COSTA
ADRIATICA: DA OTRANTO A TORRE DELL'ORSO
Questo
itinerario illustra il tratto di costa adriatica compreso tra Punta
Palascia, che si trova a circa due chilometri a sud di
Otranto, e la località turistica di Torre Dell'Orso che si trova a
circa 14 Km a nord di Otranto.
E'
un tratto di costa caratterizzato dall'alternanza di bianche spiagge
sabbiose e di scogliere rocciose o di arenaria. Infatti, la costa
adriatica del Salento è prevalentemente sabbiosa fino ad Otranto,
mentre da Otranto in poi scompaiono le lunghe spiagge e la costa inizia
ad alzarsi con un susseguirsi di suggestive baie, insenature e grotte
che offrono un panorama stupendo alle decine di migliaia di vacanzieri
che scelgono la provincia di Lecce come meta delle loro vacanze.
Questo
itinerario è adatto sia ai neofiti, che potranno dedicarsi alla pesca
del pesce bianco sotto costa o sulle secche, sia ai più esperti, che
potranno cimentarsi a pescare nel Blu. Sebbene la maggior parte delle
zone è raggiungibile da riva, è auspicabile l'utilizzo di un natante o
comunque dotarsi, in caso di partenza da riva, di una plancetta o di un "aquascooter".
Tra
le linee tratteggiate l'itinerario esaminato
Il
nostro itinerario comincia a sud del porto di Otranto nel tratto compreso
tra Punta Palascia e Punta Faci dove si estende un'insenatura, chiamata
Baia delle Orte, che può essere raggiunta sia dal mare che da terra,
seppur percorrendo un tragitto alquanto accidentato.
Il
sottocosta di questa baia, soprattutto fuori stagione, consente di fare
delle buone catture di pesce bianco quali spigole,
saraghi
e cefali. In
particolare, all'inizio della primavera, è opportuno esplorare la
batimetrica dei 7-8 metri dove, se si ha fortuna, ci si può imbattere in
branchi di saraghi che eleggono come loro dimora temporanea varie tane
della baia.
Al
centro della Baia delle Orte vi è un fondale di coralligeno che presenta
dei cigli di "grotto" caratterizzati da alcune cadute di diversi
metri e rappresentano l'habitat ideale per le corvine, i saraghi e anche
per qualche cernia molto smaliziata. Sicuramente, su questo fondale si
può praticare una pesca divertente, in tana, in caduta, come all'aspetto
e all'agguato, ma non è affatto facile fare ricchi carnieri poichè,
nonostante le quote operative si aggirino intorno ai 15-20 metri, i
pinnuti riescono a far perdere le loro tracce nei budelli del grotto.
Infatti, di pesce se ne vede sempre molto ma spesso si infila in tane e
spacchi talmente angusti e stretti da risultare inespugnabili.
Spostandosi
un pò più a largo e posizionandosi sulla linea immaginaria che allinea
Punta Palascia e Punta Faci si incontra una brusca caduta da 8 a circa 30
metri su un fondale fangoso con massi sparsi. Qui si può pescare in
caduta insidiando il solito pesce bianco e qualche difficile cernia nonché all'aspetto insidiando anche dei dentici di media taglia. Inoltre,
è possibile incontrare anche dei tonni e altri pesci pelagici di medio-grandi dimensioni quali leccie e ricciole.
Un altro punto interessante è il fondale sottostante Punta Palascia che
sprofonda nel blu e nel quale i pescatori più allenati possono insidiare
vari tipi di prede sia in tana che in acqua libera.
LA
CARTINA DELL'ITINERARIO
Dirigendoci
verso nord dobbiamo oltrepassare Otranto e tralasciare la Secca della
Scala che seppur bellissima, molto pescosa e ad appena un miglio dalla
costa, è chiusa alla pesca in quanto è situata proprio di fronte al
porto di Otranto e lungo la rotta di entrata ed uscita delle navi e dei
traghetti.
