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Samurai

quaderni storici


Brevi note storiche sulla nascita di una casta guerriera che ha plasmato la storia del Giappone


ARMI E ARMATURE DEL PERIODO HEIAN - KAMAKURA


La storia dell’umanità è costellata dall’ascesa e caduta di numerose caste sociali e di culture diverse   che hanno dato uno specifico contributo alla storia del proprio paese.

Solo alla casta dei samurai, elite guerriera del sol levante, spetta il merito di aver scritto letteralmente la storia del Giappone identificandola con la sua stessa storia.

La nascita della casta guerriera samurai, è da collocarsi nel periodo Heian, nome dalla capitale del Giappone del X° sec.

Il termine samurai nella traduzione letterale esplica il concetto di “coloro che servono” e pongono le loro abilità marziali al servizio di un sovrano.

Nel X° sec. la politica di colonizzazione adottata dall' Imperatore sulla falsa riga del feudalesimo europeo, cioè assegnando nuovi possedimenti alle famiglie nobili del Giappone nell’est del paese,   portò alla nascita di molti nobili guerrieri che, per eccellere su altri in possedimenti e potere, accettarono di buon grado tali assegnazioni.

Liberi di agire e lontani dal potere politico per il loro interesse, fecero coltivare intensamente le nuove terre fertili  e svilupparono commerci riuscendo a tal punto a far sentire il peso della loro potenza  presso la corte imperiale che lo stesso Imperatore era costretto ad assegnare  loro cariche pubbliche di prestigio come quella di Kebishi, equivalente al nostro prefetto.

Il totale disinteressamento da parte dell’imperatore sui metodi imposti dai nuovi emergenti circa la colonizzazione, portò all’indebolimento della propria autorità nelle lontane terre ad est del paese.

Le casate samurai godevano di una tale e tanta libertà e potenza  da poter entrare in conflitto tra di loro per l’acquisizione dei possedimenti limitrofi o, addirittura, ad impedire l’assegnazione di una carica imperiale ad un’altra casata.

Questo stato di cose degenererà fino alla rivolta.

Nel 935 d.C. una parte della famiglia Taira, indispettita per la mancata assegnazione della carica di Kebishisott, si ribellò al potere imperiale.

La rivolta vide l’imperatore, ancora forte nella sua tradizione secolare,  uscire vincitore, ma il gesto del clan Taira genererà un precedente che porterà, nel XII° secolo, alla completa decadenza del potere imperiale.

Le continue guerre interne ebbero tra l’altro l’effetto secondario, e non trascurabile, di creare una nuova classe di grandi e potentissime famiglie guerriere e la scomparsa, di fatto, dei clan più piccoli con matrimoni concordati.

In questo modo i grandi clan acquisirono importanza e peso presso la corte imperiale, creando una linea di discendenza che darà loro il diritto, in un futuro non troppo lontano, ad insediare sul trono un loro familiare.

Era l’inizio di una nuova era: la corte imperiale delegando ai samurai il compito di governare le sue ricche nuove provincie, si era allontanata sempre più dalla realtà del paese sino ad estraniarsi dal controllo politico - economico, quasi una sorta di autoesautorazione, che la portò inevitabilmente nel XII° sec alla guerra Gempei (darà il nome al relativo periodo storico).

Nel 1180 d.C. due potenti famiglie i Taira e i Minamoto tentarono di assumere del potere assoluto, scatenando un conflitto che durerà fino al 1185.

Il vincitore Yoritomo Minamoto, comprese la necessità di creare un nuovo governo da sostituire all’ormai debole potere imperiale senza però esautorarlo, almeno pubblicamente, per compiacere il popolo molto legato alla tradizione secolare.

Nacque, dunque,  la figura dello Shogun, capo dell’eserciito imperiale che era una sorta di governo militare all’ombra dell’imperatore ridotto oramai ad una pura figura istituzionale.

Yorimoto Minamoto temendo che uno o più contendenti, vista la numerosa progenie, potessero tentare la scalata al trono, accentrò il potere militare nelle mani di un solo uomo rendendo estremamente difficile se non impossibile qualsiasi tentativo di colpo di stato.

I fedelissimi del suo clan occuparono tutte le alte cariche dell’esercito: ora il vero padrone del Giappone è lo Shogun o Bakufu.

Da questo momento in poi il potere sarà nelle mani dei samurai almeno fino al XV° sec. periodo in cui la figura dello Shogun verrà sostituita da quella dello Shikken o reggente.

Durante questo periodo, le continue lotte tra clan causarono la scomparsa quasi definitiva di tutte le più grandi famiglie.

Una sola cosa rimase immutata: il vero potere nelle mani dei samurai.




LE ARMI E GLI EQUIPAGGIAMENTI DI UN BUSHI (guerriero)

   

FUNDOSHI

perizoma, generalmente di lino o cotone sbiancato e foderato in inverno.

SHITAGI

camicia molto simile al kimono ma di taglio molto più aderente.

OBI

cintura destinata a fissare lo shitagi, girata due volte intorno alla vita ed annodata sul davanti.

YOROI HITATARE

veste di grande pregio, spesso decorata con grande maestria da abili artigiani.

KOSHI-ITA

calzoni di tipo cerimoniale a spacchi laterali, in battaglia probabilmente sostituiti dagli kobakama, più corti e aderenti, generalmente destinati ai bushi di rango inferiore.

KAWA-TABI

calzini di pelle, con la caratteristica cucitura che separa l’alluce, di stoffa MOBIEN-TABI.

HADAKI

gambali di cotone o lino legati alla parte interna del polpaccio.

