Tovo deriva dal toponimo "tuvu" (tufo), lo strapiombo tufaceo che sovrasta la contrada Bronati, il primo e sicuramente più antico agglomerato di case situato a levante del paese.

Tovo San Giacomo si trova a nord di Pietra Ligure, a circa 3 km dal mare, a 47 m di altitudine. Paese atipico perché il suo territorio si estende su due vallate parallele (Maremola e Bottassano), ha una superficie complessiva di 9.6 kmq ed una popolazione di più di 2000 abitanti.

Il territorio comunale è attraversato da due torrenti di un certo rilievo nell’idrografia ligure: il torrente
Maremola con sorgente a quota 650 m, lungo 14.80 km e il torrente Bottassano lungo 4 km. Il primo è molto pescoso per la presenza di anguille, trote della qualità Fario e altre varietà di pesci; ha un abitat di eccezionale importanza ecologica per la presenza cospicua nelle sue acque, fino a qualche decennio fa, della lontra comune (Lutra).

Nel 1928 sono stati unite all’attuale capoluogo le frazioni di Bardino Nuovo, ove ha sede il
Museo dell’Orologio da Torre (il primo in Italia) e Bardino Vecchio, dove si trova il campanile romanico-gotico di San Giovanni Battista (XIII sec.). Accanto alle nuove costruzioni le borgate originarie conservano le caratteristiche dei siti liguri e le colline circostanti sono tuttora coltivate a vigneti, frutteti, oliveti e fronde ornamentali.



Il territorio tovese fu dapprima possedimento dei vescovi Conti di Alberga, poi di Bonifacio Del Vasto (1091) e quindi del marchesato Del Carretto di Savona e Finale (1212). Successivamente, fu sottoposto all’amministrazione spagnola (1598), alla dominazione austriaca (1707) e infine fu annesso alla Repubblica di Genova (1713).

Dopo il regime napoleonico e la costituzione del Regno d’Italia, il toponimo Tovo fu unito al nome del patrono San Giacomo per distinguere il paese da altre località omonime. La parrocchiale di San Giacomo è stata rimaneggiata nel secolo successivo la costruzione (XVI); l’interno è affrescato dal pittore genovese Gerolamo Graffigna.

Dal 1928 fanno parte del comune di Tovo le due frazioni attigue.

Bardino Vecchio: fonti storiche riferiscono la dedizione dei suoi abitanti al casato Del Carretto per la difesa ad oltranza contro gli attacchi genovesi del 1451. Il massiccio campanile gotico a due piani di bifore è incastonato nella chiesa di San Giovanni del XIII sec.

Bardino Nuovo: è nota l’attività collettiva per abbellire la parrocchiale di S. Sebastiano, per costruire il campanile alto 30 m (le campane più grandi della vallata) e per dotarsi, autotassandosi, dello sferisterio riservato ad una disciplina sportiva di tradizione ligure-piemontese: il pallone elastico.

Notevole la raccolta degli orologi da torre della famiglia Bergallo alla quale è dedicato il Museo Civico; in esposizione sono meccanismi completi e parti di orologi prodotti dai Bergallo, artigiani orologiai dagli inizi dell’800. Su una parete della casa officina, ormai inattiva per la morte dell’ultimo artigiano della famiglia, è posizionata una meridiana del 1877, con numeri romani e arabi.

Il fiume principale che lambisce il capoluogo e scorre al centro della valle omonima (valle Maremola) è sempre stato fonte di lavoro e benessere per il paese: nei primi decenni del ‘900 l’energia idrica dava propulsione a due centrali idroelettriche, a sei mulini, a due segherie e due frantoi (seguendo il suggestivo sentiero a lato del torrente, è possibile vedere i resti di tali attività). Inoltre una fabbrica del ghiaccio e l’artigianato calzaturiero, diedero all’economia della vallata l’impronta industriale complementare alla produzione agricola di pesche e albicocche.

 


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