Associazione
Guide E
Scout
Cattolici
Italiani COMUNITA'
CAPI DEL GRUPPO SCOUT TOVO SAN GIACOMO I
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PASSINSIEME 20
ANNI DI PISTA, SENTIERO, STRADA
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Con il patrocinio del comune di Tovo
San Giacomo
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Prefazione
Mi è stato chiesto di scrivere una
breve presentazione a questo libro, in occasione del Ventennale
del Gruppo Scout di Tovo San Giacomo, al quale il Comune di Tovo
San Giacomo ha volentieri concesso il proprio patrocinio. Che
dire? Innanzitutto un “bravi” a questi giovani che da
vent’anni svolgono un importante servizio educativo rivolto
agli adolescenti, ragazzi e bambini del nostro paese, e
soprattutto la speranza che possa continuare per molto tempo con
gli stessi risultati. Molte volte in questi anni mi sono
sentito dire dal sindaco uscente, Luigi Barlocco, che l’impegno
di amministratore pubblico è quasi il naturale compimento
del cammino educativo scout, fondato su valori di impegno e
disponibilità. Ne sono convinto, perché so che
anche lui come molti giovani di Tovo ha vissuto questa
esperienza, mettendola al servizio della comunità.
Vent’anni non sono pochi! Al gruppo A.G.E.S.C.I. “Tovo
San Giacomo I” i più vivi complimenti per quanto è
stato fatto ed i migliori auguri per l’avvenire.
Tovo San Giacomo, 2 giugno 2001
Il Sindaco Carletto
FANTONI
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PERCHÉ FESTEGGIARE IL VENTENNALE ?
“Il presente è un ponte tra
passato e futuro”. Ognuno di noi ha una storia da
raccontare. Ognuno di noi non sarebbe quello che è se non
avesse una storia alle spalle: una serie di esperienze, di
incontri, di occasioni prese al volo o mancate, di scelte
casuali, forzate o consapevoli. Ognuno di noi ha anche delle
attese, delle speranze, dei sogni, forse anche dei precisi
progetti per il futuro. “Carpe diem”, afferra
l’attimo presente, l’attimo fuggente, dicevano gli
antichi. Ma per vivere pienamente il Presente è
necessario, ogni tanto, fermarsi e riflettere per capire quanto
abbiamo imparato dal Passato e per porsi qualche obiettivo nel
nostro cammino verso il Futuro. Questo è quello che
cerchiamo di fare adesso. Dopo vent’anni ci fermiamo un
momento per ascoltare, per affrontare meglio il cammino. Ci
fermiamo per fare insieme festa, perché siamo contenti e
vogliamo condividere la nostra esperienza. Vogliamo fare festa
e non auto-celebrare noi stessi. Vogliamo ringraziare chi ci ha
preceduto e ci è stato Maestro di Strada. Vogliamo
salutare i nostri fratelli che hanno percorso un tratto del loro
cammino insieme a noi, e ora non possono essere qui a
festeggiare. Vogliamo ringraziare chi ancora oggi, 2 giugno
2001, decide di camminare ancora un pezzo di strada insieme a
noi. Vogliamo ringraziare soprattutto i genitori, i nostri
genitori e quelli dei nostri ragazzi, perché, guardando
avanti, hanno saputo sempre darci fiducia e incoraggiarci. E
da ultimo vogliamo ringraziare anche la Provvidenza, perché
… beh, il perché lo sappiamo tutti … grazie
per i “ Segni del Tempo”.
Tovo S. Giacomo, maggio 2001
I Capi Gruppo Manuela e Mauro
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LA NOSTRA STORIA
Il gruppo scout di Tovo San Giacomo non è
nato dal nulla; al contrario, la sua formazione è stata il
frutto di un’attività preparatoria che ha avuto
inizio nel 1978 con l’arrivo a Tovo di un giovane e
intraprendente sacerdote, don Pino Zunino. In quegli anni, don
Pino raccolse e coordinò il gruppo di adolescenti e
giovani che gravitavano attorno alla Parrocchia, fino a quel
momento privi di una “base metodologica” su cui
lavorare, e focalizzò la loro attività introducendo
poco a poco il metodo scout, strumento non solo di crescita
personale ma anche di maturazione dell’intera comunità
ecclesiale. Il lavoro dei primi anni raggiunse il suo
compimento il 28 giugno 1981: in occasione della festa di S.
Eligio, sotto forma di “squadriglie libere” del
gruppo Pietra Ligure I nacque ufficialmente il Reparto “Aquile
Spioventi delle Terre Bruciate”, così battezzato da
uno degli esploratori, l’indimenticato Claudio Zuffo. Il
primo campo estivo si svolse a Calizzano – località
Caragna; le squadriglie partecipanti erano Volpi e Falchi
(femminili), Condor e Puma (maschili). In quel periodo, non
esistevano né il Clan, né la Comunità Capi;
i rover e i capi partecipavano alle attività del gruppo
Pietra Ligure I. Intanto, però, il nuovo gruppo si stava
espandendo e rafforzando sempre più; nell’ottobre
1982 si raggiunse una nuova importante tappa con la nascita del
Branco “Lupi della Valle Verde”, che nell’estate
del 1983 trascorse le prime vacanze di branco a Garessio –
frazione Cappello. I colori scelti per le sestiglie erano Bigi,
Fulvi, Granata, Marroni. La crescita del gruppo continuava,
con sempre maggiore autonomia rispetto al gruppo Pietra Ligure I:
nel 1986 la Comunità Capi divenne autonoma ed elaborò
il primo Progetto Educativo di gruppo; nel 1987 nacque il
Noviziato “La Quercia Antica”, che svolse la prima
route a Venezia. Purtroppo, proprio quando per la prima volta
sussistevano le premesse per un cammino maturo ed autonomo, si
incontrarono le prime serie difficoltà: nel 1989, per
mancanza di capi ma anche per difficoltà logistiche (la
sede e la tana erano inagibili a causa di lavori eseguiti
dall’Amministrazione Comunale), il Branco e il Reparto
vennero temporaneamente chiusi; continuò l’attività
della sola branca R/S, che percorse un cammino preparatorio di
circa un anno che culminò con la formazione del Clan
“Ulisse” nel maggio del 1990. Il cammino del Clan
Ulisse è stato una fucina feconda da cui, passo dopo
passo, è stato ricostruito il gruppo. Nel 1992, al termine
della route estiva in Svizzera, vennero date le prime due
partenze, e i nuovi capi entrarono a far parte della Co.Ca. di
Pietra Ligure. Si iniziò un anno di attività in
preparazione all’apertura del nuovo Branco, dando vita
all’esperienza del pre-lupettismo; nel 1993 nacque
ufficialmente il nuovo Branco “Rocca del Sole”, con
le sestiglie Bigi, Bruni, Fulvi, Neri, Pezzati. L’anno di
attività culminò con le vacanze di branco a Viola
St. Gréé. Nel 1994 rinacque il Reparto, con le
squadriglie Ghepardi, Volpi e Pantere; le Guide e gli Esploratori
battezzarono il Reparto “Nuova Atlantide”. Al termine
del primo campo estivo svolto a Prazzo (CN), tre ragazze e un
ragazzo al quarto anno di Reparto passarono nel Noviziato di
Pietra Ligure. Negli ultimi anni, il gruppo ha ripreso
nuovamente un cammino autonomo: nel 1997 è stata riaperta
ufficialmente la Co.Ca. del gruppo Tovo San Giacomo I, ed è
nata la Comunità R/S “Rosa dei Venti”. Oggi
il gruppo è costituito dal Branco misto (circa 25 lupetti
e lupette) e dal Reparto misto (circa 20 guide ed esploratori);
la Comunità Capi è costituita da circa 15 capi. I
novizi e i rover / scolte svolgono attività
rispettivamente nel Noviziato “Uragano I” e nel Clan
“Rocca delle Aquile” del gruppo scout di Pietra
Ligure, con staff miste formate da capi di entrambe le Comunità
Capi.
