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White lily
By Chloe

Capitolo 4

17:10 PM.

"Come le sembra?" la voce della ragazza che per un'ora e mezza si è presa cura dei miei capelli tradisce una certa ansia.

Alzo gli occhi, e mi ritrovo riflessa dallo specchio una Kuroe tutta nuova.. Prendo una boccata d'aria e muovo la testa, ora alleggerita di una buona parte dei miei capelli che sono rimasti per terra come trofeo di guerra. Ho scoperto di avere il collo.

"Sono.. Scuri" è tutto quello che mi viene da dire, mentre la parrucchiera sbircia la mia faccia cercando di capire se mi piacciano o no. Le sorrido e la ringrazio, in fondo ha fatto un gran bel lavoro.

E' ancora presto per tornare a casa e non ho voglia di chiudermi in camera a fare la montagna di compiti di Matematica che ho tranquillamente ignorato dall'ultima interrogazione, così giro l'angolo e cerco la prima traversa che mi porti verso il centro.

Passeggio un po’, specchiandomi qua e là in qualche vetrina.. Non avrei dovuto dar ascolto a quel pazzo dai capelli a spazzola, ma .. Forse un cambiamento così effimero mi sarà di stimolo per cambiare davvero qualcosa del mio carattere e non sentirmi sempre così maledettamente in difetto. Lascio le vetrine degli stilisti famosi e riprendo la strada per la stazione.

Il treno come al solito sarà pieno di pendolari e studenti.. Sbuffo aspettando che il semaforo mi dia strada libera, mentre la mia testa ha già deciso che anche oggi tornerò a casa a piedi.

Non è per il treno, è perchè non mi piace la ressa, e poi 4 passi non hanno mai ucciso nessuno...

Continuo a ripetermi, ma lo so anche io che l'unico motivo per cui non ho mai fatto il ritorno in treno è lui. Camminando di buon passo in dieci minuti mi trovo nel piccolo spiazzo dell'area verde che sorge vicino a casa sua.

E lui, manco a dirlo, è lì a provare tiri e scatti. Mi siedo aspettando che si accorga di me, senza fretta.

Solo quando la palla prende il ferro e corre fino ai miei piedi si gira con una espressione tra il seccato e l'offeso, ed asciugandosi il sudore con la maglietta mi rivolge un annoiato "Me la rilanci?".

Inochi dice che a scuola ha frotte di ammiratrici, e non faccio fatica a crederlo..

"Kaede-kun, devo pagarti per sentirti dire un 'per favore'?" gli dico avvicinandomi con il pallone arancione sottobraccio.

Lo sento brontolare qualcosa sulle galline che si ritrova intorno in continuazione e solo quando lo guardo in faccia

realizza che forse ci conosciamo.

"Dai Kuroe, ridammi la palla che devo finire la serie!" mi dice prendendosela da solo.

Veramente un signore.

Lo lascio fare alzando le spalle, lui ha tempo solo per il basket, me lo avrà ripetuto almeno un miliardo di volte da quando lo conosco.. Eppure.. in un piccolo spazio del mio cuore lo so che se volesse, se solo ci provasse, potrebbe trovarne un po’ anche per me.. dopotutto per Akira lo ha trovato.. Fisso i miei piedi finchè una manata dritta in testa non mi avverte che Kaede ha finito la serie. "L'ho sempre detto che sei una pazza !" mi dice crollando a sedere accanto a me. Lo guardo di sottecchi mentre beve dalla piccola bottiglia di plastica "Detto da te è un complimento!" gli rispondo dandogli una leggera spallata.

Kaede è talmente caldo che mi fa girare la testa. Finisce di bere e tuffa la testa in un provvidenziale asciugamano.

"Per oggi sono arrivato!"mi comunica gettando tutto alla rinfusa nella sua borsa.

"Tu ti alleni troppo!" sbuffo giocherellando con la palla, facendogli stringere le labbra in un sorrisetto.

"Io ho una meta da perseguire, Kuroe, e devo sacrificarmi per raggiungerla" mi dice alzandosi in piedi ed infilando la felpa.

Mi tende una mano e mi aiuta ad alzarmi in piedi, ma è solo un attimo, e la sua mano scivola via di nuovo.

"Forse hai ragione tu" gli dico passandogli il pallone con un sorriso.

"Cos'è, sono per caso di fronte ad una delle tue giornate filosofiche?" sbuffa Kaede fissando l'angolo dove la sua plurincidentata bicicletta lo aspetta.Appoggia la palla al suolo e senza dirmi una parola si dirige verso il suo mezzo di locomozione, liberandolo dalla catena che la stringe al pilone della luce.

Mi domando se anche con Akira sia così distaccato..

"Allora? Ci sei?!?" la sua voce copre il rumore dei raggi della bici.

Lo guardo un attimo prima di rispondergli , sforzandomi di non sorridere come una cretina.

Akira è davvero troppo perspicace.

"Se vuoi andare vai" mi stringo nelle spalle e gli passo la palla.

"Stasera sei da Inochi?" mi chiede inforcando la bici e manco mi guarda impegnato com'è a fissare la palla da qualche parte.

"No, stasera niente prove, ha il turno che inizia alle 8" gli rispondo appoggiando la mano sul manubrio vicino alla sua.

Non gliene può fregare di meno.

E' ancora lì che traffica con il pallone e la sacca che minaccia di rovesciarsi da un momento all'altro, quando lo sento brontolare qualcosa "Faccio un giro e ti accompagno" deve avermi detto. Lo vedo scendere dalla bici in un'unico movimento e per poco non casca per terra. Cerco di nascondere la mia risata, ma i suoi occhi profondi sono lì, pronti a farmela pagare.

"Smettila di ridere e renditi utile!" mi dice lanciandomi la palla in pieno stomaco.

"Cretino, potevi farmi male!" gli urlo in risposta suscitando nel mio interlocutore un mugugno stizzito.

"Sei forse incinta?"la sua voce è di qualcuno che crede di aver fatto una buona battuta, ma non so come mai a me viene da piangere... Come si suol dire, per lui ferirmi è facile come sfondare una porta aperta.

Prendo la mia cartella e la palla e lo seguo fuori dal parchetto in silenzio.

Kaede ed io camminiamo uno di fianco all'altra, lui sa che dovrebbe scusarsi, ma non lo farà mai.

Orgoglio.

Gran brutto difetto.

Inspiro profondamente e cerco di cacciare dalla testa i brutti pensieri, oggi non deve diventare una giornata filosofica.

"Non era una bella battuta, vero?" mi chiede mentre davanti a noi il treno sfreccia sui binari.

"Già" gli rispondo guardando il lampeggiante rosso spegnersi ed accendersi "Ma per tua fortuna io dimentico in fretta".

Anche se non lo vedo so che sorride, ed il pizzicotto che mi da sull'avambraccio sarà domani il marchio indelebile di pace fatta.

Fino al prossimo battibecco.

In una ventina di minuti il tetto della mia casa fà capolino tra gli alberi del vicinato, ma per me non è ancora tempo di saluti.

"Se rimani a cena ti cucino quello che vuoi" gli dico appoggiandomi al cancello.

"Mi piacerebbe ma.." Kaede guarda per un minuto la finestra illuminata al piano di sopra, poi torna a me.

"Ma?!? " lo incoraggio inclinando la testa

"Ecco.. Stasera mia madre non c'è e.." se non fossi sicura che quello davanti a me è Kaede penserei ad una proposta indecente, ma quando spunta il nome di Akira tutto torna al proprio posto.

Anche i miei sogni di gloria.

...continua...

mailto snow_is_falling@hotmail.com

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