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Cintello: cenni storici
Le prime testimonianze finora rinvenute
sulla presenza umana a Cintello risalgono ai primi
secoli dellera cristiana; a quelle epoche datano infatti
alcuni reperti (laterizi, ceramiche, tessere musive, ecc.) riconducibili ad
insediamenti "rustici" romani di cui era ricca tutta la zona, un tempo
parte dellagro centuriato di Iulia Concordia (l'odierna Concordia
Sagittaria).
Lagglomerato
rurale di Cintello nasce invece nellalto medioevo, su di un'area rialzata
lungo il fiume Lemene (antico ramo del Tagliamento) e in prossimità
dell'importante ed antichissima via di comunicazione che congiungeva Concordia con il Norico
(via per Compendium). Tale via mantenne poi una notevole
importanza strategica, soprattutto per i commerci tra Venezia e
la Germania via Portogruaro, fino a tutta letà veneta.
Villam de Cintello del 1186/1187 è la
prima
citazione di questa località che troviamo nei documenti: essa viene elencata
nella bolla papale concessa da Urbano III al vescovo di Concordia Gionata, in
cui veniva riconosciuta e confermata la giurisdizione temporale e spirituale del
Presule su gran parte del Friuli occidentale, tra i fiumi Livenza e Tagliamento
e dalle prealpi al mare.
Dal punto di vista religioso,
Cintello faceva parte della pieve di Sant'Andrea di Cordovado, pur disponendo di
una propria chiesa dedicata a San Giovanni Battista la cui esistenza è accertata
almeno dal XIII secolo, come provano gli affreschi romanici in essa conservati.
L'emancipazione dalla matrice si verificò nel corso del XVI secolo.
Rimanendo sempre feudo dei vescovi di Concordia, Cintello fece parte dello Stato
patriarcale di Aquileia fino al 1420, quindi dopo la conquista veneziana del
Friuli, passò sotto la Serenissima continuando ad essere legato alla “provincia
del Friuli” fino alla
caduta della Repubblica di Venezia nel 1797. Fino ad allora Cintello fu comune
autonomo, dotato di un proprio organo di autogoverno (la "vicinia") che eleggeva
annualmente il podestà e
i giurati.
Agli inizi dell'Ottocento l’avvento di Napoleone determinò uno stravolgimento
negli antichi assetti amministrativi del territorio: fu allora che
l’intero mandamento di Portogruaro venne aggregato alla provincia di Venezia.
Cintello fu unito a Teglio, nasceva così l'attuale comune di Teglio (dal 1868
Teglio Veneto).
La successiva dominazione austriaca ed il Regno sabaudo poi, mantennero la
suddivisione amministrativa ereditata dai Francesi che giunse quasi invariata
fino ai giorni nostri.
Il toponimo Cintello
Le ipotesi finora avanzate dagli studiosi
sull'origine di questo toponimo sono essenzialmente due: la prima propone
l'etimologia ad quintum lapidem, in riferimento alla strada romana che
collegava Concordia con il Norico e che toccava anche Cintello, in prossimità
del quinto miglio di distanza da Concordia. Ma se in effetti la distanza
potrebbe anche essere quella, forti perplessità vengono da considerazioni di
natura linguistica, in quanto fin dai documenti più antichi la forma del
toponimo Cintello è tale e quale a quella odierna: se fosse vero che la località
prende il nome dal quinto miglio sarebbe impossibile che in documenti scritti in
lingua latina nel XII secolo non comparisse nella forma classica Quintum.
Perciò, pur non sentendoci di scartare a priori questa prima soluzione,
propendiamo tuttavia per una più accreditata ipotesi che lega il nostro nome
alla voce latina cinctum con il significato di "recinto, spazio chiuso".
