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# Le Mausolée d’Ubu #

di Gianni Broi - L’ ORDRE DU GRIS

Performance. Luogo : Casalmaggiore, Lido, sulle rive del Po. Data: 8 settembre 2001 ore 17,30.

Sulle rive del Po – annuncia Gianni Broi rivolto al pubblico – abbiamo progettato la costruzione di un grande mausoleo in onore del Père Ubu e della Mère Ubu, un mausoleo-faro che orienti i naviganti per acqua e per terra ai valori vitali della Patafisica e perpetui altresì la memoria della grande festa Patafluens che si sta svolgendo a Casalmaggiore, organizzata dall’Istituto Patafisico Vitellianense. Oggi siamo qui per posare la prima pietra del monumento. Ciò detto egli illustra, con l’aiuto di Marcello Caly, tre disegni del progetto preparato da entrambi in collaborazione, rappresentanti la facciata, la sezione trasversale e una elaborazione planimetrica del rapporto tra il mausoleo e l’ordinato disordine patafisico dell’universo. Segue una lunga e animata discussione col pubblico che chiede chiarimenti, muove obbiezioni, dà suggerimenti. Quindi Gianni, in gran tenuta da cerimonia, tutto in grigio con un nastro di raso fermato da una giduglia d’argento, e con bombetta sul capo, dopo aver estratto da un prezioso drappo rosso un mattone, lo posa sul suolo tra gli applausi degli astanti. A qual punto, da dietro un folto di alberi compaiono il Père e la Mère Ubu (Giovanni e Renata Strada) in costumi coloratissimi e avanzano a passo marziale: - Merdre à Vous ! – grida Ubu sdegnato – Le Père Ubu n’est pas mort ! Il est toujours vivant ! - e dà un gran calcio al mattone scaraventandolo lontano. Poi, cedendo ad un improvviso quanto significativo bisogno, si accovaccia presso un cespuglio e defeca. La Mère Ubu, dopo aver cercato di celare dietro un velo la faticata escrezione, vedendo la popò esclama: - Senti, Père Ubu, m’è venuta una bella idea. – Raccoglie con una paletta d’argento la popò e continua: - Metteremo questa dentro un barattoloS cosìS – e fa scivolare la cacca in un bel barattolo argentato – e la venderemo come “Merdre de Roi” a qualche stupido collezionista. – Si, si, siS. Ma che bella idea ! La venderemo per centomila milioni ! Bravaaaaa ! Ah ah ah ah ah ah ah ah ahS. E s’allontanano ridendo a crepapancia.

 

# da “La pazzia di Père Ubu, e di Mère Ubu, anche” #

di Simone Fagioli

Scena V

Sul carro. Père Ubu è in piedi e si agita nervosamente.

