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Perù |
(pt 4/6) |
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Dopo circa 10 ore di viaggio, incontriamo la città di Juliaca. Con il treno, attraversiamo l'interno della città, tagliamo in due un mercato sfiorando le tende delle baracche, passiamo a pochi metri dalle porte delle case e dei bar, fino ad arrivare nella poco distante Puno, capolinea del nostro viaggio.
La città di Puno è il luogo nel quale pernottare per poi imbarcarsi in direzione del lago Titicaca.
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La città non ha grandi cose da visitare, se non la piacevole Avenida Lima, strada pedonale che si anima durante la sera, di gente e di musica.
A questo punto, è inevitabile non percepire la fatica per la differenza d'altitudine, le stesse scale dell'albergo sono degli ostacoli, e senza farlo apposta, la mia camera è all'ultimo piano!! La serata la trascorro in compagnia di altri viaggiatori, e insieme, aspettiamo il nuovo giorno passeggiando in Avenida Lima, dove troviamo tantissimi ristoranti che lasciano al turista l'imbarazzo della scelta, non sappiamo quale scegliere e alla fine ci lasciamo convincere da un cameriere che, in strada con il listino, ci promette tanta musica ed una cena con i fiocchi..
Domenica 14, dopo aver prenotato per l'escursione sul lago, partiamo nella prima mattinata, con un'imbarcazione che lascia un pò a desiderare per quanto riguarda le misure di sicurezza e comodità: "non sono venuto in Perù per fare un viaggio di comodità!!", penso per rincuorarmi.
Con altri turisti proseguiamo l'escursione, visitiamo per prime le famose isole Uros, completamente artificiali, costruite con delle canne che crescono nei bassi fondali del lago.
Le isole in se, sono molto particolari ed "uniche" per il loro genere, forse un po' troppo sfruttate commercialmente dal turismo. Viene da pensare che chi vi abita lo fa solamente per un aspetto commerciale, ossia poter vendere prodotti d'artigianato al turista che arriva da Puno. Sicuramente non è una scelta di vita, al contrario di come fecero anticamente gli Indios Uros, tra l'altro oramai estinti. Facciamo una piccola sosta di 30 minuti sulle isole artificiali, il tempo di acquistare qualche souvenir e si riprende il viaggio in direzione dell'isola di Amantaní, dove resteremo per una notte, ospiti di alcune famiglie di Indios Aymara.
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Amantani' è un'isola tranquillissima e allo stesso tempo molto particolare, dove la televisione, le macchine, i taxi, i telefoni non hanno ancora fatto la loro comparsa, anzi, penso che, l'assenza di queste tecnologie moderne del XXI secolo, siano state censurate volutamente dalla popolazione.
Nell'isola, regna una tranquillità ed un'armonia fra la gente direi quasi "incredibile", tutti gli abitanti si conoscono tra loro e tutti partecipano al lavoro quotidiano nei campi.
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Si nota la mentalità e lo spirito di "comunità" che le persone hanno "sembra quasi un luogo incantato, un paradiso terrestre dove il tempo si é fermato..".
La famiglia che ci ospita, ci mette a disposizione una camera per la notte ed i pasti completi, ci viene offerto da bere anche un buonissimo infuso alla Mugna, un' erba caratteristica dell'isola. Insomma, veniamo trattati nel miglior modo possibile, con gentilezza e cortesia, come vengono trattati gli ospiti d'onore.
Il giorno successivo, si cambia, ci trasferiamo nella poco distante isola di Taquile, simile come fauna e vegetazione all'isola di Amantaní, ma diversa per i colori e costumi tipici dei suoi abitanti.
Sbarchiamo nel piccolo porticciolo dell'isola e ci incamminiamo su per un sentiero, per circa un chilometro. Anche sull'isola di Amantaní abbiamo percorso chilometri sui sentieri, ed ora, eccomi qua a dover rifare un'altra sfaticata: "Io che non ho molta simpatia per il trekking.." penso.
Dopo circa 40 minuti di marcia, e dopo aver visto dei paesaggi molto belli, arriviamo nella piazza del paese e rimango sorpreso da quello che vedo: la piazza é movimentata da un via vai di uomini e donne con abiti colorati, le donne, indossano vestiti molto belli, portano gonne a più veli e camicette ricamate minuziosamente, mentre, gli uomini indossano un berretto che assomiglia a quello da notte. In un secondo momento, la guida del posto ci riferisce che gli uomini con il berretto rosso sono sposati, mentre quelli con il berretto rosso e bianco non lo sono.
I bambini che giocano nel piazzale completano lo scenario, "é molto bello e rilassante" mi dice un turista americano che sta facendo l'escursione con me. Infatti, anche nell'isola di Taquile, al pari di Amantaní, regna una tranquillità fuori dal normale, c'é solo da sperare che il flusso continuo di turisti, non rovini tutta l'armonia che c'é in questi posti.
Di solito nei miei itinerari, passo da una città all'altra dopo due, al massimo tre giorni. Nell'isola di Taquile, se ne avessi avuto il tempo mi sarei fermato anche una settimana, lontano dallo stress, dalla confusione e dai ritmi che, la nostra società, ci impone nella vita di tutti i giorni.
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