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F1, torna l’Alfa Romeo! Siglato accordo con la Sauber

 

Annuncio a sorpresa della scuderia svizzera: la partnership prevede la cooperazione strategica, commerciale e tecnologica a partire dal 2018.

 

L’Alfa Romeo torna in Formula 1 dopo 32 anni grazie a un accordo con il team Sauber. La squadra svizzera ha annunciato poco fa che è stata siglata una partnership commerciale con la casa automobilistica italiana, che è parte del gruppo Fiat Chrysler Automobiles.

L’Alfa Romeo sarà il “title sponsor” della Sauber a partire dal 2018, ma l’accordo comprende anche una cooperazione strategica, commerciale e tecnologica. Dal prossimo anno, dunque, la squadra sarà denominata Alfa Romeo Sauber F1 Team.

La vettura sarà equipaggiata con i motori Ferrari 2018.

"L’accordo tra il team Sauber è un passo significativo per la ristrutturazione del marchio Alfa Romeo, che tornerà in Formula 1 dopo un’assenza di oltre 30 anni - commenta Sergio Marchionne, amministratore delegato della FCA e presidente della Ferrari - "L’Alfa Romeo ha contribuito alla storia di questo sport e ora potrà beneficiare della condivisione di tecnologia e know how strategico con un partner di esperienza indiscussa come la Sauber. Gli ingegneri e i tecnici dell’Alfa Romeo, che hanno già dimostrato le loro capacità con i modelli Giulia e Stelvio da poco lanciati, potranno condividere l’esperienza con il team e allo stesso tempo gli ammiratori dell’Alfa Romeo avranno l’opportunità di supportare una casa automobilistica determinata a scrivere un nuovo entusiasmante capitolo nella sua storia sportiva".

"Siamo orgogliosi che un’azienda di fama internazionale come l’Alfa Romeo abbia scelto di lavorare con noi per il suo ritorno in Formula 1 - questo il commento di Pascal Picci, presidente Sauber Holding AG - Per il Gruppo Sauber lavorare a stretto contatto con un produttore di automobili rappresenta una grande opportunità di sviluppare ulteriormente i progetti tecnologici. Siamo fiduciosi che insieme porteremo in alto il team", conclude.

 


 

Gol regular

 

Minuto 30: Disparo de Messi que se le escapa a Neto. La repetición demuestra que el balón sobrepasa la línea de gol

 

 

Finisce 1-1 la sfida d'alta quota tra Valencia e Barcellona.

Al gol di Rodrigo ha risposto nel finale Jordi Alba, bravissimo a insaccare al volo su un assist delizioso di Messi. Resta dunque invariata la distanza in classifica tra la prima e la seconda della classe: Barcellona a 35 punti, Valencia a 31.

La gara è stata molto equilibrata e avvincente dal primo all'ultimo minuto.

Proprio al 94' sul sinistro di Zaza, l'ultima occasione per i padroni di casa, ma la conclusione dell'attaccante italiano non ha trovato lo specchio nonostante la buona coordinazione.

Nel primo tempo, giocato con grande intensità, clamorosa svista della terna arbitrale che non convalida un gol di Messi causato da un incredibile "papera" di Neto.

Il pallone era entrato di almeno 30 cm.

 

Riflessione

 

Premetto che la gara è stata molto bella con le due contendenti a darsi battaglia ma mi rendo conto sempre di più che il commento alle partite è condizionato dal risultato delle stesse e non da una disamina complessiva dell'intero incontro.

 

Questo uno dei tanti articoli: Né vincitori né vinti, ma a festeggiare al triplice fischio di Valencia-Barcellona possono essere maggiormente gli ospiti allenati da Ernesto Valverde che con il pareggio per 1-1 mantengono invariato il distacco di 4 punti in classifica nei confronti della diretta rivale. 

 

Nel primo tempo il Barça non ha fatto vedere palla al Valencia ed è andato in gol con Messi "clamorosamente" non visto dall'arbitro Ignacio Iglesias Villanueva (in Spagna non c'è il VAR).

Nel secondo tempo i giallorossi sono usciti dal loro guscio (ci mancherebbe non sono secondi per caso) e la partita è diventata più avvincente con repentini cambi di fronte molto più "punzecchianti" e incisivi quelli di Zaza e company, più manovrati e ragionati, come è nella tradizione dei blaugrana, quelli degli uomini di Valverde.

Nelle dichiarazioni del post partita il mister del Barcellona oltre che a elogiare gli avversari fa una considerazione molto importante: "Nessuno sa cosa sarebbe successo se il gol di Messi fosse stato convalidato. Non so se avremmo vinto oppure no, certamente sarebbe stato un gran vantaggio". (disamina lucida che non fa una grinza)

 

Nel complesso, visto quanto accaduto nei novanta minuti, il Barcellona ha qualcosa da recriminare e non da festeggiare.

Questa la mia opinione.

 

Stampa catalana infuriata per il gol negato ieri sera a Messi al Mestalla.

“Nemmeno cosi’ possono farcela col Barca”, titola “Sport” con tanto di foto dell’episodio incriminato, mentre il “Mundo Deportivo” parla di “Un altro scandalo”, ricordando un altro gol non convalido a Messi lo scorso gennaio col Betis.

“Sgambetto dell’arbitro”, si legge su “El Periodico” tirando in ballo “un gol grande come una cattedrale” e “La Vanguardia” rincara la dose: “Il Valencia frena un Barca danneggiato”.

Sceglie il gioco di parole “L’Esportiu”: “Vargogna”, riferimento alla Var che la Liga adotterà solo dalla prossima stagione.

“Polemica e Liga aperta” si legge invece sulla prima pagina del quotidiano madrileno “As”, visto che grazie al risultato del Mestalla Real e Atletico accorciano a -8 dal Barcellona.

Posizione simile per “Marca”: “C’e’ un pasticcio ma c’e’ anche campionato”

 


 

Incredibile rimonta

 

Il derby della Ruhr regala una delle partite più incredibili della stagione di Bundesliga.

Il Borussia si fa rimontare 4 gol di vantaggio dallo Schalke.

Non chiamatelo più Schalke 04, da questo momento la squadra di Gelsenkirchen sarà Schalke 4-4.

