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"Son qua"

 

A volte capita, per un motivo o per l’altro, di dover interrompere la regolare scrittura sul sito che gestisci e di lasciarlo quindi improvvisamente non aggiornato per un periodo più o meno breve. In alcuni casi può trattarsi di qualche giorno o di una settimana in altri, gli impegni si accavallano e la pausa finisce per durare molto più del previsto.

Nel mio caso Social è rimasto fermo addirittura per qualche mese!

Non sempre ripartire è immediato dopo aver scritto per un periodo relativamente lungo, della Società a cui appartenevi dove tutto è in continuo fermento e evoluzione. 

 

Ma eccomi, di nuovo, a gestire il MIO sito più agguerrito che mai.

Continuerò ad occuparmi di calcio (il mio mondo) e di sport in generale, ma non solo.

 

Ri-cominciamo

 

La Serie D. Un vero peccato, il sogno nel pomeriggio è, sfumato...

di Flavio Cipriani

 

E non potevo non ricominciare che con uno dei ricordi più belli della mia carriera da Allenatore... "La coppa Italia Dilettanti". A distanza di anni se ne parla ancora...

Ecco una testimonianza...

 

Il bicchiere mezzo pieno, non paga la sete di successo…Al San Giorgio-Sedico dei tre bicchieri da sorseggiare nel pomeriggio, a fine gara è toccato quello più aspro…Tra un dolce Lambrusco, un frizzante Prosecco e un Tocaj di…tappo, alla band di mister Ferro è toccato il brindisi più amaro.

Il botto l’ha fatto la Clodiense

San Giorgio-Sedico - Clodiense-Chioggia nell’arco alpino era stata etichettata la sfida che sui 180’ avrebbe lasciato una traccia di storia a Sedico. Forse il segnale era partito a Nord, da San Giorgio di Libano epicentro di un’ambizione-emozione (di pancia…) viscerale, ma in quel di Sedico qualcosa di analogo si era trasformato in realtà già 28 anni fa in terra bresciana, a Lumezzane.

La serie D il gruppo guidato da Aldo Borsato la conquistò disputando la finale di Coppa Italia di Serie D/Promozione l’8 Giugno 1989 contro il Molfetta che si aggiudicò l’ambito trofeo Tricolore vincendo 1-0.

Oggi invece il crollo emotivo ha portato Pilotti e compagni a un inatteso harakiri, una gara fotocopia come quella giocata contro la Liventina, in casa. Una squadra allora forte di un filotto straripante di vittorie che si scioglie al sole; idem oggi con in pugno il vantaggio di un 2-2 esterno. Idee zero, palleggio singhiozzante e svagato, corsie esterne alla mercé dell’attacco ospite, una prestazione che le oltre 800 presenze hanno memorizzato in un condensato di errori e lacune di ogni genere. Delusione cocente questo sì…Nel rinverdire qualche attimo di sorriso in attesa di assistere nella nuova stagione a un remake un doveroso tributo va rivolto al Sedico di quasi 30 anni fa che in queste ore gioiva per la conquista di un traguardo di quei tempi, Storico!

 

L’11 titolare della finale di Coppa Italia '89/90:

 

Vettoretti, Deon, Donadel, Dall’Anese, Schiocchet, Trevissoi, Pocchetto, Chiesa, De Bon (st. Pizzol), Gallina (st. Dal Pont), Sommavilla. 12° Sacchet

Allenatore Aldo Borsato Innegabile la gioia che i biancocelesti coltivarono in campo in quel pomeriggio. La Serie D era realtà e non un sogno...Oggi una parte di quel gruppo era seduto sulla tribuna del Comunale con le dita incrociate a tifare, primo tra tutti il capitano, Franco Dall’ Anese, per la loro ex maglia.

Non è andata come si sperava, ma quel gruppo che la D se l’è cucita al petto, va ricordato in toto.

 

 

Portieri: Vettoretti e Sacchet

Difensori: Deon, Schiocchet, Donadel, Trevissoi, Dal Pont e Chiesa

Centrocampisti: Dall’Anese, Pizzol, Salvador, Colle, Fedato, Pocchetto, Gallina, Biason Attaccanti: Sommavilla, Mauro De Bon, Fadda, Tessaro

 

Allenatore: Aldo Borsato

 

Presidente: Merotto

 

Articolo apparso su Venetogol l'11/06/2017

 

 

E' doverosa una precisazione a riguardo e questa intervista, fatta a Franco Dall'Anese capitano dei biancocelesti, da la giusta interpretazione di quella meravigliosa e irripetibile "cavalcata"

 

Amarcord di coppa…

 

I complimenti e le congratulazioni arrivano da Sedico, dal condottiero di quella armata bianco-celeste, il mediano Franco Dall’Anese, che il trofeo Tricolore l’ha accarezzato. Era il Sedico del presidentissimo Settimo Merotto e di mister Aldo Borsato che nella stagione ’88-89 si ritagliò un cammino Tricolore di autentiche magie.

Era la Coppa Italia (unificata) che nel rush finale metteva di fronte, in parallelo, le formazioni della Promozione e dell'Interregionale (attuale Serie D).

Quelle edizioni non presentavano fasi intermedie, tornei di qualificazione a livello regionale. Era un percorso in salita, tutto ostacoli, contro avversari sconosciuti e trasferte senza limiti… di percorrenza.

Ricordiamo Franco e quella stupenda cavalcata.

 

“Noi in effetti la Coppa Italia non l’abbiamo mai vinta, l’abbiamo sfiorata 25 anni fa. Era un trofeo Nazionale con ai nastri le squadre della Promozione e dell'Interregionale.

Era un torneo ad eliminazione con un’unico traguardo, il quadrangolare finale che assegnava il trofeo. Allora eravamo partiti in sordina, senza mire precise e alla fine dopo 19 gare di grandi risultati si è avverato il salto in serie D.

L’impatto però si era rivelato traumatico con la sconfitta casalinga contro la Luparense. A San Martino di Lupari ci siamo prontamente presi la rivincita per 2-1. Poi eliminammo il Martellago (1-0 e 0-0). Superati i primi due turni incrociammo il Levico Terme: vittoria in casa per 5-3 e rovescio nel centro termale per 2-1.

Dopo questo confronto in noi si è fatta strada la convinzione di poter continuare… Abbiamo affrontato il Brugherio (0-0 a Sedico e 1-1 in Lombardia).

Poi sotto con l’Albinese. Altro pareggio in casa (0-0) e 1-1 in Val Seriana con il gol personale. Poi iniziò la discesa dello stivale a Lucca (Castelnuovo). Una trasferta molto dura: un doppio 0-0. I rigori furono decisivi e mi presi la responsabilità di calciare quello più delicato.

Superati i quarti di finale, la Coppa Italia faceva sempre più gola… In semifinale dovevamo scendere in Calabria e invece ci toccò il Venezia.

