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Tratto da: "INTIMITE'" - 3/9 gennaio 1986
ZORRO NON E' ANCORA IN PENSIONE
Eroe adorato dai ragazzi grazie alla nuova diffusione delle sue avventure su FRANCE 3 il sabato sera, Zorro resta un mito fin dagli anni '50, l'epoca in cui fu realizzata questa serie. L'attore che incarna l'avventuriero dal mantello nero si chiama Guy Williams e, senza offesa, oggi non è più così atletico. Ritiratosi a Buenos Aires, in Argentina, ha 62 anni e la sua imponente statura ora si è un po' allargata! Egli vive all'ultimo piano di un lussuoso palazzo (nota del traduttore: in realtà era un appartamento al primo piano in un bel condominio, elegante ma non lussuoso...) a Recoleta, un quartiere chic della periferia della capitale argentina. Una terrazza, dei libri, un calcolatore elettronico e, in ricordo dei tempi gloriosi, la cartelletta dove riponeva i suoi copioni. All'interno attualmente si trovano i fogli manoscritti di un libro di cucina che sta scrivendo in collaborazione con la sua compagna Pat. E' vero che Guy Williams, alias Zorro, ha il gusto della buona tavola. Ma non crediate tuttavia che Zorro sia in pensione. La CBS gli ha appena proposto di essere la vedette del film Zorro&figlio e, dopo aver lungamente riflettuto, egli è sul punto di accettare. In effetti Zorro per lui rappresenta tutto. "Quando, negli anni '50, la ditta Walt Disney mi chiese di incarnare questo intrepido dal grande cuore, io ne fui estasiato. Prima mi ero trascinato per Hollywood dove ero sotto contratto con la MGM. Alla Caffetteria spesso mi ritrovavo allo stesso tavolo di Clark Gable o Spencer Tracy, era più emozionante dei films che giravo allora, dei westerns scontati nei quali interpretavo dei cow-boys di secondo piano...". Fino al giorno in cui una brutta caduta da cavallo lo costrinse a rompere il suo contratto. Guy Williams, per fortuna prontamente rimesso dall'incidente, bussò alla porta degli studios Disney e... arrivò Zorro! Un successo enorme e molto denaro! All'epoca egli poté permettersi uno yacht ed una casa di 15 stanze sul Sunset Boulevard, che condivise con la moglie Janice ed i loro due figli Steve e Toni. Gli altri films che girò per Walt Disney furono meno gloriosi ma ugualmente redditizi. E tuttavia, di tutti, è Zorro che egli preferisce!
(Traduzione dal francese a cura di Annamaria)
Tratto da: "CINE' TELE' REVUE" - 11 maggio 1989
LA TRISTE FINE DI GUY WILLIAMS A BUENOS AIRES. AMATO DA MILIONI DI RAGAZZI ZORRO VIVEVA SOLO E ABBANDONATO... (vedi la "nota" finale)
Era partito dal niente e fu ricevuto come un re da alcuni fra i più grandi capi di Stato che volevano presentarlo ai propri figli... Faceva colazione, in anonimato, al tavolo di Clark Gable, e più tardi fu a quello di Isabella Peron, in Argentina, che egli poté sedersi e sorseggiare lo champagne abbondantemente. Era amato da milioni di ragazzi nel mondo e tuttavia è scomparso in solitudine perché era riconosciuto solo con la maschera, il mantello al vento ed una spada in mano... "Alla fine della serie (che durò due anni dall'ottobre '57 al settembre '59) avevo chiesto di poter conservare il mio costume nero originale" diceva Guy Williams alias Zorro, "e già me lo si concedeva solo a fior di labbra. Quel giorno ho capito che gli attori non potevano avere un cuore, che si ricercava solo il denaro". Obbligato a rasarsi i baffi Alla fine di "Zorro", egli guadagnava molto di più che sotto la direzione di Walt Disney, uomo molto accorto in campo finanziario. Mentre altri registravano dischi sul vendicatore mascherato (come Henry Calvin, il Serg.Garcia, ed il gruppo "Chordettes", la cui versione si ritrovò persino nelle hit-parade), lui tirava di scherma in manifestazioni private, persino sulle spiagge, ed i dollari piovevano. Armando (Guido) Catalano, divenuto Guy Williams, nato a New York il 14 gennaio 1924 e figlio di un agente assicurativo di origine italiana, deve tutto a questa piccola strizzata d'occhio del destino: mentre le stars della Universal ammazzavano il tempo sui terreni da golf e lo snobbavano perché non frequentava le serate alla moda e perché non interpretava che ruoli di terz'ordine sul grande schermo (in particolare in "Bonzo goes to college" ed alcuni western), lui si divertiva in sale malandate dove si insegnava la scherma, uno sport al quale l'aveva iniziato suo padre... E fu così che strappò il ruolo di Zorro, perché maneggiava la spada meglio di tutti gli altri. Furono due anni che sconvolsero la sua vita per l'eternità. Guy Williams dovette persino farsi