Sagra delle fragole a Borgo San Martino: A giugno si svolge a Borgo San Martino, antichissimo paese con due archi d'ingresso del '600, la sagra delle fragole.
Festa della Madonna dei miracoli e del Crocefisso a Caltabellotta (Agrigento). A Caltabellotta si svolge l'incontro tra la Madonna dei miracoli e il SS. Crocefisso. Verso il
pomeriggio, dalla chiesa di Sant’Agostino ha inizio la processione con il simulacro della Madonna portato a spalla dai devoti ed arriva in un luogo piuttosto ampio, dove avviene l'incontro con il
Crocefisso. Al momento culminante vengono sparate diverse batterie di mortaretti. Dopo l'incontro la folla segue le due effigi per le vie del paese illuminate a festa.
Festa di Santa Lucia a Castelverrino (Isernia). La festa di santa Lucia ricorre il 13 dicembre, ma a Castelverrino i festeggiamenti si svolgono la prima Domenica di giugno.
La statua viene portata in processione dal paese alla chiesetta che si trova in montagna. In questo luogo si svolgono i festeggiamenti con musica e fuochi d'artificio. A chiusura della festa, viene
cucinata una porchetta.
Sagra del pinolo a Chiesanuova di San Casciano di Val di Pesa (Firenze). Un gruppo di cittadine organizza annualmente questa sagra per ricordare e far rivivere un'attività
molto sviluppata e principale fonte di reddito fino alla seconda guerra mondiale per il paese: la raccolta delle pigne e la lavorazione dei pinoli. I vecchi ancora ricordano le veglie d'inverno in cui
per tutto il paese si sentiva il rumore dei pinoli schiacciati. Grandi "pinolate" e "pinocchiate", ovvero dolci a base di zucchero e pinoli, vengono preparate per
essere distribuite ai turisti. Inoltre nei giorni della sagra si può assistere ad un "bruscello", una rappresentazione storico-popolare della cittadina toscana.
Festa della Beata Vergine dei Martiri a Fonni (Nuoro). Nel più alto paese della Sardegna si svolge la festa della Beata Vergine dei Martiri nell'omonima secentesca basilica,
che è anche monumento nazionale. Durante i tre giorni di questa sagra si può assistere a una serie di spettacoli popolari ed alla esibizione di gruppi in costume sardo. Balli in tondo e canti sono
al centro dei festeggiamenti: è un'occasione di ritrovo per i pastori che dopo aver svernato con il gregge nel Campidano o sulla costa, ritornano al paese. La festa si conclude con una suggestiva
processione e con la sfilata dei cavalieri in costume.
Il "volo dell'angelo" a Giugliano (Napoli). In onore della Madonna della Pace, a Giugliano ha luogo una processione seguita da numerosi devoti detti
"battitori", che camminano a piedi scalzi. L’effigie della Madonna è trasportata da un carro trainato da sei buoi. Durante la festa viene eseguito il "volo dell'angelo". Due
bambine vengono legate a dei cavi che sono fatti scorrere dalla chiesa a un palazzo. Queste ragazzine, vestite di bianco e con due ali sulle spalle, con una coroncina in testa ed un mazzo di fiori in
mano, sono così sospese nel vuoto. Dall'alto spargono petali sul pubblico.
Sagra del "tirulin e barbera" ad Isola d'Asti - La sagra si apre con l'offerta a tutti i presenti del "tirulin", un dolce simile a un
biscotto dal gusto un po' amarognolo che si accompagna con il barbera. Nel pomeriggio, sulla piazza del Comune si svolge l'antico "palio del crin", una gara di tiro alla fune,
riservata ai quartieri del paese. Il rione vincitore riceve in premio un maialino.
Il "Cristo alluvionato" a Lama Polesine (Rovigo). La festa fu istituita nel 1961 dal parroco del paese per onorare il grande crocifisso in legno rinvenuto in balìa
delle acqua durante l'alluvione del 1951. La mattina si svolge la benedizione delle auto davanti alla chiesa. La sera, invece, ha luogo la processione con il Cristo sistemato su un carro. Dopo un
percorso di due chilometri si arriva al fiume Canalbianco, illuminato a giorno con torce e lampade. Qui ha luogo la benedizione delle acque dove viene gettata, in segno di buon auspicio, una croce di
ferro. A chiusura: fuochi d'artificio.
Festa dei Navigli a Milano. Ogni anno a Milano i navigli si affollano di gente per la grande festa popolare. In questa occasione i due canali che attraversano il quartiere
ticinese sono visitati da oltre trecentomila milanesi. La festa prevede anche una gara di nuoto pinnato e una esibizione di sci d'acqua. Non ci sono fuochi artificiali, bensì "fontane
danzanti" (un bellissimo gioco di luci e acqua). A mezzogiorno c’è la distribuzione gratuita di risotto giallo con cotechino e lenticchie. Nel pomeriggio: sfilata degli sbandieratori
petroniani.
Sagra dei "cenci" a Montemurlo (Firenze). Il tipico e saporito dolce toscano, detto "cencio" viene offerto a tutti i partecipanti a questa sagra
gastronomica che si svolge a Montemurlo. Dentro una grande padella vengono fritte queste delizie campagnole che potranno poi essere accompagnate da vin santo. Sono previsti anche spettacoli di
stornellatori popolari e numerose altre attrazioni tipiche delle feste campagnole.
