36. I sacrifici non si raccontano a chi ami

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[24 dicembre 2002: Questa poesia porta la data del 2 novembre scorso. La dedico ai miei genitori e a tutti i genitori del mondo che vivono e lavorano per le loro famiglie. La dedico anche a mio fratello che più di una volta ho trattato male a causa della stanchezza o del nervosismo. Questa poesia nasce dalle mie esperienze, dall'osservazione dei miei comportamenti e dall'osservazione di chi mi sta attorno. Anche il titolo è molto significativo, e riguarda tutti quei sacrifici che facciamo e che tacciamo soprattutto a chi è il destinatario dei nostri sforzi. Nella poesia vi è poi una riflessione nascosta tra le righe e che riguarda il comportamento in generale delle persone, accostando l'osservazione di questi comportamenti alla parola “adulto”. Quanto spesso capita di comportarsi stupidamente senza tener conto dei pensieri e dei sentimenti di chi ci sta attorno, quante volte ci è capitato di pensare egoisticamente senza curarci di ciò che veramente serviva agli altri…non sono molto chiaro, lo so, ma quel che cerco di dire è che alle volte fermarsi e riflettere prima di agire potrebbe essere una cosa molto positiva che, prima ancora di evitare il fallimento, evita di mettere a disagio o in crisi le altre persone con cui abbiamo a che fare. Non sono il massimo, oggi, a spiegare e a scegliere le parole…mi spiace…il prima possibile vedrò di rimettere le mani su questa introduzione…e magari anche su quelle precedenti…]

 

 

-=I sacrifici non si raccontano a chi ami=-

 

Sono un idiota,

un bambino

che si crede un adulto

e tiene il broncio

davanti allo zoo.

 

Un adulto

Che non si comporta da tale

Alla riunione dell'asilo parrocchiale.

 

Pensare,

ricordarsi di pensare.

 

Perché son le parole,

che fanno davvero male,

le armi più tremende

da cui non vi è difesa.

 

Nel silenzio delle persone

Vi è più

Di quel che lasciano intendere.

 

Capire e comprendere,

parole da tener bene a mente…

me lo dico ogni volta…

me lo ripeta in continuazione…

 

Perché io non sono negli altri…

 

Urlare e arrabbiarmi

Non serve solo a ferire.

Il controllo,

una parola banale

che sottintende volontà

e la saggezza.

Saggezza e moderazione,

cose che non insegnano…

doni,

doni che il tempo ci regala

grazie a quelle

che chiamiamo brutte esperienze.

 

E nell'ora tarda della sera

L'inverno

Diventa solo una parola.

 

La gratitudine

È il sonno del neonato…

Leonardo Colombi

 

 

 

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