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TESTIMONIANZE
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Intervista a don Pino Zunino
(parroco di Tovo dal 1978 al 1992; fondatore del Gruppo Scout
Tovo S.Giacomo I) Domanda: Come hai conosciuto lo
Scoutismo? Risposta: lo Scoutismo l’ho conosciuto
in Seminario a 17-18 anni, nei primi anni ‘60. Sono entrato
a far parte, con don Angelo Bianco, don Rinaldo e altri
seminaristi, del Clan di Albenga. Ricordo di aver partecipato
anche a qualche Route. Poi, una volta diventato prete, sono
entrato, come vice-parroco, il 2 luglio del ’68 al Sacro
Cuore di Albenga. In quel periodo il gruppo era composto dal
Branco e da un Reparto maschile. Il mio primo servizio di
Assistente Ecclesiastico l’ho svolto da Baloo, partecipando
a tutte le attività dell’unità (riunioni,
vacanze di branco, etc.). Sono rimasto responsabile del Branco
per 3-4 anni, mentre il Reparto lo seguiva don Pio, ora parroco
di Giustenice. Nel frattempo avevo la responsabilità di
tutto il settore giovanile maschile della Parrocchia (catechismo,
San Filippo Neri calcio, etc.). C’era un buon rapporto
d’amicizia con tutti i bambini, i ragazzi e le famiglie.
Nel maggio del ‘74 è stata fondata l’AGESCI:
fusione delle due organizzazioni scout: l’ASCI (maschile) e
l’AGI (femminile). Anche il gruppo di Albenga stava
vivendo un momento di grave crisi: allora ho pensato di rifondare
un nuovo Gruppo Scout, maschile e femminile, sfruttando il grosso
lavoro di pastorale con i ragazzi fatto in precedenza. Ripartimmo
da un nuovo Branco di Lupetti e iniziammo l’attività
con le Coccinelle prendendo come Capi ragazze “del giro”
della Parrocchia e reclutando bambini e bambine dai gruppi del
Catechismo. Ricordo che i primi due campi, Lupetti e Coccinelle,
furono rispettivamente a Palo (sopra Sassello) e a Stella S.
Giustina. Dai Lupetti, in seguito, nacque il nuovo Reparto e
dalle Coccinelle il nuovo Reparto femminile. È così
che ho fatto la mia prima esperienza scout. Lo Scoutismo
d’Albenga per me, nella mia esperienza scout, da prete, è
stato unico perché è nato da un progetto
parrocchiale ed ha assunto veramente i lineamenti pastorali
dell’attività ecclesiale: non era un’associazione
“per conto suo”, aveva alla base una proposta di fede
vissuta, serviva un progetto pastorale di evangelizzazione. Lo
Scoutismo ad Albenga fu veramente l’ala portante della
pastorale parrocchiale. All’inizio, per necessità,
ero molto accentratore. Facevo io, facendomi aiutare dagli altri.
C’era corresponsabilità, ma relativamente.
Rappresentavo io l’elemento di continuità. Oggi,
nella Chiesa, dopo il Concilio, è maturato un modello di
Comunità Ecclesiale più responsabile: sono gli
operatori pastorali (catechisti, capi, educatori, ecc.) che con
il loro parroco devono diventare capaci di corresponsabilità
nell’azione pastorale. Solo una Comunità adulta
nella fede viva e responsabile, può essere soggetto attivo
e responsabile di una vera azione pastorale. Una Comunità
adulta non si improvvisa, adulti si diventa; così è
necessario che gli operatori pastorali siano aiutati a diventare
adulti nella fede. E questo richiede una scelta seria di
formazione umana e cristiana. Questa evoluzione ad Albenga non
era ancora avvenuta quando c’ero io, però lo
Scoutismo è stato veramente l’elemento trainante,
l’ala portante della attività parrocchiale, il punto
di forza della pastorale della Parrocchia. Non c’era una
Comunità Capi formale però avevamo un rapporto tra
Capi molto stretto, siamo cresciuti insieme. L’impegno
scout ad Albenga è nato da un gruppo che lo ha pensato e
voluto nella prospettiva dell’evangelizzazione: il prete e
gli altri volevamo la stessa cosa, avevamo maturato insieme le
ragioni dell’impegno. Naturalmente c’erano un sacco
di difetti, ma si voleva portare avanti l’educazione ad una
fede che fosse incarnata nella vita. Era molto difficile,
soprattutto allora: si usciva dall’epoca della
contestazione con una fede un po’ inquadrata e formale e
volevamo maturare un atteggiamento di fede vissuto, adulto.
L’idea era proprio ricreare un umanesimo cristiano,
proponendo il modello di un uomo animato dallo Spirito, capace di
essere profondamente se stesso e di recuperare progressivamente
la propria identità e autenticità alla luce di un
rapporto con Dio vivo e salvante. Una Fede incarnata nella vita:
questo è il punto grosso. Domanda: cosa ti ha
spinto a proporre lo Scoutismo a Tovo? Risposta: il
grande obiettivo di Albenga è stato il grande obiettivo di
Tovo. L’idea è sempre la stessa: non creare una
“sacrestia” nella quale si possa rifugiare chi non sa
impegnarsi, ma far sì che la Chiesa, il Vangelo, fosse
veramente una ragione forte per vivere in una maniera integra,
libera, la vita. Il Concilio ha portato questa novità: un
nuovo modello di Fede come rapporto, come comunicazione, come
comunione con Dio, come responsabilità per il suo
Progetto, il Regno di Dio. A Tovo la grossa battaglia è
stata proprio questa. Una delle scelte, tra le tante, è
stata proprio quella di offrire una “Proposta Educativa e
di Servizio”: una Parrocchia (e quindi un’attività
parrocchiale) al servizio della vita della gente, della libertà
della gente, una religiosità che sapesse uscire dagli
inquadramenti formali, una fede che desse ragione della voglia e
della gioia di vivere. A livello educativo, lo Scoutismo m’è
sembrato uno strumento, per piccoli e grandi, che poteva offrire
un campo d’azione nel quale vivere un rapporto nuovo,
diverso da quello che vede il prete, la Chiesa da una parte, e
“gli altri” dall’altra. La proposta scout
poteva essere l’occasione per una profonda esperienza
religiosa da vivere insieme. Domanda: Quali difficoltà
hai incontrato e quali entusiasmi, soddisfazioni? Risposta:
La prima difficoltà che ho avuto è stata proprio
quella di incontrare la gente e i giovani sul terreno del
vissuto. Tutti erano disponibili ad aiutare il prete ma nessuno,
all’inizio, era disponibile a immischiarsi col prete, a
mettere in gioco il proprio modello di vita, ad entrare in
comunicazione vera ed in corresponsabilità con il
prete. Lo Scoutismo a Tovo, inizialmente, è stato una
proposta di massa, una proposta per tutti, per
l’evangelizzazione. La maggioranza dei bambini, dei ragazzi
del paese, venivano negli scouts. L’obiettivo era quello di
educare tutti a un nuovo modello di Fede, un nuovo modello di
rapportarci con Dio e un nuovo modello di essere “Chiesa”,
comunità: il tutto maturato alla luce di un vero dialogo
con Dio e con un serio ascolto della Parola di Dio: uno Scoutismo
non per inquadrare ma per aiutare, per educare, uno strumento per
maturare una mentalità nuova, una mentalità
cristiana. Il problema è stato e sarà sempre la
qualità dei collaboratori, la loro capacità di
crescere, di avere una formazione e una mentalità
all’altezza dell’impresa. C’è quindi il
grosso nodo di una formazione seria, che dia qualità e i
perché delle cose che fai e le ragioni di fede del tuo
impegno: altrimenti si fanno le cose materialmente, e rimani un
operaio, non diventerai mai un costruttore. Il passo necessario è
quello della formazione dei responsabili : cioè prima di
“fare” bisogna “essere”, e per poter
“essere” evangelizzatori bisogna prima vivere
l’esperienza della fede nella Comunità Ecclesiale. E
lì che abbiamo avuto più difficoltà. D’altra
parte questo è un po’ il nocciolo dei problemi nelle
Parrocchie, dello Scoutismo e di ogni associazione. La Comunità
adulta nella fede è costituita da adulti nella fede e deve
avere il suo momento culminante, celebrativo nell’Eucaristia.
L’adulto nella fede, secondo San Pietro, è colui che
diventa capace di dare ragione della speranza che è in
lui. Ogni cristiano che vuole diventare adulto nella fede ha il
diritto di essere aiutato a maturare questa capacità.
