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Cosa cantano quelle piccole creature annidate su quel granello di sabbia? Tutte in coro ben disposte in ogni angolo del loro piccolo mondo stanno cantando. È la prima volta che un suono così nitido riesce ad essere ascoltato dalle mie orecchie. Dopo eoni i miei freddi occhi riescono a vedere. Un tempo ogni cosa era l’essenza in cui la mia anima nuotava, la mia casa era un vortice e ogni atomo era partecipe della mia grandezza. E al centro del vortice ero Io, insonne che urlavo la mia stessa esistenza. Creavo esseri che accompagnassero la mia gioia per poi fonderli subito dopo in nuove, frenetiche forme. Vivevo nel tutto più completo e mi crogiolavo nel nulla più assoluto. Ma poi cosa successe di così doloroso? La mia anima non poté sopportare tanto orrore tutto assieme e venne lacerata da un atto di terribile blasfemia. Non so chi osasse così tanto, ma di colpo quel meraviglioso gorgo che era la mia dimora, che ero Io, venne svolto in tanti fili indipendenti. Quale doloroso orrore! Chi osava distinguere il fuoco dall’acqua, la terra dall’aria, l’amore dalla morte! Non potevo sopportare un tale crimine, cercai di difendere la mia creatura, il mio mondo. Ma Ella, non paga di tutto il marcio generato, mi costrinse ad un sonno millenario! E così rimasi nei secoli, fino ad oggi. Da quando questa oscenità chiamata universo è nata, condannandomi all’oblio, milioni di creature hanno elevato alle fredde stelle canti e preghiere. Eppure solo oggi mi sono svegliato. Da quando queste patetiche forme di vita hanno profanato la mia casa, riti e magie inutili sono stati inventati e professati. Eppure solo oggi mi sono svegliato. Da quando Ella, la grande Usurpatrice, mi ha relegato nel vuoto della Sua anima, miliardi di parole sono state pronunciate. Eppure solo oggi mi sono svegliato. Ma ora capisco, ora so cosa stanno pronunciando i fautori di quel canto. Quale parola stanno urlano con tutte le loro forze. L’unica in grado di svegliarmi. Pazzi! Quale nome stanno invocando con tutto il loro cuore. Quel nome è il mio nome! IL MIO NOME!

METATRON!

© Compagnia del Rito 2004