Sbancammo il “Penzo” per 2-1 (gol di Sommavilla e Mauro De Bon) impattando sullo 0-0 il retour-match in casa.

Il sogno cominciò a concretizzarsi, ma nel concentramento di Lumezzane con l’Audace Partinico Palermo (serie D), il Sesto Fiorentino e il Molfetta (serie D) i pugliesi ci tarparono le ali.

In finale il Sesto Fiorentino (Promozione) una succursale della Fiorentina, si aggiudicò la Coppa Italia, ma il Sedico, terzo a parimerito con l’Audace, coronò l’impresa e la promozione in serie D.

Una stagione da incorniciare la nostra, perché nel superare i turni perdemmo per infortunio parecchi giocatori”.

 

Ecco il Dream Team di mister Borsato:

Vettoreti, Deon, Donadel, Dall’Anese, Schiocchet, Trevisson, Pizzol, Gallina, De Bon, Fedato, Somavilla, Sacchet, Pocchetto, Biason, Tesser, Tessaro, Fadda, Dal Pont, Colle, Salvador (cannoniere di coppa con 6 reti) e Chiesa.

 

"Eravamo 21 ragazzi affiatati e di grande carattere. Una squadra che personalmente ricorderò con un album che sto impostando e donerò alla società che in quegli anni ci ha sostenuto e da lì a poco unì le forze con la Feltrese".

 

Questo il pdf con il sunto della "storica impresa"

 


 

Champions League

 

Sintesi di Sporting - Juve

 

 

Napoli-Manchester City vissuta in curva (originale)

 

 

Roma - Chelsea

 

 

Tottenham - Real Madrid

 

 


 

Ventura, hai visto El Shaarawy?

 

Non è stata solo una serata fantastica, perché si potrebbe pensare che succede una volta - col sapore di un’impresa miracolosa - di battere, anzi, sgretolare il Chelsea.

Non è stata una serata fantastica, ma il secondo tempo di una partita che la Roma, la magica Roma di Di Francesco, aveva già cominciato a giocare allo Stamford Bridge, dominando i campioni inglesi. Era finita in pareggio solo perché a volte succede di giocar bene, benissimo, e trovarsi inspiegabilmente a rincorrere.

Stavolta, no. La Roma ha preso a pallonate il Chelsea sin dal primo minuto, difendendo poi con uno spirito di squadra encomiabile: tutti lì a chiudersi, senza risparmiarsi uno scatto, un tackle, per poi rimettersi in marcia in un Olimpico che è sceso in campo con i suoi beniamini. Faceva caldo - come diceva quella pubblicità? Anto’, fa caldo… - in uno stadio in cui Conte ha cominciato a sudare, pieno di pensieri e stordito da una partita che doveva essere un sogno e si è trasformata in un incubo. Con El Shaarawy e Perotti come folletti imprendibili.

E a proposito del Faraone viene da chiedersi, in vista dello spareggio mondiale contro la Svezia, se non può essere lui la carta da calare sul tavolo: perché dopo il gol bellissimo di sabato con il Bologna ha firmato una doppietta pazzesca, blindata anche stavolta da una difesa sempre più impermeabile. Tra le tante sciocchezze che circolavano, cosa si raccontava di Di Francesco? Lui sa solo attaccare, ma dietro è un rischio continuo. Se ci pensate, nel calcio si può dire davvero qualsiasi cosa.

Come si diceva - appena dieci giorni fa - che Higuain non fosse più lui. Invece ci ha pensato lui, ancora lui, a scacciare le streghe e risolvere una pratica che si era fatta complicata. Ha avuto ragione Allegri ad infuriarsi per un primo tempo sbagliato, incolore, non da Juventus. Era l’occasione per chiudere i giochi definitivamente e concentrarsi sul campionato. Il pareggio serve sì per rimettersi in pista verso una qualificazione comunque a portata di mano, ma non è quello che ci si aspettava. Essenziale che in certi momenti ci siano comunque campioni autentici, e indiscutibili, come è appunto il Pipita. Dopo i due gol con il Milan, un’altra perla decisiva.

Insomma, se la Roma ha stravinto, la Juve si è comunque rimessa in carreggiata. Non resta che aspettare anche il Napoli, per fare il pieno in una Champions con le italiane protagoniste.

 

Riflessione

 

Domenica il Chelsea ospiterà il Manchester United. In caso di sconfitta la vedo dura per Conte.

Già ci sono malumori e insofferenza in spogliatoio. Se aggiungiamo la volubilità e l'imprevedibilità (vedi caso Mourinho) del Patron Abramovic, solito a sentire i rumors dei tifosi, ne deduco che l'ex CT della Nazionale abbia le ore contate.

 

 


 

Cuadrado terzino? Allegri apre

 

Massimiliano Allegri, nella conferenza stampa della vigilia prima della partita di Champions League contro lo Sporting di questa sera, non si è nascosto: "Cuadrado terzino? Stabilmente non lo so, ma è un giocatore che può giocare in quel momento, specialmente in gare dove ci servirà più spinta". Se l'ipotesi dovesse diventare realtà, la Juventus è pronta a cambiare faccia, con tante diverse possibili formazioni da schierare a disposizione del tecnico livornese. Per sfruttare così tutte le opzioni di un attacco ricco di quantità e qualità.

Arsenale d'attacco - L'eventualità di posizionare il colombiano da terzino destro permetterebbe anche ai nuovi acquisti di entrare in pianta stabile nella formazione titolare bianconera. Fermo restando che si voglia confermare l'ormai classico 4-2-3-1, con Paulo Dybala confermato da trequartista e Mario Mandzukic ad agire sulla sinistra alle spalle di Gonzalo Higuain, ecco che uno tra Federico Bernardeschi e Douglas Costa si giocherebbe un posto da titolare per occupare il posto lasciato libero da Cuadrado.

Attenzione, però, anche al rientro di Marko Pjaca. Il croato sarebbe pedina utilissima per avere respiro e un'ulteriore giocatore offensivo da alternare ai due nuovi arrivati, così da avere sempre due opzioni pronte dalla panchina a subentrare a partita in corso. Pjaca, che dovrebbe tornare presto tra i convocati dopo il gravissimo infortunio al ginocchio, potrebbe così uscire da un pronosticabile anonimato in una rosa tanto profonda in avanti.

 

Possibile 4-3-3 - Attenzione, però, perché se Allegri volesse approfondire il discorso 4-3-3 ci sarebbero i margini per renderlo ancor più efficace con il colombiano arretrato. Il tecnico livornese si troverebbe innanzitutto di fronte a una scelta. Se volesse optare per un centrocampo più muscolare, ecco Miralem Pjanic da regista affiancato da Sami Khedira e Blaise Matuidi, con Claudio Marchisio e Stefano Sturaro pronti a inserirsi in formazione, a fare da scudo alla difesa bianconera.