Si perchè gli uomini di Domenico Tedesco, grazie ad un gol di Naldo al 93′, hanno compiuto una delle rimonte più assurde della storia del club rimontando dal 4-0 con cui il Borussia Dortmund aveva chiuso il primo tempo.

 

 

La "muraglia" gialla

 

 

Prima sconfitta per Heynckes

 

Prima sconfitta per Jupp Heynckes sulla panchina del Bayern Monaco.

Dopo una serie di vittorie che aveva permesso ai campioni in carica di allungare, oggi la loro corsa si è fermata a Moenchengladbach, dove il Borussia si è imposto 2-1.

 

 

Giampi Botta...eccoti accontentato


 

Notte delle stelle all'Allianz Stadium

 

Nella tana della Juventus arriva il Barcellona, per quella che è ormai una classicissima del calcio europeo. In ballo la qualificazione agli ottavi di Champions League 2017-18. Una vittoria vale il passaggio del turno, ma anche un pareggio potrebbe bastare nel caso (improbabile) in cui lo Sporting non vinca in casa con l'Olympiacos.

 

Questa sera serve una Juventus con il vestito della festa per fermare il Barcellona.

Gli uomini di Allegri, reduci dal ko di Marassi con la Samp, cercano subito il riscatto in Champions League.

Per dare una svolta alla stagione, serve fare risultato contro i blaugrana. Sia per 'vendicare' psicologicamente il 3-0 subito al Nou Camp, sia per mettere al sicuro la qualificazione che sarà matematica vincendo stasera all'Allianz Stadium.

Il passaggio del turno potrebbe comunque arrivare anche in caso di pareggio, se lo Sporting Lisbona non dovesse battere l'Olympiacos. Nella classifica del Gruppo D i bianconeri hanno tre punti di vantaggio sui portoghesi, con gli scontri diretti a favore.

"Una partita fondamentale, dobbiamo ritrovare lo spirito di sacrificio", ha detto Andrea Barzagli a proposito della sfida con Messi e compagni. Il difensore sembra favorito per una maglia da titolare su Rugani.

Allegri dovrebbe cambiare parecchio la formazione rispetto a Marassi. Dentro Buffon, De Sciglio e Alex Sandro, con Khedira che dovrebbe andare a comporre il centrocampo a tre con Pjanic e Matuidi. Dybala partirà dal primo minuto al posto di Bernardeschi.

 

Probabili formazioni

Juventus (4-2-3-1): Buffon; De Sciglio, Barzagli, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanic, Matuidi; Cuadrado, Dybala,; Higuain.
All. Allegri


Barcellona (4-4-2): Ter Stegen; Semedo, Piqué, Umtiti, Jordi Alba; Rakitic, Busquets, Iniesta; Paco Alacar, Messi, Suarez.
All. Valverde

 

Riflessione

 

Al di là di questo continuo cambiamento di formazione che non facilita certo gli equilibri e i meccanismi della squadra, non capisco perché continui a giocare con la coppia Pianic-Kedira.

Personalmente giocherei con Pianic/Kedira-Matuidì-Marchisio con questi ultimi che garantiscono una maggior affidabilità in fase di copertura.

 


 

Potrebbe anche non esserci un commissario

 

Malagò, possibile pure aspettare assemblee leghe "

 

"Che ruolo avrà il commissario della Figc? E' tutto quello che stanno valutando gli uffici legali. Potrebbe anche non esserci un commissario, magari aspettare cosa succede dopo le assemblee delle Leghe".

Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine degli Stati Generali dello sport in corso al Foro Italico. "Giovedì dovrebbe esserci l'assemblea di B, poi vediamo quello che succede con la Lega di A. Se è possibile posticipare il commissariamento dopo le elezioni? Posso essere più preciso domani pomeriggio, ora non so rispondere", ha aggiunto il capo dello sport italiano. Il quale non nasconde la "volontà politica" di commissariare la Federcalcio, ma al tempo stesso precisa: "C'è un tema sostanziale che è sotto gli occhi di tutti, e uno formale che non si può non tenere conto e non si può non rispettare perché altrimenti da una cosa buona uno si fa autogol".

In sostanza, osserva Malagò, "se ci sono gli estremi il commissariamento è un fatto dovuto, se non ci sono gli estremi non è un fatto gravissimo perché non ci sarà". "C'è una giunta convocata per domani pomeriggio e lì ci saranno le risultanze finali di queste valutazioni - ha concluso il numero uno del Coni - ma non c'è nessun tipo di contrapposizione né la volontà di prevaricare i ruoli nel modo più assoluto. Siamo un'istituzione seria e credibile ed è giusto portare rispetto alla Figc. Poi ci sono diritti e doveri e andiamo a verificarli".

"Se ho già dei nomi per i futuri ct e presidente della Figc? Un'idea ce l'ho ma non compete a me dirlo. Vediamo domani dopo la Giunta", aggiunge il presidente del Coni Malagò.

 


 

Tavecchio si sfoga in una clamorosa conferenza stampa

 

"Ho chiesto le dimissioni di tutti i consiglieri federali, nessuno le ha date".

 

Nel giorno delle dimissioni da presidente della Figc, Carlo Tavecchio si è sfogato in una durissima conferenza stampa. “Ho chiesto le dimissioni di tutti i consiglieri federali, nessuno le ha date. La settimana scorsa mi avevano detto di preparare un documento programmatico e io ho accettato, in buona fede perché credevo ci fosse qualcosa da fare, un progetto. Poi è cambiato tutto, il quadro è cambiato e ho compiuto questo passo. Ma c’è stata una speculazione ai limiti. Io non facevo il presidente per interessi personali. E oggi non ho pensato un solo istante a una soluzione diversa rispetto a quella delle dimissioni quando ho capito che la Lega Dilettanti non mi appoggiava unanime. Qui stiamo valutando un insuccesso sportivo. E basta”. E ancora: “Io ho sempre detto di aver scelto Ventura, ma non l’avevo scelto io, lo aveva scelto Lippi e questo lo ha detto Malagò, perché questa è la verità. Io sono disperato per aver perso il Mondiale, ma una riforma non può essere fatta o disfatta per un risultato sportivo, per un palo che nega il gol come è accaduto a Stoccolma”.

