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Nocte (v.184)
Nel linguaggio astronomico, come in quello comune, si intende l’intervallo di tempo che intercede tra il tramonto e il sorgere del sole e la sua durata dipende, al pari di quella complementare del grano, dalla latitudine del luogo di osservazione.La tendenza insita nello Spirito Religioso degli antichi a conferire personalità e figura umana a tutti i fenomeni naturali fa si che anche l’idea della Notte si trovi individuata in una personificazione di spiccato carattere mitologico.La Notte trae origine insieme all’Erebo dalle profondità del Caos e dall’unione di Erebo e Notte traggono origine il Cielo e il Giorno. A parte ciò la Notte non ha una vera e propria genealogia. Si sa solo che essa viene dall’estremo occidente di là dall’Atlante. Secondo lo stesso poeta esso e madre del Sonno e della Morte. Da questa concezione esiodea trae forse lo spunto quella doppia natura della Notte che viene rilevata nella letteratura poetica clonica : da una parte la Notte come generosa e desiderabile distributrice di pace e di risposo ai mortali dall’altra come progenitrice di esseri mitologici destinati ad incutere terrore agli uomini come le Moire, le Erinni, le Keves, le Nemesi, ecc..Sotto questo duplice punto di vista la Notte ha nella poesia greca grande importanza. Nel mondo poetico romano, invece, l’aspetto truce della Notte rimane un semplice ricordo letterario e si predilige l'aspetto benigno e naturalistico di questa personificazione.
La dea Nyx con i figli Hypnos (sonno) e Thanatos (morte): incisione del 1647
La notte nell'arte moderna
Vincent van Gogh, "Notte stellata", Saint-Rèmy Giugno 1889, 73.0x92.0 cm, olio su tela - New York: The Museum of Modern Art
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