Verrebbe, però, sacrificato in parte Mandzukic, in favore di un Dybala ala offensiva insieme a uno tra il croato, Bernardeschi e Douglas Costa. In questo caso, per Pjaca si figura un ruolo da vice-Higuain, per far rifiatare il Pipita soprattutto dalla primavera in avanti. Se, come affermato più o meno ironicamente da Allegri in conferenza stampa, però la Joya dovesse essere arretrato a mezzala, ecco tornare Mandzukic e un nuovo slot a disposizione dei tre bianconeri pronti a giocarsi un ruolo da titolare.

Senz'altro, quantità e qualità non mancano, in una Juventus che, offensivamente, può far paura a qualunque avversario.

 


 

Montella rischia l'esonero.

Prossime due gare decisive per il tecnico

 

Un vero e proprio ultimatum quello fatto dalla società del Milan a Vincenzo Montella. Il tecnico dovrà cambiare rotta nelle prossime due partite: contro l'Aek Atene, giovedì, in Europa League e in casa del Sassuolo, domenica, in campionato.

Due gare abbastanza abbordabili per i rossoneri, ma che diventano le più importanti della stagione.

 

 

L'allenatore sa di dover fare qualcosa per salvare il posto. ​La trasferta di Verona, contro il Chievo, vinta 4-1, sembrava aver scacciato i fantasmi, ma la sconfitta in casa, la terza di quest'anno, contro la Juventus, ha fatto ritornare i tanti dubbi intorno alla rosa lombarda.

 

Personalmente caccerei il pelato.

 


 

Ancelotti: "Caro Milan, non ti abbattere"

 

L'ex tecnico sul momento dei rossoneri di Montella: "Non bastano 6 mesi per costruire una squadra"

 

In una Serie A quest'anno "molto interessante e competitiva", animata "non più solo dalla Juventus, ma anche da Napoli, Inter, la Lazio che sta facendo un campionato straordinario, dalla Roma, purtroppo il Milan è rimasto un po' indietro".

Il cuore di Carlo Ancelotti resta un po' rossonero e l'allenatore soffre nel vedere quei colori arrancare. "Ma è nella logica delle cose, avendo cambiato più degli altri. Ci vuole tempo, pazienza. La campagna acquisti rossonera è stata importante - sottolinea il tecnico - ma non bastano sei mesi per costruire una squadra. Nessuno ha la bacchetta magica. Il quarto posto sarebbe molto importante, ma non bisogna abbattersi quando le cose non funzionano. Ora si punta su giocatori giovani, da crescere, per poi innestare calciatori importanti. I campionati le vincono le squadre, con l'inserimento dei talenti".

Proprio il Milan è stato l'ultima 'vittima' della Juventus.

I bianconeri sono tornati? "E quando mai erano andati via, stanno sempre lì, sul pezzo".

Quanto al Napoli ha in panchina "Sarri, molto bravo anche perché ha alle spalle una struttura societaria che gli ha dato tempo per lavorare. Il Napoli gioca molto bene". "Cosa penso della Var? - continua poi Ancelotti  -. Che è arrivata troppo tardi, doveva arrivare prima, solo un folle può pensare che non serve. Risolve tantissimi problemi a livello di polemiche, di serenità arbitrale, credo ormai siano tutti d'accordo, fortunatamente sarà messa anche ai prossimi Mondiali. Evita tanti problemi, è fuori discussione".

"Forse la società non credeva più nel lavoro che facevo - conclude Ancelotti parlando del suo esonero al Bayern Monaco -. Per me ora è giusto guardare avanti e prendermi tempo per guardare il calcio da spettatore, con interesse e cercare un'altra opportunità in futuro, non adesso. Vorrei avere un'opportunità per creare un progetto e lavorare con serenità anche se il nostro è un mestiere che non ti dà serenità e tranquillità ma è normale, basta un risultato sbagliato che la pressione aumenta. Ma con serenità aspetto, non ho fretta".

 


 

Clamoroso ko del Real Madrid

 

Le merengues sconfitte sul campo della matricola catalana neopromossa: non accadeva dal 1990. Cristiano Ronaldo e compagni accolti dai cori "libertad" e imponenti misure di sicurezza.

 

Sconfitta clamorosa per il Real Madrid per 1-2 in casa della matricola Girona squadra catalana neopromossa nella Liga.

Non accadeva dal 1990 che il Real perdesse contro una matricola. In vantaggio dopo 12 minuti con Isco, la squadra di Zidane è crollata nella ripresa. I padroni di casa hanno ribaltato il risultato con Stuani e Portu, anche se l'ultimo gol era viziato da un netto fuorigioco di rientro.

Quella rimediata in Catalogna è già la seconda sconfitta in dieci gare e il Barcellona è ora a +8.

Problemi per Varane, uscito alla fine del primo tempo per un fastidio all'adduttore.

All'Estadi Montilivi è andato in scena un match combattutissimo in campo ed elettrico sugli spalti, per via della delicata situazione catalana, con il Real accolto in campo dai cori "libertad" e blindatissime misure di sicurezza.

 


 

Pipita da impazzire

 

La splendida doppietta di Higuain stende il Milan. Juve corsara a San Siro

 

Da dove iniziare: dal non aver subito gol, per la gioia di Allegri in primis, o dalla sontuosa doppietta di Higuain? Caro mister, questa volta, per quanto la porta inviolata faccia piacere, la prima pagina la merita il Pipita, per le due sventole infilate nella porta di Donnarumma, per la costruzione delle stesse, e per tutta la prestazione regalata a San Siro. Non solo bomber straordinario, ma uomo a tutto campo, capace di cucire i reparti, difendere se occorre, far salire la squadra, impostare...

Un mostro, insomma. Gli elogi sperticati però vanno estesi a tutta la squadra, questa volta attenta per 90 minuti, precisa, convinta.

Allegri avevi chiesto di evitare i cali di tensione, ti hanno accontentato.

E a vedere questa partita, si capisce quanto la richiesta fosse sensata...

 


 

Milan-Juventus, 10 cose da sapere sul big match di San Siro

 

I numeri degli ultimi scontri diretti favoriscono la squadra di Allegri ma Montella può contare su Kalinic, che ha trovato il gol in tutte le ultime tre partite di campionato giocate contro i bianconeri.

 

E' già tempo di Milan-Juventus. Questa sera alle 18, un San Siro tutto esaurito ospita uno dei classici della Serie A. La squadra di Allegri ha segnato dieci gol nelle ultime due partite e ha ritrovato contro la Spal Dybala e Higuain.

Al Meazza non troverà l'avversario più atteso, l'ex Bonucci, squalificato per due turni dopo la gomitata a Rosi nel match con il Genoa.

