Link utili

 

 

 

 

 

 

 

 

Spalletti ha perso l'Inter per strada

 

Il derby di Coppa, dopo una maratona di centoventi minuti, restituisce un copione da protagonista al Milan e fa scattare altri allarmi in casa nerazzurra.

 

I rossoneri si regalano la seconda semifinale in tre anni con l’aiuto del baby Cutrone (nove gol da luglio) e di Antonio Donnarumma, da terzo portiere a eroe della serata accanto all’ex centravanti della Primavera: ora li aspetta la Lazio.

L’Inter, invece, sembra stanca, confusa e preoccupata. E’ stata una sfida piena di significati. Il Milan aveva una priorità: trovare un lampo, un’identità, dopo quattro mesi vuoti. I nerazzurri volevano cancellare la recente flessione: zero punti con l’Udinese e il Sassuolo, oltre alla qualificazione centrata solo ai rigori con il Pordenone.

Gattuso e Spalletti arrivavano da due sconfitte consecutive in campionato: combinazione negativa che non si registrava dal 1948.

Di sicuro, comunque, il divario emerso finora in serie A non si è notato: sedici punti di differenza, ma il Milan ha affrontato l’Inter senza soggezione. Pressing, chilometri, dedizione, cinque occasioni da gol prima del graffio di Cutrone, più benzina e una splendida parata di Antonio Donnarumma su Joao Mario.

Il portiere si è ritrovato titolare a sorpresa per gli infortuni del fratello Gigio e di Storari: ventisette anni, ex Asteras Tripolis, solo una presenza in A nel 2013 con il Genoa, è stato ingaggiato gratis dai rossoneri nella scorsa estate.

Il Milan ha colpito anche una traversa con Suso e ha costretto l’Inter a sviluppare la sua manovra sulle fasce con Candreva e Perisic. Icardi è rimasto spesso isolato: solo quattro palloni giocati nel primo tempo.

La perla di Cutrone ha premiato un Milan che ha saputo leggere con maturità le fasi cruciali del derby.

 


 

Guardiola deride Ibra: scoppia il caos

 

Il retroscena del clamoroso parapiglia negli spogliatoio dell'Old Trafford

 

Una rissa totale, come da tempo non si ricordava in Premier League, è andata in scena domenica lontano dalle telecamere, negli spogliatoi dell'Old Trafford, al termine dell'accesissimo derby di Manchester tra United e City, vinto dai secondi per 2-1.

Secondo la ricostruzione di Marca tutto avrebbe avuto origine nel tunnel che porta agli spogliatoi, tra l'euforia degli ospiti e lo scoramento dei padroni di casa. "Ibra, parli molto ma ti muovi poco", è stata la frecciata diretta a Zlatan Ibrahimovic da parte di un membro dello staff tecnico del City, forse lo stesso Guardiola.

La reazione dell'attaccante 36enne svedese è stata fulminea: l'ex Milan, Inter e Juve si è scagliato contro Pep, ma è stato murato dai giocatori del City presenti. Si è scatenata così una rissa totale, con almeno 20 partecipanti che si sono affrontati a colpi di bottigliate di integratori minerali.

Mourinho, arrivato dopo, è stato affrontato dal portiere brasiliano del City Ederson, poi è stato costretto a scappare perché raggiunto dal lancio di alcune bottigliette e da cartoni pieni di latte.

Tra i protagonisti dello scontro anche l'attaccante dello United Romelu Lukaku, che avrebbe colpito con una bottigliata un fisioterapista del City. Nella mischia è rimasto ferito anche il vice di Guardiola Arteta, che ha riportato un taglio alla fronte. L'intervento della polizia ha placato gli animi: gli agenti hanno separato di peso i contendenti, che ora rischiano multe e squalifiche. E' infatti scattata l'inchiesta della Federazione inglese, che ha intimato ai due club di presentare entro mercoledì la loro versione dei fatti.

Intanto è un caso la posizione dell'arbitro Michael Oliver, che ha dichiarato di non aver assistito a nessun incidente post-partita e non ha fatto riferimento a nulla di negativo nel suo rapporto.

 


 

Sorteggi Champions: ecco i pericoli per Roma e Juventus

 

E’ un bilancio agrodolce per il calcio italiano quello che si può tracciare al termine della fase a girone di Champions League.

