Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani
COMUNITA' CAPI DEL GRUPPO SCOUT TOVO SAN GIACOMO I

 

PASSINSIEME
20 ANNI DI PISTA, SENTIERO, STRADA

 

Con il patrocinio del comune di Tovo San Giacomo

 


 

Prefazione

Mi è stato chiesto di scrivere una breve presentazione a questo libro, in occasione del Ventennale del Gruppo Scout di Tovo San Giacomo, al quale il Comune di Tovo San Giacomo ha volentieri concesso il proprio patrocinio.
Che dire? Innanzitutto un “bravi” a questi giovani che da vent’anni svolgono un importante servizio educativo rivolto agli adolescenti, ragazzi e bambini del nostro paese, e soprattutto la speranza che possa continuare per molto tempo con gli stessi risultati.
Molte volte in questi anni mi sono sentito dire dal sindaco uscente, Luigi Barlocco, che l’impegno di amministratore pubblico è quasi il naturale compimento del cammino educativo scout, fondato su valori di impegno e disponibilità.
Ne sono convinto, perché so che anche lui come molti giovani di Tovo ha vissuto questa esperienza, mettendola al servizio della comunità. Vent’anni non sono pochi!
Al gruppo A.G.E.S.C.I. “Tovo San Giacomo I” i più vivi complimenti per quanto è stato fatto ed i migliori auguri per l’avvenire.

Tovo San Giacomo, 2 giugno 2001

Il Sindaco Carletto FANTONI

 


 

PERCHÉ FESTEGGIARE IL VENTENNALE ?

“Il presente è un ponte tra passato e futuro”.
Ognuno di noi ha una storia da raccontare. Ognuno di noi non sarebbe quello che è se non avesse una storia alle spalle: una serie di esperienze, di incontri, di occasioni prese al volo o mancate, di scelte casuali, forzate o consapevoli. Ognuno di noi ha anche delle attese, delle speranze, dei sogni, forse anche dei precisi progetti per il futuro.
“Carpe diem”, afferra l’attimo presente, l’attimo fuggente, dicevano gli antichi. Ma per vivere pienamente il Presente è necessario, ogni tanto, fermarsi e riflettere per capire quanto abbiamo imparato dal Passato e per porsi qualche obiettivo nel nostro cammino verso il Futuro.
Questo è quello che cerchiamo di fare adesso. Dopo vent’anni ci fermiamo un momento per ascoltare, per affrontare meglio il cammino. Ci fermiamo per fare insieme festa, perché siamo contenti e vogliamo condividere la nostra esperienza.
Vogliamo fare festa e non auto-celebrare noi stessi. Vogliamo ringraziare chi ci ha preceduto e ci è stato Maestro di Strada. Vogliamo salutare i nostri fratelli che hanno percorso un tratto del loro cammino insieme a noi, e ora non possono essere qui a festeggiare.
Vogliamo ringraziare chi ancora oggi, 2 giugno 2001, decide di camminare ancora un pezzo di strada insieme a noi. Vogliamo ringraziare soprattutto i genitori, i nostri genitori e quelli dei nostri ragazzi, perché, guardando avanti, hanno saputo sempre darci fiducia e incoraggiarci.
E da ultimo vogliamo ringraziare anche la Provvidenza, perché … beh, il perché lo sappiamo tutti … grazie per i “ Segni del Tempo”.

Tovo S. Giacomo, maggio 2001

I Capi Gruppo
Manuela e Mauro

 


 

LA NOSTRA STORIA

Il gruppo scout di Tovo San Giacomo non è nato dal nulla; al contrario, la sua formazione è stata il frutto di un’attività preparatoria che ha avuto inizio nel 1978 con l’arrivo a Tovo di un giovane e intraprendente sacerdote, don Pino Zunino.
In quegli anni, don Pino raccolse e coordinò il gruppo di adolescenti e giovani che gravitavano attorno alla Parrocchia, fino a quel momento privi di una “base metodologica” su cui lavorare, e focalizzò la loro attività introducendo poco a poco il metodo scout, strumento non solo di crescita personale ma anche di maturazione dell’intera comunità ecclesiale.
Il lavoro dei primi anni raggiunse il suo compimento il 28 giugno 1981: in occasione della festa di S. Eligio, sotto forma di “squadriglie libere” del gruppo Pietra Ligure I nacque ufficialmente il Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”, così battezzato da uno degli esploratori, l’indimenticato Claudio Zuffo. Il primo campo estivo si svolse a Calizzano – località Caragna; le squadriglie partecipanti erano Volpi e Falchi (femminili), Condor e Puma (maschili).
In quel periodo, non esistevano né il Clan, né la Comunità Capi; i rover e i capi partecipavano alle attività del gruppo Pietra Ligure I. Intanto, però, il nuovo gruppo si stava espandendo e rafforzando sempre più; nell’ottobre 1982 si raggiunse una nuova importante tappa con la nascita del Branco “Lupi della Valle Verde”, che nell’estate del 1983 trascorse le prime vacanze di branco a Garessio – frazione Cappello. I colori scelti per le sestiglie erano Bigi, Fulvi, Granata, Marroni.
La crescita del gruppo continuava, con sempre maggiore autonomia rispetto al gruppo Pietra Ligure I: nel 1986 la Comunità Capi divenne autonoma ed elaborò il primo Progetto Educativo di gruppo; nel 1987 nacque il Noviziato “La Quercia Antica”, che svolse la prima route a Venezia.
Purtroppo, proprio quando per la prima volta sussistevano le premesse per un cammino maturo ed autonomo, si incontrarono le prime serie difficoltà: nel 1989, per mancanza di capi ma anche per difficoltà logistiche (la sede e la tana erano inagibili a causa di lavori eseguiti dall’Amministrazione Comunale), il Branco e il Reparto vennero temporaneamente chiusi; continuò l’attività della sola branca R/S, che percorse un cammino preparatorio di circa un anno che culminò con la formazione del Clan “Ulisse” nel maggio del 1990.
Il cammino del Clan Ulisse è stato una fucina feconda da cui, passo dopo passo, è stato ricostruito il gruppo. Nel 1992, al termine della route estiva in Svizzera, vennero date le prime due partenze, e i nuovi capi entrarono a far parte della Co.Ca. di Pietra Ligure.
Si iniziò un anno di attività in preparazione all’apertura del nuovo Branco, dando vita all’esperienza del pre-lupettismo; nel 1993 nacque ufficialmente il nuovo Branco “Rocca del Sole”, con le sestiglie Bigi, Bruni, Fulvi, Neri, Pezzati. L’anno di attività culminò con le vacanze di branco a Viola St. Gréé.
Nel 1994 rinacque il Reparto, con le squadriglie Ghepardi, Volpi e Pantere; le Guide e gli Esploratori battezzarono il Reparto “Nuova Atlantide”. Al termine del primo campo estivo svolto a Prazzo (CN), tre ragazze e un ragazzo al quarto anno di Reparto passarono nel Noviziato di Pietra Ligure.
Negli ultimi anni, il gruppo ha ripreso nuovamente un cammino autonomo: nel 1997 è stata riaperta ufficialmente la Co.Ca. del gruppo Tovo San Giacomo I, ed è nata la Comunità R/S “Rosa dei Venti”.
Oggi il gruppo è costituito dal Branco misto (circa 25 lupetti e lupette) e dal Reparto misto (circa 20 guide ed esploratori); la Comunità Capi è costituita da circa 15 capi. I novizi e i rover / scolte svolgono attività rispettivamente nel Noviziato “Uragano I” e nel Clan “Rocca delle Aquile” del gruppo scout di Pietra Ligure, con staff miste formate da capi di entrambe le Comunità Capi.