A San Siro, torna invece De Sciglio, protagonista con la maglia rossonera nell'ultimo match vinto 2-1 dai bianconeri con il discusso rigore di Dybala. Il Milan, come ha detto Montella dopo il match vincente al Bentegodi, cerca la conferma per uscire definitivamente dalla crisi, puntando su Suso e sulla "tassa" Kalinic che pesa sulla Juve.

La Juventus ha vinto otto delle ultime nove sfide di campionato con il Milan: completa il quadro la vittoria rossonera nell’ultima sfida giocata a San Siro (1-0, gol partita di Manuel Locatelli).

Negli ultimi sette confronti tra le due squadre giocati a San Siro in Serie A, i rossoneri non sono mai riusciti a segnare più di un solo gol (cinque il totale). Il Milan non segna in casa da due gare di campionato: non arriva a tre match interni di fila senza reti in Serie A da dicembre 2007 (quattro consecutivi in quel caso, il quarto dei quali proprio contro la Juve).

 

Allegri avvisa la Juve

Tutte le ultime sette trasferte della Juve in campionato hanno visto entrambe le squadre andare a segno, per una media di 4.7 gol totali a partita. In particolare, è dall’agosto del 2010 che i bianconeri non subiscono gol per otto gare esterne di fila in campionato. 31 gol finora per la Juventus in questo campionato (miglior attacco): era dalla stagione 1951/52 (sempre i bianconeri) che una squadra non realizzava almeno 31 reti nelle prime 10 partite di Serie A.

Da una parte la Juventus è l’unica squadra ad essere passata in vantaggio in tutte le 10 partite di questa Serie A.

Dall’altra il Milan ha perso tutte e quattro le sfide di questo campionato in cui è andato sotto nel punteggio. Nessuna squadra ha segnato più reti di testa della Juventus in questa Serie A (quattro) – il Milan è però una delle tre a non averne ancora concessi con questo fondamentale.

 

Il fioretto di Suso in vista di Milan-Juve

Nikola Kalinic, in gol nell’ultimo turno contro il Chievo, ha trovato la rete in tutti gli ultimi tre match di campionato giocati contro la Juventus. Gonzalo Higuaín aveva segnato quattro gol nelle prime quattro sfide in A contro il Milan, nessuno nelle ultime quattro contro i rossoneri.

 


 

E se… il VAR...

 

In vetta ancora una volta (come praticamente quasi sempre capita ormai da inizio stagione, scontri diretti a parte) hanno vinto nuovamente tutte le prime 5 in classifica.

 

 

E anche qui l’emozione vera di giornata in fondo ce la regala il Var e il suo utilizzo random, a volte davvero incomprensibile.

Che cosa sarebbe successo se avessero fischiato a favore della Juventus il rigore decisivo pro giallorossi in Roma-Crotone senza riguardare la dubbia decisione al Var?.

 

 

Di cosa si parlerebbe oggi su social, media e giornali? Delle prodezze di Mertens? Di quelle di Suso? Della Lazio che non si ferma più o semplicemente solo di un campionato falsato pro Juve nonostante la "moviola in campo"?

La risposta è sin troppo facile. In un campionato sempre più sbilanciato tra le squadre di vertice (che giocano un campionato a parte) e il resto del torneo, l’effetto Var (ovvero il poco comprensibile criterio con il quale viene utilizzato piuttosto che no) è davvero la cosa più emozionante e sorprendente di questo avvio di stagione; ovviamente fino a quando non favorirà la Juve. Poi tutti scenderanno dal carro.  


 

Allegri: "Dobbiamo trovare equilibrio"

 

«Abbiamo di nuovo abbassato la tensione. La palla va gestita meglio e si deve capire quando velocizzare o rallentare l'azione.

Se giocassimo come questa sera, sabato prossimo usciremmo da San Siro battuti».

Massimiliano Allegri non usa giri di parole per manifestare il suo disappunto per come la Juve ha gestito la partita con la Spal. Al tecnico non bastano i quattro gol segnati, vuole una gestione della gara diversa: «Siamo ancora “sull'ottovolante” - ribadisce il tecnico - Abbiamo di nuovo abbassato la tensione. Abbiamo giocato bene fino al 2-0, poi invece di continuare, aumentare la velocità della palla siamo usciti dalla partita e la Spal è stata sorniona a sfruttare l'unica occasione avuta. Nel secondo tempo poi abbiamo rischiato su Paloschi e per fortuna il gol era in fuorigioco. O ci rendiamo conto che dobbiamo trovare equilibrio, o saremo sempre sull'altalena. Dopo il 2-0 abbiamo commesso tre errori, uno dietro l'altro. La palla va gestita meglio e si deve capire quando velocizzare o rallentare l'azione. Siamo stati bravi a chiuderla dopo venti minuti, ma anche a riaprirla. Un conto è sentirsi sicuri – conclude Allegri - un altro essere supponenti. E questo non deve succedere. I ragazzi devono capirlo se vogliamo arrivare fino in fondo a lottare per il campionato».

 

Ultima ora: sembra che questa mattina il tecnico bianconero abbia telefonato a Bonucci per avere delle dritte di come spostare o mantenere gli equilibri

 


 

Juventus - Spal, le probabili formazioni

 

Juventus-Spal si avvicina, fischio di inizio questa sera allo Stadium alle 20:45.

Allegri orfano di Matuidi e Mandzukic.

 

Turno infrasettimanale all’Allianz Stadium. Ospite di giornata la Spal (ex squadra proprio di mister Allegri) per non interrompere la corsa alla vetta. Anche perchè poi il piatto forte arriverà nel week-end: Milan-Juventus. Ma non bisogna abbuffarsi, un boccone per volta. Max disegna ancora il 4-2-3-1, nonostante debba fare i conti con il forfait di due titolarissimi. Matuidi è ancora out per problemi muscolari, Mandzukic deve scontare il turno di squalifica dopo l’espulsione di Udine. «E’ molto arrabbiato, sa di aver subito un’ingiustizia» ha avvertito Allegri.

Spazio dunque ai cosiddetti pezzi di ricambio. La grana Dybala (dopo i borbottii in seguito alla sostituzione) pare ormai come cosa di poco conto. La Joya ci sarà infatti in compagnia di Higuain. Douglas Costa farà da vice Mandzukic, con possibile chance dal 1′ per Bernardeschi. In questo caso Cuadrado partirà dalla panchina. A centrocampo è dove ci sono gli unici dubbi, perchè Marchisio è recuperato e Bentancur sta bene. Favorito proprio il giovane uruguaiano su Pjanic per fare da partner con l’eroe di Udine Khedira. Dietro rientra tra i titolari Barzagli, in tandem con Rugani per lasciare un pò di riposo a Chiellini. Sulla sinistra, c’è Alex Sandro.