A
pochi chilometri da Otranto, di fronte al villaggio del "Club Med"
ci si può immergere lungo una cigliata che corre parallela alla costa e
arriva fino alla profondità di 20-25 metri. E' una zona alquanto
sfruttata ma che può offrire ancora delle sorprese soprattutto alle
prime luci dell'alba e al crepuscolo, mentre il sottocosta è
interessante solo in inverno, quando è possibile catturare spigole e
saraghi di dimensioni notevoli.
Continuando
verso nord incontriamo le spiagge antistanti ai "Laghi Alimini"
dove si può pescare per 2-3 ore a profondità non molto impegnative. E'
una zona adatta ai neofiti in quanto la profondità non supera quasi mai
i 10 metri. Si tratta di un fondale caratterizzato da lastre rocciose
appoggiate sulla sabbia e sull'alga dove si aggirano corvine
e saraghi.
Ci
si può immergere direttamente dalla spiaggia nei pressi del relitto
arruginito di un mercantile arenato, ed esplorare la zona facendo
continuamente su e giù al fine di visitare quante più tane possibili
alla ricerca dei pinnuti che sono soliti nascondersi nei meandri più
reconditi dei numerosi anfratti presenti in zona.
Un
pò più a nord, a circa un miglio al largo delle spiagge dei camping
"Serra degli Alimini" e "Frassanito", è situata la
Secca Missipezza che da 15 metri risale fino a 3 metri di profondità.
Si tratta di una secca che una volta era ricchissima di pesce e che ora
consente le migliori sorprese soprattutto fuori stagione. Tra le grandi
rocce ammassate sul fondo si possono effettuare aspetti a spigole,
cefali e saraghi, oppure esplorare le numerose tane alla ricerca delle
corvine, degli onnipresenti saraghi e, nelle tane più profonde, delle
cernie.
Spostandosi
un pò più al largo della secca e avvalendosi di un ecoscandaglio è
possibile individuare alcuni cigli di grotto da "altri tempi".
Presso questi cigli si possono incontrare dentici e orate di grosse
dimensioni che nuotano assieme, branchi di corvine e saraghi oltre ad
alcune grosse cernie. Se si è abili e fortunati e si riesce a trovare
queste oasi nel momento giusto, è possibile realizzare dei bei carnieri
a quote comprese trai 20 e i 25 metri.
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Spostandosi
a terra rispetto alla Secca Missipezza si incontra caratterizzato da
cigli e agglomerati di grotto nel quale è possibile insidiare il solito
pesce bianco ad una profondità di 15 metri.
Continuando
il nostro itinerario, ci dirigiamo verso la zona antistante il villaggio
turistico "Conca Specchiulla" dove il fondale, prevalentemente
caratterizzato da sabbia e posidonia, ogni tanto è intervallato da
"panettoni" di grotto che si ergono anche per qualche metro
dal fondo. Sommozzando nelle vicinanze di questi agglomerati, ad una
profondità di circa 25-27 metri, è possibile fare l'incontro con
cernie bianche di mole.
Ultimo
tratto di questo itinerario è quello compreso tra Sant'Andrea e la Baia
di Torre dell'Orso caratterizzata da una bella spiaggia molto
frequentata dai turisti nel periodo estivo.
A
circa 300-400 metri dalla costa, a nord del faro di Sant'Andrea, corre
parallelamente alla costa un ciglio di roccia che in alcuni punti
raggiunge i 25 metri di profondità e dove intorno ai massi sono
presenti saraghi e alcune cernie di dimensioni interessanti. Nel
periodo invernale, invece, e soprattutto con mare mosso, conviene
praticare la tecnica dell'agguato in acqua bassa dove è possibile
insidiare grosse spigole e con un pò di fortuna si incontrano delle
ricciole di dimensioni super!
Daniele
Pancosta
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Immagine di N. Refolo
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