 


 

TESTIMONIANZE

 

Intervista a don Pino Zunino (parroco di Tovo dal 1978 al 1992; fondatore del Gruppo Scout Tovo S.Giacomo I)
Domanda: Come hai conosciuto lo Scoutismo?
Risposta: lo Scoutismo l’ho conosciuto in Seminario a 17-18 anni, nei primi anni ‘60. Sono entrato a far parte, con don Angelo Bianco, don Rinaldo e altri seminaristi, del Clan di Albenga. Ricordo di aver partecipato anche a qualche Route. Poi, una volta diventato prete, sono entrato, come vice-parroco, il 2 luglio del ’68 al Sacro Cuore di Albenga.
In quel periodo il gruppo era composto dal Branco e da un Reparto maschile. Il mio primo servizio di Assistente Ecclesiastico l’ho svolto da Baloo, partecipando a tutte le attività dell’unità (riunioni, vacanze di branco, etc.). Sono rimasto responsabile del Branco per 3-4 anni, mentre il Reparto lo seguiva don Pio, ora parroco di Giustenice.
Nel frattempo avevo la responsabilità di tutto il settore giovanile maschile della Parrocchia (catechismo, San Filippo Neri calcio, etc.). C’era un buon rapporto d’amicizia con tutti i bambini, i ragazzi e le famiglie. Nel maggio del ‘74 è stata fondata l’AGESCI: fusione delle due organizzazioni scout: l’ASCI (maschile) e l’AGI (femminile).
Anche il gruppo di Albenga stava vivendo un momento di grave crisi: allora ho pensato di rifondare un nuovo Gruppo Scout, maschile e femminile, sfruttando il grosso lavoro di pastorale con i ragazzi fatto in precedenza. Ripartimmo da un nuovo Branco di Lupetti e iniziammo l’attività con le Coccinelle prendendo come Capi ragazze “del giro” della Parrocchia e reclutando bambini e bambine dai gruppi del Catechismo. Ricordo che i primi due campi, Lupetti e Coccinelle, furono rispettivamente a Palo (sopra Sassello) e a Stella S. Giustina. Dai Lupetti, in seguito, nacque il nuovo Reparto e dalle Coccinelle il nuovo Reparto femminile. È così che ho fatto la mia prima esperienza scout.
Lo Scoutismo d’Albenga per me, nella mia esperienza scout, da prete, è stato unico perché è nato da un progetto parrocchiale ed ha assunto veramente i lineamenti pastorali dell’attività ecclesiale: non era un’associazione “per conto suo”, aveva alla base una proposta di fede vissuta, serviva un progetto pastorale di evangelizzazione. Lo Scoutismo ad Albenga fu veramente l’ala portante della pastorale parrocchiale.
All’inizio, per necessità, ero molto accentratore. Facevo io, facendomi aiutare dagli altri. C’era corresponsabilità, ma relativamente. Rappresentavo io l’elemento di continuità. Oggi, nella Chiesa, dopo il Concilio, è maturato un modello di Comunità Ecclesiale più responsabile: sono gli operatori pastorali (catechisti, capi, educatori, ecc.) che con il loro parroco devono diventare capaci di corresponsabilità nell’azione pastorale. Solo una Comunità adulta nella fede viva e responsabile, può essere soggetto attivo e responsabile di una vera azione pastorale. Una Comunità adulta non si improvvisa, adulti si diventa; così è necessario che gli operatori pastorali siano aiutati a diventare adulti nella fede. E questo richiede una scelta seria di formazione umana e cristiana.
Questa evoluzione ad Albenga non era ancora avvenuta quando c’ero io, però lo Scoutismo è stato veramente l’elemento trainante, l’ala portante della attività parrocchiale, il punto di forza della pastorale della Parrocchia. Non c’era una Comunità Capi formale però avevamo un rapporto tra Capi molto stretto, siamo cresciuti insieme. L’impegno scout ad Albenga è nato da un gruppo che lo ha pensato e voluto nella prospettiva dell’evangelizzazione: il prete e gli altri volevamo la stessa cosa, avevamo maturato insieme le ragioni dell’impegno. Naturalmente c’erano un sacco di difetti, ma si voleva portare avanti l’educazione ad una fede che fosse incarnata nella vita. Era molto difficile, soprattutto allora: si usciva dall’epoca della contestazione con una fede un po’ inquadrata e formale e volevamo maturare un atteggiamento di fede vissuto, adulto. L’idea era proprio ricreare un umanesimo cristiano, proponendo il modello di un uomo animato dallo Spirito, capace di essere profondamente se stesso e di recuperare progressivamente la propria identità e autenticità alla luce di un rapporto con Dio vivo e salvante. Una Fede incarnata nella vita: questo è il punto grosso.
Domanda: cosa ti ha spinto a proporre lo Scoutismo a Tovo?
Risposta: il grande obiettivo di Albenga è stato il grande obiettivo di Tovo. L’idea è sempre la stessa: non creare una “sacrestia” nella quale si possa rifugiare chi non sa impegnarsi, ma far sì che la Chiesa, il Vangelo, fosse veramente una ragione forte per vivere in una maniera integra, libera, la vita. Il Concilio ha portato questa novità: un nuovo modello di Fede come rapporto, come comunicazione, come comunione con Dio, come responsabilità per il suo Progetto, il Regno di Dio.
A Tovo la grossa battaglia è stata proprio questa. Una delle scelte, tra le tante, è stata proprio quella di offrire una “Proposta Educativa e di Servizio”: una Parrocchia (e quindi un’attività parrocchiale) al servizio della vita della gente, della libertà della gente, una religiosità che sapesse uscire dagli inquadramenti formali, una fede che desse ragione della voglia e della gioia di vivere. A livello educativo, lo Scoutismo m’è sembrato uno strumento, per piccoli e grandi, che poteva offrire un campo d’azione nel quale vivere un rapporto nuovo, diverso da quello che vede il prete, la Chiesa da una parte, e “gli altri” dall’altra. La proposta scout poteva essere l’occasione per una profonda esperienza religiosa da vivere insieme.
Domanda: Quali difficoltà hai incontrato e quali entusiasmi, soddisfazioni?
Risposta: La prima difficoltà che ho avuto è stata proprio quella di incontrare la gente e i giovani sul terreno del vissuto. Tutti erano disponibili ad aiutare il prete ma nessuno, all’inizio, era disponibile a immischiarsi col prete, a mettere in gioco il proprio modello di vita, ad entrare in comunicazione vera ed in corresponsabilità con il prete.
Lo Scoutismo a Tovo, inizialmente, è stato una proposta di massa, una proposta per tutti, per l’evangelizzazione. La maggioranza dei bambini, dei ragazzi del paese, venivano negli scouts. L’obiettivo era quello di educare tutti a un nuovo modello di Fede, un nuovo modello di rapportarci con Dio e un nuovo modello di essere “Chiesa”, comunità: il tutto maturato alla luce di un vero dialogo con Dio e con un serio ascolto della Parola di Dio: uno Scoutismo non per inquadrare ma per aiutare, per educare, uno strumento per maturare una mentalità nuova, una mentalità cristiana.
Il problema è stato e sarà sempre la qualità dei collaboratori, la loro capacità di crescere, di avere una formazione e una mentalità all’altezza dell’impresa. C’è quindi il grosso nodo di una formazione seria, che dia qualità e i perché delle cose che fai e le ragioni di fede del tuo impegno: altrimenti si fanno le cose materialmente, e rimani un operaio, non diventerai mai un costruttore. Il passo necessario è quello della formazione dei responsabili : cioè prima di “fare” bisogna “essere”, e per poter “essere” evangelizzatori bisogna prima vivere l’esperienza della fede nella Comunità Ecclesiale.
E lì che abbiamo avuto più difficoltà. D’altra parte questo è un po’ il nocciolo dei problemi nelle Parrocchie, dello Scoutismo e di ogni associazione. La Comunità adulta nella fede è costituita da adulti nella fede e deve avere il suo momento culminante, celebrativo nell’Eucaristia. L’adulto nella fede, secondo San Pietro, è colui che diventa capace di dare ragione della speranza che è in lui. Ogni cristiano che vuole diventare adulto nella fede ha il diritto di essere aiutato a maturare questa capacità. Questo è ciò che dà qualità alla testimonianza di ogni animatore, capo e comunità.
Se vogliamo che lo Scoutismo sia un movimento ecclesiale, dobbiamo aiutare i Capi e le comunità a maturare questa sensibilità. È questa la qualità dei Capi: il senso di fede e di appartenenza ecclesiale, una Fede vera, una umanità autentica. Il Capo, nel suo servizio educativo, deve essere capace, contemporaneamente, di una duplice sensibilità: servire Dio e servire gli uomini.
Domanda: Ritieni che oggi, dopo vent’anni, lo Scoutismo possa ancora essere una proposta rispondente alle esigenze dei giovani?
Risposta: lo Scoutismo come metodo è ottimo perché le sue proposte sono immediate, concrete e coinvolgenti: la semplicità di rapporti, l’essenzialità, il contatto con la natura, la scelta di punti di riferimento comuni (la Legge), etc. Tutto ciò ispira bene, metodologicamente, la prospettiva cristiana. Il problema è che il Metodo è solo uno strumento, bisogna saper vedere al di là dello strumento stesso. Ecco perché il problema ritorna al Capo, alla Formazione Capi, alla Comunità Capi, all’appartenenza ecclesiale. La qualità del Servizio che si vuole offrire alla gente, al paese, ai ragazzi, deve essere di una qualità molto forte. La buona volontà, la disponibilità non basta, occorre che l’Educatore “voglia diventare” tale, occorre che senta in sé la necessità di una formazione a tutti i livelli: Capi non si nasce, Capi si diventa. Non bisogna credersi mai arrivati, abbiamo sempre un cammino di maturazione da compiere. È il Signore che ci chiama al servizio, la nostra risposta non è mai scontata. Lo Scoutismo può essere un’occasione molto forte, in esso il cristiano può percorrere il suo cammino di crescita integrale a patto che diventi, per chi lo compie, una forte esperienza di appartenenza ecclesiale, una prospettiva di una piena realizzazione della propria identità personale, perché ognuno maturi fino alla sua pienezza e possa essere, dunque, veramente felice. Questa è la volontà di Dio, questo è il contributo che Dio ci chiede nel nostro servizio educativo.

