Concerto per pianoforte e orchestra n.4 op.58 
secondo movimento: andante




Ascoltando l'andante di questo concerto invano cercheremo uno schema regolare come nei concerti del '700. Il tempo storico è diverso. Il romanticismo ha avviato la sua stagione. Il dialogo tra il solista e l'orchestra si fa ora intenso, dinamico: i due sembrano contendenti che si alternano e si sovrappongono. Ci trasmettono sentimenti nuovi anche contrastanti. In generale traspare un senso di oppressione e di solitudine e un bisogno di ritrovare serenità. 
L'andante inizia con il forte dell'orchestra cui contrasta il pianissimo del pianoforte; ora l'orchestra continua il suo duello con il solista il quale non sembra reagire. Il dialogo si fa sempre più serrato. Ecco il pianoforte da solo suonare una melodia discendente: un senso di abbandono! Una serie di trilli precede l'ingresso dell'orchestra e questa ripete il tema iniziale ma più lento e piano fino a che, con accordi sospesi del pianoforte, non si chiude il pezzo. Il Titano è domato!

Il contrasto tra solista e orchestra è il dramma della sordità, è la lotta con la natura amata/odiata è, secondo la tradizione più accreditata, il mito di Orfeo che con il suo canto "vince" le forze dell'Ade.

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