Père Ubu (con decisione) Ho giorni di completa amnesia. Ho giorni in cui non so dove mi trovo. Poi d’improvviso riacquisto la memoria. Ecco, mi ricordo benissimo di tutto: una volta ho fatto la guerra, ma era così stupida...che la rifarei subito! Mi ricordo, era una guerra di successione, nel senso che si succedeva ad un’altra: le guerre sono sempre così: una, e poi un’altra, e poi un’altra, e poi un’altra...Ora, per cominciare una guerra occorre almeno un nemico...E dove lo trovo un nemico in questi tempi? Un nemico non si fa mica su due piedi...Prima di tutto deve avere un bell’esercito, ma certo più piccolo del tuo sennò sei fregato...Oh, un’altra volta ho combattuto con la Russa: aveva un esercito così grande che mi ha sconfitto in tre secondi: sono arrivato lì e ho detto al re: voglio fare la guerra! e lui mi ha risposto: ah sì, bene...E mi ha dato un pugno in testa! Secco, in terra, fine della guerra! La guerra, la guerra sì...(salta giù dal carro e comincia a correre di qua e di là) Sìììììì, sì, sì, sì, sì, sì...carri armati, fanteria, bombe trincee pam pam pam pam pam (si butta a terra, fa finta di sparare, si rialza, corre) pam pam pam...un cannone, voglio un cannone (abbaia) un canòne, è lo stesso (abbaia)...ecco, ecco gli aerei i sommergibili il genio pontieri e il genio ciclisti (indica se stesso, corre sempre più veloce, grida a squarciagola, sull’aria de La Marsigliese) Sulla spiaggia alla selvaggia Père Ubu dà la caccia...pam pam pam pam Mère Ubu dove sei, adeso vengo a stanarti, nasconditi vecchiarda che se ti prendo son dolori, per me, lo so...ti sparo ti sparo Mèèèèèèèère Ubbbbbbbuuuuuu...E il re di Russa, pam, un pugno in testa, e io in terra, secco! (cade a terra. Sta un po’ in terra come svenuto, poi si rialza e mogio mogio ritorna verso il carro, vi sale) Pam, un pugno in testa, e io in terra, secco! (cade di nuovo, dopo qualche attimo si alza di nuovo, salta giù dal carro e di nuovo corre veloce, sino a fermarsi improvvisamente – con decisione) La guerra! Eh...untempo conoscevo un sacco di canti guerreschi, li cantavo sempre ai miei nobili, o mobili? Boh! Umbertini...Umbertino Pile, Umbertino Cotice, Umbertino Girone, dove siete? Presto, presto, qui da me, a rapporto...Eh, la guerra...A volte ho giorni di completa amnesia...Cosa dicevo? Ah, sì, i canti guerreschi...eccone uno (canta a squarciagola, su un ritmo qualunque) – Prestami il tuo braccio – per rimpiazzare la mia gamba – I ratti me l’hanno mangiata – in Padagna – in Padagna – Ho mangiato molti ratti – ma non mi hanno reso la mia gamba – e per questo mi hanno dato la croce di guerra – ed una gamba di legno – ed una gamba di legno...-un altro, un altro, sì (canta a squarciagola su un ritmo qualunque) – Il generale ci ha detto – il dito nel buco del culo – il nemico è di là Andate – è per la patria – e noi siamo partiti – il dito nel buco del culo – E la patria l’abbiamo incontrata – il dito nel buco del culo – nella fica della grande puttana – che ci ha detto – il dito nel buco del culo – Morite o salvatemi – il dito nel buco del culo – Abbiamo incontrato Umberto VC – il dito nel buco del culo – abbiamo visto mani tagliate – il dito nel buco del culo – ed a noi ci hanno spaccato le tibie – il dito nel buco del culo – divorato lo stomaco – il dito nel buco del culo – trapassato i coglioni con i fiammiferi – il dito nel buco del culo – e poi molto dolcemente – siamo crepati – il dito nel buco del culo – Pregate per noi – il dito nel buco del culo – amen... la guerra, bleeeeh.

 

# Conservare la luce #

di Dominique Collignon Maurin

“Sono le cinque, il piccolo orologio segna il tempo. Un gobbo e un gigante venendo dall’aldiquà e andando verso l’aldilà s’incrociano casualmente in una piazza ordinaria. Un’ora più tardi i due vagabondi, disperatamente straordinari nelle loro taglie, devono riprendere ciascuno il cammino del loro ministero per scrutare l’ombra senza limite. Lasciano l’uomo ordinario, in abito decorato, prendono per la vita colei che amano. Tocca agli innamorati occuparsi dell’accensione e dello spegnimento del lampione, del conservare la luce”.

Proponendo altezze, dinamiche e scelte armoniche, le commedianti passando dalla voce parlata alla voce cantata sono riuscite a svelare a loro stesse delle melodie restando sempre nell’arte specifica del commediante. Ciò ha permesso l’elaborazione di una partitura della messa in scena, rimasta prettamente teatrale: L’azione aleatoria della parola su un corpo figurato. Se gli incanti della scuola francese, il free jazz e la musica classica turca hanno ampiamente ispirato il mio percorso di improvvisazione, non dimentico che il padre Alfred preferiva citare “Viens Poupoule” nonché le marce militari piuttosto che Wagner o Debussy.