 

Delle tre partecipanti, Juventus e Roma sono riuscite a passare alla fase successiva al contrario del Napoli che ora proseguirà il suo cammino europeo in Europa League.

A febbraio la Champions riaprirà i battenti con i match degli ottavi e si prospettano delle patite molto interessanti.

Lunedì i due club italiani conosceranno i rispettivi avversari: la Roma partirà dalla prima fascia, la Juventus invece deve accontentarsi della seconda.

Ecco come saranno suddivise le big 16 qualificate.

Prima fascia: Barcellona, Besiktas, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Paris Saint Germain, Roma, Tottenham.

Escluse Barcellona e Roma, sono 6 le possibili avversari della Juventus di Allegri. I due pericoli maggiori per i bianconeri si chiamano Psg e Manchester City. Più abbordabili lo United di Mourinho ed il Liverpool di Klopp. Le due sorprese sono il Besiktas ed il Tottenahm che hanno dominato i rispettivi gironi.

Bayern Monaco e Real Madrid sono invece i due spauracchi della Roma che vuole continuare a stupire.

Se i giallorossi eviteranno le due super-big, potrebbero avere un avversario alla portata: Basilea e Siviglia non appaiono insuperabili così come lo Shakhtar Donetsk. L’ideale per la Roma sarebbe il Porto per prendersi la rivincita dopo il pesante 4-0 che i portoghesi inflissero alla Roma due estati fa nei preliminari di Champions League. Chi non ci sarà è il Napoli che per bocca di Marek Hamsik si lecca le ferite: “Dove abbiamo mancato questa qualificazione? Inutile negare che la prima partita è quella che ci ha complicato maggiormente il percorso. Ora dobbiamo mettere la testa subito sul campionato, ma siamo una squadra che scende in campo ogni volta per vincere, quindi anche in Europa League cercheremo di andare più lontano possibile".

 


 

La Juventus ha ritrovato Higuain

 

Higuain ritrova l'Olympiacos, all'andata fu decisivo dalla panchina. Finora è suo l'unico goal della Juventus in una trasferta di Champions. Due mesi e qualche giorno per riprendersi tutto. La maglia da titolare, i goal, gli applausi.

 

Gonzalo Higuain nelle ultime settimane è di nuovo il trascinatore indiscusso della Juventus ma tutto è iniziato la sera del 27 settembre.

Quattro giorni dopo la sorprendente panchina nel Derby, vinto dalla Juventus per 4-0, Allegri infatti decide di tenere fuori Higuain anche nella decisiva gara di Champions contro l'Olympiacos.

La partita però non si sblocca e così a mezzora dalla fine il Pipita finalmente si alza dalla panchina, entra e qualche minuto dopo sigla il goal che apre il match e regala tre punti preziosissimi alla Juventus. Il classico slinding doors che trasforma la stagione di Higuain, fin lì negativa e segnata anche dalla mancata convocazione dell'Argentina. Da quel momento il Pipita torna a segnare con regolarità mettendo dentro addirittura 9 goal nelle successive 13 partite giocate tra Serie A e Champions.

Già, Champions. Un tempo competizione avara di soddisfazioni per Higuain che invece con la Juventus ha segnato 7 goal in un anno e mezzo. Di cui ben 4 lontani dall'Allianz Stadium e spesso pesantissimi: dalla doppietta in semifinale al Monaco al goal del pareggio di Lisbona, l'unico della Juventus in una trasferta europea fin qui.

Ecco perchè alla vigilia, nonostante una mano ancora dolorante e le fatiche psico-fisiche del ritorno a Napoli, Allegri non ha dubbi: "Higuain gioca. E' in ottima condizione, sta bene".

Le panchine di settembre, insomma, sono solo un ricordo.

 


 

Olympiacos-Juventus

 

Da Marchisio a Mandzukic: le scelte di Allegri

 

Ultima e decisiva tappa dei gironi di Champions League per la Juventus.

Ad Atene, di fronte alla cenerentola del raggruppamento Olympiacos, la squadra bianconera deve certificare il passaggio agli ottavi dietro il Barcellona, matematicamente primo dopo lo 0-0 di Torino.