Questo è ciò che dà qualità alla
testimonianza di ogni animatore, capo e comunità. Se
vogliamo che lo Scoutismo sia un movimento ecclesiale, dobbiamo
aiutare i Capi e le comunità a maturare questa
sensibilità. È questa la qualità dei Capi:
il senso di fede e di appartenenza ecclesiale, una Fede vera, una
umanità autentica. Il Capo, nel suo servizio educativo,
deve essere capace, contemporaneamente, di una duplice
sensibilità: servire Dio e servire gli uomini. Domanda:
Ritieni che oggi, dopo vent’anni, lo Scoutismo possa ancora
essere una proposta rispondente alle esigenze dei
giovani? Risposta: lo Scoutismo come metodo è
ottimo perché le sue proposte sono immediate, concrete e
coinvolgenti: la semplicità di rapporti, l’essenzialità,
il contatto con la natura, la scelta di punti di riferimento
comuni (la Legge), etc. Tutto ciò ispira bene,
metodologicamente, la prospettiva cristiana. Il problema è
che il Metodo è solo uno strumento, bisogna saper vedere
al di là dello strumento stesso. Ecco perché il
problema ritorna al Capo, alla Formazione Capi, alla Comunità
Capi, all’appartenenza ecclesiale. La qualità del
Servizio che si vuole offrire alla gente, al paese, ai ragazzi,
deve essere di una qualità molto forte. La buona volontà,
la disponibilità non basta, occorre che l’Educatore
“voglia diventare” tale, occorre che senta in sé
la necessità di una formazione a tutti i livelli: Capi non
si nasce, Capi si diventa. Non bisogna credersi mai arrivati,
abbiamo sempre un cammino di maturazione da compiere. È il
Signore che ci chiama al servizio, la nostra risposta non è
mai scontata. Lo Scoutismo può essere un’occasione
molto forte, in esso il cristiano può percorrere il suo
cammino di crescita integrale a patto che diventi, per chi lo
compie, una forte esperienza di appartenenza ecclesiale, una
prospettiva di una piena realizzazione della propria identità
personale, perché ognuno maturi fino alla sua pienezza e
possa essere, dunque, veramente felice. Questa è la
volontà di Dio, questo è il contributo che Dio ci
chiede nel nostro servizio educativo.
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Potremmo essere il tema di una tesi
di laurea (di Vincenzo Barlocco, aiuto – capo
reparto dal 1983 al 1989, aiuto capo clan dal 1989 al
1992)
Potremmo essere tema per una tesi di laurea:
“20 anni di scoutismo a Tovo”. Può sembrare un
tema singolare, ma penso non siano molti i gruppi nati in un
paese di circa 1480 abitanti (dato del 1981), sparsi in un vasto
territorio collinare con 3 parrocchie, che possano “vantare”
una cosi lunga presenza sul territorio. Dico questo perché
fare scoutismo vuol dire impegnarsi, mettere in gioco il proprio
tempo libero per attività in cui l’improvvisazione
può essere solo l’eccezione. C’è un
abbandono “fisiologico” da parte di ragazzi/e che
hanno fatto scoutismo, così he nelle comunità capi
giungono pochi di quelli che parecchi anni prima avevano iniziato
come lupetti o esploratori. Nei centri con molti abitanti il
“serbatoio” che fornisce forze nuove è grande,
diventa quindi più facile gestire la mancanza di risorse
umane, cosa difficile se non ardua in un piccolo centro come
Tovo. Quindi penso sarebbe bello uno studio approfondito sui
“meccanismi” che hanno permesso di giungere a questo
compleanno, considerando anche che in questi 20 anni c’è
dentro di tutto: dal parroco che deve andare casa per casa a
convincere i genitori affinché lascino venire i figli al
campo estivo, all’amministrazione comunale (1989) che ti
demolisce la sede senza avvisarti, facendoti trovare al tuo
ritorno porte sfondate e calcinacci mescolati con tende e
batterie da cucina. Lasciando i pensieri un po’ pazzi e
senza raccontare i valori dello scoutismo, perché c’è
sicuramente chi lo fa meglio di me, vorrei esprimere quello che
secondo me è il valore più bello dello scoutismo:
il farci sentire nel silenzio della notte la voce di Dio. Sono
per me indimenticabili le veglie alle stelle dove, tra canti di
grilli, versi di uccelli notturni, stelle cadenti, gorgheggio di
ruscelli o impeto di fiumi, ti senti parte di un qualcosa di
meraviglioso, che Qualcuno (chiamalo Dio, Allah, Buddha o Manitù)
ci ha dato perché noi fossimo felici. E Dio, sì
lui, proprio lui, lo senti lì vicinissimo a te.
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Memorie (quasi serie) di un Capo
Scout in servizio a Tovo S. Giacomo (di Marco
Mazzucchelli, capo reparto dal 1983 al 1987, maestro dei novizi
dal 1987 al 1989) Sperando di non annoiare troppo,
iniziamo dal primo campo invernale che io ricordo... vicino alla
Spezia, Podenzana, un campo direi molto sperimentale e con dei
risvolti anche buffi, piccoli scout che probabilmente non
sapevano che cosa stavano facendo, capi incerti, momenti
indimenticabili come la cartina letta al contrario... Potrei
continuare in questo modo per molte pagine, ricordando il campo
del Lago d’Iseo (evoluto in “Lagher” d’Iseo),
il campo di Vernante dove tra trote e teste molle e tendine dei
capi che ..., il campo dei cinesi al Lago dei Gulli di Sassello,
con un cambusiere Priore della confraternita di Tovo, il campo di
Testico dove per una caffettiera... Uscite al Monte Carmo in due
persone (io e il mio fedele Armaduk Vincenzo), la Route di
Venezia, la Route di Assisi – Roma, insomma ricordi credo
indelebili nella memoria dei partecipanti. Non continuo anche
perché i ricordi si fanno confusi; invece voglio ricordare
i momenti meno visibili e più intimi di un giovane Capo
che viene catapultato nella dimensione di Tovo San Giacomo. Il
primo sentimento che riaffiora è la gioia di trovare un
ambiente giovanile molto disponibile ad accettare una proposta
nuova e impegnativa come lo scoutismo, un Assistente spirituale
che oltre allo spirito pensava anche al corpo e ai Capi che
avevano veramente bisogno del suo arricchente appoggio. Un
rapporto con gli ambienti familiari che, inizialmente difficile
(nel carattere dei liguri “di paese” è
normale), si è sciolto in un vero gruppo di amici appena
ci si è conosciuti un pochino di più. Insomma,
penso di poter affermare con sicurezza di non venire smentito se
affermo che gli anni di vita con gli Scout a Tovo, ben spesi, dei
capi che con il sottoscritto hanno avuto questa fortuna, si
possano annoverare tra le esperienze formative consigliabili a
tutti i capi giovani e non, visto il rapporto costruttivo che si
instaura con il paese, anche con le istituzioni, e soprattutto la
grande manualità che ancora si trova nei
ragazzi. Terminando queste poche righe (certamente confuse ai
più), parlando anche da Consigliere Generale e
Responsabile della Zona Ingauna dell’AGESCI (bisogna dare
un tocco di ufficialità alla cosa!), posso ben dire che
con Tovo e con gli scout del Tovo San Giacomo I (che esistono…!)
sia ormai ben affermata la concreta convinzione che anche un
piccolo paese può fare molto per i suoi ragazzi solo
continuando a proporre, finalmente con Capi di Tovo, uno
scoutismo più di contenuti e di rapporti e meno di
facciata. Ringrazio tutti gli amici di Tovo, i ragazzi di
allora, che oggi sono già impegnati nella vita sociale del
proprio paese, tutti gli Aiuti, i Rover, le Scolte, le famiglie
per quanto siamo riusciti a fare per i “nostri”
ragazzi.
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Gli eroi del Clan Ulisse
(di Mauro Pozzi, capo clan dal 1989 al 1993) Qualche
anno fa ho avuto la fortuna di essere prima Maestro dei Novizi e
poi Capo del Clan Ulisse. Quattro anni (dall’ ‘89 al
’93) di avventure, di riunioni ordinarie, di testimonianze
forti, di impegno nel quotidiano. Come definire quel periodo e le
persone che incontrai? Che titolo dare a quegli anni? Mi sento
di dire che noi, ragazzi e capi, non eravamo niente di
speciale... tranne che eravamo molto affiatati, ci fidavamo l’uno
dell’altro, amavamo l’avventura e superavamo le
difficoltà con ottimismo ed un pizzico di umorismo. Che
cosa c’era e che cosa c’è di speciale in tutto
questo? Niente … tranne che oggi l’Amicizia, la
Fiducia, il Sacrificio, l’Essenzialità non sono
esperienze concrete comuni, vissute da tutti, tutti i giorni. In
questo nostro mondo apparentemente iper-comunicante di Internet
(che allora non c’era), paradossalmente ci isoliamo sempre
più; guardiamo all’altro, al nuovo, con sospetto e
diffidenza; pensiamo sempre più ai nostri piccoli
interessi, al nostro piccolo podere; siamo sempre meno capaci di
relazionarci con i vicini e magari con i nostri stessi familiari.