Festa della Madonna ad Oliveto Sabino (in provincia di Rieti). Si tratta di una festa popolare religiosa e profana in onore della Madonna. I festeggiamenti sono annunciati
dalla banda. Il pomeriggio si svolgono numerosi giochi ruspanti all'aperto: c'è il tiro al piattello, la pignatta e la "ruzzica" (un antico gioco reatino). E' inoltre prevista una
recita in dialetto dei bambini del paese. La sera una solenne processione accompagna la statua della Madonna per le stradine addobbate a festa. Una suggestiva fiaccolata segue il corteo religioso. A
mezzanotte: fuochi d'artificio.
Festa di santa Caterina ad Orroli (Nuoro). In Sardegna è molto presente il culto per santa Caterina, la martire vittima della persecuzione di Massimino nel 312. La Chiesa
celebra la sua festa il 25 novembre, ma nell'isola i festeggiamenti si svolgono la prima domenica di giugno. Ad Orroli una processione accompagna il simulacro della santa dal paese ad una chiesetta di
campagna. Il corteo è scortato da cavalieri e dall'"Obriere". Numerose sono le "traccas" (carri decorati con arazzi) che partecipano alla processione. Giunti in campagna e
posta l'immagine nella chiesetta, i fedeli festeggiano per tre giorni la santa. Accampati attorno al santuario, si balla, si mangia e si canta. La domenica, finita la festa campestre, si ritorna in
paese, cantando i "goccius" in onore di santa Caterina. La sera: grande spettacolo musicale.
Sagra del tortello a Palazzuolo sul Senio (Firenze). Confezionato con una genuina sfoglia lavorata a mano e riempito con ricotta di latte di pecora e verdure, ecco il famoso
tortello toscano. Condito con sugo di carne o con semplice burro e formaggio. La sagra inizia la mattina con i giochi popolari, mentre la sera si può sentire buona musica popolare in piazza.
“Palio del tirà" a Rocchetta Tanaro (Asti). Si tratta di una manifestazione recente, sorta pochi anni fa. La festa è dedicata al "tirà", una torta
fatta con ingredienti semplici e genuini (farina, zucchero, uova e burro).
Festa di Sant'Erasmo a Santeramo in Colle (Bari). Nel pomeriggio si svolge la processione, mentre tutte le vie del paese sono addobbate a festa, con luminarie in onore del
patrono. Verso mezzanotte un corteo attraversa la strada principale: il carro è accompagnato da una schiera di piccoli cavalieri in costume, interpretati da bambini del luogo. La festa si chiude con
i fuochi d’artificio.
San Cono a Teggiano (Salerno). Teggiano, una città fondata dai Beoti, ogni anno da ben sette secoli, nei primi giorni di giugno festeggia san Cono che qui nacque. Nel 1621
le spoglie del santo furono oggetto di un'aspra contesa fra gli abitanti di Teggiano e quelli di Padula, paese non distante dal monastero dove san Cono era vissuto. Per sanare il contrasto si
raggiunse l'accordo di porre il corpo del santo su un carro trainato da due buoi, uno di Teggiano e l'altro di Padula; e si lasciò alla sorte il compito di decidere. Il carro arrivò a Teggiano. La
festa dura tre giorni. I primi due sono dedicati alla preparazione della grande processione che porta la statua del santo in giro per tutto il paese. Caratteristici di questa manifestazione sono i
trofei che sono dei castelletti di cera offerti in voto al santo per grazie ricevute. Questi ceri sono portati da "verginelli", bambini e bambine che, con molta abilità, devono reggerli in
bilico sul capo. Vengono portati in processione anche agnellini e vitellini, adornati con drappi. I fuochi d'artificio chiudono i festeggiamenti.
"Festa dello gnocco" a Vescovato (Cremona). Durante questa sagra, nella piazza principale del paese vengono distribuiti a migliaia di persone circa tre quintali di
gnocchi. Il momento più divertente è la elezione di "mister gnocco". Questo titolo ambito viene dato al concorrente che in un tempo breve, con un'avvincente gara con altri partecipanti,
riesce a mangiare la maggior quantità di gnocchi. Il pubblica partecipa alla gara con incitazioni e grida. Alla sera il "mister" viene festeggiato nel corso di un grande ballo popolare.
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Seconda domenica di giugno
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Sagra del limone ad Amalfi (Napoli). Questa sagra viene organizzata congiuntamente da Amalfi e a Massalubrense (le due città hanno raggiunto un accordo per lo
svolgimento della manifestazione: ad anni alterni, nei due centri). Si dice che anche gli antichi Romani conoscessero i limoni della costa sorrentina, come si può vedere dai mosaici di Pompei. Nello
storico arsenale, dove venivano costruite le navi dell'antica repubblica marinara, bancarelle di ogni tipo espongono limoni insieme a prodotti tipici della zona, come i vini e i latticini dei monti
Lattari.
