendo e parlando di queste faccende, tuttavia il rispetto delle persone deve venire prima di tutto. Il rispetto delle vittime, il rispetto dei loro cari. Anche perché molto spesso, per chi non conosce le persone direttamente coinvolte, sono le parole dei giornalisti quelle che più rimangono impresse, sono il mezzo per far luce sull'intera faccenda. Io credo che si possa fare informazione anche in un altro modo: chi l'ha deciso che si deve vendere l'informazione? ]
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-=Verità relative=- |
Dov'è la vostra verità?
Nelle parole che leggo
Nulla vi tocca,
non traspare niente
della vostra umanità.
Senza pietà,
senza rispetto
invadete le vite
di chi vive un dolore
così grande
così atroce.
E nella morte delle persone
La vostra più grande menzogna.
Le vostre parole,
le parole di voi sconosciuti
estranei
alla sensibilità umana
rimangono nei cuori
di chi crede a ciò che dite.
Nemmeno lo conoscevano
L'oggetto dei vostri discorsi
Ma un'immagine
Nasce nei loro cuori,
a cui voi date vita
nei vostri
articoli di giornale.
Non vi tocca niente
Nulla traspare
Del dolore legato
Alla più intima
Delle umane esperienze.
Non è facile,
lo ammetto.
Poco tempo,
poche informazioni.
Tuttavia rammentate
Che di persone si parla,
di famiglie e sentimenti.
Quelle morti,
quel dolore e quelle lacrime
non sono
eventi senza senso
solo perché voi
le chiamate lavoro.
Leonardo Colombi
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