[apro una piccola parentesi (quadra): è forse un caso che
nella nostra cara Liguria, la regione meno prolifica d’Europa
(nascite a tasso zero), ci siano così tante “residenze
protette” per anziani? Siamo sicuri che il motivo
principale sia solo dovuto al gran numero di popolazione anziana
residente? Siamo sicuri di saper curare bene i nostri vecchi,
spendendo più in denaro e meno in sorrisi, pazienza e
carezze? ] In un mondo occidentale, così sicuro di sé,
che ha risposte per tutto e per tutti [pillole per tutti i mali e
problemi], tranne che per le domande della propria anima; in un
mondo che naviga per i mari del “massimo rendimento col
minimo sforzo”, del “tutto e subito” e de “il
tempo è denaro”, andare controcorrente con la
piccola canoa dello Scoutismo è, il lettore me lo
consenta, secondo me... eroico. Estate 1990, route della Valle
delle Meraviglie. Il posto è indubbiamente bellissimo,
si potrebbe dire... meraviglioso! Laghi chiari di montagna di
un’acqua azzurrissima o verde smeraldo, a seconda del
colore del cielo; giovani e simpatiche marmotte (quelle vere!)
che fanno capolino tra i sassi con buffi fischi; graffiti antichi
di diecimila anni, nascosti tra le rocce, silenzioso e solenne
segno di “passaggio dell’uomo”. Dopo un anno di
attività basate su esperienze di strada, servizio e
comunità, Vincenzo ed io decidiamo di proporre al Clan una
... “classica route di montagna”. Ancora un po’
di Strada fatta insieme, ancora un po’ di dura fatica sono
necessarie per costruire il “gruppo”e per imparare,
l’uno dall’altro, quali sono le cose vere, i Valori,
sui quali basare la vita, il “nostro quotidiano”. E
allora immergiamoci, noi creature di Dio, in una natura, creata
da Dio, molto poco contaminata dalle comodità e dal
superfluo a cui la nostra “civiltà” ci ha
ormai abituato. Facciamo [esortativo] un percorso di 5-6 giorni
per sentieri di montagna, valloni, mulattiere, portandoci sulle
spalle quello che ci basta per vivere in comunità: un
pezzo di tenda per ciascuno, il necessario per mangiare e
dormire, un poncho per proteggerci dalla pioggia, il quaderno di
strada, il canzoniere e ... il Vangelo. Portiamoci dietro la
nostra buona volontà ma anche i nostri limiti, i nostri
ideali ma anche le nostre debolezze, la nostra storia e le nostre
speranze. Portiamoci dietro noi stessi, senza maschere ... con
lealtà. Detto, fatto. Partiamo con entusiasmo ed
allegria col fido Nico, gran conoscitore dei posti, eletto per
l’occasione cambusiere – guida - aiutocapo, dalla
“Base Scout di Monesi” (cioè dalla casa di
Nico) alla volta di Tenda o Tende, alla francese. Pernottiamo,
sotto un cielo un po’ stellato e un po’ nuvoloso,
sulla cima ventosa di, manco a farlo apposta, Cima Ventosa (1600
m s.l.m.). Il mattino dopo incontriamo due simpatici personaggi,
all’inizio un po’ selvaggi ma poi, presa confidenza,
cominciano a giocare e scherzare con noi. Non riusciamo a capire
da dove vengono né quale è la loro meta. Dopo aver
condiviso con noi un po’ della “nostra”
colazione ci ringraziano, ci salutano allegramente e se ne vanno
per la loro strada o almeno così pare, perché dopo
una breve corsa si fermano, ci guardano e sembra quasi che
ridano, confabulando fra loro. Strani tipi! Del resto si sa,
hanno un carattere tutto particolare i … cavalli di
montagna! Dopo aver pernottato spartanamente al rifugio don
Barbera, riprendiamo il cammino e giungiamo, scortati da …
una mandria di vacche al pascolo che stanno scendendo a valle, in
territorio francese. Qui ci fermiamo in un campeggio pubblico,
altrettanto spartano, dove facciamo la conoscenza di Cirille, un
bambino di circa sei anni, che riempie di gioco e allegria tutti
i nostri momenti vuoti … comprese le sieste! A Tende, dopo
una celebrazione della Parola, ripartiamo e in capo a due giorni,
tra boschi di pini, cascate d’acqua purissima e sentieri
puliti e ben curati, arriviamo finalmente alla famosa Valle! Non
male! Scopriamo perché si chiama “…delle
Meraviglie”. La percorriamo in lungo e in largo, in alto
e in basso. Con emozione tocchiamo con mano le scene di caccia e
i misteriosi segni tracciati dai nostri avi, che qui hanno voluto
lasciare una testimonianza del “nostro” passato. Con
rabbia e compassione ci soffermiamo anche su qualche sciocco
scarabocchio che ha voluto lasciare qualche nostro contemporaneo.
Con stupore riusciamo ad avvicinare, vicino al rifugio, e quasi
accarezzare dei bellissimi stambecchi che sembrano tollerare
ancora la presenza di invasori quali noi siamo. Dopo aver
piantato le tende poco prima del tramonto, come dice la regola
(per non soffocare e far soffrire troppo sorella terra, già
molto ospitale), ci fermiamo a cena al Rifugio di Val Masque
(2600 m s.l.m.), anche perché le provviste sono finite
(!?!). Sarà la fame, sarà il ristoro dalla
stanchezza, sarà la compagnia, ma in vita mia non ricordo
di aver mai mangiato una minestra, o soupe come dicono loro, così
… particolarmente … buona! Credo che nessun cuoco
al mondo sarebbe in grado di riprodurla. All’origine doveva
essere stata una semplice zuppa di legumi, poi l’estro del
“montanard”, o le necessità del tempo, devono
averla arricchita con dei funghi di montagna (?), del gustoso
pesce in scatola, qualche sperduto raviolo avanzato per
l’occasione (?) e … molto peperoncino. C’è
chi se ne mangia anche tre piatti! La serata trascorre in
allegria con i pochi ospiti; sfoggiamo tutto il nostro
repertorio: canti scout, canzoni melodiche e napoletane, Guccini,
Bennato, De André e Iannacci; abbozziamo anche qualche
ritornello francese … Siamo costretti a farci mandar
fuori, perché è ormai tardi e nei rifugi si va a
dormire presto e ci si alza presto, così ci dicono.
Nonostante tutto riusciamo a dormire sodo e il mattino dopo,
smontate le tende, decidiamo di non spendere altri franchi
avventurandoci in una tipica colazione della Val Masque. Dopo la
preghiera, tiriamo fuori dallo zaino quello che ci rimane di
commestibile e lo condividiamo: un cucchiaio di marmellata e un
tozzo di pane secco a testa, due mandarini da spartire in 11, e …
una compressa ciascuno del miracoloso polivitaminico “Protovit
Rafforzato” (l’azienda Roche me ne sarà
grata). Non so se per l’effetto placebo della sostanza o
per l’entusiasmo della truppa, fatto sta che, cantando,
partiamo rinvigoriti pronti per nuove avventure. L’Avventura,
la Strada, la Comunità, il Gioco, il contatto con la
Natura sono solamente dei mezzi molto importanti, direi unici,
che ci aiutano a sperimentare, a vivere, quei valori che
riteniamo indispensabili per la nostra crescita: la Fratellanza,
l’Essenzialità, la Lealtà, l’Umiltà,
il Servizio. Diventare “cittadini del mondo”, come
diceva B.P., significa avere una mentalità disposta
all’incontro e al cambiamento, significa non sentirsi mai
arrivati e avere sempre qualcosa da imparare, significa aprire
gli orizzonti sul mondo senza mai perdere di vista le proprie
radici, significa non stupirsi mai di dover ancora crescere. Per
noi, scout e guide, essere Cattolici significa cercare di seguire
le orme di Gesù e sentirsi responsabili di quello che ci
ha detto, significa sapere che ciascuno di noi è mandato e
missionario, significa che siamo chiamati ad essere parte viva di
questa Chiesa, Santa perché c’è Lui, ma piena
di difetti perché ci siamo noi. Ringrazio Dio di aver
vissuto, tra l’ ‘89 e il ‘93, esperienze
indimenticabili tra quei ragazzi che mi hanno insegnato molto.
