:Intro:

Texts

Libro IV: vv. 1-30 Didone
Libro IV: vv. 160-197 Il temporale fatale
Libro IV: vv. 296-392 L'ultimo colloquio
Libro IV: vv. 584-705 Morte di Didone

Images

Italiano
Didone, Mantegna
La morte di Didone, Guercino
La morte di Didone, Rubens
Didone ed Enea, Reni
Incontro di Venere ed Enea, Cortona
Didone abbandonata tra le ancelle e Africa, pittura pompeiana
Mercurio appare ad Enea, Romanelli
Enea e Didone durante la caccia, stoffa copta
Enea e Venere, Tiepolo
Villa di Low Ham
Didone mostra Cartagine ad Enea, Lorrain
I codici Vaticani latini
Didone ed Enea al mattino della caccia, Turner

English
Dido, Mantegna
Dido's Death, Guercino
Dido's Death, Rubens
Dido and Aeneas, Reni
Venus meets Aeneas, Cortona
Dido between her handmaids and Africa, Pompeian painting
Mercury appears to Aeneas, Romanelli
Aeneas and Dido during the hunting, coptic fabric
Aeneas and Venus, Tiepolo
Low Ham's Villa
Dido shows Cartage to Aeneas, Lorrain
The Latin Vatican Codes
Dido and Aeneas during hunting in the morning, Turner

:Nostre creazioni:
Our creations

Epistolario/Letters 1
Epistolario/Letters 2
Epistolario/Letters 3

  