 

Potremmo essere il tema di una tesi di laurea (di Vincenzo Barlocco, aiuto – capo reparto dal 1983 al 1989, aiuto capo clan dal 1989 al 1992)

Potremmo essere tema per una tesi di laurea: “20 anni di scoutismo a Tovo”. Può sembrare un tema singolare, ma penso non siano molti i gruppi nati in un paese di circa 1480 abitanti (dato del 1981), sparsi in un vasto territorio collinare con 3 parrocchie, che possano “vantare” una cosi lunga presenza sul territorio. Dico questo perché fare scoutismo vuol dire impegnarsi, mettere in gioco il proprio tempo libero per attività in cui l’improvvisazione può essere solo l’eccezione.
C’è un abbandono “fisiologico” da parte di ragazzi/e che hanno fatto scoutismo, così he nelle comunità capi giungono pochi di quelli che parecchi anni prima avevano iniziato come lupetti o esploratori. Nei centri con molti abitanti il “serbatoio” che fornisce forze nuove è grande, diventa quindi più facile gestire la mancanza di risorse umane, cosa difficile se non ardua in un piccolo centro come Tovo.
Quindi penso sarebbe bello uno studio approfondito sui “meccanismi” che hanno permesso di giungere a questo compleanno, considerando anche che in questi 20 anni c’è dentro di tutto: dal parroco che deve andare casa per casa a convincere i genitori affinché lascino venire i figli al campo estivo, all’amministrazione comunale (1989) che ti demolisce la sede senza avvisarti, facendoti trovare al tuo ritorno porte sfondate e calcinacci mescolati con tende e batterie da cucina.
Lasciando i pensieri un po’ pazzi e senza raccontare i valori dello scoutismo, perché c’è sicuramente chi lo fa meglio di me, vorrei esprimere quello che secondo me è il valore più bello dello scoutismo: il farci sentire nel silenzio della notte la voce di Dio. Sono per me indimenticabili le veglie alle stelle dove, tra canti di grilli, versi di uccelli notturni, stelle cadenti, gorgheggio di ruscelli o impeto di fiumi, ti senti parte di un qualcosa di meraviglioso, che Qualcuno (chiamalo Dio, Allah, Buddha o Manitù) ci ha dato perché noi fossimo felici. E Dio, sì lui, proprio lui, lo senti lì vicinissimo a te.

 

Memorie (quasi serie) di un Capo Scout in servizio a Tovo S. Giacomo (di Marco Mazzucchelli, capo reparto dal 1983 al 1987, maestro dei novizi dal 1987 al 1989)
Sperando di non annoiare troppo, iniziamo dal primo campo invernale che io ricordo... vicino alla Spezia, Podenzana, un campo direi molto sperimentale e con dei risvolti anche buffi, piccoli scout che probabilmente non sapevano che cosa stavano facendo, capi incerti, momenti indimenticabili come la cartina letta al contrario...
Potrei continuare in questo modo per molte pagine, ricordando il campo del Lago d’Iseo (evoluto in “Lagher” d’Iseo), il campo di Vernante dove tra trote e teste molle e tendine dei capi che ..., il campo dei cinesi al Lago dei Gulli di Sassello, con un cambusiere Priore della confraternita di Tovo, il campo di Testico dove per una caffettiera... Uscite al Monte Carmo in due persone (io e il mio fedele Armaduk Vincenzo), la Route di Venezia, la Route di Assisi – Roma, insomma ricordi credo indelebili nella memoria dei partecipanti.
Non continuo anche perché i ricordi si fanno confusi; invece voglio ricordare i momenti meno visibili e più intimi di un giovane Capo che viene catapultato nella dimensione di Tovo San Giacomo. Il primo sentimento che riaffiora è la gioia di trovare un ambiente giovanile molto disponibile ad accettare una proposta nuova e impegnativa come lo scoutismo, un Assistente spirituale che oltre allo spirito pensava anche al corpo e ai Capi che avevano veramente bisogno del suo arricchente appoggio. Un rapporto con gli ambienti familiari che, inizialmente difficile (nel carattere dei liguri “di paese” è normale), si è sciolto in un vero gruppo di amici appena ci si è conosciuti un pochino di più.
Insomma, penso di poter affermare con sicurezza di non venire smentito se affermo che gli anni di vita con gli Scout a Tovo, ben spesi, dei capi che con il sottoscritto hanno avuto questa fortuna, si possano annoverare tra le esperienze formative consigliabili a tutti i capi giovani e non, visto il rapporto costruttivo che si instaura con il paese, anche con le istituzioni, e soprattutto la grande manualità che ancora si trova nei ragazzi.
Terminando queste poche righe (certamente confuse ai più), parlando anche da Consigliere Generale e Responsabile della Zona Ingauna dell’AGESCI (bisogna dare un tocco di ufficialità alla cosa!), posso ben dire che con Tovo e con gli scout del Tovo San Giacomo I (che esistono…!) sia ormai ben affermata la concreta convinzione che anche un piccolo paese può fare molto per i suoi ragazzi solo continuando a proporre, finalmente con Capi di Tovo, uno scoutismo più di contenuti e di rapporti e meno di facciata.
Ringrazio tutti gli amici di Tovo, i ragazzi di allora, che oggi sono già impegnati nella vita sociale del proprio paese, tutti gli Aiuti, i Rover, le Scolte, le famiglie per quanto siamo riusciti a fare per i “nostri” ragazzi.

