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Indice  

 

Chiesa di San Rocco - Rivoli -    (Parr. San Martino Vescovo)

 

Il santo  

Bacheca  

 

 

La facciata

Abside

Sacrestia

Organo

Madonna del Carmine

San Giuseppe

Immacolata

Santi Maurizio e Antonio

 

 

 

 

Alla fine del 1630, un gruppo di cittadini che riuscirono a scampare alla tremenda epidemia di peste, citata anche dal Manzoni dei Promessi Sposi, realizzò la chiesa dedicata a San Rocco, santo notoriamente considerato il protettore contro il terribile contagio.L’edificio venne innalzato su una più antica cappella, sempre dedicata al famoso santo. Nel 1652 la chiesa, oltre a svolgere il ruolo di sede della confraternita omonima, divenne anche cappella carmelitana, fatto che si rese necessario dopo il trasferimento del convento all’interno della struttura cittadina. La convivenza tra i frati e la confraternita non fu però facile, al punto che nel 1669 ai carmelitani fu proibito l’uso della chiesa.

Come si può vedere da questa "cartina" di Rivoli del 1682, il Theatrum Sabaudiae, la chiesa di San Rocco aveva già molte delle aspetti che la caratterizzano ancora oggi. (cliccanndo sul disegno si ha una spiegazione sia della Chiesa sia delle altre confraternite di Rivoli)

L’edificio presenta una facciata con pronao a tre arcate, pianta a croce latina con volta a botte e abside. L’intera costruzione riesce a far convivere in una sola struttura compositiva chiare matrici barocche che si assommano a evidenti intonazioni neoclassiche. La pittura interna, del XIX secolo, ha in gran parte sostituito affreschi più antichi.

La facciata

Le opere murarie della chiesa e dell’annesso convento carmelitano sono terminate nel 1655. nel 1766 viene aggiunto il portico nartece antistante la facciata e nel 1884 la cancellata in ferro battuto. Le due statue accanto all’ingresso rappresentano la Vergine Immacolata e San Rocco. Gli ultimi restauri hanno permesso di riscoprire i colori dati alla facciata nel corso dei secoli. Il portate è una pregevole opera lignea commissionata dai carmelitani intorno al 1650.   inizio pagina

Abside

Il seicentesco altare maggiore in legno riproduce dipinte le venature del marmo, dando così l’illusione di una costruzione marmorea. Dietro l’altare è di grande interesse la seicentesca pala d’altare che raffigura in centro il santo titolare con le piaghe della peste e il fedele cane che gli porta il pane per nutrirsi. Un angelo reca l’annunzio "in peste patronum eris" (sarai patrono nelle epidemie di peste). Tutto intorno a fare da cornice altri episodi della vita del santo.

San Rocco nacque nel XIV secolo a Montpellier in Francia. La sua nascita sarebbe dovuta a un voto fatto dai suoi genitori, desolati perché senza figli. Rimasto presto orfano, vendette tutti i suoi beni a beneficio dei poveri e partì pellegrino per Roma. Si fermò ad Acquapendente dove prestò la sua assistenza ai malati di peste e incominciò ad operare guarigioni miracolose. Passò poi a Cesena e a Roma, dove guarì un cardinale che lo presentò al Papa. Dopo circa tre anni prese la via del ritorno e a Piacenza fu colpito dalla peste. Ritirato nella campagna vicina fu curato fino alla guarigione dal patrizio Gottardo Pallastrello, che egli convertì con il suo esempio. Da Piacenza si diresse poi al Nord, ma fu arrestato ad Angera, sul Lago Maggiore, da soldati che lo presero come una spia. Gettato in prigione vi morì dopo cinque anni. I prodigi che subito avvennero intorno al suo corpo testimoniarono la sua santità.

Sempre nell’abside, due pregevoli tele seicentesche rappresentano la Visione di San Gerolamo che sta redigendo la traduzione in latino della Bibbia detta Vulgata e il martirio di San Bartolomeo che viene scorticato vivo. Ancora di rilievo, dietro l’altare, è il coro ligneo del 1826.

Sacrestia

La sacrestia custodisce un interessante mobile intagliato del seicento, precedentemente custodito nella sacrestia della chiesa parrocchiale di San Martino. È interessante notare la particolare cornice in legno che custodisce i nomi degli appartenenti alla confraternita di san Rocco su pezzetti di legno.   inizio pagina

Organo

La tribuna e la cassa dell’organo (1848) sono opera degli scultori Alisiardi e Grandi, mentre il coevo strumento è dei fratelli Bussetti di Adorno Sagliano, che impiantarono a Rivoli una fiorente e rinomata bottega per la costruzione degli organi.

Altare della Madonna del Carmine

L’altare della Madonna del Carmine ricorda l’utilizzo della chiesa da parte dei frati carmelitani del vicino convento. Venne realizzato intorno al 1655 ed è di pregevole fattura barocca.   inizio pagina

Altare di San Giuseppe

A sinistra dell’altare è interessante notare il pulpito sorretto dal confessionale, pregevole opera in legno di epoca barocca. La statua di San Giuseppe testimonia la devozione a questo santo che fu una della grandi caratteristiche del fervore religioso del XIX secolo. Di nullo valore artistico ma di grande valore spirituale è il piccolo quadretto ex voto che ci testimonia come la chiesa di San Rocco fu, e continua ad essere tuttora, uno dei centri della fede delle famiglie contadine rivolesi.

Cappella dell’Immacolata

La devozione a Maria Immacolata è una delle caratteristiche più importanti di questa chiesa. Alla confraternita di San Rocco, infatti, si affiancò una compagnia di donne che pregavano chiedendo l’intercessione di Maria contro le pestilenze e ogni altro male. Ancora oggi quella dell’8 dicembre è una festa molto sentita dalla donne della comunità.

Altare dei Santi Maurizio e Antonio Abate

Molto bella è la pala seicentesca che ritrae insieme due santi molto venerati dai contadini piemontesi. Sant’Antonio Abate, patrono degli animali e delle campagne, è ritratto con la sua veste di monaco eremita. Il cavaliere romano san Maurizio, protettore di casa Savoia e del Piemonte, fu martirizzato insieme ai suoi compagni della legione tebea, che si erano convertiti alla fede cristiana e portarono il cristianesimo per la prima volta in Piemonte.   inizio pagina

 

 

 

 

E' il comitato che organizza il restauro della chiesa. Per chi volesse avere maggiori informazioni

tel. 011.958.79.10