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Squali del Mediterraneo(Atlantis 1989) Collabora alla compilazione delle risposte Fabio Fino, autore del libro "Squali del Mediterraneo(Atlantis 1989)", fotografo ed istruttore subaqueo, consulente dello Shark Research Committee per il mar Mediterraneo fino al 1994

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Domande
1. D: Vorrei sapere se lo squalo avvistato all’isola d’Elba nel mese di aprile appartiene ad una specie pericolosa.

2. D: Ciao, ho letto sulla rivista Airone del mese di luglio che lo squalo bianco è uno squalo costiero; è vero?

3. D: Salve vorrei informazioni sullo squalo Goblin. Perché si chiama così , c’è un motivo particolare???? Ti ringrazio, ciao!!

4. D: Ho iniziato a praticare il surf da onda recentemente ed ho letto nella sezione "Notizie dal mondo" del vostro sito le due agghiaccianti storie di attacchi a surfisti; vorrei sapere se sono stati segnalati casi del genere in Italia. Grazie

5. D: Essendo cacciatori attaccano solo prede vive o sono anche saprofagi?

6. D: E` vero che spesso l`uomo e` stato attaccato dagli squali (specialmente i surfisti) perche` scambiato per una foca?

7. D: In caso di un incontro con uno squalo che cosa si puo` fare?Mettersi a nuotare penso non sia la migliore delle ipotesi....

8. D: Essendo di Messina vado spesso in barca alle Isole Eolie con amici. Durante il tragitto amiamo fare il bagno in alto mare. Vi sono pericoli di incontri "spiacevoli"? Sono mai stati avvistati squali bianchi in quest'area del Mediterraneo? Grazie

9. D: Essendo un appassionato di squali,mi hanno colpito molto le tragedie da poco avvenute nelle acque dell'Australia....non capisco..si può affermare che sia stato uno squalo bianco solo per il suo nome??? Direi che sarebbe meglio cercare di capire..cercare di distinguere..la cattiva abitudine dei media di citare"squalo bianco"...ma loro lo sanno chi è lo squalo bianco.Invito tutti gli appassionati di squali a riflettere riguardo questo.





























Risposte


1. R: Lo squalo avvistato nelle acque dell’Elba è presumibilmente un Cetorhinus maximus, ordine dei Lamniformes, famiglia dei Cetorhinidae, comunemente denominato Squalo elefante. Si nutre esclusivamente di plancton e di piccoli crostacei durante il suo moto perpetuo con la bocca spalancata, capace di incanalare migliaia di tonnellate di acqua al giorno. Non è classificato tra gli squali pericolosi per l’uomo, ma comunque, in un eventuale incontro consiglio di avvicinarsi rispettando la sua indole solitaria, considerando che nei nostri mari gli esemplari raggiungono solitamente gli 8/10 metri di lunghezza .

2. R: Il Carcharodon carcharias
(squalo bianco), si mantiene solitamente in prossimita' della fascia costiera e solo raramente si spinge in acque pelagiche. In acque costiere calde e temperate oltretutto, presumibilmente ogni due anni, le femmine partoriscono dalla primavera fino alla fine dell’estate.

3. R: Il primo esemplare di Mitsukurina owstoni fu catturato in Giappone nella "Corrente nera" di Yokohama, e venne chiamato tenguzame (fantasma); da qui il nome comune goblin (in inglese folletto,spirito maligno).

4. R: Siamo a conoscenza di un unico caso di attacco ad un surfista in Italia: il fatto risale al 1989 ed è accaduto a Marina di Carrara. Ezio Bocedi fu attaccato e ferito alla coscia destra ma se la cavò con oltre 40 punti di sutura ed un grosso spavento. La redazione pubblicherà prossimamente la cronaca nella sezione "attacchi"
.

5. R: Escludendo dalla lista delle prede le esche sanguinolente usate dai documentaristi o dai pescatori, gli squali si nutrono di prede vive, cacciate secondo il loro istinto predatore. Tuttavia, in particolari circostanze è stato documentato come alcune specie di squali si siano nutrite di prede morte: rammento sicuramente un documentario che mostrava un gruppo numeroso di squali bianchi che si accaniva sulla carcassa in decomposizione di una grossa balena; inoltre tra le pagine del nostro sito troverai nella sezione "vecchie storie e leggende"
, il resoconto di una cattura di uno squalo bianco, nel cui stomaco furono rinvenuti i resti di tre uomini (probabilmente già deceduti al momento dell'ingerimento).

