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2 - PAESAGGIO MARINO:

 

  2.1 - La costa

L’istituzione dell’Area Marina Protetta “Punta Campanella”, ha lo scopo di preservare uno dei tratti della costa italiana più belli e rigogliosi dal punto di vista naturalistico, sia per l’ambiente terrestre che per quello subacqueo.

I circa 40 Km di coste della Penisola Sorrentina sono un susseguirsi di verdi promontori e accoglienti insenature, famosa è la Baia di Ieranto che offre allo spettatore un paesaggio unico nella sua bellezza.

Le acque della “Terra delle Sirene”, celano mutevoli habitat da scoprire in entusiasmanti immersioni. Falesie a picco si alternano a pareti dolcemente degradanti; più al largo dal fondo si ergono improvvisamente alcune secche, vere e proprie oasi naturalistiche in cui si concentrano paesaggi subacquei tra i più belli del Mediterraneo.

In questo tratto di mare è possibile incontrare una notevole varietà di organismi bentonici animali e vegetali, a partire dai primi metri per procedere verso ambienti più profondi.

Numerose specie di vegetali iniziano a colonizzare il substrato fin dalla fascia di marea; in questa zona predominano le Alghe Verdi. Con l’aumentare della profondità la flora si modifica arricchendosi di Alghe Brune e Rosse.

La Posidonia oceanica, la più diffusa tra le piante superiori marine, forma in alcune aree, estese e verdi praterie. Esse fungono da barriera all’erosione delle coste e da vero polmone per il mare producendo ossigeno. In alcuni periodi dell’anno è possibile osservarne i fiori, ben nascosti nel fitto fogliame e successivamente i frutti che staccatisi dalla pianta vanno a colonizzare altri ambienti.

Fra le fronde e i rizomi della Posidonia vive una miriade di organismi che nella foresta trova rifugio: Ricci (Paracentrotus lividus, Sphaerechinus granularis, Psammechinus microtuberculatus), Stelle di mare (Echinaster sepositus, Asterina gibbosa, Marthasterias glacialis, Coscinasterias tenuispina, Ophioderma longicaudum), rosse Ascidie (Halocynthia papillosa), Briozoi (Sertella beaniana) e Molluschi Gasteropodi che vivono sulle foglie della pianta o tra le radici sotto la sabbia (Bivalvi).

I graziosi Cavallucci di mare (Hippocampus hippocampus, Hippocampus guttulatus) si attaccano con la coda prensile alle lunghe foglie spesso ricoperte da epifiti incrostanti (Briozoi, Idrozoi, Alghe calcaree). L’intrigo delle fronde rappresenta l’habitat per Scorfani, Labridi, Castagnole e Salpe.

Nella zona di marea si incontrano vari Molluschi Gasteropodi (Patella caerulea, Littorina neritoides, Monodonta turbinata, Clanculus corallinus, Haliotis lamellosa) e Crostacei (Pachigrapsus marmoratus, Eriphia spinifrons, Maia verrucosa, Balanus perforatus), all’aumentare della profondità cambia il paesaggio e si incontrano biocenosi spettacolari con esemplari appartenenti ai Celenterati: si presentano sotto forma di colonie giallo-arancio che tappezzano intere pareti (Parazoanthus axinellae, Astroides calycularis), come ventagli arborei con i polipi espansi (Eunicella cavolinii, Eunicella syngularis, Paramuricea clavata) o come Anemoni di mare (Actinia equina, Anemonia sulcata, Cribrinopsis crassa) multicolori.

Le corolle color fagiano degli Anellidi sedentari (Sphirographis spallanzanii) ondeggiano in corrente come se danzassero una sinfonia della natura.

Ogni centimetro di roccia disponibile è soggetto ad una continua competizione per il substrato,  Tunicati, Briozoi (Sertella beaniana), Madreporari, Alghe, Attinie ed altri organismi si fanno spazio tra i coloratissimi e multiformi Poriferi.

Sullo sfondo di questo incantevole scenario si muovono numerose specie di pesci che si spostano freneticamente alla ricerca di cibo. Si possono ammirare guizzanti Cefali a cui fanno compagnia branchi di Salpe, Latterini, Guarracini neri, ma anche argentei Saraghi, sospettose Spigole e timide Orate.

