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La Banda di Roccanova


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La storia della Banda di Roccanova

La storia

Le origini della banda musicale di Roccanova risalgono al XIX secolo, e precisamente al 1839. Fu in quell’anno, infatti, che alcuni cittadini (fra i quali già figuravano due fratelli Emanuele: Luigi e Raffaele) si costituirono, insieme con una nobildonna di nome Maria Carmina Salvo, davanti al Notaio Filippo Maria De Nigris, per redigere l’atto costitutivo della nascente banda musicale “Città di Roccanova”.
Nell’atto, avente ad oggetto “Società musicale”, erano disciplinati tutti gli aspetti necessari alla nascita ed all’attività di una banda musicale: l’individuazione di un maestro per l’istruzione alla musica degli elementi, la durata e l’articolazione delle lezioni, le paghe per i musicanti a fronte dell’attività che la banda avrebbe svolto, ecc.
Non vanno taciuti i principi di carattere sociale cui s’ispirava quest’atto: per esempio all’art. 6 si stabiliva che Se mai uno o più individui, facenti parte della compagnia musicale, andrà ad ammalarsi in tempo delle feste e non potrà uscire dal paese, gli altri compagni si obbligano dare all’infermo il quarto della sua tangente. Se poi l’infermità si verifica fuori dal proprio paese ed in ricorrenza di festa, la compagnia, a spesa comune, dovrà fornire l’infermo di vettura per il ritorno a casa.
È senza dubbio una testimonianza sul contesto socio – politico di tipo socialista in cui nacque la banda e che, più in generale, caratterizzava la cittadina di Roccanova: nello stesso periodo, infatti, era presente nel piccolo centro lucano anche una società operaia di mutuo soccorso, che, sul modello di una moderna cooperativa, svolgeva lavori d’edilizia con lo scopo di creare occupazione e solidarietà sociale fra i componenti la società stessa.
Il primo Maestro, con il compito anche d’istruttore, della nascente banda fu, come si legge nell’atto, il Sig. Don Giovanni Gaillhard, … professore di musica nel comune di Viggiano. Su chi fosse questo maestro, dal cognome non italiano, le notizie sono ancora scarse, ma è facilmente spiegabile la sua provenienza da Viggiano. Viggiano era a quell’epoca un popoloso e ricco comune della Val d’Agri, dalla forte e rinomata tradizione musicale, legata in modo particolare all’arpa. Erano, infatti, note in tutta la regione le compagnie d’arpisti girovaghe di Viggiano; fiorente era, poi, nella città del Sacro Monte, il mercato legato alla costruzione e vendita di arpe. Il maestro Gaillhard organizzò e tenne in vita la banda per oltre un decennio. Le tracce della sua presenza in Roccanova si perdono con il terremoto de 1857. È certo, però, che in quegli anni la banda operava, visto che dagli atti di morte legati al disastroso sisma, due persone risultano di professione “ Musicante”.
Successivamente dei bandisti, con spiccato talento nell’arte dei suoni, si avvicendarono nella funzione di Maestro della banda, che restava in ogni caso sempre in vita. Tra questi emerse, nel penultimo decennio, tal Vincenzo De Pietro, Capobanda del posto; il primo, forse, che fece affermare la banda roccanovese oltre i confini comunali.
Una svolta decisiva, per la crescita della banda roccanovese, si ebbe, però, nell’ultimo decennio del secolo XIX, quando si decise di istituire una scuola di musica permanente per bandisti e di affidarla, insieme all’organizzazione e direzione artistico – logistica, ad un maestro di provata validità. Fu così che venne chiamato da Napoli il Maestro Antonio De Rosa, diplomato presso il conservatorio San Pietro a Maiella. La banda divenne organizzazione permanente in tutti i suoi aspetti fondamentali: prove periodiche, scuola ininterrotta, efficienza logistica, ecc. Ed il tutto con risultati positivi anche sul piano socio – economico, visto che il De Rosa si stabili definitivamente in Roccanova, contraendo matrimonio con Cristina Marotta, nobildonna del posto.
La direzione artistica del De Rosa continuò, senza interruzioni, fino al 1932 quando, per sopraggiunti limiti d’età, egli fu sostituito dal giovane Maestro Domenico CILIENTO, proveniente dalla vicina Rotonda.
Ciliento ammodernò di molto la banda, sia in termini organizzativi, e sia artistici: fece, per esempio, ricorso all’ingaggio di solisti esterni qualificati, onde poter affrontare senza difficoltà anche il repertorio lirico – sinfonico (secondo un’esigenza sempre più in voga fra il pubblico). Il 1933 fu un anno di silenzio. Nel 1934 la banda si riorganizzò ancora sotto la guida del Maestro Ciliento.
Nel 1935, però con gli inizi della guerra d’Etiopia, la banda subì un profondo ridimensionamento, a causa della chiamata alle armi della gran parte dei suoi elementi, riducendosi, dunque, ad uno sparuto gruppo, capace di soddisfare solo limitate richieste artistiche per le quali la presenza di un maestro era superflua. Si proseguì così senza maestro fino al 1939, quando si decise di rinverdire gli antichi fasti ricostruendo una banda di più grandi dimensioni. Alla direzione di questo nuovo complesso fu chiamato il Maestro Francesco LUPIA da Sant’Arcangelo. Ma la Seconda guerra mondiale era ormai praticamente iniziata, e alla banda toccò subire, di lì a poco, lo stesso destino di quattro anni prima: chiamata alle armi dei suoi componenti, ridimensionamento organizzativo, ecc.
Come l’Araba Fenice sempre morta e sempre rinata, la banda musicale di Roccanova risorse a nuova luce nel 1947, su iniziativa di un giovane maestro del posto: Guido Emanuele.