 

 

Questa sera la Juve scenderà in campo con:

Szczesny; Lichtsteiner, Rugani, Barzagli, Alex Sandro; Bentancur, Khedira; Bernardeschi, Dybala, Douglas Costa; Higuain.

 


 

Novità Juve nella formazione contro la Spal

 

Mister Allegri nella conferenza stampa appena terminata ha dichiarato che domani Buffon e Chiellini non giocheranno. In attacco confermati Higuain e Dybala affiamcati da Duglas Costa. Dubbio sulla fascia tra Cuadrado e Bernadeschi. Convocati anche Marchisio e De Sciglio.

Nel presentare la gara ha dichiarato di avere un grande rispetto per la Spal, Le cose che fa non le fa tanto per fare, è una squadra ben organizzata che fa un calcio piacevole, ben organizzata in difesa.

 


 

Squalificati Serie A, Bonucci salta la Juventus.

Un turno a Mandzukic

 

Due giornate al difensore del Milan per la gomitata a Rosi, una partita di stop per l'attaccante croato. Multata l'Inter per cori discriminatori al San Paolo

 

 

Leonardo Bonucci salterà le partite contro il Chievo Verona e contro la Juventus. Lo ha deciso il giudice sportivo della Serie A, Gerardo Mastrandrea, che ha squalificato per una giornata altri quattro giocatori:

Mandzukic della Juventus, Bruno Zuculini del Verona, Gonzalez del Bologna e Cassata del Sassuolo.

Secondo il giudice sportivo, Bonucci si è reso responsabile di "condotta gravemente antisportiva per avere, al 24° del primo tempo, durante un'azione, con il pallone non a distanza di giuoco, colpito con una gomitata al volto un calciatore della squadra avversaria, procurandogli danni fisici".

Multe al Napoli, all'Inter, alla Spal e alla Fiorentina. In particolare, la sanzione per il club di Suning è per un "coro denigratorio di matrice territoriale" cantato dai propri tifosi al San Paolo contro il Napoli.

 


 

Dopo la gara di Udine, Allegri: "Ci voleva vincere così, stiamo crescendo fisicamente"

 

Il tecnico commenta il successo in dieci contro undici per 6-2 sul campo dell'Udinese: "Sacrificio in inferiorità numerica. Khedira? Sempre bravo a inserirsi. Devo ringraziare Mandzukic: ci serviva proprio vincere così"

 

Vittoria non semplice - "E' stata una vittoria non semplice, importante. Si tratta di una bella risposta dopo l'ultima prestazione. Con la Lazio abbiamo avuto un blackout, vissuto anche oggi nel primo tempo. Dobbiamo migliorare e invertire la tendenza".

Così, al termine di Udinese-Juventus, il tecnico dei bianconeri ai microfoni di Premium Sport. "La squadra comunque ha fatto bene. In dieci abbiamo fatto cose positive. Ci serviva una vittoria così, ottenuta con sacrificio e anche in inferiorità numerica. La squadra è stata molto più attenta dopo il 3-2, senza concedere alcunché all'Udinese. Ora torneranno altri giocatori e ci sarà di certo da divertirsi. Ripeto, delle ultime tre gare quella dove non siamo stati proprio positivi è quella che abbiamo vinto in Champions. Nelle altre, contro la Lazio e oggi, invece, a parte alcuni blackout, abbiamo fatto bene", ha aggiunto Allegri.

 

Khedira e gli inserimenti - "Quest'anno abbiamo giocato quattro volte in trasferta e abbiamo incassato sette gol. Dobbiamo lavorare su certe cose ma sono certo che arriveranno gare fuori casa nelle quali usciremo dal campo con la rete inviolata", ha spiegato ancora il tecnico dei campioni d'Italia. "Khedira è sempre stato bravo anche negli inserimenti. Quest'anno siamo una squadra molto diversa. Abbiamo un attacco molto forte e dobbiamo invertire la tendenza: magari subiamo più reti ma vogliamo e dobbiamo fare più gol. Può essere che vinciamo il campionato non con la migliore difesa ma con il miglior attacco", ha puntualizzato Allegri.

 

 

E su Mario - "Mandzukic? Lo volevo fare riposare la prossima gara, a prescindere dal cartellino rosso di oggi. E poi lo devo ringraziare: ci serviva proprio vincere un match così, in dieci uomini. Questa sfida è uno snodo importante per il nostro campionato: i ragazzi hanno risposto con grande carattere alle difficoltà. Poi, ripeto, la condizione fisica della squadra sta migliorando e crescendo: questo mi lascia sereno", ha continuato l'allenatore della Juve. "Bonucci? Ha fatto una scelta e noi l'abbiamo rispettata. Pensiamo però a chi è qui, in bianconero. Forse salterà la gara contro di noi? Io preferirei vederlo in campo contro la Juventus: in queste grande gare i migliori dovrebbero andare sempre in scena", ha concluso Allegri".

 

 

Per quanto riguarda la squalifica di Bonucci ecco cosa ha dichiarato Beppe Marotta:

"La Juventus presenterà ricorso contro la squalifica di due giornate a Bonucci. Troppo facile non esserci, Leo".

 

ed ha aggiunto: "Buffon miglior portiere del 2017, gli hanno dato l’ennesimo premio. La pensione, invece, gliela vogliono dare solo i “giornalisti” italiani".

 

Infine una riflessione post 2 a 6: Juve allegra nel risultato, ma in cerca di equilibri Allegri.

 

 

Simpaticone!!!

 


 

Il Napoli ha rovesciato il "regime": nel 2017 Juventus surclassata

 

I numeri dell'anno solare parlano chiaro: Sarri sta dominando in Italia e anche la Roma "vede" i bianconeri, mentre la Lazio è già da Champions.

 

A dare ragione a tutti quegli addetti ai lavori che per la prima volta - dopo anni di dominio della Juventus - danno il Napoli come grande favorito per lo scudetto, sono i numeri. Nessuno infatti corre veloce come la squadra di Maurizio Sarri, che nel 2017 ha messo in fila tutte le rivali. Insigne e compagni guidano infatti una classifica dell’anno solare che riserva altri dati sorprendenti su Juventus, Roma e Lazio.

 

Andiamoli ad analizzare...

 

Come detto è il Napoli la capolista del 2017, anno in cui ha finora totalizzato 82 punti in 31 gare: sono addirittura 5 in più della Juventus che ha oltretutto giocato una gara in più nell'anno solare rispetto ai partenopei.

Cifre mostruose e un distacco significativo su una squadra, quella di Massimiliano Allegri, capace nelle ultime stagioni di dominare in Italia e di raggiungere due volte la finale di Champions League.