Insieme a loro ho camminato per monti e per valli (Valle delle
Meraviglie, Alpi Bernesi), ho visitato città e templi
(Firenze, Atene), ho solcato i mari (Isola d’Elba, Cinque
Terre), ho incontrato gente d’ogni razza e nazionalità.
Insieme a loro ho sudato, ho gioito, ho sofferto, ho cantato, ho
pregato e… ho imparato. Grazie di cuore a tutti voi,
ragazzi miei! Buona Strada … lungo le strade del mondo!
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Un pensiero sullo scoutismo
(di Castore Sirimarco, Akela dal 1993 al 1995) Abita
qui la regola di un semplice gesto l’impronta su stole
di polvere l’esempio da formare e tramandare Nasce
qui il rispetto di ciò che non è tuo della
natura dell’intima sensazione di ciascuno dell’idea del
tramonto che ogni sera fugge del passo lento … Ricordo
la strada fatta in Grecia dietro al sole ed ai miei
capi ricordo quella fatta davanti ai miei lupetti lungo un
prato davanti ai miei ragazzi sulla neve Racconto di
metodo, di bivacchi di riflessioni e Messe, di
canzoni. Riprendo sorrisi, lacrime, abbracci e giochi. Questi
anni di scoutismo li riscopro oggi per la strada nelle
espressioni di chi li ha vissuti anche in parte, come me, nei
loro figli che oggi li vivono in tempi diversi per uguali
valori da luoghi diversi per un’unica strada come
da Tovo vent’anni fa.
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Due guide del reparto “Nuova
Atlantide” (di Elena Accame e Sabrina
Borrelli, capo del reparto “Nuova Atlantide” dal 1999
e Mamma Lupa nel branco “Rocca del Sole” dal
2000) Nel lontano 1981, anno di nascita del gruppo scout
Tovo San Giacomo I, due bambine ignare del loro destino
compievano rispettivamente 2 e 1 anno; le loro giornate passavano
nel far disperare le loro mamme e intavolando i primi discorsi
“colti” con i loro papà … quindi potete
ben immaginare che lo scoutismo fosse ben lontano dai loro
pensieri !!! Quelle due bambine siamo noi, ora due capi scout
consapevoli della loro scelta. Vi chiederete quando e come il
mondo degli uomini in calzoncini corti è entrato nei
nostri pensieri … non rodetevi dalla curiosità e
leggete attentamente !!! Il nostro percorso è iniziato in
reparto nel 1994: siamo entrate spinte dalla voglia di stare con
gli amici, dall’esigenza di essere parte integrante di un
gruppo, dalla curiosità di scoprire il valore di quella
divisa, che tanti portavano con orgoglio sfidando il freddo e la
derisione di molti. Gli anni di reparto sono quelli della
soddisfazione di aver superato le prime sfide, del primo fuoco
acceso, della prima tenda montata alla perfezione, della prima
vetta raggiunta dopo ore di faticoso e suggestivo cammino, della
prima scenetta che coinvolge e diverte … tante proposte
che ci hanno fatto scoprire e apprezzare l’avventura, la
strada e l’essere parte di un gruppo con comuni ideali. Ci
siamo trovate di fronte a traguardi da superare con le nostre
forze; così, cercando di non arrenderci, abbiamo espresso
nostre abilità che prima non sapevamo sfruttare. Dopo il
reparto, il passaggio in branca R/S, prima nel gruppo Pietra
Ligure I e poi nel neonato clan/noviziato “Rosa dei Venti”
di Tovo San Giacomo: sono gli anni della messa in discussione di
noi stessi, del confronto con gli altri e del cammino verso il
Signore; anni di crescita in cui nel nostro orizzonte sono
entrate la consapevolezza e la gioia del servizio verso il
prossimo e la piena coscienza della proposta scout e dei valori
ad essa connessi, che ci hanno portato alla scelta della Partenza
e all’entrata in Comunità Capi. Il nostro
percorso scout potrebbe sembrare una strada già tracciata,
con un punto di arrivo scontato … ma il punto di arrivo
non è affatto scontato: anzi, la scelta di rimanere in
associazione, e di essere educatore, è una decisione
consapevole e non un semplice passaggio. È una scelta
ponderata che assimila la proposta scout (valutandone il metodo e
i valori insiti), per poi essere trasmessa ad altri attraverso il
servizio di educatori. Oggi possiamo affermare che lo
scoutismo ci ha formate, ci ha accompagnate negli anni della
nostra crescita, ci ha trasmesso quei valori che spesso diamo per
scontati quali l’essenzialità, la lealtà, il
servizio verso il prossimo, la fiducia negli altri, la voglia di
fare “del mio meglio”, l’amore del Signore e
tanti altri che il semplice elenco renderebbe riduttivi. Noi
siamo i testimoni della “nuova generazione”, una
generazione di ragazzi che molti considerano distratti se non
sbandati. Pensiamo che “la vera rivoluzione è nella
normalità”, nella normalità di essere “uomini
d’onore meritevoli di fiducia perché veritieri ed
onesti”; vogliamo fare anche noi qualcosa per “lasciare
il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato”
e pensiamo che lo scoutismo sia uno dei tanti validi mezzi per
riuscirci. Quest’anno festeggiamo vent’anni di
attività scout a Tovo San Giacomo. È strano per noi
pensare che si festeggino proprio vent’ anni; ma, se a
qualcuno vent’aani non sembrano un traguardo rilevante,
visto che lo scoutismo in Italia è presente da quasi
cent’anni, sappiate che vent’anni sono tantissimi: è
tutta la nostra vita!!! Noi ringraziamo chi ha dato inizio a
questa proposta e chi, con coraggio e volontà, l’ha
portata avanti; è grazie a queste persone che noi oggi
siamo qui a scrivere di scoutismo: un termine a noi sconosciuto
nel 1981, ora parte integrante delle nostre vite.
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DAL “QUADERNO DELLE VEGLIE”
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Che cos’è il “Quaderno
delle Veglie”? Come il sacco a pelo e la
borraccia sono insostituibili nell’equipaggiamento
materiale di uno scout, il “Quaderno delle Veglie” è
insostituibile nell’equipaggiamento “spirituale”
di un reparto o di un clan che si apprestano ad affrontare un
campo o una route. Il Quaderno delle Veglie accompagna la
comunità nelle tappe più significative del suo
cammino. È nato come diario per i momenti di riflessione
più intensi (le veglie alle stelle, le attività di
“deserto”) e per gli eventi più significativi
della vita scout (Hyke, Salita al Clan, Partenza), ove lasciare
una traccia del proprio pensiero; con il passare del tempo, però,
è diventato sempre più il confidente e il custode
fedele degli sfoghi, delle preghiere, delle emozioni, dello
sconforto e dell’entusiasmo di capi e ragazzi. Quale
migliore testimone, allora, di questi primi vent’anni di
scoutismo a Tovo? Abbiamo nuovamente sfogliato i Quaderni delle
Veglie, abbiamo riletto i pensieri spontanei di tanti ragazzi e
ragazze e ne abbiamo scelto alcuni, più intensi o di
contenuto più generale. La grammatica e il lessico non
sono sempre impeccabili … ma sono profondamente autentici,
vivi e sinceri. Sono la testimonianza diretta e parlante di come
lo scoutismo ha fatto riflettere, crescere, maturare i ragazzi e
i capi attraverso l’esperienza del contatto con la natura e
con Dio, e del vero confronto con gli altri.