 

Gli eroi del Clan Ulisse (di Mauro Pozzi, capo clan dal 1989 al 1993)
Qualche anno fa ho avuto la fortuna di essere prima Maestro dei Novizi e poi Capo del Clan Ulisse. Quattro anni (dall’ ‘89 al ’93) di avventure, di riunioni ordinarie, di testimonianze forti, di impegno nel quotidiano. Come definire quel periodo e le persone che incontrai? Che titolo dare a quegli anni?
Mi sento di dire che noi, ragazzi e capi, non eravamo niente di speciale... tranne che eravamo molto affiatati, ci fidavamo l’uno dell’altro, amavamo l’avventura e superavamo le difficoltà con ottimismo ed un pizzico di umorismo. Che cosa c’era e che cosa c’è di speciale in tutto questo? Niente … tranne che oggi l’Amicizia, la Fiducia, il Sacrificio, l’Essenzialità non sono esperienze concrete comuni, vissute da tutti, tutti i giorni.
In questo nostro mondo apparentemente iper-comunicante di Internet (che allora non c’era), paradossalmente ci isoliamo sempre più; guardiamo all’altro, al nuovo, con sospetto e diffidenza; pensiamo sempre più ai nostri piccoli interessi, al nostro piccolo podere; siamo sempre meno capaci di relazionarci con i vicini e magari con i nostri stessi familiari. [apro una piccola parentesi (quadra): è forse un caso che nella nostra cara Liguria, la regione meno prolifica d’Europa (nascite a tasso zero), ci siano così tante “residenze protette” per anziani? Siamo sicuri che il motivo principale sia solo dovuto al gran numero di popolazione anziana residente? Siamo sicuri di saper curare bene i nostri vecchi, spendendo più in denaro e meno in sorrisi, pazienza e carezze? ]
In un mondo occidentale, così sicuro di sé, che ha risposte per tutto e per tutti [pillole per tutti i mali e problemi], tranne che per le domande della propria anima; in un mondo che naviga per i mari del “massimo rendimento col minimo sforzo”, del “tutto e subito” e de “il tempo è denaro”, andare controcorrente con la piccola canoa dello Scoutismo è, il lettore me lo consenta, secondo me... eroico.
Estate 1990, route della Valle delle Meraviglie.
Il posto è indubbiamente bellissimo, si potrebbe dire... meraviglioso! Laghi chiari di montagna di un’acqua azzurrissima o verde smeraldo, a seconda del colore del cielo; giovani e simpatiche marmotte (quelle vere!) che fanno capolino tra i sassi con buffi fischi; graffiti antichi di diecimila anni, nascosti tra le rocce, silenzioso e solenne segno di “passaggio dell’uomo”. Dopo un anno di attività basate su esperienze di strada, servizio e comunità, Vincenzo ed io decidiamo di proporre al Clan una ... “classica route di montagna”. Ancora un po’ di Strada fatta insieme, ancora un po’ di dura fatica sono necessarie per costruire il “gruppo”e per imparare, l’uno dall’altro, quali sono le cose vere, i Valori, sui quali basare la vita, il “nostro quotidiano”.
E allora immergiamoci, noi creature di Dio, in una natura, creata da Dio, molto poco contaminata dalle comodità e dal superfluo a cui la nostra “civiltà” ci ha ormai abituato. Facciamo [esortativo] un percorso di 5-6 giorni per sentieri di montagna, valloni, mulattiere, portandoci sulle spalle quello che ci basta per vivere in comunità: un pezzo di tenda per ciascuno, il necessario per mangiare e dormire, un poncho per proteggerci dalla pioggia, il quaderno di strada, il canzoniere e ... il Vangelo. Portiamoci dietro la nostra buona volontà ma anche i nostri limiti, i nostri ideali ma anche le nostre debolezze, la nostra storia e le nostre speranze. Portiamoci dietro noi stessi, senza maschere ... con lealtà. Detto, fatto.
Partiamo con entusiasmo ed allegria col fido Nico, gran conoscitore dei posti, eletto per l’occasione cambusiere – guida - aiutocapo, dalla “Base Scout di Monesi” (cioè dalla casa di Nico) alla volta di Tenda o Tende, alla francese. Pernottiamo, sotto un cielo un po’ stellato e un po’ nuvoloso, sulla cima ventosa di, manco a farlo apposta, Cima Ventosa (1600 m s.l.m.). Il mattino dopo incontriamo due simpatici personaggi, all’inizio un po’ selvaggi ma poi, presa confidenza, cominciano a giocare e scherzare con noi. Non riusciamo a capire da dove vengono né quale è la loro meta. Dopo aver condiviso con noi un po’ della “nostra” colazione ci ringraziano, ci salutano allegramente e se ne vanno per la loro strada o almeno così pare, perché dopo una breve corsa si fermano, ci guardano e sembra quasi che ridano, confabulando fra loro. Strani tipi! Del resto si sa, hanno un carattere tutto particolare i … cavalli di montagna!
Dopo aver pernottato spartanamente al rifugio don Barbera, riprendiamo il cammino e giungiamo, scortati da … una mandria di vacche al pascolo che stanno scendendo a valle, in territorio francese. Qui ci fermiamo in un campeggio pubblico, altrettanto spartano, dove facciamo la conoscenza di Cirille, un bambino di circa sei anni, che riempie di gioco e allegria tutti i nostri momenti vuoti … comprese le sieste! A Tende, dopo una celebrazione della Parola, ripartiamo e in capo a due giorni, tra boschi di pini, cascate d’acqua purissima e sentieri puliti e ben curati, arriviamo finalmente alla famosa Valle! Non male! Scopriamo perché si chiama “…delle Meraviglie”.
La percorriamo in lungo e in largo, in alto e in basso. Con emozione tocchiamo con mano le scene di caccia e i misteriosi segni tracciati dai nostri avi, che qui hanno voluto lasciare una testimonianza del “nostro” passato. Con rabbia e compassione ci soffermiamo anche su qualche sciocco scarabocchio che ha voluto lasciare qualche nostro contemporaneo. Con stupore riusciamo ad avvicinare, vicino al rifugio, e quasi accarezzare dei bellissimi stambecchi che sembrano tollerare ancora la presenza di invasori quali noi siamo.
Dopo aver piantato le tende poco prima del tramonto, come dice la regola (per non soffocare e far soffrire troppo sorella terra, già molto ospitale), ci fermiamo a cena al Rifugio di Val Masque (2600 m s.l.m.), anche perché le provviste sono finite (!?!). Sarà la fame, sarà il ristoro dalla stanchezza, sarà la compagnia, ma in vita mia non ricordo di aver mai mangiato una minestra, o soupe come dicono loro, così … particolarmente … buona! Credo che nessun cuoco al mondo sarebbe in grado di riprodurla. All’origine doveva essere stata una semplice zuppa di legumi, poi l’estro del “montanard”, o le necessità del tempo, devono averla arricchita con dei funghi di montagna (?), del gustoso pesce in scatola, qualche sperduto raviolo avanzato per l’occasione (?) e … molto peperoncino. C’è chi se ne mangia anche tre piatti!
La serata trascorre in allegria con i pochi ospiti; sfoggiamo tutto il nostro repertorio: canti scout, canzoni melodiche e napoletane, Guccini, Bennato, De André e Iannacci; abbozziamo anche qualche ritornello francese … Siamo costretti a farci mandar fuori, perché è ormai tardi e nei rifugi si va a dormire presto e ci si alza presto, così ci dicono. Nonostante tutto riusciamo a dormire sodo e il mattino dopo, smontate le tende, decidiamo di non spendere altri franchi avventurandoci in una tipica colazione della Val Masque. Dopo la preghiera, tiriamo fuori dallo zaino quello che ci rimane di commestibile e lo condividiamo: un cucchiaio di marmellata e un tozzo di pane secco a testa, due mandarini da spartire in 11, e … una compressa ciascuno del miracoloso polivitaminico “Protovit Rafforzato” (l’azienda Roche me ne sarà grata). Non so se per l’effetto placebo della sostanza o per l’entusiasmo della truppa, fatto sta che, cantando, partiamo rinvigoriti pronti per nuove avventure.
L’Avventura, la Strada, la Comunità, il Gioco, il contatto con la Natura sono solamente dei mezzi molto importanti, direi unici, che ci aiutano a sperimentare, a vivere, quei valori che riteniamo indispensabili per la nostra crescita: la Fratellanza, l’Essenzialità, la Lealtà, l’Umiltà, il Servizio. Diventare “cittadini del mondo”, come diceva B.P., significa avere una mentalità disposta all’incontro e al cambiamento, significa non sentirsi mai arrivati e avere sempre qualcosa da imparare, significa aprire gli orizzonti sul mondo senza mai perdere di vista le proprie radici, significa non stupirsi mai di dover ancora crescere. Per noi, scout e guide, essere Cattolici significa cercare di seguire le orme di Gesù e sentirsi responsabili di quello che ci ha detto, significa sapere che ciascuno di noi è mandato e missionario, significa che siamo chiamati ad essere parte viva di questa Chiesa, Santa perché c’è Lui, ma piena di difetti perché ci siamo noi.
Ringrazio Dio di aver vissuto, tra l’ ‘89 e il ‘93, esperienze indimenticabili tra quei ragazzi che mi hanno insegnato molto. Insieme a loro ho camminato per monti e per valli (Valle delle Meraviglie, Alpi Bernesi), ho visitato città e templi (Firenze, Atene), ho solcato i mari (Isola d’Elba, Cinque Terre), ho incontrato gente d’ogni razza e nazionalità. Insieme a loro ho sudato, ho gioito, ho sofferto, ho cantato, ho pregato e… ho imparato.
Grazie di cuore a tutti voi, ragazzi miei!
Buona Strada … lungo le strade del mondo!