Impressionante anche la differenza reti di +60 e il confronto con il rendimento dell'anno precedente: il Napoli ha infatti scalato due posizioni e ha già eguagliato il bottino di punti del 2016, chiuso al terzo posto dietro ai bianconeri e alla Roma, ma con 8 partite in meno.

Il dominio del rivoluzionario Napoli di Sarri ha rovesciato dunque l'ancien régime sabaudo incarnato dalla Juventus, che nel 2016 aveva chiuso in testa con 100 punti in 39 gare e adesso è invece secondo con 77 punti in 32 partite giocate, uno in più rispetto ai partenopei. Una condizione nuova per i bianconeri, che da lepre si sono ritrovati a indossare i panni del cacciatore e in campionato sono ora a -3 dagli azzurri.

Non è però solo il Napoli ad aver raggiunto il livello della Juventus secondo le statistiche: al pari dei bianconeri c'è virtualmente anche la Roma. I giallorossi sono infatti sul podio del 2017 con 73 punti, a -4 dai campioni d'Italia ma con due gare in meno rispetto a loro. Ciò nonostante si ritrovano momentaneamente terzi nella classifica dell'anno solare mentre avevano chiuso il 2016 con la piazza d'onore dietro alla Juve: segno che il Napoli ha di recente guadagnato molto terreno anche rispetto alla Roma.

Alle spalle delle grandi si conferma la sorprendente Lazio di Simone Inzaghi, che ha chiuso il 2016 al quarto posto e nella stessa posizione si trova quest'anno ma con numeri decisamente migliori. Finora ha conquistato 64 punti in 31 gare, uno in meno rispetto ai 65 fatti nel 2016 (ma con 39 partite). Dati che testimoniano il grandissimo lavoro svolto dall'allenatore e possono portare ad affermare che Immobile e compagni sono già da Champions League (quest'anno saranno appunto quattro le italiane ad accedere alla competizione).

Altro dato interessante è il sorpasso dell'Inter sui cugini del Milan: i nerazzurri guadagnano una posizione rispetto al 2016 e si prendono il quinto posto che era del Diavolo, scivolato invece all'ottavo posto nel 2017.

Scala posizioni anche l'Atalanta (da nona a sesta), mentre resta settima la Fiorentina.

Entrano infine nella 'top ten' Sampdoria e Torino, scalzando Genoa e Chievo.

 


 

Allegri: "Higuain uno dei migliori al mondo, per fortuna è nostro"

 

Il tecnico loda la prestazione del Pipita e della squadra: "Se giochiamo così ci sono buone possibilità di vincere anche contro lo Sporting".

 

"La squadra ha gestito bene la palla, abbiamo fatto qualche errore tecnico ma nel complesso i ragazzi sono stati veramente bravi. Dovevamo fare una prova di forza per la tradizione del match, per la rivalità tra i due club e poi perché giocare a San Siro è sempre difficile".

Allegri si gode la bella vittoria sul Milan a San Siro e rende merito ai suoi: "Abbiamo fatto una grande fase difensiva subendo solo su quel tiro di Kalinic a fine primo tempo. I primi dieci minuti eravamo poco reattivi mentre il Milan è stato bravo a pressarci alto. Poi dopo la squadra ha preso le misure giuste e il match è cambiato. Se giochiamo così anche martedì in Champions, contro lo Sporting, ci sono buone possibilità di vincere anche se sarà una sfida diversa.

E su Higuain: "doveva solo trovare una condizione migliore durante la sosta si è allenato molto bene e ha fatto una partita bellissima. Non si deve fermare qui, questo per lui deve essere un punto di partenza. È uno dei centravanti migliori al mondo e per fortuna gioca con noi".

 

Riflessione

Sicuramente è stata una bella vittoria, non abbiamo subito gol, nel complesso non abbiamo commesso gravi ingenuità, abbiamo ritrovato il bomber ma io andrei con cautela nel dichiarare: "se giochiamo così...".

Caro Max abbiamo incontrato una squadra che è ancora un cantiere, con tanti giocatori da integrare con un sistema di gioco da affinare con tanto lavoro ancora da fare. Tu stesso questa sera ti sei affidato ai "vecchi" lasciando in panchina i nuovi perché, parole tue, si devono integrare un po' alla volta.

Quindi... piedi ben saldi a terra perché, a mio avviso, non sarà una passeggiata.

 


 

Montella: «Sfida contro la Juventus ci può dare la svolta»

 

Il tecnico: «È impari sulla carta, loro vengono da sei scudetti di fila, hanno giocato due finali di Champions in questi anni. Ma abbiamo voglia di tornare a competere a questi livelli»

«È la partita che ci può dare la svolta». Vincenzo Montella inquadra così la sfida con la Juventus. «È impari sulla carta, loro vengono da sei scudetti di fila, hanno giocato due finali di Champions in questi anni. Ma - ha detto l'allenatore del Milan - abbiamo voglia di tornare a competere a questi livelli. Domani abbiamo le carte in regola per potercela fare. E' una gara che dà senso di appartenenza, sono fiero di allenare il Milan in questa partita e i giocatori sono gasati. Anche per questo voglio battere la Juve»...dalla faccia non mi sembra tanto convinto

 

VOGLIA DI SVOLTA - «Non inseguo l'unanimità mediatica, posso dire che qualche sassolino nelle scarpe è stato infilato, anche di nascosto, ma fortunatamente per me i miei piedi erano sempre comodi». Montella con un po' di ironia rivendica i suoi meriti dietro i progressi di un Milan che dopo il successo con il Chievo cerca la svolta definitiva contro la Juventus. «A me - ha chiarito alla vigilia della sfida con la Juventus - interessa quello che pensano la società e la squadra, e quelle sono situazioni molto, molto comode. Per il resto, credo di conoscere che tipo di strategie ci possano essere».

 

San Siro tutto esaurito, ma se fosse rimasta una poltroncina libera, Montella l'avrebbe riservata alla dea bendata. "Quando siamo passati alla difesa a tre, era anche e soprattutto per esaltare le caratteristiche di Conti, che poi si è infortunato. Questa con la Juve era la partita perfetta per il rilancio di Bonucci, ed è squalificato. Avevamo trovato la quadratura per Bonaventura, che può essere il jolly perfetto per me, e si è fatto male. Calabria stava trovando continuità e non ci sarà con la Juve. Se allo stadio ci fosse un posto libero - ha scherzato l'allenatore rossonero -, domani vorrei invitare la fortuna..."...ha già messo, come si sul dire, le mani in avanti.

 

Milan-Juventus, le formazioni

 

Montella ancora senza Bonucci. Allegri con Cuadrado, Dybala, Mandzukic dietro a Higuain.

 

Novità importanti per la Juventus. Allegri dovrebbe optare per il classico 4-2-3-1. In porta torna Buffon, mentre in difesa rientra Chiellini (dopo il turno di riposo) che farà coppia con Barzagli. Centrocampo formato da Pjanic e Khedira davanti alla difesa mentre dietro l'unica punta Higuain, agiranno Cuadrado, Dybala e Mandzukic.