 

 

L’ormai ex numero uno del calcio italiano è un fiume in piena: “Non si può andare avanti così, con questa politica. Io avevo chiesto di posticipare le decisioni di dieci giorni, a fine novembre. Non è stato possibile. Ho rassegnato le dimissioni e per mero atto politico. Siamo arrivati a un punto di grandi speculazioni. Si prendono decisioni gravi quando il soggetto più importante, la Serie A, e la Serie B non ci sono. La Serie B eleggerà i propri rappresentanti il giorno 23, la Lega A il 27. Per otto giorni sembrava la tragedia mondiale del calcio italiano”.

Sul nuovo ct, non ancora nominato: “Ho parlato con quattro allenatori, ma mettergli in bocca che non venivano in Figc per Tavecchio è una falsità, una menzogna”. “Carlo Tavecchio – ha concluso parlando in terza persona – paga per avere scelto Ventura. Abbiamo perso il Mondiale ed è qualcosa che diventa tragedia”.

 

Riflessione

 

Mi soffermo solo sull'ultima frase: "Abbiamo perso il mondiale...".(il resto giudicatelo voi ascoltando l'intervista)

Carlooooo non ci siamo qualificati. Perdere un mondiale ci sta' ma non qualificarci contro squadre che farebbero fatica a salvarsi in seri B (sono buono) e scandaloso.

La colpa non è tua questo va detto, ma dovevi fare come ha fatto la Croazia.

Via il mister (Ante Cacic sostituito Zlatko Dalic) dopo il pareggio contro la Finlandia penultima gara di qualificazione. Risultato? Croazia ai Mondiali.

Con questo non dico che ci saremmo qualificati ma davi uno scossone a tutto l'ambiente. Ormai lo sapevano tutti che qualcosa si era rotto tra Ventura e i giocatori.

Il fatto che ci sia stata una riunione a porte chiuse senza il mister non ti ha detto nulla? Primo errore.

Il secondo: non esserti dimesso subito

 


 

Meritata sconfitta dei bianconeri a Marassi

 

Un brutto scivolone allontana la Juventus dalla vetta del campionato.

La Sampdoria castiga i campioni d’Italia con una gara quasi perfetta. Dopo un primo tempo di contenimento, la squadra di Giampaolo mette le ali e affonda tre volte la lama in una difesa burrosa grazie a Zapata, Torreira e Ferrari.

Nel recupero la reazione di Higuain (rigore) e Dybala evita la disfatta ma non la cocente delusione di una sconfitta che lascia Allegri a 4 punti dal Napoli, con il rischio di un possibile sorpasso dell’Inter in caso di vittoria nel posticipo contro l’Atalanta.

Juventus poco concreta e, a tratti, pure presuntuosa che si scioglie dopo il vantaggio firmato dall’attaccante colombiano.

Sampdoria da manuale: non sgambettava la Vecchia Signora dal 2013, Giampaolo ottiene la sesta vittoria casalinga consecutiva e una nuova, grandissima, iniezione di fiducia per l’obiettivo Europa. Ventisei punti in 12 gare, terzo successo di fila: un percorso straordinario e incredibile per una squadra partita ad agosto a fari spenti dopo aver perso pezzi importanti come Muriel e Schick.

Una battuta d’arresto meritata in ragione di un secondo tempo scialbo e, in generale, di una partita giocata in maniera troppo leziosa.

Una condotta che chi punta a riconfermarsi prima squadra d’Italia per il settimo anno di fila non può permettersi.

 

Massimiliano Allegri è il primo a essere sorpreso per la sconfitta di Marassi. "Spiegare questa gara è difficile, è un partita che ti lascia a bocca aperta perché non abbiamo concesso quasi nulla. Abbiamo giocato molto bene il primo tempo ma se non abbiamo segnato vuol dire che non siamo stati bravi al momento di concludere. Poi abbiamo preso gol sul primo loro tiro, il calcio è anche questo. Dovevamo avere più pazienza e avere meno frenesia dopo il loro vantaggio".

"Dovevamo essere meno nervosi e frettolosi anche perché avevamo tutto il tempo per recuperare. Le partite sono lunghe, questa squadra ha qualità ma dobbiamo gestire meglio gli svantaggi. Non dobbiamo addormentarci ma neanche avere fretta di recuperare", aggiunge il tecnico cella Juventus ricordando che "abbiamo preso tre gol su quattro tiri".

"Dybala in panchina è stata una scelta ma quando è entrato ha avuto una bella reazione. Ci sono tante partite, lui ha giocato molto, ultimamente ha fatto prestazioni al di sotto delle sue qualità ma oggi quando è entrato ha dato una bella risposta". Mercoledì c'é Champions contro il Barcellona e, conclude Allegri, "bisognerà fare qualcosa di più ma non tanto sull'aspetto tecnico. Questa è stata la stessa partita che abbiamo fatto a Bergamo dove ci siamo fatti rimontare due gol".

 

Riflessione::

 

Mi sembra di sentire Montella. Per lui va tutto bene. Nel secondo tempo meritavamo...se quel tiro non passava sotto le gambe di Donnarumma...puntiamo ancora al quarto posto ecc. ...boh.

 

Allegri: "é una partita che ti lascia a bocca aperta?"

 

Pensa a me e al popolo juventino. Come ogni gara prima della Champions rivoluzioni la formazione.

Bernardeschi dietro Gonzalo...soluzione assurda anche se il ragazzo non ha fatto male. Lui si esprime meglio sulla fascia, è uno dei pochi che riesce a saltare l'uomo e può andare al cross...Asamoah questo non lo sa fare non incide e gioca sempre palla indietro. Sembra giochi con gli avversari. Alex Sandro a riposo per il Barça? (in campo sempre la miglior formazione. Mou insegna)

A centro campo non puoi giocare con Pianic e Kedira lenti e macchinosi...Hai Marchisio e Matuidì da affiancare a uno dei due ma soprattutto devi inserire il terzo centrocampista perchè la in mezzo si soffre e parecchio (Cardiff non ti ha insegnato nulla?). Mario penso abbia le palle piene di giocare in quel ruolo e poi non è più una sorpresa. Duglas Costa lo hai acquistato per scaldare la panchina?.

