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Pudor (v.27)
La fama di pudicizia che inorgogliva la regina “elevandola fino alle stelle”, vero e proprio connotato divino, lascia il posto a comportamenti furiosi confacenti ad una baccante, allorché la donna scopre il “tradimento” dell’amante, in procinto di partire. “Saevit inops animi totamque incensa per urbem / bacchatur […]”: questo aggirarsi fuori di senno, per la città, si correla al tormento amoroso che le ha dilaniato l’animo tra penosi conflitti prima della unione fatale.
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