Benvenuti nell'Oasi "Bosco Le Tore" |
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Il Rifugio Bosco le Tore nel sistema delle Oasi WWF: Il
Bosco le Tore costituisce un esempio atipico nel sistema delle
Oasi-WWF, sia per la sua ridotta estensione sia per la gestione
corale che lo caratterizza; esso rimane, infatti, proprietà
del Comune di Sorrento e se il WWF ne gestisce l'aspetto di
Parco, spetta alla Comunità Montana e alla Forestale la
cura del ripristino boschivo. |
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La Fauna: L'insediamento di arbusti quali ginestre, mirto, cisto e lentisco ha dato come primo risultato, il ritorno di alcuni animali che da anni non frequentavano più la pineta. E' il caso di farfalle quali la cavolaia (Pieris brassicae), la blu e gialla Syntomis phegea, il macaone (Papilio machaon) e alcune specie di ninfalidi. Periodicamente fa la sua comparsa in pineta anche la processionaria del pino (Thaumetopoea processionea), i cui bruchi, dalle setole urticanti, formano lunghe processioni quando si spostano da un pino all'altro alla ricerca di nuovi germogli da mangiare. Ancora oggi la presenza della processionaria genera sensazioni di ostilità e ripugnanza spesso eccessive. In realtà la suo opera di agente defogliante nella Pineta è importantissima, in quanto, attaccando i pini malati, favorisce il processo di ricambio e di rinaturalizzazione del bosco. Anche i bombi sono ospiti recenti dell'area; la specie più facilmente osservabile è il Bombus lucorum, facilmente distinguibile dalla colorazione gialla, nera e bianca. Sono insetti sociali che nidificano nelle tane abbandonate dai topi. Solo la regina sopravvive all'inverno, e in primavera costruisce il nido per le uova che daranno vita alla generazione successiva. Tra i coleotteri, il più noto è sicuramente la coccinella a sette punti (Coccinella 7-punctata). Sono voraci predatrici e distruggono sia gli stadi larvali che gli adulti di afidi e altri insetti nocivi. Il colore vivace ha una funzione segnaletica: essi "avvisano" i propri nemici di avere un gusto sgradevole. Molto importante anche la presenza di alcuni coleotteri carabidi; sono difficili da vedere perché passano il giorno riposando nel legno marcio ed escono di notte a caccia di vermi, bruchi e limacce. Infine i cerambicidi, insetti xilofagi (che si nutrono di legno), facilmente ricoscibili per le lunghissime antenne. Molto più cospicua e rumorosa è la presenza degli uccelli, che trovano nella pineta rifugio dai predatori (principalmente l'uomo, nella stagione venatoria) e luogo sicuro per nidificare. Per questo motivo, passeggiando in pineta si può facilmente ascoltare canti di uccelli inaspettati, perché caratteristici di pianure erbose, come il cardellino (Carduelis carduelis), il verdone (Carduelis chloris) e il verzellino (Serinus serinus). Sono tutti uccelli che si nutrono di semi, così come il fringuello (Fringilla coelebes), vero e proprio dominatore della pineta, la cinciallegra (Parus maior), la cinciarella (Parus caeruleus) e la cincia mora (Parus ater) più tipici di ambienti boschivi. Tra i più rumorosi è da segnalare il merlo (Turdus merula), il cui grido di allarme risuona per il bosco non appena ci si avvicina e il pettirosso (Erithacus rubecula), presente in pineta solo d'inverno, quando migra per sfuggire ai freddi d'alta quota. Altri migratori che sostano in pineta sono i tordi (Turdus philomelos), la variopinta upupa (Upupa epops) dalla cresta erettile arancione, il lucherino (Carduelis spinus), il codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros), l'usignolo di fiume (Cettia cetti) e il torcicollo (Jynx torquilla), unico picchio presente nel bosco. Tra gli uccelli che si nutrono di insetti, i più comuni sono l'occhiocotto (Sylvia melanocephala), chiamato in questo modo per l'orlo rosso che circonda l'occhio, la capinera (Sylvia atricapilla), il rampichino (Certhia brachydactila), il fiorrancino (Regulus ignicapillus), il luì piccolo (Phylloscopus collybita) e il pigliamosche (Muscicapa striata), questi ultimi due riconoscibili per il loro comportamento irrequieto, con le ali e la coda ferquentemente mosse. Un cenno particolare merita l'averla piccola (Lanius collurio), forse la presenza più importante della Pineta. Si tratta di piccoli uccellini con becco adunco e abitudini rapaci. Una volta catturata la preda - una lucertola o una cavalletta - la infilzano tra le spine di arbusti spinosi che servono da magazzino viveri. A causa dell'inquinamento, le averle sono in costante declino in tutt'Europa, per cui la coppia che ogni anno nidifica alle Tore diventa un importantissimo strumento di monitoraggio della qualità del nostro ambiente. |