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Reparto “Aquile Spioventi
delle Terre Bruciate”
Cappello,
11.09.1982 Laudato sii, mi’ Signore Per il silenzio
della notte. Laudato sii, mi’ Signore Per la bella
giornata trascorsa in comunità. Laudato sii, mi’
Signore Per gli amici con i quali sto pregando. Laudato
sii, mi’ Signore Laudato sii … Queste tre
semplici frasi sono per noi il riassunto di questa
giornata. Enrica – Graziella – Roberta
Podenzana,
04.01.1984 Volge alla fine il nostro campo invernale Gnomix
‘83-’84. Ti ringrazio, o Signore, di avermi dato la
possibilità di parteciparvi, è stato un campo
concentrato stupendo … non credevo! Davanti a questo fuoco
quasi mi commuovo, sono triste, domani si riparte. Anche se
all’inizio ero titubante ad intraprendere questa attività
ora sono felice. Le stelle, il fuoco ora sono le nostre uniche
sentinelle. Gesù, ancora una volta ti ringrazio della
bella esperienza che mi hai proposto, fa’ che in futuro
possa rispondere positivamente a tutto, ma fa’ anche che i
miei amici possano condividere la mia gioia. Elisabetta
Osiglia,
01.07.1989 Dio sussurra ininterrottamente nel nostro rumore, e
solo nel silenzio possiamo sentirlo. Nel chiasso di tutti i
giorni la parola di Cristo viene dispersa e derisa, ma dentro di
noi vive e continua a parlarci. Nel campo, nelle sue esperienze,
nella gioia di stare insieme, nell’amarezza e anche nella
fatica Dio si fa presente, non ci lascia mai, è con noi
quando ridiamo e quando piangiamo, quando lavoriamo e quando
pensiamo. Nonostante il campo sia sempre pieno di attività,
il Suo messaggio trova largo spazio in una sola parola: “AMORE”,
l’affetto che lega la squadriglia, gli amici, che rende
ogni piccola cosa (anche faticosa) ricca di messaggi e di
significati. In un sorriso di un determinato momento, nell’aiuto
di uno squadrigliere verso un altro, nella gioia di passare per
più di una settimana ogni momento della giornata, ogni
lavoro, ogni gioco con gli altri: qui c’è AMORE,
perché qui c’è la mano di Dio. Gli
ostacoli sono tanti: la pigrizia, l’egoismo, il rancore e
tanti altri, ma Dio è sempre presente. Il campo può
quindi secondo essere considerato un lungo deserto con strade in
discesa e tanta salita condivisa con gli altri. Se Dio non fosse
presente nel campo, di questa esperienza a lungo andare non
resterebbe nulla, magari solo il ricordo di un momento
divertente, ma niente di più. Invece ogni volta torniamo
con qualcosa di più, senza nemmeno rendercene conto.
Grazie, Signore, perché mi dai questa grande possibilità
di incontrarti negli altri. Spesso passando per le strade di
un paese dove siamo in campo o in uscita, tanta gente ci guarda
passare sporchi e carichi di zaini, e qualcuno lo fa con aria di
compatimento. In quel momento ringrazio dentro di me il Signore
perché io so vedere nel cammino che faccio qualcosa che
certa gente neppure sa che esista. In quel momento sono felice di
essere con lo zaino sotto il sole invece che a casa nelle mie
comodità. Ancora grazie per la possibilità che mi
dai di leggere la Tua parola negli occhi e nei gesti di questi
miei insostituibili compagni che sono gli scout. Con tanto
affetto, Paola
Osiglia, 01.07.1989 Preservami, o
Signore, dalla malinconia senza ragione, dalla noia che tutto
distrugge. Fammi brillare davanti agli occhi sempre nuove mete e
fammele toccare prima che io mi stanchi per via. Marina
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Clan “Ulisse”
Rialto,
28 gennaio 1990 Sono contento di essere uno scout! Solo grazie
allo scoutismo riesco a prefiggermi delle mete, che mi aiuteranno
in tutta la vita! Ti ringrazio, Signore: riuscirò a
diventare quello che sono, a pensare su quello che penso e a
parlare su quello che penso. Riuscirò ad essere il meglio
di me stesso. Grazie per quello che sono, Giuliano
Rialto,
28 gennaio 1990 Non mi ci vuole molto a capire che voi siete
molto importanti per me, visto che su di noi, sul nostro gruppo
ho fatto affidamento per continuare a crescere secondo quella che
è la maniera migliore possibile. Così da voi io
traggo molto del mio ossigeno per non fermarmi, per cercare
sempre cose nuove a cui guardare, interessarmi, per non
fossilizzarmi sulla forma di vita più comoda dove tutto è
scontato e stabilito. Molte volte mi accorgo, però, che
poi non riesco a ricambiare tutto quello che prendo da voi.
Eppure io avrei tante cose da dirvi, magari vi potrei dare anche
qualcosa. Ma quando viene il momento di ricambiarvi ecco che mi
blocco. Non riesco ad esternare tutti quei sentimenti che mi si
accavallano dentro; nasce in me una sorta di paura che mi fa
pensare che le cose che potrei dire o fare non siano capite, non
interessino agli altri. Facendo ciò, comportandomi in
tal modo mi accorgo di sbagliare, perché avere un dialogo,
uno scambio di idee e di pensieri con gli altri è molto
importante, anche perché non posso pensare a una vita
senza gli altri: qualunque cosa farò in futuro, più
o meno prossimo, deve sempre esistere un rapporto con gli altri
perché, altrimenti, che significato avrebbe vivere la vita
da soli? Sulla base di queste mie piccole considerazioni,
cercherò di aprirmi di più a voi, di non prendere
solamente, ma anche di dare. So già che questo mi sarà
difficile, ma spero che con l’aiuto di Dio e col vostro, io
riesca a cambiare. Simona
Magliolo, 5 maggio 1990 O
Signore, lava via da me la confusione e l’apatia; aiutami a
comprendere, con la testa e con il cuore, la grandezza e
l’importanza del saper affrontare la vita. Manuela
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Reparto “Nuova
Atlantide”
Viola St. Gréé,
29.12.95, ore 24.10 circa ... il momento della Veglia è
giunto ormai. Domani ci saranno le Promesse e, al solo pensiero,
mi salta in mente lo scorso anno quando il vero significato della
parola SCOUT non lo conoscevo e mi accingevo a compiere uno dei
passi più importanti del momento. Adesso ho compreso che
la parola SCOUT NON vuol dire solo Challenge, bans e giochi, ma
anche aver Fede verso il Signore, amicizia nei confronti dei
nostri compagni e un rapporto migliore con la natura. A me la
Promessa ha comportato tutta quella serie di cose sopra elencate.
Essere scout è la cosa più bella che si possa
essere ... Luisa - GATTA INTRAPRENDENTE
Palanfrè,
07.08.1996 Caro quaderno delle Veglie, in questo momento mi
trovo nella tenda azzurra a meditare e a pensare, mentre tutti
gli altri sono indaffarati a costruire, chi una zattera, chi un
carretto, chi un ponte. Oggi è la giornata organizzata
dalle mitiche 4° tappe, ossia io, Sabrina e Annalisa e per
questo sono molto eccitato e non vedo l’ora di iniziare il
gioco che si svolgerà oggi pomeriggio. Ormai sono già
passati cinque giorni di campo e si avvicina sempre di più
il momento dell’HYKE, in cui io e le altre 4° tappe
dovremo passare il guidone ai nostri vice-capo e trascorrere un
giorno da soli chiedendo ospitalità a delle persone a noi
sconosciute. In questi primi giorni di campo ho vissuto dei
momenti indimenticabili, sia durante il montaggio della tenda,
sia durante il challenge, che sfortunatamente non si è
svolto nei migliore dei modi, ma il giorno dopo è stato
recuperato tutto il tempo perduto e tutti hanno vinto la paura e
hanno saputo affrontare con tranquillità un altro
challenge. Beh, adesso è tardi e devo salutarti, ma non ti
preoccupare perché tra non molto ritornerò qui per
scrivere di nuovo le mie emozioni e le mie impressioni. Ciao,
Marco - ORSO SAGGIO P.S.: C’è qui Alessio che sta
tagliando la legna con l’accetta e fa un casino
bestiale...