Libro IV: vv. 1-30 Didone
traduzione in italiano

584 E già la prima Aurora lasciando il giaciglio di croco
585 di Titone spruzzava le terre di nuova luce.
586 La regina dalle finestre come vide biancheggiare
587 la prima luce e la flotta procedere a vele spiegate
588 e s'accorse dei lidi e dei porti vuoti senza un rematore,
589 percuotendo il bel petto con la mano e tre e quattro volte
590 e sciolta nelle biondeggianti chiome "Oh Giove. Andrà
591 costui, dice, e lo straniero si befferà dei nostri regni?
592 Gli altri non prenderanno le armi, non lo inseguiranno da tutta la città
593 e strapperanno le barche degli arsenali? Andate,
594 rapidi portate fiamme, date armi, spingete i remi.
595 Che dico? O dove sono? Che pazzia cambia la mia mente?
596 Infelice Didone, ora fatti sacrileghi ti colpiscono?
597 Allora andò bene, quando davi lo scettro.
598 Colui che dicono portare con sé gli antichi Penati,
599 e aver portato sulle spalle il genitore sfinito dall'età!
600 Non avrei potuto dilaniare il suo corpo dopo averlo sbranato e spargerlo
601 alle onde? Non avrei potuto uccidere i compagni e lo stesso Ascanio con la spada
602 e porli da mangiare alla tavola del padre?
603 Ma in realtà la sorte della battaglia sarebbe stata incerta. Lo fosse pur stata:
604 chi avrei dovuto temere io, destinata a morire? Avrei potuto portare le fiaccole negli accampamenti
605 incendiare i ponti delle navi, uccidere il padre e il figlio
606 con tutta la loro razza, e gettarmi io stessa sopra.
607 Sole, che illumini con i tuoi raggi tutte le opere della Terra,
608 tu, Giunone, consapevole e complice di queste mie pene,
609 tu, Ecate, ululata nei trivi notturni nelle città,
610 e voi, terribili vendicatrici, e Dei della morente Elissa,
611 accogliete queste parole e rivolgete contro il male la vostra volontà meritata con le mie sventure,
612 e ascoltate le nostre preghiere. Se a quel maledetto è necessario
613 toccare un porto o giungere alla terraferma,
614 e così chiedono i fatti di giove, questa cosa è ineluttabile:
615 "Che almeno sia tormentato dalle armi e dalla guerra di un popolo audace,
616 lontano dalla patria, strappato dall'abbraccio di Iulio,
617 chieda l'aiuto e veda l'indegna morte dei suoi;
618 né quando si sarà consegnato alle leggi di una pace svantaggiosa ,
619 goda del regno o della vita desiderata,
620 ma cada prima del tempo e insepolto sulla sabbia.
621 Queste cose chiedo, verso queste ultime parole con il mio sangue.
622 Poi, voi, o Tiri, la stirpe e le genti future
623 Esercitate nell'odio, e mandate questi regali al nostro cenere.
624 Nessun amore e nessun patto di amicizia ci sia fra i popoli.
625 Nasca qualche vendicatore dalla nostra discendenza
626 che insegua con il fuoco i Troiani e con il ferro i coloni,
627 ora, sempre e in qualsiasi momento si presenti l'occasione.
628 Siano i lidi ostili ai lidi, le onde alle correnti, le armi alle armi,
629 combattano loro stessi e i loro discendenti". Queste cose diceva
630 e versava l'animo da ogni parte, desiderosa di interrompere
631 Quanto prima l'odiata vita. Allora brevemente
632 parlò a Barce, la nutrice di Sicheo
633 (infatti la patria antica e il cenere scuro tenevano la sua nutrice):
634 "O nutrice a me cara fa venire qui davanti a me la sorella Anna
635 dille che si affretti ad aspergere il corpo di acqua fluviale
636 e che conduca con sé gli animali e gli strumenti per l'espiazione.
637 Così venga, e tu stessa copri le tue tempie con bende adatte al sacrificio.
638 È nel mio animo compiere i sacrifici a Giove Stigio,
639 compiere le cose sacre che secondo i riti preparai
640 ed è mia intenzione porre fine alle mie preoccupazioni e dare al fuoco le immagini del corpo di Dardano"
641 Così disse e quella affrettava il passo senile,
642 intanto trepidante e inferocita dai preparativi mostruosi
643 Didone volgendo lo sguardo iniettato di sangue e chiazzata di macchie
644 sulle tremule guance pallida per la morte imminente
645 alle più interne soglie della sua dimora si lancia
646 e furibonda sale gli alti gradini del rogo e sfodera la spada
647 dardana non ottenuta per questo uso.
648 Qui dopo che vide le vesti iliache e il noto letto
649 avendo indugiato un po’ con le lacrime e con la mente
650 si buttò sul letto e disse le ultimissime parole.
651 "Oh dolci spoglie, finche il fato e gli dei lo permettevano,
652 accogliete questa vita (anima) e scioglietemi dalle preoccupazioni.
653 Ho vissuto pienamente, ho seguito il destino che la sorte mi aveva assegnato,
654 e ora una grande immagine di me andrà nell'oltretomba.
655 Ho costruito una città famosa, ho visto le mie mura
656 vendicando mio marito, ho ricevuto pene dal fratello nemico:
657 felice, ahimè, molto felice sarei stata
658 se le navi dardane non avessero mai toccato
659 le nostre spiagge". Disse, e dopo aver dato l'ultimo saluto al letto,
660 "morrò invendicata, ma che muoia!" disse. "Così, è giusto andare nell'Aldilà.
661 Beva con gli occhi questo fuoco
662 il crudele dardano dall'alto mare e porti con sé i presagi della nostra morte".
663 Aveva detto ciò, e nel mezzo di tali parole
664 le ancelle la videro cadere sulla spada
665 e videro la spada spumante di sangue
666 e le mani abbandonate. Si spande il clamore nelle altre stanze e la notizia (fama) infuria per la città sconvolta.
667 Le case risuonano di lamenti, gemiti e urla femminili,
668 risuona l’aria di grandi colpi
669 come se, entrati i nemici,
670 precipitasse tutta Cartagine o l’antica Tiro e le fiamme devastanti
671 si propagassero fin nelle case degli dei e degli uomini.
672 Sentì la sorella pallida e senza fiato per l’improvvisa corsa
673 deturpandosi con le unghie il volto e battendosi con i pugni il petto,
674 irruppe nelle stanze e chiamò per nome la morente:
675 “Allora, sorella, era questo? Mi cercavi per ingannarmi?
676 Questo mi preparavano il rogo, questi fuochi e gli altari?
677 Di cosa io abbandonata mi lamenterò per primo?
678 Tu destinata a morire hai disprezzato la sorella compagna? Magari mi avessi chiamato al tuo stesso destino:
679 Lo stesso dolore e la stessa ora avrebbero ucciso entrambe con la spada.
680 Allora con queste mani io ho costruito (il rogo) e con questa voce ho invocato gli dei patrii,
681 in modo tale da poter io crudele essere lontana dopo averti deposto.
682 Hai ucciso, sorella, te e me e il nostro popolo
683 e gli antenati Sidoni e la tua città. Lasciate che io lavi la ferite,
684 e, fatemi cogliere le ultime parole se ancora rimane qualche fiato”.
685 Dopo aver detto queste cose aveva salito gli alti gradini
686 e stringeva al seno, dopo che l'ebbe abbracciata, la sorella morente,
687 mentre piangendo asciugava con il vestito lo scuro sangue.
688 Quella (Didone), avendo tentato di aprire i pesanti occhi,
689 svenne morente: dolorava la profonda ferita nel petto.
690 Tre volte si alzò, appoggiandosi sul gomito,
691 tre volte ricadde sul letto e con gli occhi erranti
692 cercò la luce nel cielo e gemette avendola trovata.
693 Giunone onnipotente dopo aver commiserato il lungo dolore
694 e la difficile morte, mandò Iride dall'Olimpo,
695 affichè liberasse l'anima combattuta e le affannate membra.
696 Infatti, poiché non moriva né per il volere del fato e né per una morte meritata,
697 ma disgraziatamente prima del giorno stabilito fu accesa da un improvviso furore
698 quando non ancora Proserpina aveva tagliato dal capo il biondo capello
699 e non ancora aveva condannato la persona all'Orco Stigio.
700 Allora Iride con la piume gialle bagnate di rugiada, attraverso il cielo,
701 Trascinando mille vari colori, essendo il sole opposto a lei,
702 vola e si posa sopra Didone e dice: "Questo capello, io
703 come mi è stato ordinato, porto a Dite, e ti sciolgo da questo corpo".
704 Dicendo così, tagliò il capello con la destra e in un momento
705 tutto il calore si dissolse e tra i venti volò via la vita.