Personaggi | Spazio | Linee di ricerca |
Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l'elitropia, e Calandrino se la crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia, ed egli turbato la batte, e a'suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui.
Finita la novella di Panfilo, della quale le donne avevano tanto
riso che ancor ridono, la reina ad Elissa commise che seguitasse, la quale
ancora ridendo incominciò:
Io non so, piacevoli donne, se egli mi si verrà fatto di farvi con una
mia novelletta, non men vera che piacevole, tanto ridere quanto ha fatto
Panfilo con la sua, ma io me ne 'ngegnerò.
Nella nostra città, la qual sempre di varie maniere e di nuove genti è
stata abondevole, fu, ancora non è gran tempo, un dipintore chiamato
Calandrino, uom semplice e di nuovi costumi, il quale il più del tempo con
due altri dipintori usava, chiamati l'un Bruno e l'altro Buffalmacco, uomini
sollazzevoli molto, ma per altro avveduti e sagaci, li quali con Calandrino
usavan per ciò che de'modi suoi e della sua simplicità sovente gran festa
prendevano. Era similmente allora in Firenze un giovane di maravigliosa
piacevolezza, in ciascuna cosa che far voleva astuto e avvenevole, chiamato
Maso del Saggio; il quale, udendo alcune cose della simplicità di
Calandrino, propose di voler prender diletto de'fatti suoi col fargli alcuna
beffa, o fargli credere alcuna nuova cosa. E per avventura trovandolo un dì
nella chiesa di San Giovanni, e vedendolo stare attento a riguardar le
dipinture e gl'intagli del tabernacolo il quale è sopra l'altare della detta
chiesa, non molto tempo davanti postovi, pensò essergli dato luogo e tempo
alla sua intenzione; e informato un suo compagno di ciò che fare intendeva,
insieme s'accostarono là dove Calandrino solo si sedeva, e faccendo vista di
non vederlo, insieme cominciarono a ragionare delle virtù di diverse pietre,
delle quali Maso così efficacemente parlava come se stato fosse un solenne e
gran lapidario.
A' quali ragionamenti Calandrino posto orecchie, e dopo alquanto
levatosi in piè, sentendo che non era credenza, si congiunse con loro; il
che forte piacque a Maso; il quale, seguendo le sue parole, fu da Calandrin
domandato dove queste pietre così virtuose si trovassero. Maso rispose che
le più si trovavano in Berlinzone, terra de'Baschi, in una contrada che si
chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce, e avevasi
un'oca a denaio e un papero giunta, ed eravi una montagna tutta di formaggio
parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa
facevan che far maccheroni e raviuoli, e cuocergli in brodo di capponi, e
poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n'aveva; e ivi
presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve,
senza avervi entro gocciol d'acqua.
- Oh, - disse Calandrino - cotesto è buon paese; ma dimmi, che si fa
de'capponi che cuocon coloro?
Rispose Maso: - Mangiansegli i Baschi tutti.
Disse allora Calandrino: - Fostivi tu mai?
A cui Maso rispose: - Di'tu se io vi fu' mai? Sì vi sono stato così una
volta come mille.
Disse allora Calandrino: - E quante miglia ci ha?
Maso rispose: - Haccene più di millanta, che tutta notte canta.
Disse Calandrino: - Dunque dee egli essere più là che Abruzzi.
- Sì bene, - rispose Maso - si è cavelle.
Calandrino semplice, veggendo Maso dir queste parole con un viso fermo
e senza ridere, quella fede vi dava che dar si può a qualunque verità più
manifesta, e così l'aveva per vere, e disse: - Troppo ci è di lungi a' fatti
miei, ma se più presso ci fosse, ben ti dico che io vi verrei una volta con
essoteco, pur per veder fare il tomo a quei maccheroni, e tormene una
satolla. Ma dimmi, che lieto sie tu, in queste contrade non se ne truova
niuna di queste pietre così virtuose?
A cui Maso rispose: - Sì, due maniere di pietre ci si truovano di
grandissima virtù: l'una sono i macigni da Settignano e da Montici, per
virtù de' quali, quando son macine fatti, se ne fa la farina; e per ciò si
dice egli in que' paesi di là, che da Dio vengono le grazie e da Montici le
macine; ma ecci di questi macigni sì gran quantità, che appo noi è poco
prezzata, come appo loro gli smeraldi, de'quali v'ha maggior montagne che
monte Morello che rilucon di mezza notte vatti con Dio. E sappi che chi
facesse le macine belle e fatte legare in anella, prima che elle si
forassero, e portassele al soldano, n'avrebbe ciò che volesse. L'altra si è
una pietra, la quale noi altri lapidari appelliamo elitropia, pietra di
troppo gran virtù, per ciò che qualunque persona la porta sopra di sè,
mentre la tiene, non è da alcuna altra persona veduto dove non è.