Dall'altra parte, il Milan dovrebbe schierarsi con un 3-4-2-1. Montella deve fare ancora a meno di Bonucci (squalificato), ma la difesa a 3 comunque non si tocca: a destra Musacchio, in mezzo Romagnoli e a sinistra Rodriguez. Borini e Abate esterni di centrocampo. Sulla trequarti Suso-Calhanoglu, davanti c'è Kalinic.

 


 

Juventus forza quattro, Spal ko e attacco da record

 

Bernardeschi e Dybala lanciano i bianconeri. Paloschi accorcia e impaurisce la Vecchia Signora, poi Higuain e Cuadrado chiudono i conti. Nel finale il ritorno in campo di Marchisio

 

Niente massimo risultato con il minimo sforzo per la Juventus, che batte 4 a 1 la Spal, ma deve sudare più del previsto. Anzi, più del dovuto, perché dopo aver messo sui binari giusti la gara con le splendide reti di Bernardeschi e Dybala, la Vecchia Signora si addormenta, concedendo ai viaggianti l'occasione di rientrare in partita. Paloschi accorcia, poi a inizio secondo tempo viene annullato il gol del possibile 2 a 2 di Oikonomou, proprio per posizione irregolare dell'attaccante ex Chievo. Sono Higuain prima e Cuadrado poi a togliere le castagne dal fuoco ai campioni d'Italia, che festeggiano la seconda vittoria consecutiva in campionato.

 

Allegri concede un turno di riposo sia a Buffon che a Chiellini, sostituiti da Szczesny e Barzagli. Si riprendono una maglia da titolare anche Bentancur, Bernardeschi e Douglas Costa, con quest'ultimo che prende il posto dello squalificato Mandzukic.

La Juve controlla fin da subito il possesso palla, manovrando con calma alla ricerca del varco giusto. Più che trovarlo, lo inventa letteralmente Bernardeschi al 13', con uno stop e tiro dal limite dell'area che si infila sul palo più lontano della porta difesa da Gomis. Secondo gol in campionato per l'ex Fiorentina, a segno precedentemente sul campo dell'Atalanta. Nonostante il vantaggio, la Vecchia Signora non cambia atteggiamento, schiacciando la Spal nella propria metà campo.

Al 22' arriva anche il raddoppio bianconero timbrato da Dybala, che su punizione disegna una traiettoria imparabile per Gomis. I padroni di casa sono in totale controllo e al 33' è Bernardeschi a sfiorare il tris con un colpo di testa su cross di Alex Sandro. Un minuto dopo tuttavia succede quello che meno ci si aspetta: gli ospiti battono un corner, Madama si addormenta e Paloschi brucia sul tempo Lichtsteiner, deviando in rete il tiro cross di Paloschi. Allegri è una furia in panchina, la squadra prova immediatamente a rispondere, senza però creare grattacapi alla difesa biancoceleste. Si va così negli spogliatoi sul punteggio di 2 a 1 in favore dei campioni d'Italia.

 

Al rientro, Paloschi spaventa Madama con una serpentina a cui si oppone Barzagli. Sul seguente corner, ancora Paloschi colpisce la traversa, ma da posizione irregolare, e così la susseguente rete di Oikonomou di testa viene annullata. Scampato il pericolo, Allegri getta nella mischia Cuadrado e Pjanic, che ridanno ritmo e brio ai bianconeri. E' dai piedi di Higuain tuttavia che arriva la rete della sicurezza: il Pipita, su azione da calcio d'angolo, riceve palle e con un sinistro preciso e violento non perdona Gomis. Passano cinque giri di lancette e Cuadrado serve il poker di testa, ottimamente liberato dall'assist di Douglas Costa. Nel finale c'è spazio anche per il rientrante Marchisio e per il 100esimo centro in serie A di Higuain annullato dal Var. Poco male, perché per stasera va bene così.

 


 

L'Inter batte la Samp 3-2 ed è in testa.

 

L'Inter sfrutta l’anticipo della decima giornata di serie A per superare in classifica il Napoli e tornare in testa dopo 22 mesi. Con la Sampdoria finisce 3-2: gol, pali e spettacolo, poi il crollo e i brividi finali. Grande protagonista è stato Skriniar, che nel pre-gara il direttore sportivo Ausilio aveva blindato dopo i rumors inglesi: "Il ragazzo non si muove da qui".

Bene anche Vecino, Perisic ispirato, D’Ambrosio soffre Praet.

Molto soddisfatto della prestazione Luciano Spalletti: "Quello che mi emoziona è il comportamento della squadra: non c'è classifica bella senza squadra forte. La squadra ha fatto una buona prestazione e io sono felice, soprattutto per i ragazzi che meritano di avere questa attenzione da parte di tutti perché sono professionisti importanti".

 


Francesco Fontana · 19-set-2017

 

Zenga: "Donnarumma post Buffon, titolo a Sarri.

Il futuro? In Italia, ho delle rivincite..."

 

"Raiola in parte ha ragione, ma mettiamoci nei panni di Ventura: lanciare Donnarumma mettendo da parte uno come Buffon non sarebbe facile per nessuno. Il futuro della Nazionale sarà comunque nelle mani di Gigio". Parola di Walter Zenga, che per La Gazzetta dello Sport torna a vestire i guantoni da numero 1. Sul campionato, invece, zero dubbi: "Per il titolo dico Napoli, il terzo anno di Sarri può essere quello giusto. L'Inter, invece, è la squadra che più mi ha colpito in queste prime giornate". E sul proprio futuro: "Voglio tornare in Italia, ho un paio di rivincite da prendermi...".

 

 

Da collega, che Buffon ha visto ultimamente?

"Non c'è equilibrio quando si giudica. Prima della Spagna era osannato da tutti, dopo il 'Bernabeu' stop: Gigi deve smettere. Questo fa sorridere... Anzi, aggiungo che ha tutto per giocare il sesto Mondiale: con le giuste motivazioni solo lui potrebbe raggiungere un traguardo del genere".

 

Donnarumma favorito assoluto per raccoglierne l'eredità in azzurro?
"In Italia abbiamo tantissimi giovani di valore già titolari: oltre a Donnarumma, impossibile non citare Cragno, Meret, Scuffet, Sportiello e Gollini, oltre lo stesso Perin. Dopo Buffon, Ventura avrà grande abbondanza. Ma Gigio partirà in vantaggio rispetto agli altri per esperienza, qualità tecnico-caratteriali e margini di crescita".

 

Sulla questione Raiola ha spiegato che Ventura non ha coraggio a sufficienza per lanciarlo a scapito di Buffon.