CAMPO ESTIVO ZERI 2000 - HYKE CIAO Reparto,
qui è il vostro “cinghiale” Matteo che vi
scrive, purtroppo anche per me è giunto il momento di
lasciarvi. Grazie a voi ho trascorso quattro anni bellissimi,
pieni di avventure e emozioni sempre nuove che mi hanno permesso
di maturare e diventare più responsabile. Per fortuna ho
sempre avuto una squadriglia compatta e unita durante la mia
lunga permanenza in reparto, che mi ha fatto passare bellissime
esperienze personali, è anche per questo che mi dispiace
lasciare questo gruppo fantastico composto da persone
meravigliose. Ringrazio i miei precedenti capi squadriglia per
tutto quello che mi hanno insegnato e ora io posso trasmettere ai
miei piedi teneri, nella speranza che crescano, con voglia ed
entusiasmo, per continuare il loro cammino scout appena
all’inizio. Chiedo scusa alla squadriglia se a volte
sono stato molto duro ... grazie agli scout ho rafforzato il mio
cammino di fede e mi sono avvicinato maggiormente a Dio, e mi
hanno insegnato a pensare agli altri come a me stesso. Ringrazio
nuovamente tutto il reparto per l’affetto che mi avete dato
e lascerete dentro di me, un segno indelebile che non si
cancellerà mai più. V.V.T.B., Matteo -
CINGHIALETTO ENTUSIASTA
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Clan “Rosa dei
Venti”
Settembre 2000 Per me, l’andare
in route è lasciarmi alle spalle i problemi di ogni
giorno, per riuscire a vivere appieno tutti i giorni della route.
È scoprire nuovi posti vicini e lontani, conoscere nuove
realtà di vita e compiere nuove esperienze, anche di
servizio se necessario e se se ne presenta l’occasione. È
vivere anche a contatto con la natura, con semplicità e
confidando sempre in Dio. È riuscire a fare comunità
con gli altri componenti del Clan. Ed è anche strada,
... Nicola
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IL TESTAMENTO DI BADEN-POWELL
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“... Io ho trascorso una vita
felicissima e desidero che ciascuno di voi abbia una vita
altrettanto felice. Credo che il Signore ci abbia messo in questo
mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La
felicità non dipende dalle ricchezze né dal
successo nella carriera, né dal cedere alle nostre voglie.
Un passo verso la felicità lo farete conquistandovi salute
e robustezza finché siete ragazzi, per poter essere utili
e godere la vita pienamente una volta fatti uomini. Lo studio
della natura vi mostrerà di quante cose belle e
meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità.
Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il
profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non a
quello brutto. Ma il vero modo di essere felici è quello
di procurare felicità agli altri. Procurate di lasciare
questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete
trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete
morire felici nella coscienza di non avere sprecato il vostro
tempo, ma di avere fatto DEL VOSTRO MEGLIO ...” Londra,
Jamboree 1947 IL VOSTRO AMICO B.P.
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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II IN OCCASIONE DELLA XVI
GIORNATA DELLA GIOVENTÙ
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Cari giovani, non vi sembri strano se,
all'inizio del terzo millennio, il Papa vi indica ancora una
volta la croce come cammino di vita e di autentica felicità.
La Chiesa da sempre crede e confessa che solo nella croce di
Cristo c'è salvezza. Una diffusa cultura dell'effimero,
che assegna valore a ciò che piace ed appare bello,
vorrebbe far credere che per essere felici sia necessario
rimuovere la croce. Viene presentato come ideale un successo
facile, una carriera rapida, una sessualità disgiunta dal
senso di responsabilità e, finalmente, un'esistenza
centrata sulla propria affermazione, spesso senza rispetto per
gli altri. Aprite però bene gli occhi, cari giovani:
questa non è la strada che fa vivere, ma il sentiero che
sprofonda nella morte. Dice Gesù: ''Chi vorrà
salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà
la propria vita per me, la salverà''. Gesù non ci
illude: ''Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi
si perde o rovina se stesso?'' (Lc 9, 24-25). Con la verità
delle sue parole, che suonano dure, ma riempiono il cuore di
pace, Gesù ci svela il segreto della vita autentica (cfr.
Discorso ai giovani di Roma, 2 aprile 1998). Non abbiate paura,
dunque, di camminare sulla strada che il Signore per primo ha
percorso con la vostra giovinezza, imprimete al terzo millennio
che si apre il segno della speranza e dell'entusiasmo tipico
della vostra età. Se lascerete operare in voi la grazia di
Dio, se non verrete meno alla serietà del vostro impegno
quotidiano, farete di questo nuovo secolo un tempo migliore per
tutti. Con voi cammina Maria, la Madre del Signore, la prima
dei discepoli, rimasta fedele sotto la croce, da dove Cristo ci
ha affidati a Lei come suoi figli. E vi accompagni anche la
Benedizione Apostolica, che vi imparto di gran cuore. Dal
Vaticano, 14 Febbraio 2001 IOANNES PAULUS II
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Anno 1980-1981
Reparto “Aquile Spioventi delle Terre
Bruciate” STAFF: Luigi Barlocco –
Vincenzo Barlocco – Massimiliano Vassallo – Tiziano
Dondo – Patrizia Patrone – Siva Vassallo
ATTIVITÀ
PRINCIPALI: campo estivo in loc. Caragna – Calizzano
(SV)
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Anno 1981-1982
Reparto “Aquile Spioventi delle Terre
Bruciate” STAFF: Luigi Barlocco – Tiziano
Dondo – Patrizia Patrone – Siva Vassallo ATTIVITÀ
PRINCIPALI: campetto a Cappello (CN)
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Anno 1982-1983
Branco “Lupi della Valle Verde” STAFF:
Luigi Barlocco (Akela) – Paola Borderi – Giampaolo
Grosso – Elisabetta Nicosia ATTIVITÀ PRINCIPALI:
vacanze di branco a Cappello (CN)
Reparto “Aquile
Spioventi delle Terre Bruciate” STAFF: Tiziano
Dondo – Marina Fazio ATTIVITÀ PRINCIPALI: campo
estivo a Nava (CN)
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Anno 1983-1984
Branco “Lupi della Valle Verde” STAFF:
Luigi Barlocco (Akela) – Paola Borderi – Paolo
Fontana ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco in
loc. Frassino – Calizzano (SV)
Reparto
“Aquile Spioventi delle Terre Bruciate” STAFF:
Marco Mazzucchelli – Marina Fazio – Tiziano Dondo –
Vincenzo Barlocco – Giovanna Cavagnaro ATTIVITÀ
PRINCIPALI: campo invernale a Podenzana (SP) campo estivo a
Montisola (BS)
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Anno 1984-1985
Branco “Lupi della Valle Verde” STAFF:
Luigi Barlocco (Akela) – Anna Baruzzo ATTIVITÀ
PRINCIPALI: vacanze di branco a Testico (SV)
Reparto
“Aquile Spioventi delle Terre Bruciate” STAFF:
Marco Mazzucchelli – Giovanna Cavagnaro – Vincenzo
Barlocco – Cecilia Scrivano – Paolo Fontana –
Carmen Varagliotti ATTIVITÀ PRINCIPALI: campo
invernale a Testico (SV) campo estivo a Sassello (SV)
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Anno 1985-1986
>Branco “Lupi della Valle Verde” STAFF:
Luigi Barlocco (Akela) – Anna Baruzzo – Carletto
Fazio ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a Cappello
(CN)
Reparto “Aquile Spioventi delle Terre
Bruciate” STAFF: Marco Mazzucchelli –
Paola Borderi – Nicola Pecchioni – Alberto Borro –
Iosella Castagneris – Patrizia Savoretti ATTIVITÀ
PRINCIPALI: campo invernale a Mendatica (IM) campo estivo a
Vernante (CN)
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Anno 1986-1987
Branco “Lupi della Valle Verde” STAFF:
Paola Borderi (Akela) – Beppe Sfacteria – Alberto
