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LA MARATONA…DELLA VITA

La maratona è una competizione, introdotta nelle Olimpiadi moderne, riservata ad un pugno di atleti. Che la sua lunghezza la renda una corsa massacrante è noto a tutti ma non dobbiamo dimenticare il fatale evento da cui trae origine. Siamo nel 490 a.C. e mi preme precisare che questo significa “avanti Cristo”. Fino a quando non saremo invasi dall’Oriente l’inizio della nostra epoca avrà origine dalla nascita di un Dio. Può anche essere che, soccombendo in uno scontro di civiltà, dovremo cambiare il calendario a meno che i nostri invasori, incantati dalla laicità dell’Occidente, non ritengano opportuno di modificare la conta del tempo introducendo un riferimento più materiale. Tornando alla nostra storia, Filippide, giunto sulla sommità dell’Acropoli di Atene avrebbe gridato alla città che i Persiani erano stati sconfitti. Quest’uomo aveva il compito di sostituire i piccioni viaggiatori, il telegrafo e tutti quei moderni sistemi che sarebbero stati inventati successivamente per diffondere le notizie in tempo reale. Gli antichi lo chiamavano “emerodromo” e, in quell’occasione, aveva corso i fatidici 42,195 chilometri, la distanza fra Maratona ed Atene, per poi stramazzare collassato. Non avrebbe potuto sopportare a lungo lo stress della sua attività. Narra infatti Erodoto che egli avesse corso il tragitto di andata e ritorno da Atene a Sparta in soli quattro giorni, per chiedere l’intervento dell’esercito di quest’ultima. I Persiani erano alle porte e le loro forze erano di gran lunga superiori a quelle di Atene. Il re Dario aveva deciso di dare una lezione agli Ateniesi per aver essi appoggiato i rivoltosi di Mileto dieci anni prima. Noterete che i tempi di reazione non erano così rapidi come ai giorni nostri; bisogna pensare che questa gente, finita una guerra ne preparava un’altra e ci voleva del tempo. Quello che sorprende maggiormente in questa vicenda è che Sparta non poteva intervenire immediatamente con le sue truppe perché impegnata in cerimonie religiose che non potevano essere interrotte. Sembra la risposta di una città di pacifisti, eppure, ai tempi di scuola, ci avevano insegnato che Sparta era una città di rudi guerrieri. Le sintesi sono sempre pericolose! Ebbene la guerra con i Persiani è il primo grande scontro con l’Oriente e, con la vittoria, i Greci ebbero coscienza delle loro possibilità. Per ragioni di spazio non posso descrivervi come si svolse quella che viene definita la prima battaglia moderna della storia. Il generale ateniese Milziade ebbe il suo momento di gloria. Più di lui il maratoneta che, nella sua corsa sfrenata, divenne il mito, il mito di un viaggio che ben si identifica con la corsa della vita. Oggi la maratona, sport estremo, è diventata corsa popolare. Chi scende in strada interpreta il Mito e corre per le mille ragioni della sua esistenza. Gli atleti hanno un primato da conquistare, e sono pochi. I tanti dilettanti che si accodano a loro hanno una sfida aperta, quella di poter arrivare alla fine, di saggiare le loro forze e dimostrare come impegno, costanza e determinazione siano le doti che portano al traguardo. E poi si gareggia con se stessi per dimostrare che esistono i valori, quelli veri, per attirare l’attenzione sui problemi dell’umanità, per affermare un diritto, per protesta, per amore. Recentemente ho avuto modo di assistere alla Maratona di Londra e sono rimasto intrappolato da un mare di gente, assiepata lungo tutto il percorso. Ammirazione e partecipazione sono i sentimenti profondi che provi nel vedere uomini e donne spendere fino all’ultimo le proprie energie in una sfida contro il tempo, la pioggia, il sole, l’asfalto. Vi assicuro che i loro messaggi non si perdono nel vento. Da una folla è facile passare ad un’altra, quella delle manifestazioni di piazza, numerose anche in questi giorni. Qualcuno dedito a celebrare per le strade la propria contestazione con gesti e comportamenti inconsulti dovrebbe sfogare la propria rabbia al limite dei quarantadue chilometri. Potrebbe diventare un gesto di civiltà.

Tiziano Biasi - maggio 2006