Già allievo del Maestro Lupia, Emanuele, prigioniero in Germania durante la guerra, portò la banda roccanovese a livelli di qualità e celebrità quali non aveva mai avuto. Introdusse nell’organico, solisti di primo piano del panorama bandistico (molti dei quali provenivano dalla Puglia, Campania, Calabria) e fece conoscere, apprezzare e radicare la banda fuori i confini regionali, fino alla Sicilia, dove si fermava per mesi interi.
Oltre ai suoi meriti artistici, il nome di G.Emanuele è legato anche ad un’importante conquista sul piano sociale legata alla banda: l’impegno personale profuso affinché fosse riconosciuta come professione l’attività bandistica. Egli cercò di dare dignità, anche sul piano sociale, a questo particolare lavoro, attraverso la definizione di un quadro normativo specifico che ne permettesse l’inquadramento in un sistema di contributi assicurativi e previdenziali. Il personale interessamento, presso i vari ministeri competenti, del Maestro Guido Emanuele, portò alla definizione di norme grazie alle quali i musicanti erano considerati lavoratori stagionali, e dunque beneficiari di sussidi di disoccupazione, per i periodi d’inattività, prestazioni assicurative e previdenziali. La banda di Roccanova conquistò, così, il primato di prima organizzazione bandistica a versare contributi previdenziali ai suoi componenti, diventando, a breve, meta ambita anche per i bandisti delle famigerate bande pugliesi (quando queste ultime esistevano per davvero!); ed ancor oggi a Roccanova vivono degli anziani musicanti che percepiscono una pensione di bandista erogata dall’ENPALS (Ente Nazionale di Previdenza e Assicurazione per i Lavoratori dello Spettacolo). Nel 1962 il Maestro Guido Emanuele viene chiamato a dirigere la banda musicale “Città di Potenza” passando il testimone al fratello Alessandro.
Fra i direttori che si sono susseguiti nella secolare storia della banda di Roccanova, il Maestro Sandro Emanuele è stato il primo a svolgere l’attività direttoriale con il titolo di studio specifico di Strumentazione per banda; titolo conseguito presso il Conservatorio di musica N.Piccini di Bari.
Sotto la direzione del maestro Sandro Emanuele, la banda musicale di Roccanova continuò a detenere il primato su tutto il territorio regionale e consolidò ulteriormente quello fuori regione: Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Lazio, ma anche Piemonte; più due tournée in Germania nel 1990 e 1991.
Al Maestro Sandro Emanuele va riconosciuto il merito di aver inteso, per primo, l’importanza ed il valore dello studio serio e rigoroso per la crescita di una qualsivoglia attività musicale, da quell’esecutiva a quella compositiva o di direzione. Animato costantemente da questa concezione colta dell’attività bandistica, egli selezionò una vasta schiera di giovani, frequentanti i corsi di musica popolari d’orientamento bandistico, per avviarli ai diversi conservatorio di musica, onde potessero diventare dei veri professionisti della musica, e far crescere, così, anche il livello qualitativo della banda.
Grazie a questo particolare convincimento ed impegno del Maestro S.Emanuele, la banda di Roccanova diventa il primo luogo di selezione ed orientamento musicale della zona; e se Roccanova porterà il primato del paese con la più alta percentuale di diplomati in musica fra i paesi limitrofi, ciò si deve esclusivamente alla presenza della banda.
Con questa nuova impostazione, la banda musicale ha continuato la sua attività fino al 1996, con una breve pausa fra il 1983/84. Gli anni 90 rappresentano il momento in cui l’organizzazione bandistica entra in una crisi irreversibile che porterà allo scioglimento della banda.
I motivi di questa crisi possono essere ricondotti essenzialmente a due ordini di fattori: economici e sociali. Proprio per mantenere un alto livello qualitativo (irrinunciabile in un situazione in cui aumenta il numero delle bande, diminuisce la domanda per il sopravanzare della musica leggera, prende sempre più corpo il vergognoso mercato delle bande pugliesi solo di nome ma nei fatti del salernitano o della Calabria - tanto basta, però, a soddisfare la modesta competenza dei comitati festa) proprio per mantenere un alto livello qualitativo, si diceva, la banda inizia ad avere dei costi di gestione insostenibili per un’organizzazione che al massimo riesce a corrispondere una paga ai suoi componenti.
L’altro gran fattore di crisi è, invece, legato a problemi di natura socio – economici più generali che hanno investito, con una rinnovata drammaticità, le aree interne della nostra regione e quindi anche Roccanova. Ci riferiamo allo spopolamento, soprattutto giovanile, causato da fenomeni d’emigrazione per ricerca di lavoro verso le regioni del nord Italia; la ricerca di forme occupazionali stabili, nel campo musicale, da parte di bandisti che non sono più artigiani e contadini, impegnati l’inverno con la loro attività principale e d’estate con la banda, ma professionisti diplomati che ricercano, nel campo musicale e quando qui non è possibile anche altrove, quella stabilità occupazionale che la banda, per la sua stessa strutturazione e finalità non può assolutamente garantire.
Infine, va tenuto in debita considerazione il progressivo disinteresse per la funzione educativa e culturale assicurata dalla banda, anche nell’universo delle attività extra scolastiche che i genitori ipotizzano per i loro figli; il tutto a vantaggio di nuove attività ludiche come il calcio, la palestra, la scuola di ballo, ecc.
La stagione artistica 1995/96 è l’ultima per la banda musicale di Roccanova, nell 1997, la banda si scioglie e il gruppo di bandisti del posto, insieme al maestro S. Emanuele, si unisce ad un gruppo bandistico di Agromonte costituendo un complesso denominato: complesso bandistico “Regione Basilicata”.



Giulio Emanuele

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