Festa di Santa Barbara a Burcei (Cagliari). Per la ricorrenza della festa patronale, i festeggiamenti durano ben otto giorni. Il paese si riempie di turisti e di fedeli
giunti dalle zone circostanti e la manifestazione inizia con la processione del simulacro della santa che dalla parrocchia viene portata ad una chiesetta fuori del paese, dove sosterà per circa una
settimana. Per l’occasione sono in programma gare poetiche e giochi. Infine, la santa ritorna in paese e la festa si chiude con il rituale passaggio di consegne fra gli organizzatori: i vecchi
lasciano il posto a quelli che dovranno preparare l'edizione successiva.
Maria SS. del Monte, patrona di Racalmuto. La leggenda narra che nel 1503 il principe Gioieni, dopo un lungo viaggio, sbarcò a Punta Bianca, vicino ad Agrigento, recando con
sé un’immagine della Madonna in marmo bianco. Intenzionato a portarla nel suo paese, la fece trasportare su un carretto trainato da due buoi. Giunto a Racalmuto (nome che deriva dall’arabo Rrahl
Al Mudd = casale del moggio) si fermò per riposare, ma quando volle ripartire non ci fu verso di smuovere il carretto perché i buoi, nonostante venissero pungolati, non si muovevano. Il principe
comprese che la Madonna voleva restare a Racalmuto e, pur dispiaciuto, lasciò l’immagine sacra, ripromettendosi però di farle costruire una chiesa, quella che poi sarebbe diventata la chiesa di
Maria SS. del Monte. Per tutto il mese di maggio i fedeli vi si recano in pellegrinaggio compiendo “lu viaggu a lu munti”, il viaggio al monte, per ricordare l’evento. La festa in onore
della Madonna si svolge nella seconda domenica di giugno. Il venerdì precedente hanno inizio i festeggiamenti con 21 colpi di mortaio e con l’ingresso in paese della banda musicale. Ha quindi luogo
la rievocazione storica: il simulacro ligneo (di proporzioni più ridotte rispetto all’originale) della Madonna viene posto su un carro trainato da due buoi e portato per le vie principali del
paese. Al seguito c’è il corteo di giovani a cavallo, in costume cinquecentesco, per ricordare l’arrivo del principe Gioieni a Racalmuto. Dopo l’arrivo del carro, infine, nella piazza Crispi,
dove è stato allestito un palco, viene eseguita una recita che narra l’arrivo della Madonna nel paese. Al termine della recita la statua viene accompagnata in chiesa. I festeggiamenti continuano il
sabato pomeriggio con la sfilata dei ceri, li cilii, portati dalle confraternite dei burgisi, dei mulinara, degli ugliara e dei cicirara. Ma il momento culminante è
quando sfila il cero dei celibi, li schetti, che recano una torre di legno ottagonale a forma di portico, sfarzosamente decorata. Il cero viene posto in mezzo alla piazza e si dà inizio alla
gara tra i giovani, gara finalizzata alla conquista di una banderuola che lo decora: chi riesce a prenderla, la sventola in segno di vittoria e, in ringraziamento, dovrà accendere una certa quantità
di ceri alla Madonna. Lo scrittore Leonardo Sciascia, nativo di Racalmuto, descrive così ne Le parrocchie di Regalpietra la gara: “La macchina alta 5 metri (il ciliu) in cima porta
uno stendardo ricamato d’oro, ogni anno diverso e i giovani borgesi lottano in piazza per conquistare lo stendardo. C’è tutto un rituale: non possono lottare per la bandiera due borgesi scapoli,
ma già fidanzati, entro l’anno dovranno sposare. Si formano fazioni e ciascuna sostiene il suo campione: l’ora va rispettata, nel luogo dove la zuffa deve cominciare, armi non si devono portare
ma pugni e calci quanto si vuole... dura un quarto d’ora la zuffa; poi si vede sanguinante il compare salire verso la bandiera, scalciando contro quelli che vorrebbero tirarlo giù; coglie
finalmente lo stendardo mentre sotto di lui la lotta di colpo si placa”. La domenica mattina, donne e uomini con sacchetti di frumento in testa, seguiti da un corteo di parenti e amici salgono per
voto, alcuni scalzi, la lunga scalinata del santuario di S. Maria del Monte. Colui che ha ricevuto la grazia addobba sfarzosamente un mulo, lo carica con due sacchi di frumento e, portatolo davanti
alla scalinata della chiesa, lo sprona energicamente affinché salga di corsa la gradinata. Il mulo, fiancheggiato da giovani pronti a intervenire nel caso in cui l’animale dovesse cadere, raggiunge
la porta della chiesa e il devoto avrà adempiuto al dovere di ringraziare la Madonna. La festa si conclude con la processione della Vergine portata in trionfo su un carro riccamente addobbato come
fosse una nave, in una fantasmagorica cornice di luci, canti e suoni.
Processione di barche a Marano Lagunare (Udine). Una processione di barche pavesate si svolge a Marano Lagunare in onore del patrono, san Vito. Lungo i canali della laguna
sfila un corteo di natanti di ogni tipo. La statua del santo viene posta su un barcone che i giovani del paese trainano a forza di remi. Fedeli e pescatori sono trasportati in una chiesetta posta su
una penisola. E' presente anche la banda musicale.
