29. Imporsi una certezza

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[15 febbraio 2004: mi sto occupando in questi giorni della creazione di una mia pagina web, un luogo virtuale in cui potrò finalmente proporre le mie composizioni e i miei racconti al pubblico.

Questa poesia porta la data del 1 dicembre scorso. L'ho scritta sul retro del volantino del film Matrix Revolutions, che proprio in quel periodo era nei cinema. Non so in quale occasione la scrissi, solo che in questi giorni la sento molto vicina. Forse, la lettura di One Piece (un manga giapponese), in qualche modo mi ha dato degli spunti. Cmq, è una composizione che semplicemente parla del fatto di tenere concretamente i piedi per terra, di non fantasticare troppo sulle persone e sugli eventi. La vita è imprevedibile e qualsiasi evento può accadere. Non voglio tuttavia proporre di vivere alla giornata, senza pianificare, senza fare previsioni, senza sognare. Vivere alla giornata insomma, vivere come se l'oggi fosse tutto. Ma semplicemente propongo di tenere i piedi per terra, che troppo spesso capita di vedere frustrati i sogni e le aspettative di quelle persone che guardano troppo avanti. E tuttavia, non baratterei la possibilità di lottare per un sogno nemmeno per tutto l'oro del mondo. Ma a volte sforzandosi solo di guardare al futuro, a immaginare come potrebbe essere la vita, ci si dimentica di quello che si ha. O di quello che si scrive: l'ultima immagine, quella dei bimbi, ad esempio, non so proprio da dove l'ho tirata fuori. Buona lettura.

 

Note:

La storia del marinaio: io l'ho pensata e scritta, ma ho quasi il sospetto di averla letta da qualche altra parte prima che qui. Tengo a precisare che non intendevo copiare né citare nessuno.]

 

 

-=Imporsi una certezza=-

 

Imporsi una certezza

Nuoce ai propri sogni.

 

Conquistare

Anche attraverso il fallimento

Richiede grande coraggio.

 

Crogiolarsi nei propri sogni,

Idealizzare un futuro irreale,

Scambiare per reali

Danzanti immagini illusorie

Porta solo allo smarrimento

E alla delusione.

 

Come accadde al marinaio

Che navigava sul torrente

E immaginava il mare

E poi l'oceano

E le insidie del mondo

In cui mare e orizzonte

Si fronteggiano cocciutamente

E che,

mentre sognava le proprie avventure

e le prove

che avrebbe superato,

dimenticò dov'era.

Dimenticò

Di rinforzare la zattera

E che sul rapido torrente

le rocce taglienti

non hanno pietà.

E così,

cadendo in acqua

perse la zattera e il sogno.

 

Al futuro

È meglio non pensare troppo

Che la vita è imprevedibile

E il presente

È un'orda di bimbi

Vivaci e troppo vispi

Che ti passano accanto correndo

Fuggendo e giocando,

qualcuno ridendo

qualcuno piangendo

qualcuno anche gridando.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

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