TSURANUKI

stivali foderati in cotone pesante o seta, le suole sono in cuoio rigido.

WARAJI

sandali costruiti con vari materiali, si usavano nelle campagne estive.

SUNE-ATE

schinieri di lamina metallica laccata o cuoio laccato cuciti su tessuto imbottito.

ABUMI ZURE

banda in cuoio e fissata nella parte inerna dello schiniero, atta a proteggere il polpaccio dallo sfregamento contro sella e staffe.

HIZA-YOROI KAKUZURI

coppa metallica con funzione di protezione delle ginocchia.

HAIDATE

grembiule diviso nel mezzo a protezione delle gambe, poco usato per via dell’intralcio notevole al movimento.

ITA-HAIDATE

cosciale di foggia più europea, costituito da lamine curve cucite su tessuto.

KUSAZURI-KYAHAN

gambale di maglia metallica, cucito su stoffa imbottita, usato per lo più da fanti o bushi di rango inferiore.

YUGAKE

guanti di pelle morbidissima.

KOTE-TEGAI

manica di stoffa corazzata da maglia metallica o piastre metalliche.

KAMURI-ITA

piastra metallica a protezione della spalla, veniva fissata al petto e alla manica corazzata con due corde di seta intrecciata.

GAKU-NO-ITA

piastra metallica a protezione del braccio, fissata con maglia metallica alla manica.

HIJ-GAME

cubitiera a protezione del gomito, cucita sulla manica.

IKADA

lamine metalliche longitudinali a protezione dell’avanbraccio, poteva essere anche un solo pezzo.

TETSU-GAI

piastra modellata a coprire il dorso della mano, comprendeva 4 anelli metallici in cui si infilano le dita, più anticamente comprendeva anche della maglia metallica, poi abbandonata.

TOMI-NAGAKOTE

collare di pelle o maglia metallica, arrivava solo fino ai pettorali, era collegato alle maniche corazzate.

WAKI-BIKI

lembi di maglia metallica atti a chiudere le fessure tra il do e le maniche corazzate, venivano fissate con botan-gate (bottoni), ganci (kohaze-gake), o corde (himo-tsuki).

DO’

corpo centrale della corazza costituito da lamine metalliche laccate, generalmente di colore nero, marrone, ruggine o rosso, e unite tra loro tramite allacciature con cordicelle di seta colorata (odoshi-ge) o cuoio; la particolarità dell’allacciatura era quella di formare un disegno o una scala di colori, che donava al DO’ un’aspetto splendido.

HARA-ATE

corazza in due pezzi sullo stile delle armature europee, ebbe una scarsa diffusione almeno fino al XV secolo, si pensa che la sua introduzione sia dovuta ai contatti con i mercati portoghesi.

HARAMAKI-DO

do aperto sul dorso, in alcuni casi chiuso da una piastra aggiuntiva, denominata la piastra del codardo.

DO’- MARU

do allacciato sui lati.

KARA-ATE

bretelle imbottite e ricoperte di cuoio, usate per sostenere il do.

SODE

spallacci di lamina allacciata come il do’, servivano a proteggere le braccia e le spalle, con lo O-YOROI, erano di forma squadrata e molto ampia, con il DO-MARU, diventavano più curvi e corti, i primi venivano fissati tramite lacci di seta colorata alla schiena (agemaki), i secondi si allacciavano direttamente alla manica corazzata.

HATO-O-NO-HITA

piastra legata alla schiena e pendente sul davanti a chiudere il varco tra il do’ e le braccia (sinistra)

SENDAM-NO-ITA

idem ma destra.

KOSHIATE

reggispade di varia foggia e forma.

WAZIKASH

spada corta

TACHI

spada lunga, in ambedue i casi sono nomi propri di quella che noi occidentali definiamo katana.

NO-DACHI

katana di dimensioni e peso notevolissimi, solitamente portata dietro la schiena.

NODOWA

gorgiera in lamine metalliche allacciate con lo stile odoshi-ge, veniva allacciato con cordicelle al collo.

HACHI

coppo dell’elmo, costituito in genere dalle otto alle sedici lamine troncate in cima e unite a mezzo rivettatura.

HOSHI-KUMO

lamine parallele al coppo a rinforzo della parte frontale.

TATAMI-KABUTO

elmo composto da cechi di lamine unite per allacciature e quindi pieghevole, non usato in battaglia.

HARAIDATE

sostegno per cimiero

MAEDATE

cimiero, di varie foggie e materiali.

SHIKORO

paranuca, composto da tre a un massimo di sette lamine metalliche laccate e unite con cordicelle di seta, il numero delle lamine metalliche, definiva la tipologia dell’elmo, il sammai-kabuto tre lamine, il gomai-kabuto cinque lamine, l’interno era generalmente laccato di rosso vivo, il tutto era fissato allo haci con rivetti.

FUKIGAESHI

formati con il prolungamento di una delle lamine dello shikoro, o con il lembo prolungato dello haci, serviva a deviare i fendenti alle spalle o al viso.

UCHI-BARI

sotto elmo formato da cordicelle di pelle a scopo sospensivo.

HACHI-MAKI

fascia di seta generalmente bianca portata annodata sulla fronte o sulla nuca, il suo scopo era di impedire al sudore di colare negli occhi durante il combattimento.

MEMPO

maschera prottettiva del viso in vari materiali, modellata con sembianze demoniache, aveva lo scopo di terrorizzare il nemico, saldamente collegata all’elmo, aveva la duplice funzione di proteggere il viso, e di rendere l’elmo ben saldo in testa.

GUSOKU-BITSU

cassa per custodire l’armatura e l’elmo.

   

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