Benvenuti nell'Oasi "Bosco Le Tore"


 


 

Il Rifugio Bosco le Tore nel sistema delle Oasi WWF:

Il Bosco le Tore costituisce un esempio atipico nel sistema delle Oasi-WWF, sia per la sua ridotta estensione sia per la gestione corale che lo caratterizza; esso rimane, infatti, proprietà del Comune di Sorrento e se il WWF ne gestisce l'aspetto di Parco, spetta alla Comunità Montana e alla Forestale la cura del ripristino boschivo.
Per questo motivo che esso è registrato fra i Rifugi WWF, piccole oasi urbane o comunque aree a gestione limitata nonostante le attività e le finalità che i volontari del WWF portano avanti alle Tore sono quelle di tutte la Aree Protette WWF: tutela e ripristino dell'ecosistema; creazione di strutture per l\rquote educazione ambientale; ricerca in campo ecologico e naturalistico. In particolare, vista la natura di Parco Urbano del Bosco le Tore, la gestione del Rifugio si propone individuazione di modelli alternativi per la gestione di un area di un'area verde, favorendo tutta una serie di attività ecocompatibili che avvicino il cittadino alla Natura. Le strutture area fornita di due percorsi di visita: un Percorso Ginnico e un Percorso Didattico. Il PERCORSO GINNICO composto da 15 tappe, ognuno delle quali propone un esercizio; nasce dall'esigenza di offrire un struttura di riferimento ai tanti che usufruiscono del Bosco per lo jogging o lo sport in genere e vuole essere un invito ad altri sport ivi per farne una delle loro mete. Il PERCORSO DIDATTICO una sorta di Gioco dell'Oca naturalistico, che, utilizzando tabelle didattiche, illustra le principali caratteristiche del Bosco, dal sottosuolo alla chioma degli alberi. Nel CENTRO VISITE, collocato all\rquote interno dell\rquote area, viene diffuso il materiale informativo riguardante il Rifugio e il WWF in genere, con particolare attenzione per lo sviluppo dei concetti fondamentali di conservazione e di evoluzione dell'ambiente natura le. La struttura serve, poi, d'appoggio alle attività di educazione e promozione che i volontari sviluppano nell\rquote area con scolaresche ed altre Associazioni. I GIARDINI BOTANICI sono piccole aree dove vengono piantate particolari specie autoctone riconoscibili per il loro forte odore o la ricchezza dei colori o, ancora, piante da frutta. Igiardini sono destinati alle scolaresche per permettere ai più piccoli di scoprire odori, colori e gusti che nei centri urbani sono ormai scomparsi! LE ATTIVITA' Controllo e ripristino boschivo. La sorveglianza e il controllo del territorio, nell'ottica della conservazione dell'ecosistema naturale, ma anche della sua fruizione corretta, sono affidati dal Comune di Sorrento al personale specializzato del WWF, che opera in collaborazione con la Comunità Montana. A quest'ultima, in particolare, affidato il ripristino delle originarie condizioni naturali del sito; si vuole restituire a quella che oggi una pineta artificiale la sua identità di bosco misto. Accanto agli alti pini sono cos è comparsi g iovani lecci, castagni e roverelle, mentre il sottobosco si arricchito delle essenze tipiche della macchia mediterranea: lentisco, mirto, corbezzolo. I laboratori all'aperto. Da tempo, in tutte le sue Aree Protette, alla normale gestione il WWF affianca attività tese a dimostrare che la tutela severa dell'ambiente naturale può essere armonicamente integrata con un utilizzo corretto delle risorse e degli spazi. Nel Rifugio le Tore quest'attività si sposa con il tradizionale impegno nel campo dell'educazione ambientale, con laboratori all'aperto di diversa natura; a manifestazioni periodiche, come mostre estemporanee di pittura, si collegano programmi di attività didattiche ed educative per le scuole, i giovani e i semplici visitatori. La ricerca scientifica e gli studi naturalistici. Nel quadro della conservazione e del ripristino degli ecosistemi gli esperti del WWF hanno avviato progetti di salvaguardia di singole specie e di reintroduzione di specie ormai estinte nell'area come lo scoiattolo. Tali progetti si integrano con la ricerc a scientifica, che da sempre trova nel sistema delle Oasi WWF il suo luogo ideale.


 

 

 


 

 

 

 


 

La  Fauna:

