04. La scala

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-=Introduzione=-

 

[Datata 17 febbraio 2002. Non ricordo il motivo per cui la scrissi (e quando mai ho dimostrato di saperlo?), fatto sta che l'unica cosa di cui sono certo è che la figura che intendevo creare nella prima strofa è quello che si può ottenere movendosi su una spirale: lo so perché l'idea mi era venuta studiando per l'esame di Analisi Matematica Mod B. A cosa possa portare la conoscenza di questo fatto, non lo so, però…Il risultato complessivo che ho ottenuto nello scrivere questa poesia è quello di far sembrare tutto una sorta di visione. Le immagini che popolano la composizione sono simboli di qualcosa che è reale, e di qualcosa che non lo è. Non so cosa volessi esprimere quando la scrissi, ma ognuno può leggere in questa poesia quello che vuole, a seconda del proprio animo. Forse il movimento a spirale lungo la scala (titolo provvisorio) rappresenta la vita; la persona con cui parlo potrebbe essere Dio, oppure un sapiente, non lo so. Importante è il colore azzurro, del cielo, della fantasia, dell'immensità che non fissa né luogo né tempo, ma che rimanda alla fantasia, alla dimensione onirica, al cielo. Importante è il corrimano che segue la scala:il destino o la Provvidenza, oppure tutti i miei cari e i miei amici? E un elemento ancora più importante è la conoscenza, che nella composizione sembra la meta del lungo cammino: un lungo cammino fatto per arrivare al sapere, ad un sapere che da gioia e serenità, non potere e dominio. In fondo credo sia quello che tutti dovrebbero volere, tra le tante cose: capire il segreto della vita, il perché della nostra esistenza e di tutto il cosmo. Infine, una cosa che non c'entra nulla col resto: ho trovato un ricordo di un caposcuola estivo che feci all'incirca quando avevo 12 anni. E' un pezzo di cuoio marroncino a forma di zaino, sul retro porta una scritta: “Per chi cammini?”. Ci domandiamo noi per chi camminiamo su questa terra?]

 

 

-=La scala =-

 

Ho camminato a lungo

Su questa scala:

seguivo il corrimano

che mi portava

ora vicino

ora lontano

alla meta sulla collina.

 

Quando arrivai

Vidi un altare

Sopra di esso

Tutto ciò che conoscevo.

Dietro di esso

Tutto ciò che non conoscevo.

 

E c'era anche lui.

Gli chiesi:”Chi sei?”

E egli sorrise

Ma non disse nulla.

La mia conoscenza allora

Non ebbe limite alcuno.

 

Un sole azzurro

Illuminava tutto attorno.

Sorgendo ad est

Cresceva pian piano:

L'alba

Di un nuovo giorno.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

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da LorySmile (07 aprile 2008):

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