tagliare i baffi perché i suoi ammiratori non cessavano di assillarlo per strada per ottenere un autografo. Egli segnava una "Z", come Zorro! "Il mio vero nome nessuno lo conosce" diceva già allora... Con la sua sposa Janice, una ex-indossatrice che aveva lasciato per lui la propria carriera, ed i loro due figli Steve (nato nel 1952) e Toni (nel 1958), egli proteggeva la sua felicità in una superba dimora di 15 stanze o sul suo yacht di lusso. La sua passione favorita: il gioco degli scacchi sul "computer", egli fu uno dei primi Americani a possederne un esemplare. Trascorreva così giorni felici, invitato ovunque, tentando talvolta la fortuna sui tavoli dei Casinò. Rifiutava di abdicare Ma la popolarità gli mancava. Accettò dei ruoli, come in "Capitan Sindbad", per il semplice piacere di sentirsi dire: "Hai visto, è Zorro!". Per tre anni divenne anche l'eroe di una serie di fantascienza, "Lost in Space". Ma era credibile solo con una maschera. Allora si richiuse in se stesso, con talvolta dei gesti toccanti, come un Cavaliere che rifiuta di abdicare: "Mi vengono proposti parecchi seguiti di Zorro" diceva, "Io sono disposto persino a fare ridere. Ma mettere in ridicolo Zorro... questo mai!". Cercò di realizzare la storia di uno Zorro più anziano ma sempre valoroso, per assicurare al mondo intero che non voleva rinnegare nulla. Gli mancò il denaro. Separato dalla moglie, viveva a Buenos Aires perché laggiù i ragazzi vedendolo gridavano ancora "El Señor Zorro!". "Sono formidabili" diceva, "si mettono in guardia appena mi vedono!". Ma i turisti non andavano più verso di lui con una penna in mano e quando si diceva loro che quel signore di una sessantina di anni, senza baffi e con qualche chilo in più era il vero Zorro, alzavano le spalle. Per molto tempo egli ignorò che, grazie a "Disney Channel" che riproponeva le sue avventure in tutto il mondo, infiammava i cuori di nuove generazioni di ragazzi. "La gloria è un nemico" confessò nel gennaio dello scorso anno. "Si riprende tutto quello che ti ha dato". Zorro era solo. Nessuno si preoccupò molto della sua assenza a parte i suoi vicini tre giorni dopo la sua morte, per l'atmosfera maleodorante che si diffondeva nello stabile. Ora i suoi amici si contendono un vecchio costume polveroso che egli conservava in un armadio a muro. Un mantello, una spada, una maschera. Con una "Z" sul cofanetto. E' il suo testamento: "Io sogno solo una cosa" diceva, "che i miei ragazzi non dimentichino che io sono stato un eroe...". A.W.
(Traduzione dal francese a cura di Annamaria)
ANNOTAZIONE SULLA MORTE DI GUY WILLIAMS: A prescindere dall'oggettiva tragicità della sua scomparsa, ci sembra doveroso rettificare qui alcune affermazioni particolarmente desolanti che vennero fatte all'epoca della stampa. Se è innegabile il fatto che la morte sia avvenuta mentre Guy si trovava solo in casa (ma d'altra parte la causa che ne ha determinato il decesso non concede molte possibilità... e se anche egli non fosse stato solo probabilmente non si sarebbe potuto fare molto) e che il suo corpo sia stato trovato solo dopo alcuni giorni, ciò non significa che egli fosse realmente = solo e abbandonato da tutti = .... Dalle testimonianze dirette di coloro che hanno vissuto i fatti (e quindi sono probabilmente più attendibili di chi ha scritto gli articoli, talvolta a migliaia di km di distanza...) si apprende che in realtà egli non viveva per niente in solitudine. Era stato messo in disparte dallo "show-business" hollywoodiano e sicuramente era amareggiato dai problemi tecnici/economici che in Sudamerica continuavano ad ostacolare la realizzazione della sua nuova versione di "Zorro", ma egli aveva molti amici, frequentazioni ed affari sia nella capitale Argentina sia nel resto del Paese. Purtroppo però, banalmente, in quella maledetta settimana di fine aprile/inizio maggio una serie di sfortunate circostanze giocò contro di lui (tutti lo credevano partito per uno dei consueti viaggi fuori città, sia la compagna che era andata in visita al proprio fratello, sia i collaboratori che non lo cercarono in casa, sia gli amici diversamente occupati... ed all'epoca, purtroppo, i cellulari non esistevano ancora!....), così soltanto dopo alcuni giorni ci si poté accorgere che Guy Williams aveva impennato verso il cielo il cavallo nero di Zorro per l'ultima volta ed era partito al galoppo verso le stelle...
Per saperne di più su Guy Williams in Argentina: http://www.whitefoxdomain.com/index.htm http://www.fernandolupiz.netfirms.com/
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