Attività di Reparto

 

IL DIALOGO

Alcuni suggerimenti pratici per meglio comunicare, per entrare in relazione, per approfondire il dialogo.

  1. Ascoltare in modo empatico (dal punto di vista dell’altro):
    * tacere (non è così ovvio: è difficile sopportare il silenzio, eppure anche il silenzio parla!)
    * fare il vuoto, almeno per il momento, cioè mettere da parte i propri punti di vista (non dire: “però…,penso che…,al posto tuo…”);
    * cogliere soprattutto i sentimenti e le emozioni espresse dall’altro (“sento che sei deluso”) più che le parole o le affermazioni: ascoltare più con il cuore che con la testa;
    * fare da specchio a ciò che l’altro dice: ripetere a grandi linee quello che l’altro dice e solo quello (senza valutare o commentare), ”Hai detto ... ho capito bene?”;
    * prendere sul serio le domande e anche le battute (anche se “non serie”, qualcosa esprimono, almeno un disagio, un desiderio di attenzione...);
    N.B.: Il dialogo, la comunicazione comincia con l’ascolto! Solo quando si sentirà ascoltato, uno potrà “parlare” veramente, cioè esprimere se stesso; potrà ascoltare se stesso e potrà a sua volta ascoltare l’interlocutore: la comunicazione, la relazione si approfondisce per contagio; basta che uno cominci ad ascoltare e a “riflettere”.
  2. Parlare in modo sincero, ”congruente”, positivo:
    * comunicare le proprie emozioni e i propri sentimenti (“mi sento contento, sono arrabbiato”) più che i propri ragionamenti;
    * essere franchi e onesti: dire quello che si pensa e pensare quello che si dice;
    * parlare da un punto di vista personale e soggettivo, più che impersonale e oggettivo: ”Mi sento…”, invece che “Tu sei...” (ad esempio: ”Mi sento a disagio quando tu mi ignori”, invece di “non ti interessi di me”; ”Mi sembri disordinato” non “Tu sei disordinato”;
    * Parlare in maniera specifica e concreta: ”Mi annoio quando parli di calcio” piuttosto che “Sei noioso”; parla con il tempo passato piuttosto che col presente continuo: ”Hai fatto...”, non “Tu sei...”;
    * esprimere i desideri e i disagi nei confronti dell’altro;
    * lodare, complimentare, ringraziare, incoraggiare; se c’è da criticare e riprendere, farlo in modo da non colpire la persona, ma un aspetto specifico del suo comportamento.
  3. NON giudicare: non criticare
    NON etichettare: ”Tu sei...”
    NON generalizzare: ”Tu sempre... Tu mai... Tutti... Nessuno...”
    NON usare categorie quali:giusto-sbagliato, buono-cattivo, torto-ragione
    NON fare violenza mentale: ”Tu pensi... Tu senti...”
    NON prendere in giro, non ridicolizzare
    NON scoraggiare o tagliare le gambe.
 
 

L'IMPRESA

Ogni impresa è scandita da sei fasi:

L’impresa richiede la partecipazione di tutti. L’impresa è un metodo per imparare a progettare ciò che vogliamo realizzare, e ad esserne consapevoli.

  • L’ideazione e la scelta sono realizzate dai ragazzi.
  • Una volta fatta la scelta si costituisce il consiglio di impresa che comprende tutti i responsabili dei vari gruppi necessari per la preparazione e la realizzazione della stessa. Tali gruppi possono non tener conto della composizione delle squadriglie: in questo caso i responsabili possono non coincidere con i capisquadriglia. Compito del consiglio d’impresa è coordinare tutta la preparazione e realizzazione.
  • E' essenziale che al termine della impresa si verifichi quanto è stato vissuto, perchè a tutti sia chiara la situazione del gruppo e dei singoli. La verifica considera sia i risultati raggiunti e le modalità di raggiungimento sia il comportamento e l’attegiamento tenuti, confrontandoli con gli scopi, sia tecnici sia di crescita, che si erano prefissati all’inizio.
  • E’ necessario quindi che tali scopi siano fissati formalmente.
 
 

Glossario del campo scout

CHALLENGE
Attività notturna o diurna che si svolge per squadriglia: consiste in un percorso da svolgere nel minor tempo possibile, nel quale i ragazzi trovano delle tappe (i capi) con prove o domande a cui dovranno rispondere.

HIKE
Attività che viene svolta dai ragazzi al campo estivo al loro ultimo anno di reparto. Di solito si affronta a coppie le quali si allontanano dal campo per bivaccare in un altro luogo e riflettere sugli anni passati in reparto.

USCITA DI SQUADRIGLIA
La squadriglia viene mandata in un paese limitrofo al campo per svolgere attività di apertura verso la realtà che li circonda, osservazione, deduzione.

USCITA DI REPARTO
Tutto il reparto si sposta per raggiungere un luogo prefissato (vette, laghi, percorsi panoramici, ecc).

PERCORSO HEBERT
Viene montato un percorso ginnico con attrezzi e prove pensate e realizzate dai ragazzi.

VEGLIA ALLE STELLE
Momento di intima riflessione che si svolge accanto al fuoco di bivacco; la sua durata è liberamente scelta dal ragazzo.

GRANDE GIOCO
Attività puramente ludica di lunga durata e con amplio scenario nella quale è impegnato tutto il reparto a svolgere giochi educativi ed avventurosi. L’attività può essere diurna o notturna.

ZORRO
Ragazzo scelto dai capi durante un campo, all’insaputa del resto del reparto, che ha il compito di “sequestrare” gli oggetti lasciati in disordine nel campo.

TOTEM
Nome (di origine indiana) che viene dato dai capi squadriglia insieme ai capi reparto ai piedi teneri che esprime una qualità e/o caratteristica del ragazzo.

DESERTO
Momento di catechesi vissuto singolarmente da ogni ragazzo ispirato dal creato che lo circonda con l’aiuto di una traccia scritta preparata dai capi reparto.

 
 
 

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