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# Otello Sarzi #

di Dario Fo

Quando osservo una marionetta o un pupazzo di Otello non penso immediatamente al teatro ma a un rito, un mistero arcaico, tragico e grottesco insieme. Le maschere di Sarzi hanno il “quid” e il “tabù”. Potresti vederle esplodere, grondare lacrime, urlare e singhiozzare da sole e al fine sciogliersi sprigionando fumo giallo e nero. Insomma vivono ed esistono già da sole. Non hanno bisogno di essere immediatamente agite. E’ quello che ti capita davanti ai grandi burattini e ai pupi degli antichi. Io, personalmente ho imparato a muovere e anche a fabbricare pupazzi e burattini. Ci ho allestito più di uno spettacolo; sono del mestiere. Per di più ho sposato una Rame, figlia di marionettisti di origine antichissima. Me ne intendo. Capisco quando un oggetto di teatro è personaggio vivo. Davanti a ciò che fabbrica e muove Otello sei già nel clima della rappresentazione d’acchito. Otello adopera di tutto: lamiera, latta dei barattoli, carta, stoffa, legno, plastica, lattice, cartapesta...e colore a smalto, tempere. acrilici, ducotone per pareti...adopererebbe anche il fumo, la mollica di pane, la pietra e gli spaghetti per farci i capelli. E non è detto che non li abbia già usati. Non ha pregiudizi, remore, timori, è il burattinaio di Pinocchio. Lui le marionette le fa solo per farle muovere, ma anche per cuocerle e mangiarsele...e seppellirne i resti. Perché è roba che nasce e muore, razza umana non robot o mutanti.

[Otello Sarzi di tradizione famigliare di creatori di burattini, fin da bambino ha costruito egli stesso quelle fantastiche creature che poi nel tempo, tradotte in spettacoli, ha portato in tutto il mondo. A contatto con poeti, letterati, artisti, musicisti ha realizzato opere teatrali, di burattini e marionette, maschere e pupazzi, riscrivendo spesso i testi classici dal Don Chisciotte all’Ubu Re. E’ Ministro Inossidabile dell’Etoile d’Or dell’Istituto Patafisico Vitellianense.]