Allora Calandrin disse: - Gran virtù son queste; ma questa seconda dove
si truova?
A cui Maso rispose, che nel Mugnone se ne solevan trovare.
Disse Calandrino: - Di che grossezza è questa pietra? O che colore è il
suo?
Rispose Maso: - Ella è di varie grossezze, ché alcuna n'è più e alcuna
meno, ma tutte son di colore quasi come nero.
Calandrino, avendo tutte queste cose seco notate, fatto sembiante
d'avere altro a fare, si partì da Maso, e seco propose di voler cercare di
questa pietra; ma diliberò di non volerlo fare senza saputa di Bruno e di
Buffalmacco, li quali spezialissimamente amava. Diessi adunque a cercar di
costoro, acciò che senza indugio e prima che alcuno altro n'andassero a
cercare, e tutto il rimanente di quella mattina consumò in cercargli.
Ultimamente, essendo già l'ora della nona passata, ricordandosi egli
che essi lavoravano nel monistero delle donne di Faenza, quantunque il caldo
fosse grandissimo, lasciata ogni altra sua faccenda, quasi correndo n'andò a
costoro, e chiamatigli, così disse loro: - Compagni, quando voi vogliate
credermi, noi possiamo divenire i più ricchi uomini di Firenze, per ciò che
io ho inteso da uomo degno di fede che in Mugnone si truova una pietra, la
qual chi la porta sopra non è veduto da niun'altra persona; per che a me
parrebbe che noi senza alcuno indugio, prima che altra persona v'andasse,
v'andassimo a cercare. Noi la troveremo per certo, per ciò che io la
conosco; e trovata che noi l'avremo, che avrem noi a fare altro se non
mettercela nella scarsella e andare alle tavole de'cambiatori, le quali
sapete che stanno sempre cariche di grossi e di fiorini, e torcene quanti
noi ne vorremo? Niuno ci vedrà; e così potremo arricchire subitamente, senza
avere tutto dì a schiccherare le mura a modo che fa la lumaca.
Bruno e Buffalmacco, udendo costui, fra sé medesimi cominciarono a
ridere, e guatando l'un verso l'altro fecer sembianti di maravigliarsi
forte, e lodarono il consiglio di Calandrino; ma domandò Buffalmacco, come
questa pietra avesse nome. A Calandrino, che era di grossa pasta, era già il
nome uscito di mente, per che egli rispose: - Che abbiam noi a far del nome,
poi che noi sappiam la virtù? A me parrebbe che noi andassimo a cercare
senza star più.
- Or ben, - disse Bruno - come è ella fatta?
Calandrin disse: - Egli ne son d'ogni fatta, ma tutte son quasi nere;
per che a me pare che noi abbiamo a ricogliere tutte quelle che noi vederem
nere, tanto che noi ci abbattiamo ad essa; e per ciò non perdiamo tempo,
andiamo.
A cui Brun disse: - Or t'aspetta; - e volto a Buffalmacco disse: - A me
pare che Calandrino dica bene; ma non mi pare che questa sia ora da ciò, per
ciò che il sole è alto e dà per lo Mugnone entro e ha tutte le pietre
rasciutte, per che tali paion testé bianche delle pietre che vi sono, che la
mattina, anzi che il sole l'abbia rasciutte, paion nere; e oltre a ciò molta
gente per diverse cagioni è oggi, che è dì di lavorare, per lo Mugnone, li
quali vedendoci si potrebbono indovinare quello che noi andassimo faccendo,
e forse farlo essi altressì, e potrebbe venire alle mani a loro, e noi
avremmo perduto il trotto per l'ambiadura. A me pare, se pare a voi, che
questa sia opera da dover fare da mattina, che si conoscon meglio le nere
dalle bianche, e in dì di festa, che non vi sarà persona che ci vegga.
Buffalmacco lodò il consiglio di Bruno, e Calandrino vi s'accordò, e
ordinarono che la domenica mattina vegnente tutti e tre fossero insieme a
cercar di questa pietra; ma sopra ogn'altra cosa gli pregò Calandrino che
essi non dovesser questa cosa con persona del mondo ragionare, per ciò che a
lui era stata posta in credenza. E ragionato questo, disse loro ciò che
udito avea della contrada di Bengodi, con saramenti affermando che così era.
Partito Calandrino da loro, essi quello che intorno a questo avessero a fare
ordinarono fra sé medesimi.
