19. Naufragio

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[Ricopiata per la prima volta il 26 giugno 2001, il giorno dopo l'ultima delle prove scritte degli esami di Stato, questa poesia è di poco precedente. E' una riflessione sul presente e sul futuro del mondo, una riflessione sul mondo e la vita che l'umanità conduce sulla Terra.

PS: Non l' ho fatto apposta, ma comunque la poesia sembra ispirarsi molto alla vicenda del Titanic. ]

 

 

-=Naufragio =-

 

Ero su di una nave

Ritenuta inaffondabile

Da solo, in disparte

Sul boccaporto.

Nella destra un calice

Pieno di champagne gustoso.

Si festeggia Capodanno

Sotto il cielo dei Tropici.

 

Ero sulla nave in cerca di vita.

Ero ad una festa, come tutti.

Ma poi…

L'imprevisto e la disattenzione.

Il capitano era ubriaco,

come tutti.

Non per tutti le scialuppe

E lo sapevamo,

lo sapevamo bene tutti.

Fu il disastro…

Cercavo la vita

E ho rischiato la morte.

 

Ho vagato per i mari,

naufrago

sperduto tra i flutti.

Temevo gli squali

Ma mi hanno risparmiato

Sfiorandomi le gambe

Coi loro denti aguzzi.

Poi l'approdo

ad un'isola deserta.

Con molti sforzi

Sono tornato alla vita

E ho ritrovato un sorriso.

O trovato cibo, acqua e riparo.

Ho ritrovato me stesso.

Ho ritrovato la vita.

 

Dopo qualche mese

Sapevo finalmente chi ero.

Dopo qualche mese

Sono venuti a salvarmi.

Col sorriso mi hanno preso

E, di peso, tramortito

per le mie inutili proteste,

mi han posto sulla nave

della salvezza.

 

Ero stato salvato

Dal mio paradiso.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

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