Lichtsteiner  te lo raccomando (non sei obbligato ad inserirlo perchè non fa le gare di coppa). Inguardabile sul primo gol ma non solo... (lui però va ai Mondiali).

L'oggetto misterioso Hovedes? Visto che ti piace rivoluzionare oggi poteva esordire, non tutta la gara, ma uno spezzone lo poteva fare. Ah ma tu sei capace di farci una sorpresa mercoledì...

Hai sempre detto che la strada da qui alla fine è ancora lunga (dichiarazione dopo sconfitta contro la Lazio) ma se non vinci queste partite la vedo dura.

Suggerisco, a mio modesto parere, di tornare al 3-5-2 o passare al 4-3-3 ora gli uomini ci sono.

Felice di essere smentito già dalla gara di Champions.

 


 

La Figc ha contattato Ancelotti: ecco le sue condizioni

 

Prima di accettare, ha bisogno di carta bianca, bianchissima, immacolata. Vuole la sicurezza di situazioni chiare, vuole uno staff tutto suo (magari con Paolo Maldini come assistente o team manager)

 

Il contatto c’è stato. Ufficioso, come si conviene in casi del genere (tanto è vero che è stato un intermediario federale a muovere i primi passi).

La Figc ha individuato in Carlo Ancelotti la figura del nuovo ct. Ma da qui all’annuncio, ne passerà di acqua sotto i ponti. Carletto aspetta a Vancouver, non deve sistemarsi a tutti i costi in questa stagione. Londra e Parigi sono le mète preferite, ma Roma (diciamo Coverciano) non verrebbe considerata un ripiego dall’ex allenatore del Bayern. Sarà probabilmente Michele Uva, dg della Figc e vice presidente Uefa, ad avviare la trattativa: i due erano insieme nel Parma di Tanzi, nel periodo d’oro, prima del disastro finanziario.

E del resto la federcalcio, per bocca del vice presidente Renzo Ulivieri, ha già tracciato l’identikit del nuovo commissario tecnico: "Deve essere un allenatore che capisca ciò che si può insegnare in breve tempo. Che sappia di calcio, e ci mancherebbe. Che faccia calcio col poco tempo a disposizione. Deve avere personalità, presenza, deve saper reggere alla critica perché la figura del ct è sovraesposta da un punto di vista mediatico". Strano a dirsi, ma il futuro era già molto chiaro la notte stessa della disfatta di San Siro.

Il futuro pensato dalla federazione, non quello pensato da Ancelotti. Che, prima di accettare, ha bisogno di carta bianca, bianchissima, immacolata. Vuole la sicurezza di situazioni chiare, vuole uno staff tutto suo (magari con Paolo Maldini come assistente o team manager), vuole che non ci siano malintesi, sottintesi, storie strane.

Non gli piacciono certi personaggi che hanno fatto la parte del leone in quest’ultimo periodo del calcio italiano. Deve essere tutto chiaro. Se alla fine accetterà, dirà chiaramente che non è un ombrello, che non farà come Conte.

Ci saranno condizioni pesanti, l’ingaggio sarà notevole per la Figc. Vediamo, non è affatto certo che sia lui il ct, ma un passo in quella direzione si è compiuto.

Ancelotti, come racconta la sua storia, aggiunge altre caratteristiche a quelle descritte da Ulivieri: in Europa ha vinto tutto, conosce il calcio di questo continente come pochi altri, è un pass-partout per ogni settore del calcio, la gente gli vuole bene e i giocatori (tranne un gruppetto del Bayern...) ancora di più. Quando divenne ct, Conte in Europa non aveva lo stesso charme, la stessa influenza, lo stesso carisma.

 

Tavecchio resta: esonerato Ventura, favorito Ancelotti

 

Il presidente della Figc resta fisso al suo posto.

 

Carlo Tavecchio non si dimette. Il numero uno del calcio italiano, nonostante il fiasco storico della Nazionale, che ha mancato per la prima volta dopo 60 anni la qualificazione ai Mondiali, ha comunicato nella riunione in Figc che intende portare avanti il suo progetto.

Tavecchio ha incassato l'appoggio o comunque la non opposizione del presidente dell'Associazione Allenatori Renzo Ulivieri, del presidente degli Arbitri Italiani Marcello Nicchi, del capo della Serie C Gabriele Gravina, e del suo braccio destro, numero uno della serie D, Cosimo Sibilia.

Contraria l'Assocalciatori: Damiano Tommasi, il rappresentante dei giocatori, ha lasciato in anticipo la riunione federale rilasciando ai cronisti la seguente dichiarazione: "L'unica cosa che volevamo sentirci dire era che si ripartisse da zero, con nuove elezioni. Il presidente federale ha detto che non si dimette, gli altri non han preso una posizione. Per noi… se questa non è la premessa è difficile pensare ad altro. Io volevo sentire solo questo, dovevamo partire con progetti pluriennali ma queste cose non le ho sentite. Le dimissioni sono cose personali, vedremo per il prossimo consiglio federale. Per quanto ci riguarda dobbiamo passare per elezioni, stiamo parlando a troppe ore di distanza dalle partite. Credo sia la normalità e il minimo della responsabilità, come consiglio federale credo che le cariche debbano essere azzerate. Ognuno di noi ha un'idea personale per il cambiamento. Credo che il calcio italiano abbia bisogno di altro".

Gian Piero Ventura é stato esonerato e riceverà una buonuscita di 900mila euro circa.

Nelle prossime ore le alte sfere della Federazione decideranno sul possibile approdo sulla panchina azzurra di Carlo Ancelotti, favoritissimo su Roberto Mancini, Antonio Conte e Massimiliano Allegri.

Intanto filtrano indiscrezioni sull'esclusione di Lorenzo Insigne: l'attaccante del Napoli sarebbe stato fatto fuori dal ct a causa del labiale ripreso durante la partita di andata contro la Svezia, quando, appena entrato in campo, commentò allargando le braccia le nuove disposizioni tattiche di Ventura.

 


 

Incredibile, sono ancora al loro posto

 

Solo oggi la riunione federale per il destino di Ventura, Tavecchio farà di tutto per salvarsi.