Alla 'Vecchia Signora' potrebbe bastare anche una non vittoria in Grecia, ma in quel caso Buffon e compagni devono 'tifare' Barça e sperare che lo Sporting Club Portugal non espugni il 'Camp Nou'.

La Juve è chiamata comunque a fare bottino pieno di fronte ad un avversario già fuori dai giochi per non rischiare brutte sorprese ed un'eliminazione che avrebbe del clamoroso viste le ambizioni della compagine di Allegri.

Buone notizie alla vigilia per il tecnico toscano, che recupera Mario Mandzukic dopo lo stop del jolly croato nella vittoriosa trasferta di Napoli. L'ex Atletico e Bayern non è però al meglio della condizione e difficilmente sarà in campo dal 1' contro l'Olympiacos.

Allegri, infatti, sembra orientato a confermare il il tridente con Higuain prima punta, supportato dai due mancini Dybala e Douglas Costa, con il colpo più oneroso dell'ultimo calciomercato in grande spolvero nelle ultime uscite. Il nodo per il mister juventino riguarda se confermare il 4-3-2-1 del 'San Paolo' o affidarsi alla difesa a tre con Barzagli a completare il reparto davanti capitan Buffon insieme agli intoccabili Benatia e Chiellini.

Con la disposizione a quattro il favorito per agire sulla destra sarebbe De Sciglio, mentre con l'altra opzione l'ex milanista andrebbe in ballottaggio con Cuadrado. A sinistra, dovrebbe tornare titolare Alex Sandro per Asamoah. In mediana sembrano certi del posto Pjanic e Matuidi, con Marchisio che potrebbe spuntarla su Khedira per l'ultima maglia da titolare per la casella di mezz'ala destra.

 

Probabile formazione Juventus (4-3-2-1): Buffon; De Sciglio, Benatia, Chiellini, Alex Sandro; Marchisio, Pjanic, Matuidi; Dybala, Douglas Costa; Higuain.

 


 

Mondiali Russia 2018: si comincia il 14 giugno con Russia-Arabia Saudita

 

Dopo 60 anni il primo mondiale senza l'Italia. Dell'Argentina il girone più complicato

 

Vedove inconsolabili e vedove allegre.

Le prime continueranno a versare lacrime amare per l'eliminazione dell'Italia, unica assente alla fase finale tra quelle che in passato hanno vinto almeno una volta la coppa del mondo. Quelle allegre invece, archiviata indecorosamente l'era Ventura con un piantarello di circostanza, si godranno la più grande festa calcistica del mondo.

Dovendo trovare mancanza di appeal, facile puntare il dito sulla gara inaugurale: abituati a partenze tipo Brasile-Croazia (all’ultima rassegna), ci dovremmo accontentare di Russia-Arabia Saudita. Insomma, per i posteri resterà la notizia: gli arabi sono la prima asiatica a giocare una gara inaugurale. Bel sorteggio complessivo per i padroni di casa, che a fronte di una Nazionale che delude da parecchio tempo, dovranno duellare anche con Uruguay (la più forte del girone) ed Egitto. Buone possibilità di passare insomma.

La Mannschaft innanzi tutto chiarirà l’effettiva forza della Svezia giustiziera dell’Italia: insieme alle due europee, Messico e Corea del Sud.

Un motivo di pressione sulla Germania è quella di dover vincere il girone e sperare che il Brasile faccia altrettanto (per i verdeoro Svizzera, Costarica, e Serbia, mediamente tosto): se le cose andranno secondo logica, le due regine del calcio mondiale (9 titoli in due) non si beccherebbero più fino all’eventuale finale.

Non esiste un girone di ferro. Quello con la lega più tosta è dell’Argentina: i sudamericani esordiranno con l’Islanda (prima assoluta), poi incroceranno Croazia e Nigeria.

Dura, con la prospettiva ulteriore di rischiare negli ottavi la Francia, che a sua volta se la vedrà con Australia, Perù e Danimarca (media difficoltà).

Possono sorridere Belgio e Inghilterra, sorteggiati con Panama (altro prima storica) e Tunisia, mentre il girone H è il classico in cui tutti riescono ad essere ottimisti ed al tempo stesso preoccupati: Polonia, Senegal, Colombia e Giappone. Tra l'altro il raggruppamento è l'unico a non presentare una squadra in passato campione del mondo.

