L'ERNIA DISCALE E LE TERAPIE.

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L’ernia discale è una delle malattie più diffuse al mondo che colpisce prevalentemente i giovani e gli adulti creando enormi problemi sociosanitari ed economici in tutti i paesi del mondo. E’ una malattia molto dolorosa ed invalidante che tende a cronicizzarsi piuttosto di evolvere verso la guarigione.


Cos’è l’ernia discale: L’ernia discale è una condizione nella quale il disco intervertebrale fuoriesce nel canale vertebrale che comprime le radici nervose, il midollo spinale ed altri tessuti in essa contenuti, provocando il dolore ed altri sintomi deficitarii. La causa dell’ernia discale è una causa prettamente meccanica, quindi le terapie che non rimettono il disco erniato nella sua sede naturale sono immancabilmente destinate a fallire. Le terapie non risolutive fanno solo prolungare la malattia, di conseguenza dolore, sofferenza, tribolazioni, spreco di tempo e denaro.


Il decorso della malattia si divide in tre fasi: a) protrusione o bulging; b) ernia piccola e voluminosa; c) ernia paralizzante. Le tre fasi della malattia si possono paragonare a un semaforo stradale; protrusione o bulging, semaforo verde; ernia piccola e voluminosa, semaforo giallo; ernia paralizzante semaforo rosso, che indicano la gravità della malattia.

Protrusione o bulging
Ernia piccola e voluminosa
Ernia paralizzante

Molti medici considerano che la protrusione o bulging non sia ernia, quindi commettono un grave errore sulla diagnosi dell’ernia discale, di conseguenza anche sulle terapie di conseguenza anche i pazienti sono convinti di non avere l’ernia. Si sa che tutte le ernie cominciano come protrusioni, poi diventano ernie voluminose e paralizzanti. Le protrusioni o bulging sono ernie, quindi devono essere diagnosticate e risolte quanto prima affinché la malattia non progredisca agli stadi successivi. Inoltre se non fanno guarire le ernie quando sono meno gravi, cioè quando sono protrusioni o bulging, come si fa a guarire le ernie voluminose e le ernie paralizzanti?

 

LE TERAPIE


Nel mondo scientifico tutt’oggi non esiste alcun accordo generale sulle terapie da praticare nei casi di ernia discale, per cui nel campo medico e specialmente negli ambienti non qualificati vengono praticate moltissime terapie senza una reale efficacia terapeutica e senza prove scientifiche.
Ogni giorno vengono inventate terapie nuove e pratiche personali che non hanno alcun riscontro scientifico o prove dell’avvenuta guarigione delle ernie, e molti pazienti si affidano a queste pratiche sperando di non dover sottoporsi all’intervento chirurgico; ma si tratta in realtà di terapie che poi si rivelano inefficaci e dannose al paziente. Le molteplici terapie praticate per l’ernia discale non solo risultano inefficaci, ma riescono anche a confondere il paziente. In tale contesto è difficilissimo per un malato orientarsi su quale terapia seguire per guarire da questa dolorosissima ed invalidante malattia.
Le terapie per l’ernia discale sono molteplici, è possibile curare una malattia in cento modi? Inoltre non esistono terapie diverse per ogni malato o terapie diverse per ogni medico. Per guarire dall’ernia discale e per evitare l’intervento chirurgico fatevi solo di quelle le terapie che dimostrino le ernie guarite con rigore scientifico mediante i controlli TAC e RMN prima e dopo le cure.


Le terapie per l’ernia discale si dividono in:

1. Terapie conservative

2. Terapie chirurgiche


1. Terapie conservative: Le terapie conservative praticate per l’ernia discale sono moltissime: farmacologiche, ozonoterapiche, chinesiterapiche, fisioterapiche, chiroterapiche, manipolative, osteopatiche ed alternative, ma nessuna di esse ha una documentazione scientifica che dimostri l’effettiva guarigione delle ernie con i controlli TAC e RMN prima e dopo la cura. La conferma viene dal fatto che sono milioni e milioni i malati in Italia affetti da ernia discale che, dopo vari consulti medici specialistici ortopedici e neurochirurgici e dopo aver provato svariate terapie anche per anni, sono ancora alla ricerca di una soluzione per il loro problema. Le terapie palliative e non risolutive fanno solo prolungare la malattia, di conseguenza dolore, sofferenza, tribolazioni, spreco di denaro e tempo. Nel primo stadio della malattia, cioè nelle protrusioni o bulging, tutte le terapie possono dare un certo benessere, perché non esiste una vera e propria compressione del disco erniato sul nervo, di consegienza quando diminuisce l’infiammazione scompare anche il dolore, ma l’ernia rimane, pertanto la malattia si aggrava sempre di più nel tempo. Rimane solo imbarazzo della scelta delle terapie ma l’ernia non si guarisce. Le svariate terapie conservative vengono praticate solo in attesa che la malattia si aggravi di più per poi procedere all’intervento chirurgico quando il dolore diventa insopportabile.


2. Terapie chirurgiche: anche esse sono molte e gli interventi chirurgici, indipendentemente dalla loro natura, sono sempre atti demolitivi che distruggono il disco, alterando la statica della colonna vertebrale e provocando le ernie nei dischi superiori e inferiori. Inoltre esistono moltissime complicazioni ed insuccessi inerenti alla chirurgia, quindi tali interventi devono essere evitati. La stragrande maggioranza dei pazienti sottoposti agli interventi chirurgici per l'ernia discale non ha avuto alcun beneficio e molti altri che si ritenevano inizialmente guariti, dopo un breve periodo di relativo benessere, hanno constatato di non aver avuto un giovamento duraturo proprio per la recidiva dell’ernia discale, quindi sono costretti a sottoporsi di nuovo all’intervento chirurgico. Solo una piccola percentuale dei pazienti ha avuto un reale beneficio, indipendentemente dalla tecnica chirurgica usata. I pazienti operati che si sono sottoposti alla TAC e alla RMN hanno dimostrato che buona parte del disco è rimasto ancora nella sua sede, che fuoriesce molto facilmente nel canale vertebrale dando origine alle ernie recidive; il problema è risolto solo in modo temporaneo ma non definitivo. Inoltre, se la chirurgia fosse una soluzione efficace, perché le ernie non vengono operate quando vengono diagnosticate? E’ necessario che i pazienti debbano soffrire per anni per poi essere operati quando il dolore diventi insopportabile e si arrivi la paralisi?

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