[news] : [artisti] : [gruppi & associazioni] : [eventi recenti] : [storia] : [definizioni] : [testi] : [links] : [contact] I Santini del Prete
Curriculum I Santini Del Prete sono nati a Ponte Nossa nel 1992 allegramente cantando "Non siamo artisti, siamo ferrovieri".
Nelle loro azioni di non-arte contemporanea hanno incontrato e stretto amicizia con artisti e creativi tra i quali Enrico Baj, Uwe Dieter Bleil, Anna Boschi, Bruno Capatti, Pablo Echaurren, Gaspare O. Melcher, Franco Menicagli, Patrizia Landi, Emilio Morandi, Giovanni Pelosini, Antonio Picardi, Angelo Ricciardi, Wolfgang Scholz, Afro Somenzari, Aldo Spoldi, Giovanni e Renata Strada, Nello Teodori e tantissimi altri. Un ruolo importantissimo nel loro percorso hanno avuto Alberto Morelli, Enrico Mori, Bruno Sullo e Ivano Vitali, i cari amici della Casa dell'Arte con i quali dal 1995 organizzano mostre nel Palazzo Marini di Rosignano Marittimo, e con i quali hanno proposto in numerose occasioni in Italia e in Germania arte e non-arte in amicizia e divertimento. [Un incontro fruttuoso tra arte e non-arte - di Bruno Sullo, agosto 2001] [Immagini di opere e performance] I SANTINI DEL PRETE - di Pablo EchaurrenLa materia prevede che esista un'antimateria composta di antiparticelle bricconcelle che quando s'incontrano con le loro parenti sorelle positive generano tensioni radioattive, mesoni, raggi gamma, un vero putiferio della madonna che ti spedisce veloce verso il nulla. Figuriamoci perciò se l'arte non deve mettere nel conto l¹esistenza di una non-arte, una nona gioiosa posizione di autosospenzione, di autoesclusione dal Giardino del Giudizio Critico, dal Paradiso Analitico Ada-mitico che scodella a getto continuo giovani di tendenza, scalpitanti ai pali della partenza di una carriera foriera di allori, di onori, di paroloni, di pannoloni contro l¹incontinenza dell'ego che del resto del mondo me ne frego. Raimondo Del Prete e Franco Santini hanno i cognomi talmente altamente binari complementari, con jin & jang equamente miscelati e portati a livelli stellari, da aver dato vita alla bollata ditta di arte postale "I Santini del Prete". Essi sono dei veri fieri ferrovieri, autentici esercitanti in divisa d'ordinanza, fischietto (Raimondo è capostazione), martelletto (Franco è capo tecnico verifica sicurezza) e biglietto di viaggio omaggio, i quali si attribuiscono compiti speciali di intervento per il superamento dello steccato che tiene separato il cittadino normale dall¹artista fenomenale selezionato per l'ammissione al padiglione coglione della Biennale del Canal Banal Grande come il glande che se lo inchiappetta. Con la loro stessa presenza aboliscono ogni distanza tra specialismo e eclettismo. In alta uniforme ferrotranviaria hanno sfilato in diverse manifestazioni a carattere di rovescio della medaglia, di non-arte dunque, sventolando il loro stendardo assai gagliardo che reca scritto "Multiplicité Creativité Solidarieté" oppure "Somaro chi non conosce la differenza tra un artista e un ferroviere". E sempre in perfetto orario, contrariamente alla loro azienda di riferimento, all'abitudine invalsa del ritardo cronico in uso presso le ferrovie dello Stato depresso in cui versa la nostra rete di ferrotrazione degna di un¹onorata meritata rottamazione. Per questo e altro sono stati insigniti dell'Ordine Patafisico della Giduglia e nominati Reggenti alla Cattedra di Clonazione Ferroviaria. In quanto mail-performer il loro lavoro parallelo cade a fagiolo, in perfetta coincidenza tra mezzo di trasporto (il treno), medium di supporto (la lettera) e tipo di rapporto (lo scambio, epistolare e/o veicolare). Quello che auspicano è una democrazia diretta, rapida, accelerata, intercity, una concezione allargata e partecipata. E' più difficile che un ferroviere entri nel regno dei cieli dei cimeli museali o che un artista professionista passi il concorso delle F.S. e diriga una stazione, una postazione di controllo per una sicura frenatura? Io opto per la seconda, comunque ai post-eri l¹ardua sentenza. L'uomo saggio e consapevole riconosce l'arte in rarissime cose e/o situazioni, tutto il resto è Non-Arte. L'uomo consapevole e saggio riconosce l'arte in tutti gli oggetti o/e le manifestazioni dell'universo, pertanto la Non-Arte è perla rarissima. (Ipse dixit et non pinxit). Un incontro fruttuoso tra arte e non-arte - di Bruno SulloDue ferrovieri che viaggiano fuori, o a latere, dell'arte, non ignorandola ma anzi assu-mendola come elemento di riferimento, studiandone personaggi e soluzioni nel tentativo di cogliere l'evanescente e misteriosa linea di confine con quella che è la non-arte. Ecco due operatori che estraggono dalla loro personale esperienza di vita la loro profes-sione, e la rifondano in un sistema, quello artistico, che ha finalità diverse anche se niente affatto contrastanti. Ciò facendo, essi denaturano il senso del loro lavoro, attribuendo ad esso una valenza emblematica e, in qualche modo, impropria; al tempo stesso evitano di identificarlo del tutto con l'operare artistico poiché gli mantengono un fortissimo (direi preponderante) senso empirico (che si esprime fin nell'aspetto visivo che gli autori assu-mono, leggi la divisa da ferrovieri). Questa è la loro versione della non-arte, quasi una e-semplificazione del concetto, oltre che un produttivo campo operativo. In questa ricerca di identità, di confronto e di analisi degli elementi distintivi, la non-arte (i ferrovieri) incontra ed attraversa il campo dell'arte, e viene dunque a contatto con artisti veri, tali interessi, scelta di vita, tipo di lavoro, storia personale, come Gaspare O. Mel-cher, un autore di forte personalità la cui unica colpa è stata quella di essere finito, dalla natia Svizzera, in quel di Vada, cioè nel territorio infestato da ferrovieri. L'incontro è inevitabile: l'artista dialoga con i non-artisti, e si viene a concretizzare un di-scorso attivo, fertile e di reciproca simpatia, utile a costruire e a superare banali ed impro-duttive posizioni ideologiche contrappositive. Infatti, la non-arte non nega l'arte (il non-qualcosa non può non presupporre l'altro-da-sé), e a sua volta l'arte utilmente si confron-ta ed accoglie in sé la non arte in operazioni comuni. Questa è l'atmosfera di reciproca stima che la mostra propone non solo come propria ca-ratteristica, ma anche, volendo, come più generale suggerimento di comportamento. [Immagini di opere e performance]
[Il Partito del Tubo: performance dei S.d.P a Patafluens, Casalmaggiore, settembre 2001]Patafisica. Lettera aperta in occasione delle elezioni indirizzata a I Santini del Prete, Cavalieri dell'Ordine della Giduglia, maggio 2001 La Patafisica per un militante del Partito del Tubo si riduce a una mera questione di fisica della patata. Tubi a serpentina Tuber alles! Pablo Echaurren |