Borro ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a Colle di
S. Bernardo (CN)
Reparto “Aquile Spioventi
delle Terre Bruciate” STAFF: Marco Mazzucchelli
– Vincenzo Barlocco – Claudio Borro – Silvia
Mastrangelo – Enrica Patrone – Stefano
Giribone ATTIVITÀ PRINCIPALI: campo invernale a
Cappello (CN) campo estivo a Tanarello (IM)
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Anno 1987-1988
Branco “Lupi della Valle Verde” STAFF:
Paola Borderi (Akela) – Michele Baruzzo – Massimo
Ivaldo
Reparto “Aquile Spioventi delle Terre
Bruciate” STAFF: Vincenzo Barlocco –
Claudio Borro – Pietro Pecchioni – Monica Ivaldo –
Achim Merlo – Mario Paletta ATTIVITÀ
PRINCIPALI: campo invernale a Urbe (SV) campo estivo a
Castelnuovo Val di Cecina (PI)
Noviziato “La
Quercia Antica” STAFF: Marco Mazzucchelli –
Stella Esposito – Mauro Pozzi ATTIVITÀ
PRINCIPALI: route invernale a Venezia
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Anno 1988-1989
Branco “Lupi della Valle Verde” STAFF:
Luigi Barlocco (Akela) – Paola Borderi ATTIVITÀ
PRINCIPALI: vacanze di branco a Cappello (CN)
Reparto
“Aquile Spioventi delle Terre Bruciate” STAFF:
Massimiliano Vassallo – Vincenzo Barlocco – Massimo
Ivaldo – Elisabetta Spadoni ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo estivo a Osiglia (SV)
Comunità R/S
“La Quercia Antica” STAFF: Marco
Mazzucchelli – Stella Esposito – Mauro Pozzi ATTIVITÀ
PRINCIPALI: route invernale ad Assisi – Spello (PG)
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Anno 1989-1990
Comunità R/S “Ulisse” STAFF:
Mauro Pozzi – Vincenzo Barlocco ATTIVITÀ
PRINCIPALI: route invernale all’Isola d’Elba route
estiva nella Valle delle Meraviglie (Francia)
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Anno 1990-1991
Comunità R/S “Ulisse” STAFF:
Mauro Pozzi – Vincenzo Barlocco ATTIVITÀ
PRINCIPALI: route invernale a Firenze e Colline del
Chianti route estiva in Grecia
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Anno 1991-1992
Comunità R/S “Ulisse” STAFF:
Mauro Pozzi – Vincenzo Barlocco – Agostino
Toselli ATTIVITÀ PRINCIPALI: route invernale a
Portovenere – Cinque Terre (SP) route estiva a
Kandersteg – Cantone Bernese (Svizzera)
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Anno 1992-1993
“Pre-lupettismo” STAFF: Andrea
Fazio – Castore Sirimarco – Francesco De Cocco –
Simona Patrone – Vanessa Sorbi
Comunità
R/S “Ulisse” STAFF: Mauro Pozzi –
Agostino Toselli ATTIVITÀ PRINCIPALI: route
invernale a Recco – Montallegro (GE) route estiva a
Limone – Monesi – Giogo di Toirano (con il Clan
“Rocca delle Aquile” – Pietra Ligure I)
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Anno 1993-1994
Branco “Rocca del Sole” STAFF:
Castore Sirimarco (Akela) – Vanessa Sorbi – Manuela
Sciutto – Francesco De Cocco – Simona Patrone –
Giuliano Borrelli – Francesco Sferrazzo – Davide
Dutto ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a Viola
St. Gréé (CN)
La comunità R/S svolge
attività con il Noviziato “Uragano I” e con il
Clan “Rocca delle Aquile” – Pietra Ligure I
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Anno 1994-1995
Branco “Rocca del Sole” STAFF:
Castore Sirimarco (Akela) – Simona Patrone – Sonia
Ghio – Alessio Guglielmi – Andrea Squarise –
Paolo Pasquariello ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di
branco a Prato Nevoso (CN)
Reparto “Nuova
Atlantide” STAFF: Davide Pasquariello –
Manuela Sciutto – Pierangelo Folco – Marina Ivaldo –
Paolo Marsotto – Sabina Sorbi ATTIVITÀ
PRINCIPALI: campo invernale a S. Bernardo di Conio (IM) campo
estivo a Prazzo (CN)
La comunità R/S svolge
attività con il Noviziato “Uragano” e con il
Clan “Rocca delle Aquile” – Pietra Ligure I
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Anno 1995-1996
Branco “Rocca del Sole” STAFF:
Simona Patrone (Akela) – Giuliano Borrelli – Michela
Giribaldo – Andrea Cesio – Yeorghia Staphylopatis –
Alessio Guglielmi ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di
branco a Col di Nava (IM)
Reparto “Nuova
Atlantide” STAFF: Davide Pasquariello –
Manuela Sciutto – Pierangelo Folco – Marina Boragno –
Maurizio Crescia – Alessio Valeriani – Micaela
Anselmo ATTIVITÀ PRINCIPALI: campo invernale a Viola
St. Gréé (CN) campo estivo a Palanfrè
(CN)
La comunità R/S svolge attività con il
Noviziato “Uragano” e con il Clan “Rocca delle
Aquile” – Pietra Ligure I
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Anno 1996-1997
Branco “Rocca del Sole” STAFF:
Simona Patrone (Akela) – Giuliano Borrelli – Marina
Boragno – Marco Sanna – Miriam Ivaldi ATTIVITÀ
PRINCIPALI: vacanze di branco a Palo – Sassello
(SV)
Reparto “Nuova Atlantide” STAFF:
Davide Pasquariello – Paola Savoretti – Pierangelo
Folco – Paolo Vite ATTIVITÀ PRINCIPALI: campo
invernale a Triora (IM) campo estivo a Colico (CO)
La
comunità R/S svolge attività con il Noviziato
“Uragano I” e con il Clan “Rocca delle Aquile”
– Pietra Ligure I
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Anno 1997-1998
Branco “Rocca del Sole” STAFF:
Giuliano Borrelli (Akela) – Marina Boragno – Paolo
Pasquariello – Elena Accame – Giovanna
Aicardi ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco
all’Eremo del Deserto di Varazze (SV)
Reparto
“Nuova Atlantide” STAFF: Davide
Pasquariello – Manuela Sciutto – Michela Giribaldo –
Enrico Marangoni – Anna Fazio ATTIVITÀ
PRINCIPALI: campo invernale a Ceriana (IM) campo estivo a
Entracque (CN)
Comunità R/S “Rosa dei
Venti” STAFF: Pierangelo Folco – Simona
Patrone ATTIVITÀ PRINCIPALI: route invernale alle
Cinque Terre (SP) route estiva in Abruzzo
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Anno 1998-1999
Branco “Rocca del Sole” STAFF:
Marina Boragno (Akela) – Paolo Pasquariello –
Yeorghia Staphylopatis – Stefania Borrelli ATTIVITÀ
PRINCIPALI: vacanze di branco a Barbassiria – Calizzano
(SV)
Reparto “Nuova Atlantide” STAFF:
Giuliano Borrelli – Manuela Sciutto – Francesca Manca
– Annalisa Rosso ATTIVITÀ PRINCIPALI: campo
invernale a Deversi (CN) campo estivo a Tanarello
(IM)
Comunità R/S “Rosa dei
Venti” STAFF: Pierangelo Folco – Simona
Patrone – Davide Menoni ATTIVITÀ
PRINCIPALI: route invernale a Firenze route estiva a Monesi
– Limone (CN)
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Anno 1999-2000
Branco “Rocca del Sole” STAFF:
Paolo Pasquariello (Akela) – Yeorghia Staphylopatis –
Stefania Borrelli – Marco Sanna – Davide
Borlotti ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a
Ceriana (IM)
Reparto “Nuova
Atlantide” STAFF: Giuliano Borrelli –
Elena Accame – Francesca Manca – Nicola
Pastorino ATTIVITÀ PRINCIPALI: campo invernale
all’Eremo del Deserto di Varazze (SV) campo estivo a
Zeri (MS)
Comunità R/S “Rosa dei
Venti” STAFF: Pierangelo Folco – Davide
Menoni – Mauro Pozzi ATTIVITÀ PRINCIPALI: route
invernale a Lucca – Pisa route estiva al Monte
Castellermo (SV)
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Anno 2000-2001
La Comunità Capi è così composta: A.E.
DI GRUPPO: don Giovanni Losa, parroco di Tovo San
Giacomo ANIMATORI: Mauro Pozzi – Manuela Sciutto –
Maurizio Crescia A.E. di Co.Ca.: padre Maurizio Napoli STAFF
DI BRANCO: Yeorghia Staphylopatis (Akela) – Davide Menoni –
Simona Patrone – Sabrina Borrelli STAFF DI REPARTO:
Giuliano Borrelli – Elena Accame – Nicola
Pastorino NOVIZIATO: Stefania Borrelli in staff con il
Noviziato “Uragano I” di Pietra Ligure CLAN:
Davide Pasquariello in staff con il Clan “Rocca delle
Aquile” di Pietra Ligure A DISPOSIZIONE: Pierangelo
Folco – Alessio Guglielmi – Francesca Manca –
Paolo Pasquariello – Giulia Vecchio
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