[Gianni Broi – L’Ordre du G.R.I.S. si è costituito nel corso delle performance tenute, da oltre un decennio, da Gianni Broi al cimitero del Pére Lachaise a Parigi il 14 luglio, anniversario della morte di Raymond Roussel, insieme a un gruppo di artisti, scrittori e performers italiani e stranieri, fra cui André e Anne Chabot, Daniel e Christiane Daligand, Annamaria Caracciolo, Marcello Caly, Jean-François Robic, Chantal Cuisinet, Bruno Garrigues, Jean-Louis Vincendeau, Antoine FongaroS. La lealtà, la fedeltà, la nobiltà, che il GRIS, ispirandosi agli antichi ordini cavallereschi, pone a fondamento della sua azione e dei rapporti tra i membri, si coniugano all’amore dell’arte come sfida alle convenzioni e ai pregiudizi e come comunicazione al di fuori dei canali deputati, che si esplica in progetti nei quali il linguaggio, nella sua vasta eccezione, è un elemento chiave; progetti che trovano il loro spazio di attuazione essenziale ma non esclusivo nel cimitero di Pére Lachaise. Tale comunità, caratterizzata anche dalla segretezza nella elaborazione dei programmi, ha adottato come emblema La stella in fronte rousselliana e si arricchisce giorno per giorno di un complesso di simboli araldici, di cariche e di compiti in relazione a uno sviluppo attento a connessioni con valori e personaggi, non ultimo Alfred Jarry nell’interpretazione datane dal Collegio Patafisico e per l’Italia da Enrico Baj, sentiti come fondamentali in una ricerca critica sull’attualità, finalizzata alla rottura e al rinnovamento, contro l’opposta e più che mai aggressiva volontà di continuità e di conservazione, nella vita come nell’arte, della peggiore eredità ubuistica del Novecento. Alla realizzazione della performance al Patafluens di Casalmaggiore Le Mausolée d’Ubu hanno collaborato in modo determinante con Gianni Broi: Marcello Caly, Consigliere del Lord Gris e progettista tecnico, Annamaria Caracciolo dirigente del Salotto Telematico e responsabile della sezione del Free Dog Club di Cagliari, Giovanni e Renata Strada, performers dall’attività internazionale.]

[Simone Fagioli è nato a Pistoia nel 1967. A vent’anni inizia a scrivere poesie. Opera da tempo nel campo dell’arte con i più svariati strumenti: installazioni, performances, computer art, teatro, tuttavia la sua vera vocazione è la pirateria.]

[Dominique Collignon Maurin - Compagnie La Colline. Nel 1954 ha debuttato in teatro con “La chatte sur un toit brulant” di Peter Brook con Jeanne Moreau. E’ autore e musicista (suona il saxofono e la Ney – musica classica turca). Il suo lavoro e riconosciuto per l’eclettismo delle Arti della scena. Organizza seminari sull’arte dell’attore con la Colline Compagnie. Partecipa a “Guele de loup” con la coreografia di Christine Bastin, “Le pleure misère”, “En passant” e “Barbe bleue” di Marie Vayssière. A Colmar interpreta “Danser a Lughnasa” di Brian Friel con la regia di Mathew Jocelyn. A Marsiglia interpreta il ruolo di Teseo nel “Fedro” di Racine per la regia di Francois Michel Pesanti. Ha partecipato all’ultima creazione di Marie Vayssière “Il faut faire plaisir aux clients”. La Colline Compagnie è formata oltre a Collignon da: Frédéric Stochl, Young Sook Chang, Emmanuele Stochl e Marie Vayssière. Al Teatro Comunale di Casalmaggiore la Compagnie ha rappresentato in prima nazionale “Par la taille” di Alfred Jarry.]