 

I due principali responsabili della storica disfatta della Nazionale italiana, che per la prima volta dal 1958 non si è qualificata ai Mondiali di calcio, restano per ora al loro posto.

Il commissario tecnico Gian Piero Ventura, che ha affossato gli Azzurri con la bizzarra gestione degli ultimi mesi, quando ha cambiato tre moduli in cinque partite e ha schierato giocatori mai utilizzati prima, escludendo Lorenzo Insigne, non si è dimesso immediatamente dopo la partita contro la Svezia, come tutti invece si aspettavano e si auguravano.

Il presidente della Figc Carlo Tavecchio, che ha scelto in prima persona Ventura, dal canto suo non pensa invece affatto di dimettersi. Il numero uno del calcio italiano, dopo una dichiarazione di circostanza all'Ansa ("Siamo profondamente amareggiati e delusi per la mancata qualificazione al Mondiale, è un insuccesso sportivo che necessita di una soluzione condivisa'') ha annunciato per oggi una riunione della Figc a Roma, dove probabilmente metterà alla porta Ventura: "Ho convocato una riunione con le componenti federali per fare un'analisi approfondita e decidere le scelte future".

Nonostante la debacle economica, sportiva e d'immagine senza precedenti, Tavecchio non vuole perdere la sua poltrona.

Il presidente, che si sente ancora forte in Consiglio grazie all'appoggio della Lega Nazionale Dilettanti, temporeggerà nelle prossime ore, facendo passare la sfuriata mediatica, poi potrebbe convocare una Assemblea federale straordinaria, far passare qualche mese e nel frattempo cercare consensi, facendo pesare quanto di buono(???) è stato fatto durante la sua presidenza, ad esempio con l'introduzione della Var, per essere poi riconfermato nonostante il fallimento senza precedenti recenti.

 


 

Ventura esonerato anche con i Mondiali 2018? I rumors

 

Italia-Svezia, il giorno del giudizio.

 

Non andare ai Mondiali di calcio a 60 anni dall'ultima volta (1958: la manifestazione di giocò... in Svezia) sarebbe una catastrofe sportiva. Lo scenario? Un esonero del ct Giampiero Ventura diventerebbe inevitabile..

Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, l'uomo che ha scelto l'ex allenatore del Torino dovrebbe forzatamente cambiare mister. Anche per salvare se stesso. Già perchè sotto processo ci finirebbe inevitabilmente anche la Federcalcio.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò ha già fatto capire tra le righe che l’eventuale eliminazione avrebbe conseguenze e le dimissioni dello stesso Tavecchio sarebbe nella logica di questo. Ma il numero uno del pallone italiano difficilmente mollerà la presa.

Come uscire dalle sabbie mobili? Cercando un allenatore da prima pagina per il rilancio. E qui arriviamo ai nomi del dopo-Ventura: Carlo Ancelotti, Roberto Mancini (allena lo Zenit San Pietroburgo, ma non ha mai nascosto il suo sogno azzurro o magari il clamoroso ritorno di Antonio Conte (comunque difficile: lasciasse il Chelsea ci sarebbero Psg, Milan e altri club già alla sua porta).

Attenti però a un'ipotesi clamorosa che non va sottovalutata: l'esonero di Giampiero Ventura anche in caso di qualificazione al Mondiale di Russia.

E il nome di Carlo Ancelotti (che ha divorziato dal Bayern Monaco nelle scorse settimane) sarebbe il primo nella lista con un eventuale ribaltone in panchina. L'eliminazione dell'Italia dai Mondiali di calcio comporterebbe anche delle perdite economiche.

La Fifa paga circa 8 milioni a chi accede ai gironi, più 1,5 per le spese. Quindi già essere in Russia vale una decina di milioni: disputare gli ottavi 3,4 milioni, i quarti altri 3,5 mln e 33 per chi vince.

 


 

Svezia-Italia, ecco a cosa dobbiamo stare attenti stasera

 

"Una squadra estremamente organizzata, che sa esattamente cosa fare e come farlo".

 

La sintesi trovata dal CT Gian Piero Ventura mette a fuoco le criticità che è lecito aspettarsi dalle partite contro la Svezia, l’avversario che separa l’Italia dai Mondiali dell’anno prossimo.

Non è comune che quelle parole vengano utilizzate per descrivere una Nazionale, ma la Svezia ha un’identità tattica forte e un undici titolare riconoscibile, caratteristiche solitamente associate alle squadre di club.

Riprendendo il concetto di Ventura, Gianluigi Buffon ha detto di temere "la loro metodicità. Fanno sempre le stesse cose, ma le fanno bene".

La Svezia si allunga fin dalle prime fasi dell’azione e porta molti giocatori sulla trequarti contando sulla superiorità fisica di Toivonen (soprattutto) e Berg per vincere i duelli ed entrare in area di rigore.

Non stupisce che il cross sia la rifinitura più ricercata (l’addensamento in zone avanzate facilita l’occupazione dell’area di rigore) e che i calci piazzati vengano preparati con molta cura. Le alternative per costruire un’occasione, d’altronde, non sono molte. Anche la fase di non possesso è calibrata sulla fisicità dei difensori.

Difendono sulle tre linee del 4-4-2 proteggendo il centro e indirizzando la manovra avversaria sulle fasce, forti del dominio aereo di Lustig, Lindelöf e Granqvist, tutti attorno al metro e novanta o oltre. Non hanno paura, insomma, di abbassarsi e portare gli avversari in area di rigore, perché è quasi impossibile pareggiare la loro fisicità. L’assenza di Lustig nella gara d’andata regala comunque un piccolo vantaggio agli azzurri, non solo per il suo ruolo a inizio azione, ma anche per i centimetri che la Svezia perde in tutte e due le aree.

Attaccare la Svezia significa accettare di far girare con pazienza il pallone da un lato all’altro del campo cercando di aprire una crepa nel muro difensivo gialloblù, magari approfittando di un ritardo in marcatura o di un duello vinto sulla fascia.

Gli svedesi non sono sempre precisi quando devono scambiarsi l’uomo da marcare, un difetto che può liberare un giocatore tra le linee e far crollare l’intera struttura.

La linea difensiva, infatti, accorcia per mantenere la stabilità del blocco, ma non è sempre pronta a uscire in marcatura sui giocatori che si liberano dietro il centrocampo, preferendo schiacciarsi verso la propria porta.