Sagra delle fragole a Nemi (Roma). Il paese, situato sul lago omonimo, è di origine vulcanica. La manifestazione risale ai primi del '900. In questa zona, grazie al terreno
particolare, questo squisito frutto ha trovato un habitat ideale e condizioni per raggiungere un eccezionale sapore. Durante la festa ha luogo la sfilata delle "fragolare", delle
belle ragazze di Nemi che, in occasione della festa, sfilano con un cesto di fragole in mano. Le fragolare indossano il costume tipico del Lazio, con camicetta scollata, bustino, gonna variopinta ed
un grande scialle. Sono accompagnate da una banda musicale composta di cento elementi. Alla fine fragole offerte a tutti.
Sagra della "cerase" a Palombara Sabina (Roma). Ogni stagione ha il suo frutto caratteristico a cui corrisponde una sagra popolare. A giugno ci sono le
ciliege. La manifestazione di Palombara Sabina ha quasi mezzo secolo. Nella mattinata ha luogo, nel piazzale del paese, l'inaugurazione della mostra delle ciliege e dell'olio di oliva, un altro
prodotto locale. Dopo la premiazione della "cerasa" più bella, le ragazze di Palombara sfilano indossando i loro costumi tradizionali, con cesti e frutti. Il vestito è composto
dalla "polacca", dal bustino e dallo "zinale", un grembiulino di merletto. Il più bel costume viene premiato con il "bajocco d'oro", perfetta
riproduzione della moneta usata un tempo nel Lazio. Nel pomeriggio ha luogo un corteo di carri allegorici intonati alla festeggiata ciliegia.
Festa di san Ranieri a Pisa - La venerazione per san Ranieri da parte del popolo pisano è grande. Quando, nel 1912, la salma del santo fu manomessa e fu rubato il suo
prezioso abito d'oro, la popolazione regalò un altro abito uguale alla chiesa. Il giorno in cui la reliquia indossò l'abito nuovo si fece per la prima volta la "luminaria" che, da allora,
viene ripetuta ogni anno. Tutti i lungarni vengono illuminati dai vecchi lampanini, bicchieri di vetro colorato riempiti per metà di acqua e per metà di olio in cui galleggia il lucignolo. Questi
vengono appesi alla "biancheria", cioè alle aste di legno che vengono messe alle finestre dei palazzi. Nell'Arno vengono poste migliaia di candele trasportate da sugheri. Il giorno dopo si
svolge la regata di san Ranieri a cui partecipano quattro rioni: santa Maria, san Francesco, san Martino e sant'Antonio. Ogni contrada ha un equipaggio composto da otto vogatori, con costumi del 1500.
La gara ha inizio al colpo della colubrina, e le barche avanzano avendo come meta un palo. Una volta raggiunto, il montatore, che è in ogni equipaggio, deve scendere e arrampicarsi sul palo e
prendere una bandierina. Solo a quel punto il rione potrà considerarsi vincitore. La vittoria viene annunciata con una fumata diversa a seconda del colore della bandiera del rione.
La festa dei fiori a Trarego (Novara). In una località detta Pianaccio sfilano carri addobbati con ogni specie floreale e di piante. Gruppi folcloristici provenienti dai
paesi vicini suonano e cantano il repertorio tipico di queste scampagnate. Naturalmente non manca la parte gastronomica, con una gigantesca grigliata a base di pesce e cacciagione.
Le "panelle di san Vito" a Vallata (Avellino). Durante la vigilia, quasi tutte le donne del paese usano preparare le tradizionali "panelle" che sono
piccole forme di pane azzimo, cioè con pasta non lievitata, della grandezza di una noce. Questi pani vengono sistemati in cestini di vimini di diversi colori e portati in processione da bambini e
bambine (dai cinque agli otto anni), fino alla chiesa dedicata a san Vito, su una collina che domina il paese. Qui si benedicono le panelle che sono successivamente distribuite ai presenti. Si ritiene
che abbiano un particolare potere terapeutico sia per gli uomini che per gli animali, soprattutto i cani. Il giorno della festa si svolge intorno alla chiesetta una grande fiera. Per antica tradizione
tutti gli abitanti di Vallata portano in dono a san Vito i prodotti dei loro campi, del loro lavoro, dei loro greggi, come i provoloni che vengono poi venduti all'asta. Tranne un gallo, il più bello,
che viene dato in premio al vincitore di una gara popolare.
Festa di san Leonardo, patrono di Villanova Monteleone (Sassari). La manifestazione ha inizio, la sera della vigilia della festa, con uno spettacolo di canti tradizionali
sardi,. La mattina del giorno successivo una solenne processione si snoda per le vie del paese con una sfilata in costume a cavallo o a piedi, e con l'accompagnamento della banda. Nel pomeriggio,
alcuni gruppi folcloristici si esibiscono in piazza. Inoltre, hanno luogo alcuni giochi popolari come il tiro alla fune, la corsa in "trobeas", e la caccia ai porchetti, con relativa
cattura. E' prevista pure la benedizione degli automezzi presso il santuario campestre di Nostra Signora Interrios.
Festa di san Basilio a Villanova Strisaili (Nuoro). Verso la metà di giugno, a Villanova Strisaili, un paese sull'altopiano presso il lago dell'alto Flumendosa, si festeggia
san Basilio, uno dei dottori della Chiesa, scrittore, che fondò il monachesimo orientale. Il culto del santo, morto nel 397, giunse nell'isola durante il periodo bizantino. Per l'occasione si tiene
anche una fiera del bestiame, dove si possono ammirare i cavalli sardi. Durante i festeggiamenti si possono gustare ottime trote arrosto e il famoso formaggio che odora di timo.