 

Un pensiero sullo scoutismo (di Castore Sirimarco, Akela dal 1993 al 1995)
Abita qui la regola di un semplice gesto
l’impronta su stole di polvere
l’esempio da formare e tramandare
Nasce qui il rispetto di ciò che non è tuo
della natura
dell’intima sensazione di ciascuno
dell’idea
del tramonto che ogni sera fugge
del passo lento …
Ricordo la strada fatta in Grecia
dietro al sole ed ai miei capi
ricordo quella fatta davanti ai miei lupetti lungo un prato
davanti ai miei ragazzi sulla neve
Racconto di metodo, di bivacchi
di riflessioni e Messe, di canzoni.
Riprendo sorrisi, lacrime, abbracci e giochi.
Questi anni di scoutismo
li riscopro oggi per la strada
nelle espressioni di chi li ha vissuti
anche in parte, come me,
nei loro figli che oggi li vivono
in tempi diversi
per uguali valori
da luoghi diversi
per un’unica strada
come da Tovo
vent’anni fa.

 

Due guide del reparto “Nuova Atlantide” (di Elena Accame e Sabrina Borrelli, capo del reparto “Nuova Atlantide” dal 1999 e Mamma Lupa nel branco “Rocca del Sole” dal 2000)
Nel lontano 1981, anno di nascita del gruppo scout Tovo San Giacomo I, due bambine ignare del loro destino compievano rispettivamente 2 e 1 anno; le loro giornate passavano nel far disperare le loro mamme e intavolando i primi discorsi “colti” con i loro papà … quindi potete ben immaginare che lo scoutismo fosse ben lontano dai loro pensieri !!!
Quelle due bambine siamo noi, ora due capi scout consapevoli della loro scelta. Vi chiederete quando e come il mondo degli uomini in calzoncini corti è entrato nei nostri pensieri … non rodetevi dalla curiosità e leggete attentamente !!! Il nostro percorso è iniziato in reparto nel 1994: siamo entrate spinte dalla voglia di stare con gli amici, dall’esigenza di essere parte integrante di un gruppo, dalla curiosità di scoprire il valore di quella divisa, che tanti portavano con orgoglio sfidando il freddo e la derisione di molti. Gli anni di reparto sono quelli della soddisfazione di aver superato le prime sfide, del primo fuoco acceso, della prima tenda montata alla perfezione, della prima vetta raggiunta dopo ore di faticoso e suggestivo cammino, della prima scenetta che coinvolge e diverte … tante proposte che ci hanno fatto scoprire e apprezzare l’avventura, la strada e l’essere parte di un gruppo con comuni ideali.
Ci siamo trovate di fronte a traguardi da superare con le nostre forze; così, cercando di non arrenderci, abbiamo espresso nostre abilità che prima non sapevamo sfruttare. Dopo il reparto, il passaggio in branca R/S, prima nel gruppo Pietra Ligure I e poi nel neonato clan/noviziato “Rosa dei Venti” di Tovo San Giacomo: sono gli anni della messa in discussione di noi stessi, del confronto con gli altri e del cammino verso il Signore; anni di crescita in cui nel nostro orizzonte sono entrate la consapevolezza e la gioia del servizio verso il prossimo e la piena coscienza della proposta scout e dei valori ad essa connessi, che ci hanno portato alla scelta della Partenza e all’entrata in Comunità Capi.
Il nostro percorso scout potrebbe sembrare una strada già tracciata, con un punto di arrivo scontato … ma il punto di arrivo non è affatto scontato: anzi, la scelta di rimanere in associazione, e di essere educatore, è una decisione consapevole e non un semplice passaggio. È una scelta ponderata che assimila la proposta scout (valutandone il metodo e i valori insiti), per poi essere trasmessa ad altri attraverso il servizio di educatori.
Oggi possiamo affermare che lo scoutismo ci ha formate, ci ha accompagnate negli anni della nostra crescita, ci ha trasmesso quei valori che spesso diamo per scontati quali l’essenzialità, la lealtà, il servizio verso il prossimo, la fiducia negli altri, la voglia di fare “del mio meglio”, l’amore del Signore e tanti altri che il semplice elenco renderebbe riduttivi.
Noi siamo i testimoni della “nuova generazione”, una generazione di ragazzi che molti considerano distratti se non sbandati. Pensiamo che “la vera rivoluzione è nella normalità”, nella normalità di essere “uomini d’onore meritevoli di fiducia perché veritieri ed onesti”; vogliamo fare anche noi qualcosa per “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato” e pensiamo che lo scoutismo sia uno dei tanti validi mezzi per riuscirci.
Quest’anno festeggiamo vent’anni di attività scout a Tovo San Giacomo. È strano per noi pensare che si festeggino proprio vent’ anni; ma, se a qualcuno vent’aani non sembrano un traguardo rilevante, visto che lo scoutismo in Italia è presente da quasi cent’anni, sappiate che vent’anni sono tantissimi: è tutta la nostra vita!!!
Noi ringraziamo chi ha dato inizio a questa proposta e chi, con coraggio e volontà, l’ha portata avanti; è grazie a queste persone che noi oggi siamo qui a scrivere di scoutismo: un termine a noi sconosciuto nel 1981, ora parte integrante delle nostre vite.

 

DAL “QUADERNO DELLE VEGLIE”

 

Che cos’è il “Quaderno delle Veglie”?
Come il sacco a pelo e la borraccia sono insostituibili nell’equipaggiamento materiale di uno scout, il “Quaderno delle Veglie” è insostituibile nell’equipaggiamento “spirituale” di un reparto o di un clan che si apprestano ad affrontare un campo o una route.
Il Quaderno delle Veglie accompagna la comunità nelle tappe più significative del suo cammino. È nato come diario per i momenti di riflessione più intensi (le veglie alle stelle, le attività di “deserto”) e per gli eventi più significativi della vita scout (Hyke, Salita al Clan, Partenza), ove lasciare una traccia del proprio pensiero; con il passare del tempo, però, è diventato sempre più il confidente e il custode fedele degli sfoghi, delle preghiere, delle emozioni, dello sconforto e dell’entusiasmo di capi e ragazzi.
Quale migliore testimone, allora, di questi primi vent’anni di scoutismo a Tovo? Abbiamo nuovamente sfogliato i Quaderni delle Veglie, abbiamo riletto i pensieri spontanei di tanti ragazzi e ragazze e ne abbiamo scelto alcuni, più intensi o di contenuto più generale. La grammatica e il lessico non sono sempre impeccabili … ma sono profondamente autentici, vivi e sinceri. Sono la testimonianza diretta e parlante di come lo scoutismo ha fatto riflettere, crescere, maturare i ragazzi e i capi attraverso l’esperienza del contatto con la natura e con Dio, e del vero confronto con gli altri.

