L'oro del Reno (Das Rheingold)

L’anello del Nibelungo (“Der Ring des Nibelungen”), 3 giornate e una vigilia (Tetralogia) su libretto dello stesso Wagner, ispirato al Cantare dei Nibelunghi, poema epico del XIII secolo, e ad altre leggende nordiche. Comprende: 

L'oro del Reno (“Das Rheingold”), vigilia in un atto.

La Valchiria (“Die Walküre”), prima giornata in 3 atti.

Sigfrido (“Siegfried”), seconda giornata in 3 atti.

Il crepuscolo degli dei (“Götterdämmerung”), terza giornata in un prologo e 3 atti

L'anello del Nibelungo: Poema epico tedesco del tredicesimo sec. a.C. d'autore ignoto e musicato da Wagner nella metà del 1800. La storia si basa sul personaggio di Sigfrido, figlio di Sigmund ma separato dal padre, verrà cresciuto in una foresta da un nano che voleva servirsi di lui per recuperare un anello forgiato dai Nibelunghi. Quest'oggetto magico era in grado di rendere il suo possessore imperatore del mondo e tutti vogliono averlo. Dopo avere ucciso il drago che custodiva l'anello, Sigfrido ne prende possesso, s’immerge nel suo sangue per acquistare l'invulnerabilità in tutto il corpo tranne che in un punto sulla schiena. L'eroe verrà a sapere che suo padre Sigmund, figlio di Odino combatteva con una spada particolare in grado di distruggere qualsiasi cosa. Sigfrido decide di partire per cercare l'arma e dopo due o tre giorni di viaggio è ospitato per la notte da una donna di nome Crimilde; ma il marito, il possessore dalla spada magica, giunto a casa crede di essere stato tradito dalla moglie e sfida in combattimento Sigfrido. Odino invia Brunilde per accompagnare Sigfrido nell'aldilà, ma la valchiria riconosce il figlio del grande Sigmund e, disubbidendo al padre degli dei sceglie di portare il marito di Crimilde, questa, dopo lo sconforto, sposerà Sigfrido, che nel frattempo recupera la spada del padre. Brunilde sarà punita per aver disubbidito ad Odino e quindi rinchiusa in una prigione in cima ad un monte. Sarà liberata sia per riconoscenza, sia per coraggio dall'eroe di cui s'innamorerà, Sigfrido, che non corrispose al suo amore. La valchiria per vendetta lo fece uccidere da Hagen, durante una battuta di caccia.

L’oro del Reno (“Das Rheingold”), vigilia in un atto.

Prima rappresentazione, Monaco di Baviera, Königliches Hof- und Nationaltheater, 1869).

Il nano Alberich, della stirpe dei Nibelunghi, sottrae alla custodia delle Figlie del Reno l’oro che giace sul fondo del fiume. Con questo foggia un anello, che secondo la leggenda dà a chi lo possiede il dominio del mondo. L’astuzia del dio Loge ha la meglio su di lui: si fa dare una dimostrazione della potenza dell’elmo fatato che permette ad Alberich di assumere qualsiasi forma, e quando questi si trasforma in un rospo viene immobilizzato al suolo dal piede di Wotan, signore degli dei. Legato e portato sui più alti modi, Alberich è costretto a cedere al dio tutto il suo oro e l’anello del potere sul quale però scaglia una terribile maledizione: chi lo possiede troverà la morte per mano di chi glielo invidia. Con l’oro e l’anello Wotan può pagare i giganti Fasolt e Fafner che hanno costruito il Walhalla e che tengono in ostaggio la dea Freia, ma il sortilegio del nano fa la sua prima vittima: litigando per il possesso dell’anello, Fafner uccide il fratello.

 

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