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La Flora:L uomo è il centro dellUniverso, ma per sentirsi tale ha bisogno di conoscere ciò che lo circonda e lo interessa da vicino; lelemento a lui più prossimo e vicino è il mondo vegetale, in cui può trovarsi a suo agio, come fra le mura domestiche, soltanto dopo aver acquistato conoscenza degli esseri viventi di questo regno. Non appena metterete piede nel nostro bosco, vi troverete di fronte infinite file di alti pini (Pinus Pinaster), tanto da poter pensare che questi siano gli unici abitanti del luogo; in realtà, il re della nostra oasi ,così potremmo definire il pino, coabita con numerosi esemplari appartenenti alla tipica macchia mediterranea, formazione folta dominata da arbusti o da alberi sempreverde.Guardando attentamente, potrete notare,senza troppa fatica, il già menzionato pino marittimo ed altre specie della macchia alta: il Leccio ( Quercus ilex), che cresce bene nelle zone semiaride, con foglie lanceolate molto resistenti anche alle basse temperature invernali e con ghiande, allungate, dolci e commestibili; il Castagno (Castanea sativa) , con foglie grandi a margine dentato, noto soprattutto, per i deliziosi frutti avvolti dallinvolucro spinoso. Di tanto in tanto, poi, possiamo riconoscere alcuni Ontani (Alnus cordata) con foglie alterne, quasi rotonde e a margine dentato e piccoli fiorellini da cui si sviluppa un frutto simile ad una noce; delle Roverelle (Quercus pubescens) con rametti e foglie pubescenti provvisti di ghiande sessili; ed,ancora, ritroviamo alcuni Aceri (Acer campestre), alberi di alto fusto, con tronco diritto, a corteccia liscia, folta chioma, foglie più o meno lobate e frutti a samara. Accanto a queste specie troviamo piccole piante ed arbusti sempreverdi che colorano e ravvivano il bosco durante tutto lanno e che , con fatica, sono riusciti ad adattarsi a condizioni non ottimali, come scarsa illuminazione ( dovuta alla fitta rete delle chiome dei pini), elevata umidità e terreno arido. Aguzzando la vista ecco, quindi, apparire il Mirto ( Myrtus Communis), grazioso arbusto con foglie semplici ed opposte, piccoli fiori bianchi dallintenso profumo; il Corbezzolo (Arbutus unedo) con foglie lucide, simili allalloro, fiori profumati bianchi o rosati riuniti in grappoli pendenti e frutti commestibili, rossi, di gusto asrigno; lAlloro (Laurus Nobilis), con fiori giallognoli e frutti a bacca, e foglie coriacee, molto aromatiche, largamente usate in cucina per insaporire le pietanze. Ancora, adattata ad ambienti aridi, possiamo trovare la Ginestra dei Carbonai (Cytisus scoparius) , caratterizzata da fusti rigidi e flessuosi, carichi di fiori gialli simili a quelli del pisello; il Lentisco ( Pistacia lentiscus) , arbusto con foglie lucide, ovoidali, simili a quelle dell ulivo, fiori rossi che sbocciano in primavera, e semi che, se maturi, sono neri; il Cisto (Cistus salvifolius e incanus), cespuglio con foglie ruvide verde scuro e fiori rosa o bianchi. Da non dimenticare il Pungitopo (Ruscus aculeatus) , pianta , con piccole foglie aculeate e fiori piccoli e verdastri, che, nel periodo invernale prenatalizio, diventa ben evidente grazie alla maturazione delle bacche rosse che colorano il sottobosco. Accanto a questi ritroviamo, poi, numerosi arbusti spinosi che, con il loro fitto intreccio di spine, offrono riparo e protezione ai piccoli animali del bosco; riconosciamo il Rovo (Rubus fruticosus) i cui frutti, le more, sono date da un aggregato di piccole drupe nero-violacee; la Rosa canina (Rosa canina), una rosa selvatica che presenta rami spinosi ed arcuati, foglie alterne e fiori color rosa-bianco, poco profumati; sui rami,accanto ai fiori, troviamo delle piccole bacche lisce e carnose, simili a ciliegie. Riconosciamo il Biancospino ( Crataegus oxyacantha), con rami fitti, ricoperti di spine aguzze, piccoli frutti rossi, che ritroviamo per tutto linverno, e fiori bianchi dallintenso profumo; il Prùgnolo (Prunus spinosa), il prugno selvatico con fiori bianchi particolarmente precoci che compaiono anche prima delle foglie, rami intricati con lunghe spine frutti a drupa, di colore violetto ,con polpa verde e gusto asprigno, da non consumare crudi, ma da utilizzare per la preparazione di marmellate e succhi. Abbassando lo sguardo, immersi nel mare di aghi secchi che tappezzano lintero bosco, ritroviamo, nel periodo estivo e primaverile, delle vere e proprie macchie di colore date da diverse piante stagionali come: la Viola mammola ( viola odorata) con foglie arrotondate e cuoriformi, fiori violacei o rosei, intensamente profumati; i Crochi ( Crocus sativus), piante bulbose che ogni anno sviluppano un solo fiore imbutiforme, di colore lilla più o meno chiaro circondato da un ciuffo di foglie lunghe e sottili simili a ciuffi derba. Vicino a questi è frequente vedere quello che , a prima vista , sembra una calla, è il cugino selvatico: il Gigaro o Pan di serpe (Arum maculatum); è costiuito dalla spata (linvolucro esterno) grande, verde-gialla, che avvolge lo spadice, linfiorescenza interna data da tanti piccoli fiori inseriti luno sullaltro, di colore violaceo; produce, come frutti, piccole bacche rosse
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Mappa dell'Oasi
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