L’Italia dovrà sforzarsi di fare uscire la Svezia dalla sua comfort zone, muovendola il più possibile e costringendola a correre all’indietro, anche provando ad attaccare immediatamente la profondità con i lanci dei difensori (e in particolare di Bonucci). Non sarà semplice, ma è una condizione necessaria per togliere le sicurezze che hanno portato gli svedesi fino al playoff.

Non ci si può nascondere: la pressione è tutta dalla parte dell’Italia, che affronta questo spareggio con i favori del pronostico. Nessuno lo nega, e anzi sono stati gli stessi Tavecchio e Ventura a riferirsi alla mancata qualificazione ai Mondiali con termini come «tragedia» e «catastrofe». La strategia comunicativa è chiara e non punta certo ad allentare la tensione, tanto che il CT azzurro si è detto sicuro di andare in Russia l’anno prossimo.

La Svezia è invece nella situazione opposta, un sentimento che ha ben descritto il CT Andersson: "Abbiamo già fatto più di quanto ci si aspettasse. Non vuol dire che siamo contenti, ma che siamo già dei vincitori. Potremo giocare senza paura".

Forse è il vantaggio più grande che porteranno in campo gli svedesi.

 


 

Ti voglio ricordare così con qualche lacrima che mi scende...

Grande capitano...

 

 


 

Bebe Vio sempre più leggendaria

 

La 20enne veneziana sul trono iridato per la seconda volta in carriera.

 

Quale aggettivo superlativo manca per definire quella forza della natura di Bebe Vio? Qualsiasi sia, se esiste, è quello che esprime al meglio l’atleta veneziana dopo il trionfo di Roma: ha vinto la medaglia d’oro ai Mondiali paraolimpici di scherma, specialità fioretto, ed è ora di festeggiare, magari proprio con lo spritz con gli amici a cui aveva rinunciato per preparasi al meglio alla kermesse capitolina.

È ora di festeggiare perché Bebe Vio, all’anagrafe Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio, ha trionfato in finale contro la russa Viktoria Boykova, con un punteggio travolgente di 15-3. Un bis, praticamente, dopo il successo che dire netto è dire poco in semifinale, contro la russa Irina Mishurova, con il punteggio di 15-1 (ai quarti aveva battuto la georgiana Irma Khetsuriani 15-5).

Nonostante la giovanissima età (è nata il 4 marzo 1997), la schermitrice veneta è al secondo successo iridato nel fioretto individuale dopo quello del 2015, conquistato a Eger, in Ungheria.

E vanta altri ori in carriera: ai Giochi paraolimpici di Rio de Janeiro 2016 (battendo in finale la cinese Zhou Jingjing per 15-7), dove ha anche fatto da portabandiera per la Nazionale italiana, e due agli Europei paraolimpici.

Non appena l’incontro è iniziato Bebe Vio ha messo a segno la sua prima stoccata. Questione di centesimi di secondo. Il che dimostra la fame e la voglia di vincere dell’Azzurra, che infatti, al termine della sfida all’atto conclusivo contro Boykova, ha dato libero sfogo alla sua gioia, stringendosi al suo commissario tecnico, Simone Vanni, e ai genitori Ruggero e Teresa, ovviamente accorsi a Roma per assistere da vicino la loro figlia.

“È andata molto bene, sono molto contenta. Avevo paura alla fine, a Varsavia la Boykova mi aveva buttato fuori e l’ho vista bella carica. Quindi sono molto, molto contenta – ha dichiarato al termine della sfida -. Ero convinta di quello che volevo fare, ma una volta che sali in pedana non capisci più niente e non credo di averlo fatto”.


 

Sopravviva Montella, abbasso i cialtroni

di Italo Cucci

 

Ce l’ho con quelli che vogliono la testa dell’Allenatore Qualunque a campionato appena iniziato. Ce l’ho anche con quelli che dicono l’Inter favorita perché non ha le coppe

 

È da un pezzo che non mi faccio - secondo autobiografia - un nemico al giorno e voglio recuperare alla svelta, acchiappandone tanti, a camionate.

Ce l’ho con quelli che vogliono la testa dell’Allenatore Qualunque (meglio se Vip, naturalmente) a campionato appena iniziato, quando ancora i risultati, negativi o positivi, non decidono nulla. Basterebbe ricordare la partenza falsa della Juve una stagione fa, c’erano juventinissimi orfani di Conte pronti a silurare Allegri.

Al tempo stesso, applausi a Pioli per - se ricordo bene - nove risultati utili consecutivi, poi l’Inter è finita prima nel limbo, poi all’inferno.

Il purgatorio spallettiano (o spallettino) le sta facendo un gran bene. Lasciando perdere social e blog, penso che noi “mediatori” dovremmo batterci prima dell’assunzione del tecnico, con argomenti concreti a favore o contro il mister prossimo venturo.

Io presi partito - interpellato da radio Lazio, la Voce del Padrone - per Simone Inzaghi contro Bielsa. Ne vado fiero.

So che ai vertici del Milan più d’uno non “vedeva” Montella ma una volta ingaggiato devi difenderlo con aureo silenzio, non con quotidiane esternazioni e le settimanali “conferme” che sono solo il preludio dell’esonero. Adesso, per favore, lasciatelo lavorare in pace. Almeno potremo goderci i bellissimi gol del suo più accanito sostenitore, Suso.

Alla voce esoneri aggiungo un “lasciate in pace Conte”: di lui dovremmo andare orgogliosi, non augurargli un prematuro esonero. Lo dicono i giornalisti inglesi? E noi gli facciamo da megafono. Un giorno vi parlerò dei giornalisti sportivi inglesi, partendo da Brian Glanville.

Ce l’ho anche con quelli che dicono l’Inter favorita perché non ha le Coppe. Trattengo pernacchie perché fra loro ho amici. Ma è puro anticalcio. Le Coppe logorano chi non le fa. Fior di statistiche dicono che i club assenti da attività internazionale navigano dal quinto posto in giù.

Eppoi, come dissi ai vostri padri e forse ai vostri nonni un secolo fa sul Guerin, è importante battersi, sempre, per vincere, non per partecipare. Perché vincere aiuta a vincere, perdere aiuta a perdere.