Piccoli Serranidi, (Cernie e Sciarrani) ci osservano mantenendosi a distanza di sicurezza, mentre le schiere variopinte dei Labridi (Coris julis e Thalassoma pavo) esibiscono livree nuziali.

 

Per la natura calcarea della Penisola, la zona è stata soggetta ad intensi fenomeni carsici che hanno prodotto un numero considerevole di cavità emerse, divenute subacquee a seguito di movimenti tettonici e dell'innalzamento del livello del mare.

Nella Grotta della Cala di Mitigliano che si estende per 80 metri a poca profondità, si può esplorare il suggestivo mondo delle grotte oscure sottomarine. Vi si osservano rari esemplari di Attinie (Halcampoides purpurea, Telmatactis forskali), Granchi (Herbstia condyliata, Dromia vulgaris) e Gamberi (Palaemon serratus, Stenopus spinosus, Hemimysis speluncula, Lysmata seticaudata, Parapandalus narval). E’ frequente l’incontro con il Re di Triglie (Apogon imberbis), con piccoli esemplari di Corvina (Corvina nigra) e con il Ghiozzo Leopardo (Thorogobius ephippiatus). Non è raro imbattersi nella Brotola nera (Oligopus ater), abitante delle profondità abissali che trova l’habitat ideale anche nelle grotte oscure. Sulle pareti della caverna si possono incontrare colorati Nudibranchi come la Peltodoris atromaculata e la Berthella aurantiaca, colonie di Madreporari (Phillangia mouchezii, Caryophyllia smithi, Cladocora cespitosa), vari tipi di Spugne (Petrosia ficiformis, Cliona celata, Petrobiona massiliana, Spirastrella cunctatrix) nonché rari esemplari di Brachiopodi (Neocrania anomala).

Spettacolari poi la Grotta dello Zaffiro e la Grotta dell’Isca: dopo un breve percorso subacqueo attraverso ampie aperture a pochi metri di profondità, si emerge in grandi caverne abbellite da colate di calcare simili a merletti, da stalattiti e stalagmiti di varia forma e colore. Alcune di esse formano colonne di fusione che terminano in laghetti di acqua cristallina sulle quali sott’acqua si sono impiantate Gorgonie (Eunicella cavolinii) e colonie di Margherite di mare (Parazoanthus axinellae).

 

 

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2.2 - Vervece   Zona "A"

Lo scoglio del Vervece, situato a circa mille metri dal porticciolo di Marina della Lobra (Massa Lubrense), è un vero Santuario del mare per la presenza a -12 metri della statua della Madonnina che protegge le immersioni dei sub.

Dalla superficie al fondo il Vervece racchiude tutto il fascino dell’immersione in Mediterraneo. Appena sotto il pelo

 dell’acqua, le pareti sembrano giardini fioriti ricoperte da Parazoanthus con i polipi aperti in corrente pronti a catturare particelle planctoniche. Rosse Stelle marine si adagiano sulle gialle colonie mentre centinaia di pesciolini dalle livree multicolori volteggiano intorno ai sub.

Il Vervece è il regno delle Gorgonie: prima quelle bianche (Eunicella singularis) su cui è possibile trovare piccole conchiglie fusiformi (Simnia spelta) che si nutrono dei suoi polipi, poi quelle arancio ( Eunicella cavolinii) che colonizzano intere pareti.

A circa -35 metri una distesa sabbiosa è fiancheggiata da alte pareti letteralmente ricoperte da Eunicelle, fra questi rami sporgono corolle di Spirografi e antenne di Aragoste, fitte schiere di rosei Anthias abbelliscono lo scenario: siamo nel “Viale delle Gorgonie”.

Le pareti più profonde situate sul versante settentrionale affascinano per la presenza di imponenti foreste di Paramuricea clavata con rossi ventagli alti anche un metro, su cui sono attaccate uova di Gattuccio, e flessuosi Crinoidi (Antedon mediterranea). Caratteristica del luogo l’esistenza di una Paramuricea a –50 metri che presenta alcune estremità albine, mentre altri punti dello scoglio sono colonizzati da alcuni esemplari della varietà bicolore giallo-rossa.

Corolle variegate di splendidi Spirografi si fanno largo tra i rossi rami mentre a -55 metri alcune enormi Spugne giallo arancio (Axinella polipoides) si stagliano nel blu come sculture moderne.

