01. Alcol

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[16 febbraio 2005: questa poesie risale ad un mese fa, al 16 gennaio. E' una poesia dedicata all'alcol e al consumo di bevande alcoliche. Non che io sia un ubriacone o un segreto adoratore di Bacco… Ho scritto questa poesia a seguito di alcune mie personali riflessioni sul consumo di alcolici presso i giovani. E' una cosa normale bere quando si esce la sera, quando ci si va a divertire o a svagarsi un poco. Anch'io bevo quando esco la sera. Solo mi lascia perplesso il consumo, a mio avviso esagerato, che si fa degli alcolici. Spesso la gente si ubriaca. Soprattutto tra i giovani. Ho scritto quindi questa poesia per esternare qualche mio pensiero in merito, probabilmente influenzato da quello che ho potuto constatare osservando alcuni miei amici. Soprattutto mi preoccupa il poco peso che si da al consumo di alcol, alle sue conseguenze e ai motivi che portano una persona a bere litri e litri di birra ogni sera. A mio avviso, il moderno consumo di alcol, è solo un modo per riuscire ad affrontare meglio il presente, per vincere se stessi. Come al solito comunque, le mie, sono solo opinioni. Buona lettura!]

 

 

 

-=Alcol=-

 

Bevo.

 

Il presente

Diviene semplice

Accettabile

Perfino godibile

Al ritmo dei bicchieri

Che alzo e poi mi scolo.

 

L'alcol è solo un farmaco

Contro

una malattia irreale.

Giustifica ogni cosa

Tutto

Appare migliore.

 

Affogo la paura

Questa stupida

Fottuta paura

Di essere me stesso.

 

Sono inadeguato,

lo so.

 

Allora ricerco

uno scudo liquido,

una difesa inconsapevole

Invulnerabile:

sarò antiproiettile

schermato

da tutti i pensieri

da tutti gli errori.

 

Il mondo sfuma

Ogni movimento è spaziale

Mentre biascio parole

E precipito

Nei ricordi e

Nelle immagini

Che mi ruotano attorno.

 

In realtà

Nemmeno mi diverto.

 

Solo…

Non lo so…

non ci riesco

a non bere.

Cedo

alle lusinghe del bicchiere

fino a dimenticare chi sono,

fino a sembrare un altro…

qualcuno capace

di affrontare il mondo intero.

 

Di ignorarlo, almeno.

 

E allora mi butto,

mi scateno e urlo!

Non lo so con chi parlo

Ma poi cado

Nel dubbio

E non capisco dove sono.

Domani

Ricomporrò i pezzi

Della mia anima infranta.

 

Bevo

Fino a risultare patetico

Dimentico del mondo

E delle regole civili.

Non ho altra via

Per cercare chi sono

Un ultimo tentativo

Di stabilire un contatto,

di lanciare un segnale

per diluire il dolore

che mi brucia dentro.

 

L'alcool è la sola medicina

Contro

Una malattia irreale

Che mi porta lontano

A vomitare speranze

Incespicando in quei passi

Che ho mosso nella vita

Alla ricerca di un qualcosa

Che reca solo ferite.

 

Bevo

Per disinfettarmi l'anima

E poi cado

In disparte

Dimenticato da chi

Credevo un amico.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti ricevuti su Scrivendo:

da giovannina (10 aprile 06):

ecco da
in realtà nemmeno mi diverto
mi piace di più perchè diventa una vera poesia, almeno mi sembra, non ne capisco molto di poesia, però suona meglio, scivola più leggera.
poi il mio è probabilmente un parere da poco, perchè sono grossolana di gusti: nei versi io cerco sempre prima la musicalità delle parole una accanto all'altra, poi il senso.
toglierei la parola irreale, magari la sostituirei con un'altra più armoniosa.
comunque la seconda parte mi piace
Giovannina

 

 

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