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Terza settimana di giugno
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Mercato delle Gaite a Bevagna (Umbria). Le gaite in cui era suddivisa la città erano quattro; gaita viene dal longobardo "watha" che vuol dire guardia, e
quindi indica la divisione della città per assicurare la guardia, o il tributo per pagare la guardia. Quattordici anni fa le Gaite si misero d'accordo e, anziché i turni di guardia, si divisero gli
incarichi, per cui ogni Gaita avrebbe riesumato due antichi mestieri, gli artigiani avrebbero venduto per strada i loro manufatti, un palio avrebbe premiato la Gaita migliore. Il successo deriva anche
dall'incredibile cura che le Gaite mettono negli allestimenti, copiati da disegni d'epoca, attrezzi rifatti, strumenti ricostruiti, tecniche di lavoro ripescate negli statuti. Il mercato dura nove
giorni: i primi sette sono dedicati alla preparazione degli oggetti da vendere e alle visite della giuria del Palio, a una gara del tiro con l'arco, a gare gastronomiche, a una sontuosa cena di
ricette medievali; gli ultimi due sono riservati al gigantesco mercato in costume, capace di attirare fino a cinquantamila visitatori. Sull'onda del successo, è nata un'altra manifestazione: "La
Primavera Medioevale", che vuole essere il risvolto teorico e culturale della festa, animato da mostre, concerti, conferenze, persino un laboratorio teatrale e un corso di musiche e danze
medievali. Per informazioni presso Pro Loco e Associazione Mercato delle Gaite, tel. 0742-36.16.67.
La Regata delle quattro repubbliche marinare" ad Amalfi (o Pisa, o Genova o Venezia). Una delle più suggestive regate è quella che ogni anno, la terza domenica di
giugno, si svolge alternatamente nelle quattro antiche repubbliche marinare: Pisa, Amalfi, Genova e Venezia. Le epiche lotte per il predominio del Mediterraneo rivivono in questa competizione che
cambia scenario ogni anno. La prima regata avvenne nel 1956 a Pisa. Quattro galeoni, riproduzione fedele delle barche dell'epoca, partecipano alla competizione prima della regata si svolge un corteo
storico con la partecipazione delle delegazioni delle quattro repubbliche in costume dell'epoca.
Per la festa della Madonna del Rivaio a Castiglion Fiorentino (Arezzo) ha luogo il Palio dei rioni. Dopo la sfilata, con la partecipazione dei concorrenti, si svolge la
famosa corsa. La gara consiste in una competizione di cavalli alla romana a cui partecipano i rappresentanti dei rioni del paese.
Festa della ciliegia a Chiampo (Vicenza). Durante la giornata vengono distribuiti, a prezzi popolari, sacchetti di ciliege a tutti i convenuti. A mezzogiorno viene poi
preparata e offerta una grande polentata con salsicce. Botti di vino "durello" di produzione locale sono a disposizione. Infine, le autorità comunali premiano il miglior espositore di
ciliege.
La Madonna dei Manganelli a Guardia dei Lombardi (Avellino). La leggenda dice che un giorno, dalla chiesa di Torella dei Lombardi sparì la statua della Madonna, che fu
ritrovata sopra un sambuco, in località Manganelli, una contrada così chiamata perché una volta vi si trovava un'industriale tessile che, per rassodare i panni, usava degli strumenti detti appunto
"mangani". I torellesi riportarono la Madonna nel paese, ma questa scomparve di nuovo, ritornando sul sambuco. A questo punto eressero una chiesetta in quel luogo e le diedero il nome di
santa Maria dei Manganelli. Ogni anno, per venerare questa statua, si svolge un pellegrinaggio con devoti che portano ceri ed i caratteristici mazzetti ornati di carta colorata.
Sagra delle fragole a Peveragno (Cuneo). Per tutto il giorno, nelle trattorie di questo paese ai turisti che consumano un pasto viene offerto un piatto di fragole innaffiate
di marsala o vino, mentre in piazza, per la durata di tutta la festa, è aperto un chiosco riservato all'assaggio di questa frutta. A sera: veglione con musiche popolari e balli lisci.
Processione dei "ceri" a Rieti. Nell'ambito del giugno reatino, che comprende manifestazioni folcloristiche con danze e canti in costume, luminarie, spettacoli di
fuochi d'artificio e concerti di bande, ha luogo la processione dei ceri. Il corteo parte nel pomeriggio dalla chiesa di San Francesco, per farvi ritorno a sera. Migliaia di fedeli seguono la statua
di sant’Antonio, portando delle candele tanto grandi quanto più è grande la grazia richiesta. Ci sono addirittura dei ceri del peso di venti chili, trasportati in piccoli carri. Questa usanza
risale a circa duecento anni fa. I fedeli camminano scalzi e sono vestiti di panni rozzi in segno di penitenza.