"In parte Mino ha ragione, ma dobbiamo metterci nei panni del ct: per nessuno sarebbe facile escludere un pilastro come Gigi".

 

A livello generale, invece, chi l'ha colpita maggiormente in questo inizio di stagione?

"Direi l'Inter, nonostante la prova non brillante di Crotone. E lo dico con estrema sincerità, la fede non conta. Vedo un gruppo solido, unito e organizzato. Senza dimenticare che la rosa è in pratica la stessa rispetto a quella della scorsa stagione, eccezion fatta per 4-5 volti nuovi".

 

Spalletti è il valore aggiunto?

"Ha dei grandi meriti. Luciano merita fiducia, si è calato perfettamente nella parte e ha un grande vantaggio rispetto alle altre: non gioca in Europa. Da interista, però, preferisco andarci a piano. Meglio rimanere 'schisci' come diremmo a Milano (ride, ndr)".

 

Juventus ancora favorita per il titolo?

"No, dico Napoli. Il terzo anno di Sarri può essere quello giusto. Mi piace molto come allenatore, nulla da dire sul suo lavoro. La Juve ha perso Bonucci e Dani Alves, uomini fondamentali che non sono stati sostituiti a dovere".

 

Lei, invece, come sta? Cosa immagina per il proprio futuro?

"Il mio contratto con il Wolverhampton è terminato a giugno e ora sono pronto per ripartire. Le offerte non sono mancate, ma aspetto l'occasione migliore. Le ultime esperienze hanno lasciato parecchio amaro in bocca".

 

Soprattutto Genova, con quel 4-0 subito contro il Vojvodina entrato, purtroppo per voi, nella storia.

"Infatti ancora oggi penso 'Maledetta Europa League'. Sbagliai a schierare alcuni giocatori che iniziarono a lavorare 15 giorni dopo rispetto agli altri. Non sto trovando delle giustificazioni, perché perdere 4-0 in casa contro un avversario di quel livello non esiste, ma questa era la situazione. Quella sconfitta segnò la mia stagione".

 

Cosa direbbe oggi a Ferrero?

"Nulla di negativo, il rapporto tra di noi è ottimo. All'epoca lui era 'giovane' dal punto di vista calcistico. Infatti mi disse successivamente che, avendo la possibilità di tornare indietro, non mi manderebbe via evitando di farsi abbindolare da certe voci che giravano".

 

Cassano sì, Cassano no? Qual è la verità?

"Antonio capisce molto di calcio. Con lui il rapporto era normale, ma si presentò un problema: spiegai chiaramente che non sarebbe servito solo perché eravamo coperti nel ruolo. Poi arrivò con la fissa 'Zenga non mi vuole', senza capire che la mia idea era iniziale era dettata solamente dall'abbondanza nel reparto. Peccato, avrebbe potuto essere importante per la squadra".

 

Per chiudere, cosa farà da grande Walter Zenga?

"Non ho preferenze e non antepongo l'estero rispetto all'Italia. Anzi, tutt'altro. Con la famiglia vivo a Dubai ed è normale aver costruito tutto qui, ma sono carico e pronto per tornare: ho un paio di rivincite da prendermi...".

 


Stefano Boldrini · 19-ott-2017

 

Chelsea, i giocatori sono nervosi: ce l'hanno con Conte?

 

Qualcosa non quadra nel mondo Chelsea ed è un qualcosa che va oltre i risultati negativi, come le due sconfitte di fila in campionato o come il pareggio pirotecnico, ma anche pieno di errori, ottenuto in Champions League con la Roma. Ci sono, a leggerli con estrema attenzione, alcuni segnali che, esaminandoli con la lente d’ingrandimento, mostrerebbero uno scollamento interno.

 

IL MEA CULPA - L’autocritica di Conte, dopo il 3-3 con la squadra di Di Francesco, è un fatto sicuramente importante. L’allenatore si è assunto la responsabilità di aver cambiato modulo "mandando in confusione i giocatori e togliendo loro alcune certezze". Il gesto è encomiabile, ma a questi livelli uno schema diverso non può giustificare le difficoltà dei Blues con la Roma, sovrastati nel possesso palla e nel carattere.

La Roma è passata dallo 0-2 al 3-2 e solo la capocciata di Hazard, lasciato libero dai difensori giallorossi, ha riportato in quota il Chelsea. Conte ha sbagliato a preferire Christensen a Rüdiger. Un errore importante, che crea domande legittime al calciatore tedesco, pagato una cifra importante dal club londinese: perché portarmi qui per non farmi giocare quasi mai?

I CAMBI - Ma i segnali che qualcosa non fili liscio all’interno del mondo Chelsea si è intravisto al momento delle sostituzioni. David Luiz ha cercato ripetutamente a gesti di restare in campo, ma Conte, in questo caso giustamente, non ha voluto correre rischi inutili. Il brasiliano aveva accusato problemi ad un polpaccio e insistere con lui poteva provocare danni seri. Luiz è però uscito dal campo con l’aria scocciata. Non ha salutato Conte e nessuno dei compagni della panchina, gesto abituale dopo le sostituzioni. Carlo Cudicini ha provato a sollecitare il gesto della mano e Luiz, imprecando, è rientrato negli spogliatoi. Domanda: era nervoso per l’infortunio o per il cambio?

 

DIETRO LE QUINTE - Anche Hazard, due gol tra molte pause, è stato di pietra al momento del cambio. Non ha imprecato, non ha compiuto gestacci, ma l’aria era quella di uno che non gradisce la sostituzione. Mancavano dieci minuti alla fine del match: essere seccati per essere richiamato in panchina all’80’ non è giustificabile. Quando i giocatori cominciano a manifestare insofferenza alla disciplina o alle regole elementari, le spiegazioni sono generalmente due: o regna l’insoddisfazione, oppure hanno capito che l’allenatore non ha vita lunga all’interno del club. Non abbiamo elementi sufficienti per certificare le nostre supposizioni, ma il mondo Chelsea, e qui parla la storia, è tra i più volubili e imprevedibili del pianeta Premier. A volte accade l’inimmaginabile. In altri casi, all’improvviso dopo la bufera all’improvviso torna il sereno.

 

POLEMICA CON MOU - Restano i fatti: due sconfitte e un pareggio nelle ultime tre gare, con Conte che puntualmente elenca il numero degli infortunati e ripete il mantra dell’emergenza. Ora, sullo sfondo, si intravede una possibile polemica con Mourinho dopo le parole dell’allenatore italiano in coda alla conferenza stampa di mercoledì sera ("se si riferisce al sottoscritto quando parla di allenatori che piangono per i loro problemi, lo invito a pensare ai fatti propri"). Palla ora al portoghese. Mou può replicare o sorvolare. Se sceglierà la prima opzione, i tabloid inglesi avranno materiale per divertirsi.

 


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