Anche qui ci troviamo però di fronte ad una duplice proposta: quella che vuole
il luogo recintato legato ad una origine agraria in stretta relazione con la
centuriazione dell'agro di Iulia Concordia, e quella invece che la correla con
un luogo fortificato d'epoca medioevale, una piccola struttura difensiva
chiamata "centa". Alcuni recenti studi basati sull'osservazione del centro
abitato di Cintello ci spingono ad accogliere quest'ultima come la più
probabile tra tutte le possibilità. Infatti la presenza di una centa
sarebbe giustificata dalla posizione stessa del paese lungo una importante via
di transito attraverso la quale scesero nel Medioevo, a più riprese, le orde di
invasori. Da vari documenti e da scavi condotti nel Friuli sappiamo che tali
cente erano costituite da un fossato circolare o quadrato che circondava un
terrapieno, spesso rinforzato da una palizzata e da una piccola torre in
muratura. Molte volte veniva sfruttato il terreno quando offriva rialzi naturali
o utilizzando le anse create da corsi d'acqua. Inoltre una costante delle
cente era la presenza di una chiesa posta al centro del perimetro difensivo.
Se caliamo tutto ciò nella realtà di Cintello non sarà difficile notare che il
luogo dove sorge l'attuale chiesa, più alto rispetto al resto dell'abitato e
lambito in parte dalle acque del Lemene, ben si prestava per tale scopo. Perciò,
anche se purtroppo mancano dati archeologici a supporto, possiamo collocare con
una certa sicurezza la nostra cortina proprio in quel punto. Una ultima
considerazione va fatta sul suffisso terminale -ello. A prima vista
parrebbe un semplice diminutivo attestante le modeste dimensioni della struttura
difensiva; tuttavia la questione merita un ulteriore approfondimento. Non
bisogna dimenticare infatti che a pochi chilomentri vi è la località di Cinto
Caomaggiore, sull'origine del cui toponimo sono valide le medesime ipotesi
esposte per Cintello. Vien da chiedersi se tra i due paesi esista qualche
relazione particolare: la nascita dei due nomi potrebbe essere avvenuta in
maniera parallela e casuale partendo da una medesima realtà caratterizzante i
villaggi (la centa); in seguito il meno popoloso tra i due avrebbe assunto la
terminazione diminutiva per mere esigenze distintive. Ma la situazione potrebbe
essere assai più complessa se il caso fosse riconducibile ad una delle
cosiddette "coppie toponimiche". Recenti studi hanno dimostrato come spesso si
verifichi uno sdoppiamento toponimico determinato dai più svariati motivi:
suddivisione di un antico fundus in epoca tardo antica, popolamento di
nuove aree nell'ambito delle proprietà di un signore, spostamento di genti con
trasporto del nome del posto d'origine… Si è poi notato che quasi sempre uno dei
due membri della coppia mantiene una desinenza diminutiva individuabile non
tanto nel luogo di più recente formazione, quanto in quello di minor estensione.
Mancano per ora precise analisi inerenti il Friuli occidentale dove, solo ad un
rapido sguardo sulla carta, si possono scorgere numerose situazioni analoghe
alla nostra: Villotta - Villutta, Azzano - Azzanello, Fiume - Fiumesino, Arzene
- Arzenutto, Bagnara - Bagnarola… Alcune volte però le apparenze possono trarre
in inganno: solo una attenta ricostruzione storica permette di verificare il
reale nesso tra le presunte coppie così come ricostruirne altre scomparse dalla
macrotoponomastica.
Per saperne di più:
V.
GOBBO, E. MARIN, L. VENDRAME, Tra l’aquila e il leone. Uomini, luoghi ed
eventi delle comunità di Teglio e Cintello, Latisana-San Michele al
Tagliamento, 1997.
E.
Marin, “Omnes plebes cum
capellis suis”.
La pieve di
Sant’Andrea di Cordovado e le circoscrizioni plebanali del Basso Concordiese,
in Cordovât, a cura di P.C. Begotti, Udine, Società Filologica Friulana,
2002, p. 51-74.
E.
Marin, L.
Vendrame, Teglio Veneto, in Itinerari della Destra
Tagliamento fra Veneto e Friuli. Alla scoperta di un territorio fra storia, arte
e natura, Latisana-San Michele al Tagliamento, La bassa, 2007, pp.
81-93
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