1 aprile 2011: Laura Frigerio su Milanoweb

Il mondo poetico di Vito Russo

Il giovane autore ci conduce per mano nel suo viaggio “Tra la palpebra e l'occhio"

La Milano odierna, ai suoi cittadini spesso appare come un meccanismo "muto" che indifferente e inesorabile avanza nel suo "lavoro", poco affascinante, poco attraente, pur se molti lo trovano anche (o perfino) seducente… Non è così per l’autore, che cogliendo una “magia”, “una volontà”, nella meccanica urbana,riesce a restituire, in versi, il suo carico di spunti e sollecitazioni per riflettere, capire, denunciare.

Un lavoro sul presente che ci viene “offerto” da Vito Russo, giovane autore ma già alla sua seconda raccolta di poesie, intitolata “Tra la palpebra e l'occhio” (edito dalla casa editrice comasca 'Lieto Colle').

I suoi sono versi morbidi e sfumati, ma al tempo stesso hanno quella vividezza tipica delle istantanee e noi ci ritroviamo così coinvolti in un valzer di parole che ci suonano in testa un canto blues.

Pennellate di una Milano vista con gli occhi di chi l'ha scoperta da poco (l'autore, di origini pugliesi, si è trasferito nel capoluogo lombardo circa 3 anni fa) che sono riusciti, forse proprio aiutati dalla "meraviglia", a coglierne queitratti a tanti abituali, magari soffocati dall’abitudine routinaria, responsabile di una rassegnata assuefazione.

Ma non solo, tra i versi della raccolta “Tra la palpebra e l'occhio” troviamo molto altro: l’essenza del mondo dell’autore, restituita al lettore attraverso luoghi, nomi ed emozioni.

L'azionista non vede i tavolini / dei bar di Milano / il ronzio del computer unica musica / la lacrima elettronica all'esterno / dell'occhio le scrivanie gomito a gomito / i tuffi nell'erba bagnata / nelle mattine di giugno / l'odore di terra e di formiche i peluche / rubati le rose di carta.