Calandrino con disidero aspettò la domenica mattina; la qual venuta, in
sul far del dì si levò, e chiamati i compagni, per la porta a San Gallo
usciti e nel Mugnon discesi, cominciarono ad andare in giù, della pietra
cercando. Calandrino andava, come più volenteroso, avanti, e prestamente or
qua e or là saltando, dovunque alcuna pietra nera vedeva, si gittava, e
quella ricogliendo si metteva in seno. I compagni andavano appresso, e
quando una e quando un'altra ne ricoglievano; ma Calandrino non fu guari di
via andato, che egli il seno se n'ebbe pieno; per che, alzandosi i gheroni
della gonnella, che all'analda non era, e faccendo di quegli ampio greé, e
similmente, dopo alquanto spazio, fatto del mantello grembo, quello di
pietre empiè.
Per che, veggendo Buffalmacco e Bruno che Calandrino era carico e l'ora
del mangiare s'avvicinava, secondo l'ordine da sé posto, disse Bruno a
Buffalmacco: - Calandrino dove è?
Buffalmacco, che ivi presso sel vedeva, volgendosi intorno e or qua e
or là riguardando, rispose: - Io non so, ma egli era pur poco fa qui dinanzi
da noi.
Disse Bruno: - Ben che fa poco! a me par egli esser certo che egli è
ora a casa a desinare, e noi ha lasciati nel farnetico d'andar cercando le
pietre nere giù per lo Mugnone.
- Deh come egli ha ben fatto, - disse allora Buffalmacco - d'averci
beffati e lasciati qui, poscia che noi fummo sì sciocchi che noi gli
credemmo. Sappi! chi sarebbe stato sì stolto che avesse creduto che in
Mugnone si dovesse trovare una così virtuosa pietra, altri che noi?
Calandrino, queste parole udendo, imaginò che quella pietra alle mani
gli fosse venuta e che per la virtù d'essa coloro, ancor che lor fosse
presente, nol vedessero. Lieto adunque oltre modo di tal ventura, senza dir
loro alcuna cosa, pensò di tornarsi a casa; e volti i passi indietro, se ne
cominciò a venire.
Vedendo ciò, Buffalmacco disse a Bruno: - Noi che faremo? Ché non ce ne
andiam noi?
A cui Bruno rispose: - Andianne; ma io giuro a Dio che mai Calandrino
non me ne farà più niuna; e se io gli fossi presso, come stato sono tutta
mattina, io gli darei tale di questo ciotto nelle calcagna, che egli si
ricorderebbe forse un mese di questa beffa - ; e il dir le parole e
l'aprirsi e '1 dar del ciotto nel calcagna a Calandrino fu tutto uno.
Calandrino, sentendo il duolo, levò alto il piè e cominciò a soffiare, ma
pur si tacque e andò oltre.
Buffalmacco, recatosi in mano uno de'ciottoli che raccolti avea, disse
a Bruno: - Deh! vedi bel codolo, così giugnesse egli testé nelle reni a
Calandrino! - e lasciato andare, gli diè con esso nelle reni una gran
percossa. E in brieve in cotal guisa or con una parola, e or con una altra
su per lo Mugnone infino alla porta a San Gallo il vennero lapidando.
Quindi, in terra gittate le pietre che ricolte aveano, alquanto con le
guardie de'gabellieri si ristettero; le quali, prima da loro informate,
faccendo vista di non vedere, lasciarono andar Calandrino con le maggior
risa del mondo.
Il quale senza arrestarsi se ne venne a casa sua, la quale era vicina
al Canto alla Macina; e in tanto fu la fortuna piacevole alla beffa, che,
mentre Calandrino per lo fiume ne venne e poi per la città, niuna persona
gli fece motto, come che pochi ne scontrasse, per ciò che quasi a desinare
era ciascuno.
Entrossene adunque Calandrino così carico in casa sua.
Era per avventura la moglie di lui, la quale ebbe nome monna Tessa,
bella e valente donna, in capo della scala; e alquanto turbata della sua
lunga dimora, veggendol venire, cominciò proverbiando a dire: - Mai, frate,
il diavol ti ci reca! ogni gente ha già desinato quando tu torni a desinare.
Il che udendo Calandrino, e veggendo che veduto era, pieno di cruccio e
di dolore cominciò a gridare: - Ohimè, malvagia femina, o eri tu costì? Tu
m'hai diserto; ma in fè di Dio io te ne pagherò - ; e salito in una sua
saletta e quivi scaricate le molte pietre che recate avea, niquitoso corse
verso la moglie, e presala per le treccie la si gittò a'piedi, e quivi,
quanto egli poté menar le braccia e'piedi, tanto le diè per tutta la persona
pugna e calci, senza lasciarle in capo capello o osso addosso che macero non
fosse, niuna cosa valendole il chieder mercé con le mani in croce.