L’occhio esperto riuscirà a scorgere alcuni esemplari di trasparenti Alcyonium palmatum e i rami di Gorgonia su cui cominciano ad impiantarsi le colonie di Gerardia savaglia, il cosiddetto Corallo nero del Mediterraneo.

 

 

2.3 - Vetara Zona "A"

Il piccolo scoglio di Vetara poggia su un fondale di circa cinquanta metri, le sue pareti degradano alternando dolci pendii a ripide cadute. Flora e fauna l’abbelliscono fin dai primi metri e un rigoglioso “coralligeno” colonizza ogni anfratto.

A meno di cento metri dallo scoglio è ben visibile una secca ad esso collegata con la sommità a -6 metri che si intravede attraverso un’acqua cristallina.

Immergendosi si ha l’impressione di un atollo tropicale: schiere di Labridi multicolori, nuvole di Castagnole, Mennole e Boghe. Sciami di pesce azzurro di piccola taglia attirano voraci branchi di Tonnetti e Ricciole.

Sul versante che guarda il mare aperto, a -15 metri si trova una piccola grotta ricolma di Gamberi Parapandalus narval, dalle rosse livree e lunghe antenne bianche. Più in profondità le pareti sono ricoperte da Gorgonie gialle o rosse, abbellite da grappoli di delicati e rosei merletti di Briozoi (Sertella beaniana) e da fitti “bouquet” di diafane Ascidie (Clavelina lepadiformis).

Negli spacchi delle pareti si possono intravedere Saraghi che dividono la tana con Corvine e Musdee , ma anche qualche rara Cernia. Sul fondo è presente la Pinna nobilis e grandi Spugne a calice di colore bruno.

 

 

2.4 - Ricerca e didattica 

La ricerca scientifica assume nell'Area Marina Protetta un ruolo fondamentale nell'ampliamento delle conoscenze finalizzate alla gestione di questo complesso ecosistema A tale scopo è stato avviato il programma "Monitoraggio dei Fondali e studio sugli stock ittici presenti nel territorio dell'A.M.P. Punta Campanella" in collaborazione con il Dipartimento di Zoologia della Facolta di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell'Univesità degli Studi di Napoli Federico II, con il Dipartimento di Biologia Naturale dell'Università degli Studi di Catania, con la Stazione Zoologica di Napoli A. Dohrn, con il CNR Geomare Sud di Napoli e con il CNR Talassografico di Messina.

Tale studio, inoltre, consentirà, nell'ottica della conservazione, l'avvio di concrete iniziative (convegni, stage di studio, corsi di formazione, visite guidate, campi ecc.) volte alla diffusione delle conoscenze acquisite e ad un corretto utilizzo delle risorse territoriali.

Unita alla divulgazione scientifica e alla conoscenza dell’ambiente marino, viene affrontata l’educazione ambientale cioè l’abitudine al rispetto e alla comprensione dei delicati equilibri ecosistemici; a tale scopo saranno attivati programmi educativi nelle scuole, in collaborazione con le Associazioni Ambientaliste, e il Centro di Educazione dell'Ambiente Marino.  

 

2.5 - Paesaggio e Flora terrestre

L'area Marina Protetta di Punta Campanella è inserita in un paesaggio dalla elevata "biodiversità", oggetto di studi scientifici degli studiosi di tutto il mondo. La sua varietà è favorita da particolari microclimi, dovuti ad un assetto geomorfologico accidentato, dove versanti aridi e assolati si alternano a profondi valloni, ambienti umidi ove è possibile ritrovare il raro fenomeno dell'inversione vegetazionale e numerosi endemismi botanici e faunistici.

La costa è caratterizzata da pareti calcaree a tratti ripide e accidentate, specie sul versante meridionale, o dolcemente degradanti verso il mare e ricoperte da materiale piroclastico. Numerose insenature e anfratti creati da fenomeni erosivi, la pioggia, il vento ma soprattutto il mare, costituiscono un meraviglioso spettacolo naturale.

In prossimità del mare, è presente la vegetazione tipica della gariga, costituita da arbusti nani e poco addensati, capaci di sopravvivere in ambienti poco ospitali. Nelle stazioni più prossime al mare, dove spesso arrivano gli spruzzi della risacca, o addirittura battute dalle onde durante le mareggiate, le rocce si presentano quasi del tutto spoglie e popolate esclusivamente da specie particolarmente resistenti alla salsedine e ai venti quali il comune Chrithmum maritimum, o finocchio di mare ed il ben più raro Limonium johannis.