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”

Cappello, 11.09.1982
Laudato sii, mi’ Signore
Per il silenzio della notte.
Laudato sii, mi’ Signore
Per la bella giornata trascorsa in comunità.
Laudato sii, mi’ Signore
Per gli amici con i quali sto pregando.
Laudato sii, mi’ Signore
Laudato sii …
Queste tre semplici frasi sono per noi il riassunto di questa giornata.
Enrica – Graziella – Roberta

Podenzana, 04.01.1984
Volge alla fine il nostro campo invernale Gnomix ‘83-’84. Ti ringrazio, o Signore, di avermi dato la possibilità di parteciparvi, è stato un campo concentrato stupendo … non credevo! Davanti a questo fuoco quasi mi commuovo, sono triste, domani si riparte. Anche se all’inizio ero titubante ad intraprendere questa attività ora sono felice. Le stelle, il fuoco ora sono le nostre uniche sentinelle.
Gesù, ancora una volta ti ringrazio della bella esperienza che mi hai proposto, fa’ che in futuro possa rispondere positivamente a tutto, ma fa’ anche che i miei amici possano condividere la mia gioia.
Elisabetta

Osiglia, 01.07.1989
Dio sussurra ininterrottamente nel nostro rumore, e solo nel silenzio possiamo sentirlo. Nel chiasso di tutti i giorni la parola di Cristo viene dispersa e derisa, ma dentro di noi vive e continua a parlarci. Nel campo, nelle sue esperienze, nella gioia di stare insieme, nell’amarezza e anche nella fatica Dio si fa presente, non ci lascia mai, è con noi quando ridiamo e quando piangiamo, quando lavoriamo e quando pensiamo. Nonostante il campo sia sempre pieno di attività, il Suo messaggio trova largo spazio in una sola parola: “AMORE”, l’affetto che lega la squadriglia, gli amici, che rende ogni piccola cosa (anche faticosa) ricca di messaggi e di significati. In un sorriso di un determinato momento, nell’aiuto di uno squadrigliere verso un altro, nella gioia di passare per più di una settimana ogni momento della giornata, ogni lavoro, ogni gioco con gli altri: qui c’è AMORE, perché qui c’è la mano di Dio.
Gli ostacoli sono tanti: la pigrizia, l’egoismo, il rancore e tanti altri, ma Dio è sempre presente. Il campo può quindi secondo essere considerato un lungo deserto con strade in discesa e tanta salita condivisa con gli altri. Se Dio non fosse presente nel campo, di questa esperienza a lungo andare non resterebbe nulla, magari solo il ricordo di un momento divertente, ma niente di più. Invece ogni volta torniamo con qualcosa di più, senza nemmeno rendercene conto. Grazie, Signore, perché mi dai questa grande possibilità di incontrarti negli altri.
Spesso passando per le strade di un paese dove siamo in campo o in uscita, tanta gente ci guarda passare sporchi e carichi di zaini, e qualcuno lo fa con aria di compatimento. In quel momento ringrazio dentro di me il Signore perché io so vedere nel cammino che faccio qualcosa che certa gente neppure sa che esista. In quel momento sono felice di essere con lo zaino sotto il sole invece che a casa nelle mie comodità. Ancora grazie per la possibilità che mi dai di leggere la Tua parola negli occhi e nei gesti di questi miei insostituibili compagni che sono gli scout.
Con tanto affetto, Paola

Osiglia, 01.07.1989
Preservami, o Signore, dalla malinconia senza ragione, dalla noia che tutto distrugge. Fammi brillare davanti agli occhi sempre nuove mete e fammele toccare prima che io mi stanchi per via.
Marina

Clan “Ulisse”

Rialto, 28 gennaio 1990
Sono contento di essere uno scout! Solo grazie allo scoutismo riesco a prefiggermi delle mete, che mi aiuteranno in tutta la vita! Ti ringrazio, Signore: riuscirò a diventare quello che sono, a pensare su quello che penso e a parlare su quello che penso. Riuscirò ad essere il meglio di me stesso.
Grazie per quello che sono, Giuliano

Rialto, 28 gennaio 1990
Non mi ci vuole molto a capire che voi siete molto importanti per me, visto che su di noi, sul nostro gruppo ho fatto affidamento per continuare a crescere secondo quella che è la maniera migliore possibile. Così da voi io traggo molto del mio ossigeno per non fermarmi, per cercare sempre cose nuove a cui guardare, interessarmi, per non fossilizzarmi sulla forma di vita più comoda dove tutto è scontato e stabilito. Molte volte mi accorgo, però, che poi non riesco a ricambiare tutto quello che prendo da voi. Eppure io avrei tante cose da dirvi, magari vi potrei dare anche qualcosa. Ma quando viene il momento di ricambiarvi ecco che mi blocco. Non riesco ad esternare tutti quei sentimenti che mi si accavallano dentro; nasce in me una sorta di paura che mi fa pensare che le cose che potrei dire o fare non siano capite, non interessino agli altri.
Facendo ciò, comportandomi in tal modo mi accorgo di sbagliare, perché avere un dialogo, uno scambio di idee e di pensieri con gli altri è molto importante, anche perché non posso pensare a una vita senza gli altri: qualunque cosa farò in futuro, più o meno prossimo, deve sempre esistere un rapporto con gli altri perché, altrimenti, che significato avrebbe vivere la vita da soli? Sulla base di queste mie piccole considerazioni, cercherò di aprirmi di più a voi, di non prendere solamente, ma anche di dare. So già che questo mi sarà difficile, ma spero che con l’aiuto di Dio e col vostro, io riesca a cambiare.
Simona

Magliolo, 5 maggio 1990
O Signore, lava via da me la confusione e l’apatia; aiutami a comprendere, con la testa e con il cuore, la grandezza e l’importanza del saper affrontare la vita.
Manuela

Reparto “Nuova Atlantide”

Viola St. Gréé, 29.12.95, ore 24.10 circa
... il momento della Veglia è giunto ormai. Domani ci saranno le Promesse e, al solo pensiero, mi salta in mente lo scorso anno quando il vero significato della parola SCOUT non lo conoscevo e mi accingevo a compiere uno dei passi più importanti del momento. Adesso ho compreso che la parola SCOUT NON vuol dire solo Challenge, bans e giochi, ma anche aver Fede verso il Signore, amicizia nei confronti dei nostri compagni e un rapporto migliore con la natura. A me la Promessa ha comportato tutta quella serie di cose sopra elencate. Essere scout è la cosa più bella che si possa essere ...
Luisa - GATTA INTRAPRENDENTE

Palanfrè, 07.08.1996
Caro quaderno delle Veglie, in questo momento mi trovo nella tenda azzurra a meditare e a pensare, mentre tutti gli altri sono indaffarati a costruire, chi una zattera, chi un carretto, chi un ponte. Oggi è la giornata organizzata dalle mitiche 4° tappe, ossia io, Sabrina e Annalisa e per questo sono molto eccitato e non vedo l’ora di iniziare il gioco che si svolgerà oggi pomeriggio. Ormai sono già passati cinque giorni di campo e si avvicina sempre di più il momento dell’HYKE, in cui io e le altre 4° tappe dovremo passare il guidone ai nostri vice-capo e trascorrere un giorno da soli chiedendo ospitalità a delle persone a noi sconosciute. In questi primi giorni di campo ho vissuto dei momenti indimenticabili, sia durante il montaggio della tenda, sia durante il challenge, che sfortunatamente non si è svolto nei migliore dei modi, ma il giorno dopo è stato recuperato tutto il tempo perduto e tutti hanno vinto la paura e hanno saputo affrontare con tranquillità un altro challenge. Beh, adesso è tardi e devo salutarti, ma non ti preoccupare perché tra non molto ritornerò qui per scrivere di nuovo le mie emozioni e le mie impressioni.
Ciao, Marco - ORSO SAGGIO
P.S.: C’è qui Alessio che sta tagliando la legna con l’accetta e fa un casino bestiale...