Festa del Barbarossa a San Quirico d'Orcia (Siena). Lo storico incontro fra l'imperatore Barbarossa e gli ambasciatori papali viene rievocato ogni anno con figuranti in
costume. Dopo il corteo si svolge il palio detto del Barbarossa. I rappresentanti dei rioni si cimentano in una gara popolare che prevede il lancio delle bandiere e il tiro con l'arco. Per la
ricorrenza, nel grande parco del paese è possibile mangiare i "pici" (spagnetti di pasta fatta in casa), fagioli, formaggi e lumache.
Festa di santa Sofia a San Vero Milis (Oristano). La patrona viene festeggiata solennemente con riti religiosi e una manifestazione popolare. Sulla vita di questa santa
esistono diverse versioni: una occidentale ed una orientale. In Sardegna a questa martire è stata dedicata una chiesa a san Vero che ha il più alto campanile dell'isola. I festeggiamenti hanno
inizio con balli in piazza al suono della fisarmonica. Il giorno dopo si svolge la processione con l'immagine della santa. La sagra presente molte attrazioni tra cui l'esibizione di un suonatore di
"pipiou e tumbuninu" (ovvero piffero e tamburino), uno spettacolo di musica e canti, in dialetto. La sera, grandi bevute di vernaccia.
Festa di san Nicandro a Venafro (Isernia). La festa dura tre giorni. Si apre con una prima processione: la statua del santo viene prelevata dal convento, che si trova a un
chilometro, e viene portata in paese. Qui si svolge una solenne funzione religiosa, con la consegna delle chiavi al vescovo. Una banda musicale intanto suona nella piazza. Dopo il rito, presso il
convento di San Nicandro si svolge la tradizionale corsa degli asini. Il terzo giorno la statua ritorna al suo posto, fuori Venafro. Nei giorni di festa viene recitata una sacra rappresentazione in
costume, che rievoca gli episodi più importanti della vita del santo e del suo martirio. Il dramma ha luogo sulla piazza davanti alla chiesa dell'Annunziata. Chiudono i festeggiamenti i fuochi
d'artificio.
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Quarta domenica di giugno
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Durante l'ultimo weekend di giugno si celebra a Tarascon (Francia) la "Fête de la Tarasque". La tradizione, che risale al I secolo, vuole che un
terrificante dragone che viveva sulle sponde del Rodano divorasse i bambini e tutti coloro che osavano avvicinarsi all'acqua. Fino all'arrivo di Santa Marta (Sainte Marthe) che con un semplice gesto
della croce, sconfisse il drago.
Nell'ultimo week-end di giugno e nei primi due di luglio, l'antico borgo romagnolo di Brisighella ospita le Feste Medioevali.
La sagra del ciliegio a Bergolo (Cuneo). La manifestazione si apre con la fiera detta "baraonda". Più tardi avviene anche la distribuzione delle ciliege, chiamate
"graffioni", che si usano anche da mettere sotto spirito. La sera la festa si chiude con il ballo a plachetto: si tratta di una grande pista, sistemata all'aperto, dove si
possono ballare tutti i lisci e la famosa "corenta", la regina delle danze piemontesi.
La "castellana" di Caccamo (Palermo). Non si tratta di una sagra paesana ma una rievocazione storica che si svolge per le vie del paese. Al centro della
manifestazione c'è la storia dell'antico castello, uno dei più belli della Sicilia. Sfilano per i vicoletti e le piazze personaggi in costume che interpretano i signorotti che hanno governato dal
1804 al 1860: baroni, conti e marchesi, con le rispettive dame, scendono dal castello e raggiungono la città vecchia. Ogni anno la sfilata si chiude con l'elezione della castellana a cui il sindaco
offre simbolicamente le chiavi del castello. Al termine, due bande musicali, una maschile e l'altra femminile, festeggiano la "reginetta". Intorto a questa figura della castellana sono nate
diverse leggende. Si dice che l'ultima regina, non avendo intenzione di sposarsi, tendeva un trabocchetto a tutti i pretendenti che chiedevano la sua mano. Mentre gli spasimanti si dirigevano verso la
camera da letto, precipitavano in un profondo pozzo (tuttora esistente).
Festa dell'antica repubblica a Cospaia a San Sepolcro (Arezzo). Al confine fra la Toscana e l'Umbria, in mezzo a San Sepolcro e San Giustino, fino a circa 150 anni fa
esisteva uno Stato libero. Per quattro secoli visse con un governo libero e senza leggi né tasse. A tutto provvedevano gli abitanti di Cospaia. Ogni anno la popolazione ricorda l'antica repubblica
con grandi festeggiamenti, con tanto di "notte del folclore". La festa si apre con la distribuzione, all'entrata del paese, di zuccherini e vino. Belle ragazze accolgono così i turisti. Il
programma dei festeggiamenti prevede anche la caccia all'anitra, la cuccagna, la ricerca dell'ago nel pagliaio e una grande sfilata di gruppi folcloristici e musicali. E' possibile anche acquistare
souvenir della gloriosa repubblica di Cospaia di San Sepolcro.