Per ultima la temutissima mina vagante, la Spagna: se la è beccata il Portogallo campione d’Europa di Cristiano Ronaldo e Fernando Santos, il ct sapiente dall’aspetto malinconico, ancora più languido appresa la notizia del derby iberico. Angoscia mitigata dall’arrivo nel gruppo di Marocco e Iran, espressioni calcistiche comunque da sottovalutare ma che, almeno sulla carta, lasciano dormire decentemente.

 

Le probabili formazioni: Higuain titolare, Sarri sceglie Maggio

 

L'argentino, convocato nonostante l'operazione alla mano destra subita pochi giorni fa, sempre più verso una maglia da titolare nella super sfida del San Paolo.

 

Gonzalo Higuain voleva esserci a tutti i costi e a Napoli ci sarà. E' questa la notizia che arriva a poche ore dalla super sfida del San Paolo che tutti in Italia stanno aspettando. E ci sarà da protagonista assoluto, quello che sarebbe stato anche dalla panchina ma che di certo sarà ancora di più nel caso, oramai quasi certo, di una sua presenza dal primo minuto.

Il Pipita anche ieri si è allenato assieme ai compagni a Vinovo prima di partire per Napoli e, anche se la mano operata solo lunedì fa ancora un po' male, non vuole assolutamente perdersi quella che ancora una volta sarà la 'sua' partita. L'ultimo decisivo indizio sulla presenza dal primo minuto del Pipita è arrivata poi indirettamente dai convocati di Allegri, nella cui lista non figurava oltre al nome di Höwedes (problema alla coscia destra) anche quello del suo naturale sostituto, ovvero Mandzukic non convocato per un fastidio muscolare al polpaccio sinistro.

Oltre all'attacco ci sono altri dubbi per l'allenatore della Juventus, a cominciare dal sistema di gioco da presentare al San Paolo Rispetto alle notizie che arrivavano ieri da Napoli Allegri sembra orientato a schierare la difesa a 4 e non a 3, con l'esclusione di Barzagli e l'inserimento in mezzo al campo di Matuidi che comporrà il terzetto con Pjanic e Khedira.

I terzini saranno De Sciglio e Asamoah. Certa la presenza di Dybala, restano in ballottaggio Cuadrado e Douglas Costa.

Se Allegri, come abbiamo visto, ha diversi dubbi, non sembra averne Maurizio Sarri che contro la Juventus riproporrà la formazione dei titolarissimi che oramai abbiamo imparato a enunciare a memoria. L'allenatore sembra aver ormai fugato l'unico dubbio: quello del terzino sinistro.

Al posto dell'infortunato Ghoulam giocherà Mario Rui. A destra c'è Hysaj. Poi il solito assetto e i soliti nomi: Allan-Jorginho-Hamsik a centrocampo, Callejon-Mertens-Insigne in avanti.

 

Riflessione

 

Personalmente, se questa dovesse essere la formazione, giocherei con Marchisio e non Khedira che con Matuidì darebbe maggior copertura a centro campo.

Questa la mia formazione (se gioca Gonzalo) 4-3-2-1:

Buffon; Barzagli, Benatia, Chiellini; De Sciglio, Marchisio, Pjanic, Matuidì; Dybala, Douglas Costa; Higuain.

 


 

Allegri: "Higuain è dolorante, ma sono fiducioso"

 

Alla vigilia di Napoli-Juventus Massimiliano Allegri è intervenuto in conferenza stampa: "Per noi è una serata affascinante, loro sono i favoriti".

 

Per laJuventus arriva uno snodo cruciale della stagione. I bianconeri sono attesi dal big match contro il Napoli, e in caso di vittoria potrebbero accorciare la distanza dal vertice della classifica.

Il tecnico bianconero Massimiliano Allegri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del confronto del San Paolo, facendo prima di tutto il punto sulla situazione degli infortunati. "Cuadrado e Bernardeschi dovrebbero essere a disposizione, Lichtsteiner non ci sarà. - ha rivelato - Per quanto riguarda Higuain ha la mano dolorante, ma sarà valutato oggi. Io sono fiducioso". "Al momento - ha precisato - per il 'Pipita' parliamo di convocazione, vediamo come sta, come sta la mano, quanto dolore ha, perché è inutile rischiare un giocatore per una partita quando ne abbiamo altre 30 da qui alla fine della stagione, quindi dobbiamo fare bene delle valutazioni insieme a lui".