CAMPO ESTIVO ZERI 2000 - HYKE
CIAO Reparto, qui è il vostro “cinghiale” Matteo che vi scrive, purtroppo anche per me è giunto il momento di lasciarvi. Grazie a voi ho trascorso quattro anni bellissimi, pieni di avventure e emozioni sempre nuove che mi hanno permesso di maturare e diventare più responsabile. Per fortuna ho sempre avuto una squadriglia compatta e unita durante la mia lunga permanenza in reparto, che mi ha fatto passare bellissime esperienze personali, è anche per questo che mi dispiace lasciare questo gruppo fantastico composto da persone meravigliose. Ringrazio i miei precedenti capi squadriglia per tutto quello che mi hanno insegnato e ora io posso trasmettere ai miei piedi teneri, nella speranza che crescano, con voglia ed entusiasmo, per continuare il loro cammino scout appena all’inizio.
Chiedo scusa alla squadriglia se a volte sono stato molto duro ... grazie agli scout ho rafforzato il mio cammino di fede e mi sono avvicinato maggiormente a Dio, e mi hanno insegnato a pensare agli altri come a me stesso. Ringrazio nuovamente tutto il reparto per l’affetto che mi avete dato e lascerete dentro di me, un segno indelebile che non si cancellerà mai più.
V.V.T.B., Matteo - CINGHIALETTO ENTUSIASTA

Clan “Rosa dei Venti”

Settembre 2000
Per me, l’andare in route è lasciarmi alle spalle i problemi di ogni giorno, per riuscire a vivere appieno tutti i giorni della route. È scoprire nuovi posti vicini e lontani, conoscere nuove realtà di vita e compiere nuove esperienze, anche di servizio se necessario e se se ne presenta l’occasione. È vivere anche a contatto con la natura, con semplicità e confidando sempre in Dio. È riuscire a fare comunità con gli altri componenti del Clan.
Ed è anche strada, ... Nicola

 

IL TESTAMENTO DI BADEN-POWELL

 

“... Io ho trascorso una vita felicissima e desidero che ciascuno di voi abbia una vita altrettanto felice. Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La felicità non dipende dalle ricchezze né dal successo nella carriera, né dal cedere alle nostre voglie. Un passo verso la felicità lo farete conquistandovi salute e robustezza finché siete ragazzi, per poter essere utili e godere la vita pienamente una volta fatti uomini.
Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità. Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non a quello brutto. Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare felicità agli altri. Procurate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non avere sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto DEL VOSTRO MEGLIO ...”
Londra, Jamboree 1947
IL VOSTRO AMICO B.P.

 

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DELLA XVI GIORNATA DELLA GIOVENTÙ

Cari giovani, non vi sembri strano se, all'inizio del terzo millennio, il Papa vi indica ancora una volta la croce come cammino di vita e di autentica felicità. La Chiesa da sempre crede e confessa che solo nella croce di Cristo c'è salvezza.
Una diffusa cultura dell'effimero, che assegna valore a ciò che piace ed appare bello, vorrebbe far credere che per essere felici sia necessario rimuovere la croce. Viene presentato come ideale un successo facile, una carriera rapida, una sessualità disgiunta dal senso di responsabilità e, finalmente, un'esistenza centrata sulla propria affermazione, spesso senza rispetto per gli altri.
Aprite però bene gli occhi, cari giovani: questa non è la strada che fa vivere, ma il sentiero che sprofonda nella morte. Dice Gesù: ''Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà''. Gesù non ci illude: ''Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?'' (Lc 9, 24-25).
Con la verità delle sue parole, che suonano dure, ma riempiono il cuore di pace, Gesù ci svela il segreto della vita autentica (cfr. Discorso ai giovani di Roma, 2 aprile 1998). Non abbiate paura, dunque, di camminare sulla strada che il Signore per primo ha percorso con la vostra giovinezza, imprimete al terzo millennio che si apre il segno della speranza e dell'entusiasmo tipico della vostra età. Se lascerete operare in voi la grazia di Dio, se non verrete meno alla serietà del vostro impegno quotidiano, farete di questo nuovo secolo un tempo migliore per tutti.
Con voi cammina Maria, la Madre del Signore, la prima dei discepoli, rimasta fedele sotto la croce, da dove Cristo ci ha affidati a Lei come suoi figli. E vi accompagni anche la Benedizione Apostolica, che vi imparto di gran cuore.
Dal Vaticano, 14 Febbraio 2001
IOANNES PAULUS II

 

 

Anno 1980-1981

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”
STAFF: Luigi Barlocco – Vincenzo Barlocco – Massimiliano Vassallo – Tiziano Dondo – Patrizia Patrone – Siva Vassallo

ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo estivo in loc. Caragna – Calizzano (SV)

Anno 1981-1982

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”
STAFF: Luigi Barlocco – Tiziano Dondo – Patrizia Patrone – Siva Vassallo
ATTIVITÀ PRINCIPALI: campetto a Cappello (CN)

 

 

Anno 1982-1983

Branco “Lupi della Valle Verde”
STAFF: Luigi Barlocco (Akela) – Paola Borderi – Giampaolo Grosso – Elisabetta Nicosia
ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a Cappello (CN)

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”
STAFF: Tiziano Dondo – Marina Fazio
ATTIVITÀ PRINCIPALI: campo estivo a Nava (CN)

Anno 1983-1984

Branco “Lupi della Valle Verde”
STAFF: Luigi Barlocco (Akela) – Paola Borderi – Paolo Fontana
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
vacanze di branco in loc. Frassino – Calizzano (SV)

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”
STAFF: Marco Mazzucchelli – Marina Fazio – Tiziano Dondo – Vincenzo Barlocco – Giovanna Cavagnaro
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a Podenzana (SP)
campo estivo a Montisola (BS)

 

 

Anno 1984-1985

Branco “Lupi della Valle Verde”
STAFF: Luigi Barlocco (Akela) – Anna Baruzzo
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
vacanze di branco a Testico (SV)

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”
STAFF: Marco Mazzucchelli – Giovanna Cavagnaro – Vincenzo Barlocco – Cecilia Scrivano – Paolo Fontana – Carmen Varagliotti
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a Testico (SV)
campo estivo a Sassello (SV)

Anno 1985-1986

>Branco “Lupi della Valle Verde”
STAFF: Luigi Barlocco (Akela) – Anna Baruzzo – Carletto Fazio
ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a Cappello (CN)

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”
STAFF: Marco Mazzucchelli – Paola Borderi – Nicola Pecchioni – Alberto Borro – Iosella Castagneris – Patrizia Savoretti
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a Mendatica (IM)
campo estivo a Vernante (CN)

 

 

Anno 1986-1987

Branco “Lupi della Valle Verde”
STAFF: Paola Borderi (Akela) – Beppe Sfacteria – Alberto Borro
ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a Colle di S. Bernardo (CN)

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”
STAFF: Marco Mazzucchelli – Vincenzo Barlocco – Claudio Borro – Silvia Mastrangelo – Enrica Patrone – Stefano Giribone
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a Cappello (CN)
campo estivo a Tanarello (IM)

Anno 1987-1988

Branco “Lupi della Valle Verde”
STAFF: Paola Borderi (Akela) – Michele Baruzzo – Massimo Ivaldo