La quarta domenica del mese di giugno si disputa a Faenza il palio del Niballo. Questo, come altri giochi agonistici, deriva dalle giostre e dai tornei nobili del
Calendimaggio, che poi vennero imitati dalle "battaliole" organizzate dai ceti inferiori. Anticamente questi avevano la funzione di rinsaldare la coesione cittadina ritualizzando gli
scontri e le inimicizie in una rappresentazione della funzione catartica. Dopo un periodo di eclissi fra l''800 e il primo '900, dovuto a un'ideologia del progresso che considerava risibili le
tradizioni popolari, i palii e le giostre hanno conosciuto una rinascita prima col fascismo, poi negli ultimi cinquant’anni sulla scia di un nostalgico movimento di recupero delle tradizioni locali
cui non sono estranee motivazioni turistiche. La manifestazione inizia una settimana prima con due solenni cerimonie serali durante le quali i priori di ogni rione e i contendenti prestano giuramento
di combattere lealmente nel rispetto delle regole cavalleresche. Il giuramento è preceduto da un'esibizione degli sbandieratori attorniati da figuranti in armi. Poi, fino alla vigilia del palio, i
cinque rioni della città fanno a gara per proporre feste, giochi e cene a base di piatti che si ispirano alle antiche ricette. La domenica sfilano lungo il corso principale magistrati, principi,
fanti, cavalieri, dame e altri figuranti in costume preparati durante tutto l'anno dalla popolazione. L'ordine della sfilata viene stabilito dalla classifica dell'anno precedente, mentre il corteo è
preceduto dal gruppo municipale, col gonfalone che scorta i premi della corsa: il palio, un drappo rosso ricamato per il vincitore, la porchetta per il secondo posto, un gallo e dell'aglio per il
terzo rione classificato. Comincia finalmente nello stadio cittadino il palio del Niballo, così detto perché deriva dalla volgarizzazione del nome Annibale, nome mitico di un re moro con cui si usa
chiamare il bersaglio, un simulacro, che ha le sembianze di un guerriero saraceno dalle braccia aperte, terminante in un dischetto di otto centimetri di diametro. Il torneo s'inizia con il confronto
del cavaliere del rione ultimo classificato nell'edizione precedente, con ogni rappresentante dei quattro rioni: poi ciascuno di loro sfida gli altri, a uno a uno, per un totale di venti tornate.
Nello stadio addobbato i cavalieri, al gran galoppo e lancia in resta, percorrono due tracciati a ferro di cavallo della stessa lunghezza ma di disposizione opposta, per poi incontrarsi a metà strada
dov'è posto il Niballo. Il primo a colpire il bersaglio si aggiudica uno scudo con i colori del rione perdente: vincerà chi avrà conquistato il maggior numero di scudi.
Abbuffata di pesce a Golfo Aranci (Sassari). Diverse migliaia di persone provenienti dalle località della bassa gallurese invadono ogni anno Golfo Aranci per festeggiare san
Silverio. A tutti viene offerto pesce fritto, vino e birra.
Festa del cane a Mango d'Alba (Cuneo). Anche i cani hanno la loro festa: si svolge a Mango di Alba ed è tutta dedicata ai cani bastardi, cioè ai famosi "tabui"
(= cani randagi). A questa festa possono partecipare tutti i cani e al più brutto viene dato un premio. Altri trofei sono riservati al cane più pacifico, al più piccolo, al più grande. A Mango
sorge anche il "Taccuino bastardi utili italiani", dove sono iscritti tutti i cani non di razza. In questo paese sorge anche un monumento al cane.
Festa del vino a Montalbo (Piacenza). A Montalbo si festeggia il vino locale. Una serie di manifestazioni sono in programma per quattro giorni. La sagra si apre con la mostra
dei vini e con possibilità di assaggio. La prima giornata termina con un ballo. Il giorno dopo, si svolge una marcia particolare fra i vigneti. La domenica nel locale castello settecentesco si può
assistere a spettacoli folcloristici. Il pomeriggio, ai convenuti vengono distribuiti panini e vino.
La sagra dei gigli a Nola (Napoli). La festa è dedicata interamente a san Paolino e dura tre giorni. Da oltre quindici secoli, la prima domenica dopo il 22 giugno, il popolo
nolano onora il suo santo patrono con singolari cortei che si muovono al suono di musiche, lanci di coriandoli e confetti. La manifestazione vuole ricordare il ritorno nella città, avvenuto nel 394,
del vescovo Paolino (o Polino), dopo una lunga prigionia in Africa. Il popolo di Nola lo accolse sulla spiaggia, a Torre Annunziata, agitando grandi fasci di fiori, specialmente gigli che con il tempo
si sono trasformati, diventando delle vere e proprie costruzioni di legno rivestite di carta. I gigli sono alti circa 25 metri e si presentano come maestosi campanili. Sono degli obelischi dagli stili
diversi: gotico, bizantino, barocco, moresco, ecc. Ogni giglio ha un simbolo particolare che va dal profano al religioso (la guglia di Milano oppure una statua). Oltre a queste macchine, è tradizione
costruire anche una barca, dove viene messo "o turco", cioè l'africano che riaccompagnò in patria san Paolino. I gigli sono otto: dell'ortolano, del salumiere, del bettoliere, del
panettiere, del beccaio, del calzolaio, del fabbro e del sarto. Le macchine sono trasportate a spalla dai "collatori", circa 100 uomini per ogni giglio, guidati da un "capo
paranza", cioè un coordinatore. L'ordine della sfiata avviene sempre secondo la tradizione: infatti i primi ad arrivare sulla spiaggia furono i rappresentanti dei mestieri locali. Qui ha
luogo la sagra, con i gigli che iniziano a ballare. A suon di musica, le costruzioni si muovono a ritmo di un valzer o di un tango. Finita la "ballata", il vescovo li benedice. Nel
pomeriggio i gigli sfilano per le vie della città, fino a sera inoltrata.