6. R: Numerosi studi e ricerche hanno dimostrato che la maggior parte degli attacchi subiti dai surfisti (soprattutto in Sud Africa, California e Australia meridionale) da parte dello squalo bianco sono provocati dalla somiglianza che la sagoma del surf in superfice assume con una grossa otaria/leone marino; questa tesi viene avvalorata dalle seguenti considerazioni: 1 - l'otaria e il leone marino sono in cima alla dieta alimentare dello squalo bianco lungo le coste della California ,del Sud Africa e dell'Australia meridionale; 2 - in molti casi dopo aver addentato la tavola lo squalo bianco si disinteressa del surfista scaraventato in acqua; 3 - lo squalo bianco attacca l'otaria di sorpresa, dal basso verso l'alto, e spesso il primo contatto non è un morso ma una potente musata che scaraventa l'otaria verso l'alto. E' doveroso comunque aggiungere come in altre parti del mondo (es. Florida e Hawaii), e con altre specie di squali (es. squalo tigre) gli attacchi ai surfisti non sono pienamente riconducibili alle tesi suddette. A tal proposito sulle pagine del sito, nella sezione "notizie dal mondo"
ci sono delle cronache riguardanti tali argomenti.

7. R: Il comportamento da assumere quando si incontra uno squalo è da sempre al centro di studi e ricerche; la Marina degli Stati Uniti d'America sin dalla seconda guerra mondiale ha investito moltissimo per garantire ai propri piloti caduti in mare la maggior tutela e difesa possibile; nonostante questo ad oggi non si conosce un sistema sicuro al 100 % per evitare l'attacco da parte di uno squalo. Le variabili da prendere in considerazione sono tante: 1- la specie dello squalo; 2- il motivo che ha causato l'incontro (quasi sempre è lo squalo che viene attirato dalla nostra presenza); 3- le condizioni fisiche in cui ci troviamo (presenza di ferite o perdita anche impercettibile di sangue); 4- profondità dell'incontro (superfice per i bagnanti o mt. profondità per i subacquei); potrei ulteriormente proseguire, ma l'argomento è talmente complesso ed interessante che sarà oggetto di un corposo approfondimento nella sezione di biologia.

8. R: Le possibilità di imbattersi in uno squalo bianco
, in mar Mediterraneo attualmente sono quasi nulle. Ultimamente alcuni biologi e ricercatori hanno avanzato la tesi che in mar Mediterraneo potrebbero essere presenti solo poche decine di esemplari !! - praticamente al limite dell'estinzione territoriale. Un fatto accertato ormai da una decina di anni è invece la scarsità e la casualità degli incontri; oltretutto i rari avvistamenti sempre in determinate zone e periodi dell'anno farebbero pensare più ad un percorso migratorio che ad una sostanziale presenza nelle nostre acque.
Riassumendo, in mar Mediterraneo non esistono più colonie persistenti di squali bianchi come in Sud Africa (Dyer Island), Australia meridionale (Dangerous Reef) o in California (Farallon Islands).
Le colonie che frequentavano abitualmente il promontorio del Circeo (secca del Quadro), il nord del mar Adriatico (Istria e Dalmazia), l'arcipelago toscano, la Sardegna meridionale, o i numerosi esemplari che attraversano frequentemente lo stretto di Messina o il canale di Sicilia per rincorrere i branchi di tonni ed ingaggiare furiose battaglie con i "Rais" di Favignana, sono purtroppo un lontano ricordo.

9. R: Comprendo e condivido le perplessità riguardo al modo con cui i media affrontano spesso l'argomento "squali", confondendo le specie, riportando dati e statistiche alcune volte incomprensibili (a tal proposito guardare la notizia sull'avvistamento al Giglio
).
Ma riguardo gli attacchi australiani le considerazioni di seguito schematizzate sembrano avvalorare la tesi che la specie incriminata sia uno squalo bianco
:

- la presenza di testimoni attendibili;
- i resti delle tavole (importanti in quanto recano i segni dell'attacco e spesso uno o più denti di squalo rimangono intrappolati in esse);
- l'attività svolta dalle vittime durante l'attacco (praticavano il surf - vedi faq n.6);
- il mancato ritrovamento dei corpi e la zona dell'attacco (nell'ipotesi che i corpi siano stati divorati occorre considerare che l'unica specie in grado di farlo, presente in quelle acque, è proprio lo squalo bianco).

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