Cintello |
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CHIESA PARROCCHIALE DI SAN GIOVANNI BATTISTA Parrocchiale di San Giovanni Battista
Le origini della chiesa
parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista di Cintello si perdono nel
Medioevo, non essendovi documenti che testimoniano la sua
Il principale motivo di
interesse della chiesa è dato dall’esistenza al suo interno di alcuni lacerti di
affreschi romanici, databili tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo (v.
oltre).
Completano il panorama artistico i tre altari: il maggiore dedicato al titolare San Giovanni Battista (paliotto marmoreo secentesco, tabernacolo del XVIII secolo), ed i laterali collocati entro delle piccole cappelle che portano il titolo rispettivamente di San Valentino (invocato contro il “mal caduto”, il cui culto è attestato a Cintello fin dal XVI secolo) raffigurato in una tela di anonimo pittore ottocentesco, e dell’Annunciazione di Maria, pure dotato di pala firmata dal portogruarese Sante Conti e datata 1866. Da segnalare inoltre il fonte battesimale in pietra del 1612, un trittico di statue lignee del XVI secolo già collocate sopra l’altar maggiore (San Giovanni Battista, San Rocco e San Sebastiano), la Devozione di San Giovanni Battista, mosaico realizzato dalla scuola di Spilimbergo nel 1968 ed infine il simulacro ligneo dell’Immacolata opera dello scultore Giuseppe Scalambrin (1954). Esternamente la chiesa presenta una muratura in cotto a vista con inseriti qua e là rilievi marmorei erratici (in gran parte otto-novecenteschi) ivi collocati verso il 1970, epoca a cui risale l’attuale riconfigurazione interna ed esterna della struttura. Il campanile in stile neoromanico a canna quadrata con cuspide conica, posto a ridosso dell’aula, fu edificato nel 1913 sul luogo di una precedente torre campanaria.
Gli affreschi romanici
Durante i lavori di restauro che interessarono la
chiesa parrocchiale di Cintello negli anni 1966-70, vennero
alla luce dei lacerti di affreschi di indubbio interesse storico
ed artistico confermato dal giudizio di alcuni esperti formulato
allindomani della scoperta. Tuttavia malgrado ciò nessuno
si è più interessato alla salvaguardia ed alla valorizzazione
di questo piccolo "tesoro" pittorico che, seguendo le
orme di molte altre opere darte della nostra penisola,
minacciava di andare irrimediabilmente perduto. Fortunatamente
nel 1996 la Soprintendenza ai Beni Architettonici ed Ambientali
per il Veneto è intervenuta procedendo al recupero degli
affreschi. Dopo il loro restauro, lanalisi compiuta dalla
prof.ssa Enrica Cozzi, docente di Storia dellarte medievale
allUniversità di Trieste, ha rimarcato limportanza di
tali pitture, definendole un unicum dal punto di vista
stilistico e perciò meritevoli di rientrare di buon diritto nel
novero degli affreschi depoca medioevale più rilevanti non
solo della zona, ma dellintero Nord-est. Da quanto rimane
si possono leggere ancora i resti della rappresentazione del
cosiddetto Seno di Abramo (ossia i tre
patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe che accolgono nel loro
grembo le anime ), la parte superiore di un
gigantesco San
Cristoforo, venerato in
particolare da pellegrini e viandanti che percorrevano lantica
strada per il Norico (che fino alla deviazione avvenuta
allinizio dellOttocento costeggiava il fiume Lemene a
nord delledificio sacro per poi svoltare di fronte allingresso
principale della chiesa) ed infine la drammatica scena del Bacio
di Giuda ossia la cattura di Cristo. Certamente le raffigurazioni dovevano proseguire, visto che appare quanto mai probabile che ricoprissero almeno tutta la parete nord delledificio sacro; possiamo solo immaginare unipotetica continuazione con altre scene di Passione e varie figure di carattere devozionale, la cui scomparsa si deve però ai tanti rimaneggiamenti subiti dalla chiesa nel corso dei secoli ed ai quali, solo per un vero e proprio miracolo sono scampati i lacerti ancor oggi visibili dopo 800 anni.
La chiesa è aperta in occasione delle sacre funzioni*. Per la visita in orari diversi rivolgersi a: Parrocchia di Cintello, Via Garibaldi 11, Teglio Veneto (Ve), tel. 0421.706082, indirizzo di posta elettronica: cintello@libero.it
*Parrocchia di San
Giovanni Battista in Cintello.Orario delle Sacre Funzioni: Invernale: MER 17,00; SAB 17,00; DOM 10,00
Per saperne di più: E. COZZI, Un affresco romanico inedito a Cintello: aspetti iconografici e stilistici, estratto da: "Hortus Artium Medievalium" Journal of the International Research Center for Late Antiquity and Middle Ages, Vol. 4, Zagreb Motovun 1998. Le chiese del Veneto Orientale, Portogruaro, 2001, pp. 93-96. E. MARIN, La chiesa di San Giovanni Battista di Cintello: possibili origini e sviluppi, in “La bassa”, 35 (1997), p. 27-31. Un restauro a Cintello. Tre sculture lignee del Cinquecento, a cura di E. Marin, supplemento a “Sul Lemene”, Natale 2004, pp. I-VIII.
ORATORIO DEI SANTI URBANO E ANTONIO DA PADOVA
Ricordato nei documenti fin
dall’inizio del XVI secolo, ma probabilmente ben più antico, l’oratorio sorge in
prossimità di un incrocio stradale a fianco di quella che nel Medioevo era detta
la "Via della Mercanzia" (Portogruaro-Gemona – ora S.P. 463) continuatrice di un
antichissimo tracciato stradale d’epoca romana (la via per il Norico) di cui si
sono individuate le tracce a poca distanza. Da rilevare che in origine il
sacello era dedicato solo a S. Urbano, santo invocato per la pioggia – e non a
caso ci troviamo in una zona fino a tutto l’Ottocento quasi completamente
disabitata, interessata unicamente dalle coltivazioni.
L’edificio come si presenta attualmente è il frutto di un ampliamento avvenuto nel 1921 del sacello originario (a sua volta rimaneggiato nel ‘700) divenuto di conseguenza il presbiterio dell’aula. Altri importanti lavori furono compiuti nel 1959-60; fu allora che Amilcare Scalambrin, figlio del famoso scultore Giuseppe, scolpì la statua lignea che oggi campeggia sopra l’unico altare risalente al XVIII secolo. Recentemente (2006) l’oratorio è stato oggetto di un intervento di restauro.
Per saperne di più: E. MARIN, L’oratorio dei Santi Urbano ed Antonio di Cintello, Cintello di Teglio Veneto, 2006. |