QUANDO UN MASSONE SI CONVERTE
A DUE ANNI DALLA MORTE DI CHIARA LUBICH
IL PIANTO DELLA MADONNINA A CIVITAVECCHIA
E' MORTO IL DARWINISMO DOPO LUNGA E INUTILE AGONIA, SENZA FUTURO LA SCOPERTA DELLA VITA ARTIFICIALE
IL MISTERO DELLA VITA E DELL'UNIVERSO
OLOCAUSTO, LE IMMAGINI DEL MALE
GIUBILEO PER GLI OTTO SECOLI DELL'O.F.S.
L'ABORTO PER GLI ALTRI O PER TE?
CONVERSIONE DEL RABBINO DI ROMA EUGENIO ZOLLI
I CAMPI DI CONCENTRAMENTO IN CINA ----------------------------------- Trasformazione
morale e coerenza eucaristica Ogni
fedele è pertanto chiamato ad una profonda trasformazione della propria
esistenza. Afferma il Santo Padre: «La trasformazione morale implicata nel
nuovo culto istituito da Cristo, è una tensione e un desiderio cordiale
di voler corrispondere allamore del Signore con tutto il proprio essere,
pur nella consapevolezza della propria fragilità» (n. 82). Rilievo
particolare acquista in questottica la responsabilità dei cristiani
che ricoprono cariche pubbliche e politiche: «per la posizione sociale o
politica che occupano, devono prendere decisioni a proposito di valori fondamentali,
come il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte
naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà
di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme.
Tali valori non sono negoziabili. Pertanto, i politici e i legislatori cattolici,
consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente
interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere
leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana. Ciò ha peraltro un
nesso obiettivo con lEucaristia (cfr 1 Cor 11,27-29). I Vescovi sono tenuti
a richiamare costantemente tali valori; ciò fa parte della loro responsabilità
nei confronti del gregge loro affidato» (n. 83). ////////////////\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\///////////////////\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\////////// //////////////////////\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\/////////////////////////\\\\\\\\\\\\ ---------------------------------------------------- ---------------------------------------------------- EINSTEIN,
CHIESA CATTOLICA E NAZISMO ----------------------------------------------------------------- SECONDA
LETTERA A TIMOTEO Paolo,
apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la promessa della vita
in Cristo Gesù, Tu dunque, figlio
mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù
al diletto figlio Timòteo: grazia, misericordia e pace
da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.
Ringrazio Dio,
che io servo con coscienza pura come i miei antenati, ricordandomi sempre di te
nelle mie preghiere, notte e giorno;
mi tornano alla mente le tue lacrime
e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia.
Mi ricordo
infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi
in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te.
Per questo motivo
ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie
mani.
Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza,
di amore e di saggezza.
Non vergognarti dunque della testimonianza da
rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche
tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio.
Egli infatti
ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre
opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data
in Cristo Gesù fin dall'eternità,
[ ma è stata rivelata solo ora con
l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto
risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo,
del quale
io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro.
[ È questa la causa
dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti a chi ho creduto e son
convinto che egli è capace di conservare il mio deposito fino a quel giorno.
Prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede e la
carità che sono in Cristo Gesù.
Custodisci il buon deposito con l'aiuto
dello Spirito santo che abita in noi.
Tu sai che tutti quelli dell'Asia,
tra i quali Fìgelo ed Ermègene, mi hanno abbandonato.
Il Signore conceda
misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato
e non s'è vergognato delle mie catene;
anzi, venuto a Roma, mi ha cercato
con premura, finché mi ha trovato.
Gli conceda il Signore di trovare
misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli ha reso in Efeso,
lo sai meglio di me.
e le cose
che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate,
le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri.
Insieme
con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo
Gesù.
Nessuno però, quando presta servizio militare, s'intralcia nelle
faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l'ha arruolato.
Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo
le regole.
L'agricoltore poi che si affatica, dev'essere il primo a
cogliere i frutti della terra.
Cerca di comprendere ciò che voglio dire;
il Signore certamente ti darà intelligenza per ogni cosa.
Ricordati
che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio
vangelo,
a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un
malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata!