L'insediamento di arbusti quali  ginestre, mirto, cisto e lentisco ha dato come primo risultato, il  ritorno di alcuni animali che da anni non frequentavano più  la pineta. E' il caso di farfalle quali la cavolaia (Pieris  brassicae), la blu e gialla Syntomis phegea, il macaone (Papilio  machaon) e alcune specie di ninfalidi. Periodicamente fa la sua  comparsa in pineta anche la processionaria del pino (Thaumetopoea  processionea), i cui bruchi, dalle setole urticanti, formano  lunghe processioni quando si spostano da un pino all'altro alla  ricerca di nuovi germogli da mangiare. Ancora oggi la presenza  della processionaria genera sensazioni di ostilità e  ripugnanza spesso eccessive. In realtà la suo opera di  agente defogliante nella Pineta è importantissima, in  quanto, attaccando i pini malati, favorisce il processo di  ricambio e di rinaturalizzazione del bosco. Anche i bombi sono  ospiti recenti dell'area; la specie più facilmente  osservabile è il Bombus lucorum, facilmente distinguibile  dalla colorazione gialla, nera e bianca. Sono insetti sociali che  nidificano nelle tane abbandonate dai topi. Solo la regina  sopravvive all'inverno, e in primavera costruisce il nido per le  uova che daranno vita alla generazione successiva. Tra i  coleotteri, il più noto è sicuramente la coccinella  a sette punti (Coccinella 7-punctata). Sono voraci predatrici e  distruggono sia gli stadi larvali che gli adulti di afidi e altri  insetti nocivi. Il colore vivace ha una funzione segnaletica: essi  "avvisano" i propri nemici di avere un gusto sgradevole.  Molto importante anche la presenza di alcuni coleotteri carabidi;  sono difficili da vedere perché passano il giorno riposando  nel legno marcio ed escono di notte a caccia di vermi, bruchi e  limacce. Infine i cerambicidi, insetti xilofagi (che si nutrono di  legno), facilmente ricoscibili per le lunghissime antenne. Molto  più cospicua e rumorosa è la presenza degli uccelli,  che trovano nella pineta rifugio dai predatori (principalmente  l'uomo, nella stagione venatoria) e luogo sicuro per nidificare.  Per questo motivo, passeggiando in pineta si può facilmente  ascoltare canti di uccelli inaspettati, perché  caratteristici di pianure erbose, come il cardellino (Carduelis  carduelis), il verdone (Carduelis chloris) e il verzellino  (Serinus serinus). Sono tutti uccelli che si nutrono di semi, così  come il fringuello (Fringilla coelebes), vero e proprio dominatore  della pineta, la cinciallegra (Parus maior), la cinciarella (Parus  caeruleus) e la cincia mora (Parus ater) più tipici di  ambienti boschivi. Tra i più rumorosi è da segnalare  il merlo (Turdus merula), il cui grido di allarme risuona per il  bosco non appena ci si avvicina e il pettirosso (Erithacus  rubecula), presente in pineta solo d'inverno, quando migra per  sfuggire ai freddi d'alta quota. Altri migratori che sostano in  pineta sono i tordi (Turdus philomelos), la variopinta upupa  (Upupa epops) dalla cresta erettile arancione, il lucherino  (Carduelis spinus), il codirosso spazzacamino (Phoenicurus  ochruros), l'usignolo di fiume (Cettia cetti) e il torcicollo  (Jynx torquilla), unico picchio presente nel bosco. Tra gli  uccelli che si nutrono di insetti, i più comuni sono  l'occhiocotto (Sylvia melanocephala), chiamato in questo modo per  l'orlo rosso che circonda l'occhio, la capinera (Sylvia  atricapilla), il rampichino (Certhia brachydactila), il  fiorrancino (Regulus ignicapillus), il luì piccolo  (Phylloscopus collybita) e il pigliamosche (Muscicapa striata),  questi ultimi due riconoscibili per il loro comportamento  irrequieto, con le ali e la coda ferquentemente mosse. Un cenno  particolare merita l'averla piccola (Lanius collurio), forse la  presenza più importante della Pineta. Si tratta di piccoli  uccellini con becco adunco e abitudini rapaci. Una volta catturata  la preda - una lucertola o una cavalletta - la infilzano tra le  spine di arbusti spinosi che servono da magazzino viveri. A causa  dell'inquinamento, le averle sono in costante declino in  tutt'Europa, per cui la coppia che ogni anno nidifica alle Tore  diventa un importantissimo strumento di monitoraggio della qualità  del nostro ambiente. 

 

 


 

 

 


 

 

 


 

 

 

La Flora:

L’ uomo è il centro dell’Universo, ma per sentirsi tale ha bisogno di conoscere ciò che lo circonda e lo interessa da vicino; l’elemento a lui più prossimo e vicino è il mondo vegetale, in cui può trovarsi a suo agio, come fra le mura domestiche, soltanto dopo aver acquistato conoscenza degli esseri viventi di questo regno. Non appena metterete piede nel nostro bosco, vi troverete di fronte infinite file di alti pini (Pinus Pinaster), tanto da poter pensare che questi siano gli unici “abitanti” del luogo; in realtà, il re della nostra oasi ,così potremmo definire il pino, coabita con numerosi esemplari appartenenti alla tipica macchia mediterranea, formazione folta dominata da arbusti o da alberi sempreverde.Guardando attentamente, potrete notare,senza troppa fatica, il già menzionato pino marittimo ed altre specie della macchia alta: il Leccio ( Quercus ilex), che cresce bene nelle zone semiaride, con foglie lanceolate molto resistenti anche alle basse temperature invernali e con ghiande, allungate, dolci e commestibili; il Castagno (Castanea sativa) , con foglie grandi a margine dentato, noto soprattutto, per i deliziosi frutti avvolti dall’involucro spinoso. Di tanto in tanto, poi, possiamo riconoscere alcuni Ontani (Alnus cordata) con foglie alterne, quasi rotonde e a margine dentato e piccoli fiorellini da cui si sviluppa un frutto simile ad una noce; delle Roverelle (Quercus pubescens) con rametti e foglie pubescenti provvisti di ghiande sessili; ed,ancora, ritroviamo alcuni Aceri (Acer campestre), alberi di alto fusto, con tronco diritto, a corteccia liscia, folta chioma, foglie più o meno lobate e frutti a samara. Accanto a queste specie troviamo piccole piante ed arbusti sempreverdi che colorano e ravvivano il bosco durante tutto l’anno e che , con fatica, sono riusciti ad adattarsi a condizioni non ottimali, come scarsa illuminazione ( dovuta alla fitta rete delle chiome dei pini), elevata umidità e terreno arido. Aguzzando la vista ecco, quindi, apparire il Mirto ( Myrtus Communis), grazioso arbusto con foglie semplici ed opposte, piccoli fiori bianchi dall’intenso profumo; il Corbezzolo (Arbutus unedo) con foglie lucide, simili all’alloro, fiori profumati bianchi o rosati riuniti in grappoli pendenti e frutti commestibili, rossi, di gusto asrigno; l’Alloro (Laurus Nobilis), con fiori giallognoli e frutti a bacca, e foglie coriacee, molto aromatiche, largamente usate in cucina per insaporire le pietanze. Ancora, adattata ad ambienti aridi, possiamo trovare la Ginestra dei Carbonai (Cytisus scoparius) , caratterizzata da fusti rigidi e flessuosi, carichi di fiori gialli simili a quelli del pisello; il Lentisco ( Pistacia lentiscus) , arbusto con foglie lucide, ovoidali, simili a quelle dell’ ulivo, fiori rossi che sbocciano in primavera, e semi che, se maturi, sono neri; il Cisto (Cistus salvifolius e incanus), cespuglio con foglie ruvide verde scuro e fiori rosa o bianchi. Da non dimenticare il Pungitopo (Ruscus aculeatus) , pianta , con piccole foglie aculeate e fiori piccoli e verdastri, che, nel periodo invernale prenatalizio, diventa ben evidente grazie alla maturazione delle bacche rosse che colorano il sottobosco. Accanto a questi ritroviamo, poi, numerosi arbusti spinosi che, con il loro fitto intreccio di spine, offrono riparo e protezione ai piccoli animali del bosco; riconosciamo il Rovo (Rubus fruticosus) i cui frutti, le more, sono date da un aggregato di piccole drupe nero-violacee; la Rosa canina (Rosa canina), una rosa selvatica che presenta rami spinosi ed arcuati, foglie alterne e fiori color rosa-bianco, poco profumati; sui rami,accanto ai fiori, troviamo delle piccole bacche lisce e carnose, simili a ciliegie. Riconosciamo il Biancospino ( Crataegus oxyacantha), con rami fitti, ricoperti di spine aguzze, piccoli frutti rossi, che ritroviamo per tutto l’inverno, e fiori bianchi dall’intenso profumo; il Prùgnolo (Prunus spinosa), il prugno selvatico con fiori bianchi particolarmente precoci che compaiono anche prima delle foglie, rami intricati con lunghe spine frutti a drupa, di colore violetto ,con polpa verde e gusto asprigno, da non consumare crudi, ma da utilizzare per la preparazione di marmellate e succhi. Abbassando lo sguardo, immersi nel mare di aghi secchi che tappezzano l’intero bosco, ritroviamo, nel periodo estivo e primaverile, delle vere e proprie macchie di colore date da diverse piante stagionali come: la Viola mammola ( viola odorata) con foglie arrotondate e cuoriformi, fiori violacei o rosei, intensamente profumati; i Crochi ( Crocus sativus), piante bulbose che ogni anno sviluppano un solo fiore imbutiforme, di colore lilla più o meno chiaro circondato da un ciuffo di foglie lunghe e sottili simili a ciuffi d’erba. Vicino a questi è frequente vedere quello che , a prima vista , sembra una calla, è il cugino selvatico: il Gigaro o Pan di serpe (Arum maculatum); è costiuito dalla spata (l’involucro esterno) grande, verde-gialla, che avvolge lo spadice, l’infiorescenza interna data da tanti piccoli fiori inseriti l’uno sull’altro, di colore violaceo; produce, come frutti, piccole bacche rosse


Frammiste a tali pianti abbiamo, poi, moltissime felci e carote selvatiche.

 


 

 


 

 


 

 


 

 

 

Mappa dell'Oasi "Bosco Le Tore"

 

Menu

Pen. Sorrentina

Attivitą WWF e P.co Marino
News Locali Links Oasi Bosco "Le Tore" Contatti


 

 

Ritorna alla pagina iniziale       Firma il nostro libro degli ospiti

©2001 - Web design by Alessandro Lauro