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”
STAFF: Vincenzo Barlocco – Claudio Borro – Pietro Pecchioni – Monica Ivaldo – Achim Merlo – Mario Paletta
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a Urbe (SV)
campo estivo a Castelnuovo Val di Cecina (PI)

Noviziato “La Quercia Antica”
STAFF: Marco Mazzucchelli – Stella Esposito – Mauro Pozzi
ATTIVITÀ PRINCIPALI: route invernale a Venezia

 

 

Anno 1988-1989

Branco “Lupi della Valle Verde”
STAFF: Luigi Barlocco (Akela) – Paola Borderi
ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a Cappello (CN)

Reparto “Aquile Spioventi delle Terre Bruciate”
STAFF: Massimiliano Vassallo – Vincenzo Barlocco – Massimo Ivaldo – Elisabetta Spadoni
ATTIVITÀ PRINCIPALI: campo estivo a Osiglia (SV)

Comunità R/S “La Quercia Antica”
STAFF: Marco Mazzucchelli – Stella Esposito – Mauro Pozzi
ATTIVITÀ PRINCIPALI: route invernale ad Assisi – Spello (PG)

Anno 1989-1990

Comunità R/S “Ulisse”
STAFF: Mauro Pozzi – Vincenzo Barlocco
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
route invernale all’Isola d’Elba
route estiva nella Valle delle Meraviglie (Francia)

 

 

Anno 1990-1991

Comunità R/S “Ulisse”
STAFF: Mauro Pozzi – Vincenzo Barlocco
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
route invernale a Firenze e Colline del Chianti
route estiva in Grecia

Anno 1991-1992

Comunità R/S “Ulisse”
STAFF: Mauro Pozzi – Vincenzo Barlocco – Agostino Toselli
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
route invernale a Portovenere – Cinque Terre (SP)
route estiva a Kandersteg – Cantone Bernese (Svizzera)

 

 

Anno 1992-1993

“Pre-lupettismo”
STAFF: Andrea Fazio – Castore Sirimarco – Francesco De Cocco – Simona Patrone – Vanessa Sorbi

Comunità R/S “Ulisse”
STAFF: Mauro Pozzi – Agostino Toselli
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
route invernale a Recco – Montallegro (GE)
route estiva a Limone – Monesi – Giogo di Toirano (con il Clan “Rocca delle Aquile” – Pietra Ligure I)

Anno 1993-1994

Branco “Rocca del Sole”
STAFF: Castore Sirimarco (Akela) – Vanessa Sorbi – Manuela Sciutto – Francesco De Cocco – Simona Patrone – Giuliano Borrelli – Francesco Sferrazzo – Davide Dutto
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
vacanze di branco a Viola St. Gréé (CN)

La comunità R/S svolge attività con il Noviziato “Uragano I” e con il Clan “Rocca delle Aquile” – Pietra Ligure I

 

 

Anno 1994-1995

Branco “Rocca del Sole”
STAFF: Castore Sirimarco (Akela) – Simona Patrone – Sonia Ghio – Alessio Guglielmi – Andrea Squarise – Paolo Pasquariello
ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a Prato Nevoso (CN)

Reparto “Nuova Atlantide”
STAFF: Davide Pasquariello – Manuela Sciutto – Pierangelo Folco – Marina Ivaldo – Paolo Marsotto – Sabina Sorbi
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a S. Bernardo di Conio (IM)
campo estivo a Prazzo (CN)

La comunità R/S svolge attività con il Noviziato “Uragano” e con il Clan “Rocca delle Aquile” – Pietra Ligure I

Anno 1995-1996

Branco “Rocca del Sole”
STAFF: Simona Patrone (Akela) – Giuliano Borrelli – Michela Giribaldo – Andrea Cesio – Yeorghia Staphylopatis – Alessio Guglielmi
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
vacanze di branco a Col di Nava (IM)

Reparto “Nuova Atlantide”
STAFF: Davide Pasquariello – Manuela Sciutto – Pierangelo Folco – Marina Boragno – Maurizio Crescia – Alessio Valeriani – Micaela Anselmo
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a Viola St. Gréé (CN)
campo estivo a Palanfrè (CN)

La comunità R/S svolge attività con il Noviziato “Uragano” e con il Clan “Rocca delle Aquile” – Pietra Ligure I

 

 

Anno 1996-1997

Branco “Rocca del Sole”
STAFF: Simona Patrone (Akela) – Giuliano Borrelli – Marina Boragno – Marco Sanna – Miriam Ivaldi
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
vacanze di branco a Palo – Sassello (SV)

Reparto “Nuova Atlantide”
STAFF: Davide Pasquariello – Paola Savoretti – Pierangelo Folco – Paolo Vite
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a Triora (IM)
campo estivo a Colico (CO)

La comunità R/S svolge attività con il Noviziato “Uragano I” e con il Clan “Rocca delle Aquile” – Pietra Ligure I

Anno 1997-1998

Branco “Rocca del Sole”
STAFF: Giuliano Borrelli (Akela) – Marina Boragno – Paolo Pasquariello – Elena Accame – Giovanna Aicardi
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
vacanze di branco all’Eremo del Deserto di Varazze (SV)

Reparto “Nuova Atlantide”
STAFF: Davide Pasquariello – Manuela Sciutto – Michela Giribaldo – Enrico Marangoni – Anna Fazio
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a Ceriana (IM)
campo estivo a Entracque (CN)

Comunità R/S “Rosa dei Venti”
STAFF: Pierangelo Folco – Simona Patrone
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
route invernale alle Cinque Terre (SP)
route estiva in Abruzzo

 

 

Anno 1998-1999

Branco “Rocca del Sole”
STAFF: Marina Boragno (Akela) – Paolo Pasquariello – Yeorghia Staphylopatis – Stefania Borrelli
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
vacanze di branco a Barbassiria – Calizzano (SV)

Reparto “Nuova Atlantide”
STAFF: Giuliano Borrelli – Manuela Sciutto – Francesca Manca – Annalisa Rosso
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale a Deversi (CN)
campo estivo a Tanarello (IM)

Comunità R/S “Rosa dei Venti”
STAFF: Pierangelo Folco – Simona Patrone – Davide Menoni
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
route invernale a Firenze
route estiva a Monesi – Limone (CN)

Anno 1999-2000

Branco “Rocca del Sole”
STAFF: Paolo Pasquariello (Akela) – Yeorghia Staphylopatis – Stefania Borrelli – Marco Sanna – Davide Borlotti
ATTIVITÀ PRINCIPALI: vacanze di branco a Ceriana (IM)

Reparto “Nuova Atlantide”
STAFF: Giuliano Borrelli – Elena Accame – Francesca Manca – Nicola Pastorino
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
campo invernale all’Eremo del Deserto di Varazze (SV)
campo estivo a Zeri (MS)

Comunità R/S “Rosa dei Venti”
STAFF: Pierangelo Folco – Davide Menoni – Mauro Pozzi
ATTIVITÀ PRINCIPALI:
route invernale a Lucca – Pisa
route estiva al Monte Castellermo (SV)

 

 

Anno 2000-2001

La Comunità Capi è così composta:
A.E. DI GRUPPO: don Giovanni Losa, parroco di Tovo San Giacomo
ANIMATORI: Mauro Pozzi – Manuela Sciutto – Maurizio Crescia
A.E. di Co.Ca.: padre Maurizio Napoli
STAFF DI BRANCO: Yeorghia Staphylopatis (Akela) – Davide Menoni – Simona Patrone – Sabrina Borrelli
STAFF DI REPARTO: Giuliano Borrelli – Elena Accame – Nicola Pastorino
NOVIZIATO: Stefania Borrelli in staff con il Noviziato “Uragano I” di Pietra Ligure
CLAN: Davide Pasquariello in staff con il Clan “Rocca delle Aquile” di Pietra Ligure
A DISPOSIZIONE: Pierangelo Folco – Alessio Guglielmi – Francesca Manca – Paolo Pasquariello – Giulia Vecchio

 


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