Buffalmacco e Bruno, poi che co'guardiani della porta ebbero alquanto
riso, con lento passo cominciarono alquanto lontani a seguitar Calandrino, e
giunti a piè dell'uscio di lui, sentirono la fiera battitura la quale alla
moglie dava, e faccendo vista di giugnere pure allora, il chiamarono.
Calandrino tutto sudato, rosso e affannato si fece alla finestra, e pregogli
che suso a lui dovessero andare. Essi, mostrandosi alquanto turbati, andaron
suso e videro la sala piena di pietre, e nell'un de'canti la donna
scapigliata, stracciata, tutta livida e rotta nel viso dolorosamente
piagnere, e d'altra parte Calandrino scinto e ansando a guisa d'uom lasso
sedersi.
Dove come alquanto ebbero riguardato, dissero: - Che è questo,
Calandrino? Vuoi tu murare, che noi veggiamo qui tante pietre? - E oltre a
questo soggiunsero: - E monna Tessa che ha? E'par che tu l'abbi battuta; che
novelle son queste?
Calandrino, faticato dal peso delle pietre e dalla rabbia con la quale
la donna aveva battuta, e dal dolore della ventura la quale perduta gli
pareva avere, non poteva raccogliere lo spirito a formare intera la parola
alla risposta. Per che soprastando, Buffalmacco ricominciò: - Calandrino, se
tu aveva altra ira, tu non ci dovevi perciò straziare come fatto hai; ché,
poi sodotti ci avesti a cercar teco della pietra preziosa, senza dirci a Dio
né a diavolo, a guisa di due becconi nel Mugnon ci lasciasti, e venistitene,
il che noi abbiamo forte per male; ma per certo questa fia la sezzaia che tu
ci farai mai.
A queste parole Calandrino sforzandosi rispose: - Compagni, non vi
turbate, l'opera sta altramenti che voi non pensate. Io, sventurato! avea
quella pietra trovata; e volete udire se io dico il vero? Quando voi
primieramente di me domandaste l'un l'altro, io v'era presso a men di diece
braccia; e veggendo che voi ve ne venavate e non mi vedavate, v'entrai
innanzi, e continuamente poco innanzi a voi me ne son venuto.
E, cominciandosi dall'un de'capi, infino la fine raccontò loro ciò che
essi fatto e detto aveano, e mostrò loro il dosso e le calcagna come i
ciotti conci gliel'avessero, e poi seguitò: - E dicovi che, entrando alla
porta con tutte queste pietre in seno che voi vedete qui, niuna cosa mi fu
detta, ché sapete quanto esser sogliano spiacevoli e noiosi que'guardiani a
volere ogni cosa vedere; e oltre a questo ho trovati per la via più miei
compari e amici, li quali sempre mi soglion far motto e invitarmi a bere, né
alcun fu che parola mi dicesse né mezza, sì come quegli che non mi vedeano.
Alla fine, giunto qui a casa, questo diavolo di questa femina maladetta mi
si parò dinanzi ed ebbemi veduto, per ciò che, come voi sapete, le femine
fanno perder la virtù ad ogni cosa: di che io, che mi poteva dire il più
avventurato uom di Firenze, sono rimaso il più sventurato; e per questo l'ho
tanto battuta quant'io ho potuto menar le mani, e non so a quello che io mi
tengo che io non le sego le veni; che maladetta sia l'ora che io prima la
vidi e quand'ella mi venne in questa casa!
E raccesosi nell'ira, si voleva levar. per tornare a batterla da capo.
Buffalmacco e Bruno, queste cose udendo, facevan vista di maravigliarsi
forte e spesso affermavano quello che Calandrino diceva, e avevano sì gran
voglia di ridere che quasi scoppiavano; ma, vedendolo furioso levare per
battere un'altra volta la moglie, levatiglisi allo 'ncontro il ritennero,
dicendo di queste cose niuna colpa aver la donna, ma egli che sapeva che le
femine facevano perdere la virtù alle cose e non le aveva detto che ella si
guardasse d'apparirgli innanzi quel giorno: il quale avvedimento Iddio gli
aveva tolto o per ciò che la ventura non doveva esser sua, o perch'egli
aveva in animo d'ingannare i suoi compagni, a'quali, come s'avvedeva
d'averla trovata, il doveva palesare.
E dopo molte parole, non senza gran fatica, la dolente donna
riconciliata con essolui, e lasciandol malinconoso colla casa piena di
pietre, si partirono.