Man mano che ci allontaniamo dal mare, sugli speroni rocciosi il giallo vivo dei fiori del Lotus cytisoides  si mescola al bianco delle grosse infiorescenze sferiche del Daucus gummifer.

Dove invece è presente un po’ di terriccio, ripetono questo contrasto tra giallo e bianco la Silene vulgaris e la Reichardia picroides nota con il nome volgare del caccialepre o lattughino.

Fra le piante più diffuse includiamo anche la Lobularia maritima. con il caratteristico profumo di miele, presente anche negli anfratti dei muri. Un discorso particolare invece meritano i rari cespi di Palma nana Chamaerops humilis situati su pareti a strapiombo.

Le piante caratteristiche della macchia mediterranea ci sono tutte ed in abbondanza, come: il Mirto (Myrtus Communis L.), il Lentisco (Pistacia Lentiscus L), il Rosmarino (Rosmarinus Officinalis L.), l' Elicriso (Helichrysum litoreum Guss) e fitte colonie di Ginepro fenicio (Juniperus phoenicea L.). Dove il Ginepro è stato bruciato dai frequenti incendi estivi, è sostituito da cespugli di ginestra spinosa dal loro caratteristico colore giallo, è naturalmente presente anche la ginestra comune (Spartium junceum L.).

Lungo tutto il perimetro del parco appare inoltre abbastanza di frequente una macchia costiera nella quale, a costituire la componente arbustiva, subentra in maniera massiccia l'euforbia arborea (Euphorbia dendroides L.); meravigliosi esemplari si possono osservare lungo il promontorio di Punta Campanella, ove ritroviamo anche la Stellina di Capri (Asperula crassifolia) , la Campanula napoletana (Campanula fragilis), lo Zafferano d'Imperato (Crocus Imperati), l'Erba-perla mediterranea (Lithodora Rosmarinifolia), la Finocchiella amalfitana (Sesili polyphyllum) l'Aglio Selvatico ed una distesa di Asfodeli, splendidi fiori della macchia, che in primavera tinteggiano di bianco tutto il promontorio.

Tra le specie arboree la più diffusa è il Leccio (Quercus ilex L.), cui si accompagnano l'Alaterno (Rhamnus Alaternus L.), il Corbezzolo (Arbutus unendo L.), la roverella ed imponenti esemplari di carrubo.

 

 

2.6 - Avifauna

Nell'ambito dell'Area Marina Protetta gli uccelli sono forse tra gli animali più facilmente individuabili, specialmente in estate quando i maschi si impegnano nella difesa del territorio con versi e canti territoriali.

Tra i falconidi va segnalato in particolare il gheppio (Falco tinnuculus), spesso osservabile mentre scruta dall'alto il territorio di caccia. Molto più raro invece il falco pellegrino (Falco peregrinus) che picchia a più di duecento chilometri orari sulle prede. Tra gli accipitriformi sono presenti la poiana (Buteo buteo)e lo sparviero (Accipiter nisus), visibili durante il loro passo migratorio.

In effetti le isole dell'Arcipelago campano e la stessa Penisola Sorrentina costituiscono dei punti di passaggio ideali per l'avifauna migratoria che utilizza le rotte mediterranee nei suoi spostamenti tra l'Africa e l'Europa.

Siti di particolare interesse per chi ama il birdwatching sono il Monte S.Costanzo (Termini, mt.497), il Monte S. Angelo (Montechiaro, mt. 435) e la Malacoccola (S. Agnello, mt. 524).

Non è difficile inoltre osservare anche la civetta (Athene noctua), l'assiolo, l'allocco, il barbagianni, il corvo imperiale, il torcicollo (Jynx torquilla), il picchio rosso maggiore, l'usignolo, il tordo bottaccio (Turdus philomelos), il tordo sassello (Turdus iliacus), l'allodola, la beccaccia, il cuculo, il balestruccio, l'occhiocotto (Sylvia melanocephala), la capinera, il luì piccolo, la cinciallegra, la cinciarella, lo scricciolo, il fringuello, il verzellino (Serinus serinus), il verdone e il variopinto cardellino.  

