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LA STORIA

1 -Livorno, Genova, Shanghai

2 -Il viaggio

3 -Shanghai

4 -La guerra

5 -Tientsin





APPROFONDIMENTI

Breve storia del Montecuccoli e degli incrociatori leggeri

Equipaggio 1937-38



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3 - Shanghai



Quando giunsero a Shanghai la città era già in guerra da un mese, ma ancora non si trattava della fase più cruenta. I marinai italiani si trovarono così di fronte alla città di sempre, non ancora mutilata e offesa: nella zona internazionale si viveva come se non fosse accaduto niente con l 'aggiunta del “brivido” di qualche bombardamento e qualche combattimento. Ma nel resto di Shanghai la violenza della guerra iniziava a seminare tragedia e rovine. L'incrociatore divenne sede del Comando Superiore Navale in Estremo Oriente.

"Arrivati a Shanghai ci siamo ancorati in mezzo al Wang Pu e siamo rimasti fermi là per effettuare il servizio di controllo del fiume: segnalavamo ad un comando internazionale quali navi uscivano ed entravano e se i sampan che passavano sottobordo erano armati."

Quando chiesi a mio nonno di descrivermi Shanghai, mi diede da leggere questo ritratto che egli aveva trascritto da un giornale dell'epoca e conservato. Non conosco la fonte nè l'autore ma credo che valga ugualmente la pena di riportarlo: "Città che sorge in uno dei più melanconici e piatti paesaggi del mondo sotto un cielo perpetuamente nebbioso, intriso di una calda e svenevole umidità, distendendosi con il suo fronte di palazzi e di case per decine di chilometri innanzi alle acque giallognole ed immonde di un tortuoso braccio dello Jang Tze, il Wang Pu, che trascina verso l'oceano lo spurgo ed i rifiuti di cento città, borgate e villaggi e di almeno 200 milioni di abitanti. Questo stupore, questo senso di disorientamento, più che di ammirazione, avvertito dal viaggiatore in arrivo nel più grande emporio commerciale dell'Asia, nella più babelica e trafficata metropoli d'Oriente, viene incisivamente sintetizzato nel gergo Nord Americano da un'espressione: Shanghaied, che si applica a un individuo che, sia per una sbronza fenomenale, sia per una colossale perdita al gioco, sia per un cazzotto ben applicato, o magari per qualcosa di peggio, si trovi in uno stato di inebetimento tale da non capire più nulla."