 

Riflessione

 

Concordo con il pensiero di Cucci. Troppo spesso accade che la squadra non ha mai un vantaggio reale (sono le statistiche a dircelo). Lo si fa per contrastare le pressioni dei media; le pressioni all’interno della società; per rabbonire i tifosi.

Nella mia esperienza da mister, dopo un esonero (posso dimostrarlo), i risultati non sono cambiati. E' una moda prevalentemente Italiana. Guardate l'Arsenal di Wenger è dal 1996 che siede sulla panca dei Gunners anche se i rumors di questi ultimi tempi lo volevano fuori dai giochi.

 


 

Svezia-Italia, Ventura convoca Jorginho

 

E' il centrocampista la vera novità nella lista dei 27 giocatori convocati dal ct in vista del playoff per la qualificazione ai Mondiali contro la Svezia. Rientra nel gruppo azzurro anche Zaza. Gara d'andata a Solna il 10 novembre alle 20.45

 

E' l'italo-brasiliano Jorginho la sorpresa delle convocazioni azzurre in vista dello spareggio per i Mondiali con la Svezia.

Tra i 27 della lista del ct Ventura c'è infatti il centrocampista del Napoli. Torna l'attaccante Zaza, nei convocati c'è anche il romanista Florenzi.

Rientra anche l'attaccante del Torino Belotti che ha smaltito i postumi dell'ultimo infortunio così come Verratti.

Ventura ha incluso nella lista anche Stephan El Shaarawy che sta vivendo un periodo di forma particolarmente brillante. In difesa, confermati i centrali della Juventus, Barzagli e Chiellini, convocato anche Bonucci mentre è stato escluso Romagnoli.

Gli azzurri si raduneranno domani sera al centro tecnico federale di Coverciano, dove si alleneranno fino a giovedì, quando è prevista la partenza per Stoccolma.

Il giorno successivo alla gara di andata, la Nazionale farà rientro in Italia e si trasferirà al centro sportivo Suning di Appiano Gentile, dove preparerà il match di ritorno.

Questi i convocati:

 

Portieri: Gianluigi Buffon (Juventus), Gianluigi Donnarumma (Milan), Mattia Perin (Genoa)

 

Difensori: Davide Astori (Fiorentina), Andrea Barzagli (Juventus), Leonardo Bonucci (Milan), Giorgio Chiellini (Juventus), Danilo D'Ambrosio (Inter), Matteo Darmian (Manchester United), Daniele Rugani (Juventus), Leonardo Spinazzola (Atalanta), Davide Zappacosta (Chelsea).

 

Centrocampisti: Federico Bernardeschi (Juventus), Antonio Candreva (Inter), Daniele De Rossi (Roma), Stephan El Shaarawy (Roma), Alessandro Florenzi (Roma), Roberto Gagliardini (Inter), Lorenzo Insigne (Napoli), Jorge Luiz Frello Jorginho (Napoli), Marco Parolo (Lazio), Marco Verratti (Paris Saint Germain)

 

Attaccanti: Andrea Belotti (Torino), Eder Citadin Martins (Inter), Manolo Gabbiadini (Southampton), Ciro Immobile (Lazio), Simone Zaza (Valencia).

 


 

Howedes, ci siamo! C’è la data del rientro

 

Il difensore tedesco sembra finalmente pronto a fare il suo esordio con la maglia della Juventus. Ecco quando torna Benedikt Howedes, reduce dallo stiramento alla coscia destra

 

Il più grande punto di domanda del calciomercato bianconero potrebbe presto tramutarsi in risposta: Benedikt Howedes sta per tornare. Non si sa ancora in che condizioni e con che disponibilità di minutaggio ma la data del rientro è vicina, anzi vicinissima. Infatti, secondo quanto riportato da Tuttosport, il difensore tedesco sarebbe convocabile da Allegri già in vista del match di domenica allo Stadium contro il Benevento.

Un test non eccessivamente probante che, magari, potrebbe anche permettere l’impiego dell’ex Schalke per uno spezzone di gara. Anche se si cercherà, naturalmente, di evitare l’effetto ricaduta dopo lo stiramento alla coscia che lo tiene ai box ormai da 40 giorni. Il momento della verità sembrerebbe dunque essere arrivato: i tifosi della Juve avranno finalmente la possibilità di vedere in campo uno degli acquisti più chiacchierati della sessione estiva. Il riscatto del giocatore, che scatterebbe, da contratto, al raggiungimento delle 25 presenze in bianconero, è ancora lontanissimo. Ma per Bene, di questi tempi infelici, aver lasciato l’infermeria potrebbe già essere un grosso passo in avanti.

 


 

Montella: "Stanco? No, battagliero.

Ho la fiducia del club, col Napoli ci sarò io"

 

Queste le parole dell'allenatore rossonero in conferenza stampa, prima della sfida contro il Sassuolo di Bucchi: "Stanco delle voci sul futuro? No, sono concentrato e battagliero, penso solo al Milan. Quarto posto? Possibile. E contro il Napoli sarò ancora io l'allenatore di questa squadra..."

 

Sassuolo, ancora tu? Gara da dentro o fuori per Montella. Proprio lì, al Mapei Stadium, dove Allegri perse la panchina a causa del Sassuolo e di Berardi. Partita decisiva per la stagione: "No, non sono stanco delle voci sul futuro, sono concentrato e battagliero!".

Sul rendimento dei rossoneri: "È un momento complicato e lo dicono i numeri, dobbiamo tornare a vincere da domani. Diamo buone prestazioni ma senza prendere punti. Ad Atene due tempi alterni, ma mi tengo stretto il primo posto. L'Europa League mi lascia sereno, il campionato un po' meno. Dobbiamo vincere per iniziare a risalire, il quarto posto è possibile".

"Ho ancora un contratto, mi sento coinvolto in questo progetto e sono certo di riuscire a portarlo avanti".