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2.7 - Escursioni

Punta Campanella

L'itinerario prende il via dalla piazzetta di Termini, dalla quale si imbocca la via Campanella. Il tracciato si sviluppa a mezza costa sulle pendici del monte S.Costanzo (497 mt.) e almeno nella parte terminale ricalca il percorso dell'antica via Minervia, che da Nocera conduceva a Punta Campanella, per gli antichi Promontorio Ateneo.

Lungo il percorso lo sguardo volge verso la Cala di Mitigliano, sull'azzurro del mare, in lontananza, tra olivi secolari e monumentali carrubi, si scorge l'imponente sagoma della torre di Fossa Papa (XVI sec.). La copertura arborea lascia presto il posto ad una lussureggiante vegetazione litoranea con il ginepro fenicio, l'euforbia dendroides, l'elicriso, il lentisco, il mirto, il caprifoglio e l'asfodelo.

Prima di raggiungere l'estremità del promontorio, val la pena fare una breve deviazione per ammirare lo splendido paesaggio senza tempo della Baia di Ieranto.

L'itinerario termina alla torre di Punta Campanella (XIV sec.), ove un tempo sorgeva il tempio di Atena - Minerva, la cui fondazione mitica è attribuita ad Ulisse. Nei pressi della torre vi è un'antichissima scalinata, lungo la quale è scolpita un'epigrafe rupestre in lingua osca del II sec. a. C., che menziona i nomi dei meddices Minervii (magistrati di Minerva) che ne ordinarono la costruzione.

 

Scoglio Penna

Lo Scoglio Penna è situato a poca distanza dalla costa e chiude la tranquilla Baia di Jeranto dal lato opposto alla Punta Campanella. Uno spacco lo attraversa a -3 metri e presenta pareti ricoperte da colonie di gialli Parazoanthus e rosse Spugne. I sub sono accolti al loro arrivo da un nuvolo di Coris e Thalassoma che volteggiano tra i raggi luminosi che filtrano attraverso la fenditura.

Il versante che guarda Positano è completamente tappezzato di arancio grazie alle abbondanti colonie di Astroides calycularis, fra i colorati polipi espansi stazionano mimetici Scorfani, saltellanti Bavose, avidi Sciarrani e qualche grossa Cicala.

Uscendo verso il largo, il fondale degrada dolcemente formando balze a -15 e -25 metri su cui si estende una foresta di Gorgonie bianche (Eunicella singularis). Al di sotto di questa zona il pendio è molto più ripido e ricade fino a –50 metri dove le Gorgonie gialle (E. cavolinii) lasciano il posto alle splendide Paramuricee, sui cui rami sono state deposte le uova di Gattuccio (Scyliorhinus canicula). Nella miriade di buche ed anfratti trovano rifugio i timidi Anthias dalle lunghe pinne pettorali, ma anche Castagnole, Saraghi, Corvine. Le Murene (Muraena helena) dividono la propria tana con i gamberetti pulitori mentre i timorosi Polpi (Octopus vulgaris) si nascondono in attesa crostaceo da sgranocchiare.

E’ l’habitat di Echinodermi poco comuni come il Riccio Melone (Echinus melo), il Riccio Corona (Centrostephanus longispinus), la Stella Pentagono (Sphaeriodiscus placenta) e la Stella Gracile (Chaetaster longipes), dove l’incontro con qualche grossa Cernia (Ephinephelus marginatus) è sempre possibile.

 

 

2.8 - Interazione tra l'area protetta e le attività economiche locali

L'Area Marina Protetta ricade in un ambito di interesse turistico internazionale le cui notevoli bellezze naturali e paesaggistiche sono ben note.

Il rapporto tra turismo e ambiente è stato fin ora tutt'altro che pacifico tanto da mettere in serio pericolo la conservazione stessa di questo straordinario patrimonio.

L'istituzione dell'AMP definisce la necessità di costruire un nuovo modello di utilizzo delle risorse più consapevole e meno distruttivo. Un discorso nuovo che punti alla riconversione delle attività di sfruttamento intensivo, quali la nautica da diporto e la pesca a strascico sotto costa, incentivando la creazione di nuove opportunità lavorative nei settori di pescaturismo, ittiturismo, escursionismo in barca (collettivo), subacqueo e terrestre, promozione di marchi di qualità (ecolabel) e rivalutazione dei prodotti tipici locali artigianali.

 

 

 

Testi di: A. Coppola, A. Fienga, M. Gargiulo, M. Nicolosi, M. Russo

Per le Foto si ringrazia il dott. Antonio Coppola

 

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