Bevo.
Il presente
Diviene semplice
Accettabile
Perfino godibile
Al ritmo dei bicchieri
Che alzo e poi mi scolo.
L'alcol è solo un farmaco
Contro
una malattia irreale.
Giustifica ogni cosa
Tutto
Appare migliore.
Affogo la paura
Questa stupida
Fottuta paura
Di essere me stesso.
Sono inadeguato,
lo so.
Allora ricerco
uno scudo liquido,
una difesa inconsapevole
Invulnerabile:
sarò antiproiettile
schermato
da tutti i pensieri
da tutti gli errori.
Il mondo sfuma
Ogni movimento è spaziale
Mentre biascio parole
E precipito
Nei ricordi e
Nelle immagini
Che mi ruotano attorno.
In realtà
Nemmeno mi diverto.
Solo…
Non lo so…
non ci riesco
a non bere.
Cedo
alle lusinghe del bicchiere
fino a dimenticare chi sono,
fino a sembrare un altro…
qualcuno capace
di affrontare il mondo intero.
Di ignorarlo, almeno.
E allora mi butto,
mi scateno e urlo!
Non lo so con chi parlo
Ma poi cado
Nel dubbio
E non capisco dove sono.
Domani
Ricomporrò i pezzi
Della mia anima infranta.
Bevo
Fino a risultare patetico
Dimentico del mondo
E delle regole civili.
Non ho altra via
Per cercare chi sono
Un ultimo tentativo
Di stabilire un contatto,
di lanciare un segnale
per diluire il dolore
che mi brucia dentro.
L'alcool è la sola medicina
Contro
Una malattia irreale
Che mi porta lontano
A vomitare speranze
Incespicando in quei passi
Che ho mosso nella vita
Alla ricerca di un qualcosa
Che reca solo ferite.
Bevo
Per disinfettarmi l'anima
E poi cado
In disparte
Dimenticato da chi
Credevo un amico.
Leonardo Colombi