La sagra delle fragole a Petina (Salerno). La sagra si apre con una marcialonga attraverso i faggeti degli Abruzzi. A tutti i partecipanti è offerto un premio. Verso
mezzogiorno una sfilata di gruppi folcloristici attraversa il paese. Nel pomeriggio: distribuzione delle fragole e la premiazione del contenitore più originale e caratteristico. A sera, scorpacciata
e spettacolo dei gruppi musicali della zona.
A Pisa si svolge il Gioco del Ponte o Regata storica di S. Ranieri. Per informazioni presso il Comune di Pisa, via degli Uffizi 1, tel.: 050-26.212.
Bruschettata gigante a Poggio Moiano (Rieti). Due avvenimenti caratterizzano questa festa: la bruschettata gigante e l'infiorata. La vigilia della festa un'artistica
infiorata composta da petali e foglie viene allestita sulle strade del paese. I balconi espongono coperte e drappi colorati. Nella piazza intanto si svolge la bruschettata. A chiusura dei
festeggiamenti, premiazione dei migliori tappeti floreali e dei balconi meglio addobbati.
Festa di San Silverio a Ponza (Latina). Una processione di barche costituisce il momento più suggestivo di questa festa a Ponza in cui il sacerdote impartisce la benedizione
ai natanti. Tutto il porto è imbandierato per questa manifestazione di devozione in onore del santo patrono: dopo essere uscita dalla chiesa, la statua attraversa il paese e viene posta su una grande
barca. Al rientro iniziano i festeggiamenti. In programma c'è il famoso gioco della gallina: viene posto un palo in senso orizzontale, spalmato di grasso, sulla cui cima è posta una gallina. Vince
chi riesce a raggiungere la gallina. Naturalmente non mancano i fuochi d'artificio.
La "bruscellata" a San Donato in Poggio (provincia di Firenze). L'ultima settimana di giugno è dedicata, a San Donato in Poggio, alla festa della campagna. Per
sette giorni si svolgono nel paese mostre, gare di ballo, sfilate delle contrade paesane, pranzi all'aperto, gara di ciuchi, corse dei sacchi, ma essenzialmente si recita diverse volte il "bruscello".
Questa rappresentazione, nata spontaneamente nelle campagne davanti ad un bicchiere di vino, deriva forse dalla parola arboscello, luogo di ritrovo dei contadini, dopo la giornata lavorativa. Gli
interpreti di queste recite sono delle persone che si tramandano di padre in figlio le parti, le recite e le storie. Il bruscello può essere di carattere storico, guerresco, d'amore, d’avventura.
Gesù Nazareno a San Giovanni Gemini (Agrigento). La leggenda racconta che molti anni fa il paese fu colpito da una siccità e gli abitanti chiesero aiuto a Gesù Nazareno
perché li soccorresse. Con un carro portarono in processione la statua e subito iniziò a piovere. Ogni anno il paese rende onore a Gesù Nazareno con una festa che dura quattro giorni. La parte
centrale di questa manifestazione è il trasporto del carro: una macchina in legno alta circa 25 metri, composta da diversi piani, su cui suonano due bande musicali. Gli abitanti tirano con delle funi
il carro per circa un chilometro. La festa si conclude con il ritorno del carro nella chiesa e con il consueto sparo di mortaretti.
La "processione mattutina" di San Lupo (Benevento). Il culto del santo omonimo è stato introdotto all'epoca del ducato longobardo di Benevento, portato dai
Benedettini che avevano ottenuto le preziosa reliquia di san Lupo, dai confratelli francesi. In passato il santo ha compiuto molti miracoli, specialmente legati al clima. Pertanto, in segno di
devozione, nel giorno della sua festa, ogni anno dal lontano 1899, il mattino, prima che si levi il sole, i devoti recano in processione una reliquia di san Lupo dalla chiesa fino ad una località di
campagna dove sorge una cappella. Qui si celebra la S. Messa e si bacia il santo. Dopo la funzione, al momento del sorgere del sole, la popolazione ritorna alle proprie attività.
Palio di Santa Reparata a Terra del Sole (Forlì). Si tratta di una delle più antiche manifestazioni italiane in costume. Secondo un antico documento, il palio venne
disputato per la prima volta l'8 ottobre 1549. Ripreso negli anni '60 per commemorare i 400 anni della cittadina medicea, il palio viene disputato fra due borghi: quello romano e quello fiorentino.
Nel pomeriggio di domenica i concorrenti, partendo dai rispettivi castelli, raggiungono la piazza d'armi dove si disputano le gare. I giochi hanno inizio con il tiro alla fune. In questo antico gioco
sono impegnati 14 tiratori, 7 per parte, ed ogni squadra deve far superare all'avversaria la "linea di campo". Segue il tiro alla balestra e lo spettacolo degli sbandieratori.