Parlando poi della situazione in classifica, che vede i partenopei davanti con 4 punti di vantaggio sui bianconeri, Allegri ha fatto la sua analisi: "La Juventus ha fatto il cammino che doveva fare, perdendo qualche punto per strada. - ha sostenuto - Il Napoli invece ha fatto e sta facendo cose straordinarie e in questo momento sono loro i favoriti per lo Scudetto, il nostro obiettivo è arrivare a marzo a giocarcela per il rush finale".

"È un campionato molto aperto, - ha sostenuto - ci sono 4 squadre che potranno giocarsela fino alla fine. Oltre a noi e al Napoli c'è l'Inter, che sta facendo bene ed è una squadra per me molto insidiosa, la Lazio e la Roma, che a parte l'incidente di percorso di Genova, è lì vicina e ha una gara in meno. In questo quadro il compito nostro è arrivare a marzo lì davanti per giocarcela".

Tornando sulla sfida del San Paolo, Allegri non si nasconde: "Per noi sarà una serata affascinante, - ha sottolineato il tecnico bianconero - è un buon test. Mi auguro sia una bella serata di sport e di calcio. Sarà un passaggio importante della stagione ma non definitivo". 

"Ho grande rispetto per il Napoli, - ha voluto sottolineare - gioca un bellissimo calcio, direi che hanno imparato anche velocemente a fare anche la fase difensiva, che tra l'altro è stata sempre la forza di Sarri, perchè dai tempi della Sangiovannese la forza sua era la fase difensiva".

"Ora ha trovato un po' questo giochino lì sulla sinistra, - ha aggiunto Allegri - sono bravetti, e quindi su questa roba qui sono molto bravi, non c'è niente da fare. Però hanno capito che per vincere i campionati bisogna avere la miglior difesa. Basta vedere la classifica e i numeri, da lì non si scappa: primo il Napoli con 9 goal subiti, seconda l'Inter con 10, terzi siamo noi con 14, ma c'è la Roma con una partita in meno, quindi potrebbe venire al pari nostro. E la Roma avrebbe subito se non sbaglio 9 goal".

"Magari quest'anno non avremo la miglior difesa, - ha proseguito il tecnico livornese - ma speriamo di vincere lo stesso lo Scudetto. O magari diventeremo la miglior difesa, non lo so...".

Per quanto riguarda la formazione che scenderà in campo, arrivano poche indicazioni: "Non so ancora se dietro giocheremo a 3 o a 4. Per giocare lì dietro Howedes ha un pochino più di qualità sui piedi, Barzagli può far bene e anche Benatia ha qualità, ma deve convincersi delle sue potenzialità. Davanti vedremo chi avrò a disposizione: gli unici 'sani' al momento sono Mandzukic, Dybala e Douglas Costa. A seconda di chi avrò a disposizione davanti, deciderò chi giocherà dietro".

Un elogio da parte del tecnico bianconero va a Mattia De Sciglio, in goal domenica scorsa e in grande ripresa rispetto alle difficoltà iniziali: "Sta crescendo, - ha ammesso Allegri - sta facendo un percorso importante aiutato da una grande squadra e dai grandi giocatori che giocano nella Juventus".

Infine una battuta sul suo collega Maurizio Sarri, in riferimento al fatto che l'Inter sarebbe avvantaggiata per non avere le Coppe: "Non gli sto più dietro. - ha detto Allegri fra il serio e il faceto - Una volta ha il campo, una le date, una le troppe partite. Secondo me la sua è una strategia per crearmi confusione... Giocare ogni tre giorni è bello: a me piace che la squadra giochi, non che si alleni. Poi ogni tanto è anche importante potersi allenare di più".

  

Riflessione

 

Occhio Allegri. Io non rischierei Gonzalo. La difesa del Napoli soffre le palle alte e Mario Mandzukic può essere l'arma vincente.

 


torna su      stampa

 

Email  borsaldo@libero.it   -   Social  Condividi con facebook