RISERVA STATALE VALLE DELLE FERRIERE La Valle dei Mulini - Flora - Fauna - Il Sentiero MORFOLOGIA La Riserva Naturale Statale, istituita nel 1972, è inserita tra le 41 riserve biogenetiche italiane censite dal Consiglio d'Europa e si estende su 455 ettari situata in un ampio vallone tra i monti del Comune di Scala (SA), al confine tra Amalfi e Agerola. La Valle, situata sul versante amalfitano della Penisola Sorrentina, è attraversata per tutta la sua estensione dal Torrente Canneto, che nasce in località Lama dei Gatti ed attraversa la Riserva Naturale della Valle delle Ferriere creando una serie di cascate spettacolari. Il Canneto raggiunge quindi la sua massima consistenza all'altezza dell'affluenza delle acque del Torrente Ceraso che alimentano l'acquedotto che serve i comuni di Amalfi, Scala ed Atrani. Da qui si incunea nel vallone Grevone attraversando i ruderi delle antiche ferriere e dei mulini ad acqua. La Valle dei Mulini costituisce la parte terminale del corso del Torrente Canneto prima che lo stesso attraversi il centro abitato di Amalfi. Il nome di questa porzione di Valle deriva dagli insediamenti dei mulini per l'industria delle paste alimentari che poi dovette cedere alla concorrenza delle industrie di Torre del Greco, Torre Annunziata e Gragnano. Tra il XII° ed il XIII° secolo alcuni mulini furono sostituiti dalle cartiere, dove si cominciò a produrre una carta ricavata dalla macerazione degli stracci di cotone, lino e canapa, con una tecnica originaria della Cina, importata nei paesi arabi ed introdotta in Occidente e perfezionata proprio dagli Amalfitani. La carta prodotta ad Amalfi, la cosiddetta carta bambagina, era molto pregiata soprattutto le filigrane con stemmi, simboli e disegni e si diffuse talmente che Federico II°, nel 1220, ne vietò l'uso per gli atti pubblici. Durante il '700 l'attività raggiunse il suo apice, ma alla fine dell'800 la mancata meccanizzazione dei processi produttivi causò un rapido decadimento di quasi di tutte le cartiere. Delle sedici cartiere che operavano nella Valle soltanto due sono ancora attive, mentre le altre sono abbandonate e in rovina lungo il corso del Canneto. All'inizio della Valle dei Mulini è da pochi anni attivo il Museo della Carta, che raccoglie i macchinari ed i prodotti della lavorazione della carta. Nella Valle delle Ferriere hanno potuto sopravvivere, grazie alla posizione geografica ed alle peculiarità dell'ambiente fisico, associazioni vegetali quasi completamente scomparse sul continente europeo e presenti, invece, nei paesi caldi a forte piovosità del Sud-Est asiatico. Infatti nella Valle, chiusa a Nord dal Monte Rotondo e aperta a Sud-Est su Amalfi, si è creato un microclima caratterizzato da un elevato tasso di umidità, dovuto all'abbondanza della piovosità, distribuita nell'arco di tre mesi, alla ricchezza di circolazione delle acque in superficie e nel sottosuolo, con nebulizzazione in prossimità delle numerose cascate, e da uniformità della temperatura, in media 15° centigradi, come conseguenza della protezione dai venti freddi settentrionali. Proprio all'interno della riserva, nel 1710, il botanico Micheli individuò la Woodwardia radicans, splendido esempio di felce gigante del terziario che può raggiungere anche 1.80 metri di altezza. Oltre alla Woodwardia radicans, ormai assurta a simbolo della riserva, sono presenti alcune specie minacciate di estinzione quali la Pteris cretica, la Pteris vittata, l'Erica terminalis e la piccola pianta carnivora Pinguicola hirtiflora le cui foglie secernono un liquido colloso contenente enzimi per catturare e digerire gli insetti assimilando azoto. La complessa geomorfologia della Valle determina un tipico esempio di "inversione della vegetazione". Infatti, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, mentre sul fondo della Valle è presente un bosco con faggi, lecci, tigli, carpini e pini, man mano che si sale le pareti sovrastanti ospitano formazioni vegetali tipiche della macchia mediterranea e poi della gariga. La vegetazione arborea è costituita dall' Ontano napoletano associato ad essenze quali la climatide, l'oppio, la Parnassia, la Sanicula e la Lingua cervina. Tra gli anfratti ed i cunicoli della Valle hanno trovato la loro perfetta dimora alcune specie animali come la salamandra dagli occhiali, il tritone italiano, l'orbettino, l'arvicola, la volpe, il tasso, il cinghiale e la lepre comune. Per quanto riguarda l'avifauna si avvistano nella riserva il gheppio, la poiana, il picchio rosso maggiore, il merlo, il tordo sassello ed il cardellino. |