51. Invasione aliena

[Home] [Divagazioni] [eBook] [Me, myself & I] [Poesie] [Pubblicazioni] [Racconti] [Recensioni] [Vari]
 
-=Menù=-
 


 Poesie fino al 2001
Poesie del 2002
Poesie del 2003
Poesie del 2004
Poesie del 2005
Poesie del 2006

 
-= Presente su=-
 


Scrivi

 
-=Navigazione=-
 
Precedente

Prossima
 
-=Spot=-
 

 


 
-=Introduzione=-

 

30 dicembre 2003: questa poesia è stata scritta il 21 novembre 2002. Credo di averla scritta ripensando al racconto “La sentinella” di un certo Arthur C. Clarke. Un breve racconto di fantascienza in cui c'era questa sentinella appostata a difendere la sua postazione, in modo che gli alieni non passassero. E quando ne fa fuori uno lo descrive solo allora si capisce che gli alieni, in realtà, erano umani e che la sentinella era un extraterrestre. Un colpo di scena non da poco tutto giocato sull'immedesimazione del lettore. Cmq, la poesia credo nasca da questo e da qualche riflessione suscitata in me da qualche puntata di Stargate, immagino (NdLeo: un programma che parla di archeologia, misteri e occulto in onda su La7). Ci son teorie inoltre che ritengono che gli esseri umani siano alieni, o che siano stati creati da alieni. Beh, io questo non lo so, non so nemmeno se esistono gli alieni. Io quello che volevo scrivere è che a volte essere alieni non ha nulla a che vedere con l'appartenere a galassie differenti. A volte siamo alieni perché di alcune realtà non conosciamo nulla e quando ne veniamo in contatto, è come se provenissimo proprio da un altro mondo. Basta far un viaggio in un paese del terzo mondo, per chiedersi: “Ma dove cavolo ho vissuto finora?”. Oppure siamo alieni nella fede, quando entriamo in contatto con persone di religioni differenti. O di nazioni differenti. O, ancora più semplicemente, quando ci rendiamo conto di non sapere nulla delle persone che ci vivono accanto, dei nostro vicini di casa o dei nostri parenti.

 

 

-=Invasione aliena=-

 

In un giorno freddo di primavera

Arrivò dal cielo

Un grande

Velivolo stellare.

 

Grande fu lo stupore

Per il suo color antracite.

 

Grande la curiosità

E la calca della folla:

tutti

a vedere i marziani!

 

Ma quando si illuminò

E dal retro

si aprì un portellone

grande fu l'orrore

quando scesero

Dei miseri

Esseri

umani.

 

Umani, ma non terrestri.

Mortali come noi

Alieni

di una Terra ignota.

 

Ci guardarono increduli,

la folla mormorava.

“Questa è la verità”,

dissero.

 

Ebbi voglia di vomitare.

 

Ci siamo ingannati

Con le nostre verità.

 

Leonardo Colombi

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commento ricevuto via mail:

da 22 (04 maggio 2008):

fa pena

 

 

-=Invia un commento oppure una critica=-

Nome / Nickname : (*)
Titolo opera :
Commento/critica : (*)
Indirizzo mail a cui rispondere:
  (*) Campo obbligatorio