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Aurora (v.7)
In greco Eos o Heos. Figlia di Iperione e Tea, sorella di Elio e di Selene, e moglie di Titono.ogni mattina si levava nel cielo da Oriente su un carro tirato da due cavalli alati: Lampos (“il Lampeggiante”) e Fetonte (“lo Splendente”). E’ personificazione della luce, ma meno grande del sole, che ha una quadriga. I suoi epiteti sono “dalle dita di rosa” e “dal manto color giallo”, con riferimento ai colori all’alba. Eos chiede a Zeus di rendere Titone immortale, ma dimentica di chiedere anche l’eterna giovinezza, ed egli così viene paralizzato dalla vecchiaia, che tuttavia non gli impedisce di parlare in continuazione, ed essa così lo rinchiude in un talamo; secondo questa versione Titono si trasformò in cicala, che ripete senza tregua il suo verso.
Guido Reni, "Aurora", 1614, affresco - Roma, Palazzo Rospigliosi Pallaviani
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