 

Montella non si preoccupa del futuro: "La società continua a difendere il mio operato, lo stesso Mirabelli l'ha fatto l'altro giorno prima del pareggio contro l'AEK Atene. Se mi permettete una battuta, quando sono in prima pagina usatelo bene photoshop perché avete tolto troppi chili a Gattuso nelle foto stamattina, gli voglio bene ma non è così (sorride)". Continua: "Abbiamo enormi potenzialità ma ancora non riusciamo a capire i momenti all'interno della gara -dice Montella - Ad oggi abbiamo già fatto una buona fetta di gare, se la partita si incanala possiamo battere tutti, mentre se va verso altre direzioni fatichiamo. Dobbiamo crescere su molti punti di vista, ma questa è la mia analisi".

 

Sulla situazione, partita decisiva: "Abbiamo battuto il Chievo e pareggiato ad Atene, perdendo solo contro la Juventus. I ragazzi sono pronti, voglio lavorare e migliorare ancora. Non sono preoccupato".

Neroverdi ostici: "Non sono partiti alla grande. Ora hanno cambiato tattica e sono tornati al loro modo di giocare. A Napoli li ho visti bene, ma non ci deve interessare. Dobbiamo pensare prima a noi e al nostro atteggiamento. Voglio vedere la squadra vista contro il Chievo". E ancora, sulla formazione: "Siamo alla settima partita in pochi giorni, è impossibile non fare cambi ed indispensabile far ruotare i giocatori. I lavoro su tutta la rosa, non 11 e solo 11 giocatori". Borini è spesso tra i migliori in campo: "Non mi sorprende, è stato acquistato per questo e perché sapevamo della sua duttilità in più ruoli. Si allena sempre al massimo, è un acquisto e un ragazzo positivo". Montella parla della situazione intorno al Milan: "Situazione ingiusta? Non mi dà fastidio, fa parte del gioco. Mi piacerebbe capire come avete fatto le valutazioni, se guardando i numeri o le prestazioni. Ma è il calcio, non sono infastidito. Se a Napoli ci sarò ancora io? Certo, perché non dovrei esserci?"

 


 

Allegri: "Rientra Marchisio. Dybala deve tornare sereno"

 

Ecco le parole in conferenza stampa di Massimiliano Allegri in vista della partita in casa contro il Benevento: "Per la maggior parte sarà l'undici di martedì. Niente cali di tensione. Pjanic ha preso una botta, farà una settimana di recupero. Torna Marchisio. Possibile spezzone per Howedes"

 

Sarà una Juventus diversa, quella contro il Benevento.

Dalla Champions League alla voglia di continuare al massimo il cammino in Serie A. Celebrando i 120 anni di storia bianconera con una maglia speciale ma soprattutto con lo stesso desiderio di stupire. Al momento non sembra in discussione il modulo e si annuncia una Juventus in campo con il 4-2-3-1. E allora scopriamo, nella conferenza in diretta fra poco da Vinovo, le possibili scelte di Allegri in vista dell'impegno di domani.

Le parole di Allegri.

"C'è da vincere la partita. Non andiamo in campo così per scendere. La vittoria va conquistata. Loro non hanno fatto nemmeno un punto, ed è per questo che ci sono i numeri che sono pericolosi. Sarà dura. Ci saranno alcuni cambi, ma la maggior parte degli undici saranno quelli di martedì. Pjanic non c'è, avrà una settimana di riposo per la botta subita, ha un versamento sul muscolo. Benatia ha fatto due mezzi allenamenti e non sarà a disposizione. Marchisio può giocare dall'inizio, non c'è Pjanic, devo decidere ancora su Khedira che sarà a disposizione. Un conto è vederlo in allenamento Claudio, un conto in partita. Domani ci sarà un buon test per lui, è in una buona condizione, ha fatto due buoni allenamenti, ha fatto un buon test giovedì nell'amichevole e io credo che domani, per quanto possa rimanere in campo, farà una buona partita. Howedes? No dall'inizio, però sarà convocato. Sta bene. Potrà fare uno spezzone. Già cambio qualcuno, cambiare molti credo che sia sbagliato"

 

E Dybala?

"Deve trovare più brillantezza. Post nazionale avremo tempo per lavorare di più e cercare di far ritrovare la condizione a chi ne ha persa un po'. All'inizio era stato portato alle stelle, tutto andava bene, ora non è perché non fa gol allora ha perso le sue qualità. Deve trovare un equilibrio mentale e di serenità. E' passato dal ritrovarsi sulla luna a tornare sulla terra. E domani può tornare al gol. Martedì gli è mancato qualcosa, ovviamente non sul piano tecnico. Non si deve deprimere. Mandzukic domani non so se gioca, ne ha disputate tantissime".

 

Niente cali

"Dritto al punto, Allegri. E sopattutto senza sottovalutare nessuno: "A noi ci è capitato due anni fa col Frosinone, pronti-via, al 90' eravamo tutti negli spogliatoi, loro hanno battuto il calcio d'angolo e abbiamo preso gol. Ma io credo che la più clamorosa sia Roma-Lecce, all'ultima partita, contro una squadra già retrocessa, hanno perso lo Scudetto in casa, quindi nel calcio. Insomma, tante squadre in queste partite rischiano, perchè il rischio è alto. Non sembra ma il rischio è alto, perchè poi quando la partita si mette in un verso difficilmente la ribalti".

 

Consapevolezze

Su Alex Sandro: "Per lui è un momento in cui le sue prestazioni sono un pochino al di sotto, ma può capitare nell'arco di una stagione, di giocare meno bene. Però ho parlato col ragazzo, è molto sereno e mi ha dato anche delle risposte convincenti, domani farà una buona prestazione". Sulla partita di domani: "Bisogna fare una prestazione seria, aggressiva, mettere sotto pressione il Benevento e portare a casa i tre punti, perchè bisogna andare alla sosta con i tre punti, perchè domani la Juventus festeggia i 120 anni di storia, e perchè poi bisogna ritornare dopo la sosta ancora attaccati alle prime, perchè dopo ci saranno gli scontri diretti".

E Bernardeschi? "O gioca lui o gioca Cuadrado. Domani dovrò decidere. Ci dovranno essere cambi. Federico quando è entrato, quando ha giocato, ha sempre fatto bene, ha un'altra percentuale perchè ha giocato due partite e ha fatto due gol e un assist, è un giocatore che ha nel dna quello di essere decisivo, poi come tanti altri, deve crescere sotto altri fattori".

 


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