Nella valle del fiume Lot, che vogliamo risalire dalla confluenza con la Garonna alle sorgenti nel
cuore del Massiccio Centrale francese, i nostri antenati hanno lasciato splendide tracce della loro
presenza da tempo immemorabile. Lasciando il punto dove il Lot termina la sua corsa gettandosi nella
Garonna, ne iniziamo la risalita dalla città di Villeneuve sur-Lot.
Un centro grazioso, a cui si
accede attraverso un bel ponte dalle arcate diseguali, il cui rosso scuro, quasi mattone bruciato,
si staglia arditamente sulle case che si affacciano sul fiume. Più avanti c'è Fumel dal bel porto
fluviale. Il corso del Lot, fin qui lungo e dritto, muta di colpo, attorcigliandosi su se stesso in
ampie sinuosità. Arriviamo a Cahors, splendida gemma sul Lot. Il ponte di Valentré composto da sette
arcate gotiche che agili scavalcano il fiume, sormontate da tre torri di guardia, esili e possenti.
Da Cahors ha inizio la parte più suggestiva del viaggio, di cui St. Cirque è solo il primo
straordinario incontro. Dall'alto delle sue case di pietra lo sguardo può seguire il fiume,
fino a quando, dietro l'ultima ansa, non è nuovamente inghiottito dal verde del bosco.
Tornando a costeggiarne la riva, sono ora i castelli, i monasteri e i ponti medievali, le torri a
scandire un viaggio dalle soste più frequenti di quanto avevamo programmato.
Da Decazeville, dove, continuandone la risalita, il corso del Lot diventa irruente e nervoso.
Alle "roulotte d'acqua", su cui le famiglie trascorrono le vacanze navigando sulle acque fin qui
tranquille del fiume, si sostituiscono i kayak, che ne sfidano rapide e correnti.
Lungo il fiume, altre due perle ci attendono: Entraygues, da cui in breve si possono raggiungere le
gole della Truyère, ed Estaing. Poco più di piccoli villaggi, ma pieni di fascino e dolcezza
Lasciando Espallion e il suo bel ponte è Mende l'ultima tappa sulle sponde del fiume. Un centinaio
di chilometri di curve e controcurve per rifarci delle pianure della Normandia e della Bretagna.