Perciò sopporto ogni
cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo
Gesù, insieme alla gloria eterna.
Certa è questa parola:
Se moriamo
con lui, vivremo anche con lui;
se con lui perseveriamo, con lui anche
regneremo;
se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà;
se noi manchiamo
di fede, egli però rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
Richiama alla memoria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di evitare le
vane discussioni, che non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le ascolta.
Sfòrzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione,
un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uno scrupoloso dispensatore della
parola della verità.
Evita le chiacchiere profane, perché esse tendono
a far crescere sempre più nell'empietà;
la parola di costoro infatti
si propagherà come una cancrena. Fra questi ci sono Imenèo e Filèto,
i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta
e così sconvolgono la fede di alcuni.
Tuttavia il fondamento gettato
da Dio sta saldo e porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi, e ancora:
Si allontani dall'iniquità chiunque invoca il nome del Signore.
In una
casa grande però non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno
e di coccio; alcuni sono destinati ad usi nobili, altri per usi più spregevoli.
Chi si manterrà puro astenendosi da tali cose, sarà un vaso nobile,
santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona.
Fuggi le
passioni giovanili; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a
quelli che invocano il Signore con cuore puro.
Evita inoltre le discussioni
sciocche e non educative, sapendo che generano contese.
Un servo del
Signore non dev'essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente
nelle offese subite,
dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza
che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità
e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella
rete perché facessero la sua volontà.
Devi anche sapere che negli ultimi
tempi verranno momenti difficili.
Gli uomini saranno egoisti, amanti
del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati,
senza religione,
senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili,
nemici del bene,
traditori, sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati
ai piaceri più che a Dio,
con la parvenza della pietà, mentre ne hanno
rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro!
Al loro numero
appartengono certi tali che entrano nelle case e accalappiano donnicciole cariche
di peccati, mosse da passioni di ogni genere,
che stanno sempre lì ad
imparare, senza riuscire mai a giungere alla conoscenza della verità.
Sull'esempio di Iannes e di Iambres che si opposero a Mosè, anche costoro si oppongono
alla verità: uomini dalla mente corrotta e riprovati in materia di fede.
Costoro però non progrediranno oltre, perché la loro stoltezza sarà manifestata
a tutti, come avvenne per quelli.
Tu invece mi hai seguito da vicino
nell'insegnamento, nella condotta, nei propositi, nella fede, nella magnanimità,
nell'amore del prossimo, nella pazienza,
nelle persecuzioni, nelle sofferenze,
come quelle che incontrai ad Antiochia, a Icònio e a Listri. Tu sai bene quali
persecuzioni ho sofferto. Eppure il Signore mi ha liberato da tutte.
Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannatori
e ingannati nello stesso tempo.
Tu però rimani saldo in quello che hai
imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso
e che fin
dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza,
che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù.
Tutta la Scrittura
infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare
alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera
buona.
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare
i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno:
annunzia
la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera,
esorta con ogni magnanimità e dottrina.
Verrà giorno, infatti, in cui
non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa,
gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie,
rifiutando
di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole.
Tu però vigila
attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore
del vangelo, adempi il tuo ministero.
Quanto a me, il mio sangue sta
per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele.
Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato
la fede.
Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto
giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro
che attendono con amore la sua manifestazione.
Cerca di venire presto
da me,
perché Dema mi ha abbondonato avendo preferito il secolo presente
ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia.
Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile
per il ministero.
Ho inviato Tìchico a Efeso.
Venendo, portami
il mantello che ho lasciato a Troade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto
le pergamene.
Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il
Signore gli renderà secondo le sue opere;
guàrdatene anche tu, perché
è stato un accanito avversario della nostra predicazione.
Nella mia
prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato.
Non se ne tenga conto contro di loro.
Il Signore però mi è stato vicino
e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio
e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno;
a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Saluta Prisca e Aquila
e la famiglia di Onesìforo.
Eràsto è rimasto a Corinto; Tròfimo l'ho
lasciato ammalato a Milèto.
Affrettati a venire prima dell'inverno.
Ti salutano Eubùlo, Pudènte, Lino, Claudia e tutti i fratelli.
Il Signore Gesù sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi.