TuttaLaBiografia
Ogni cosa ha una sua origine. Per trovare quella di Luciano Ligabue si può benissimo saltare a una frase detta dodici anni dopo il suo debutto. Tanto per essere esatti, allo Stadio Olimpico di Roma, la sera del 15 luglio 2002, quando Luciano parla al pubblico: "Allora... voi lo sapete con precisione perché siete qui, questa sera? No, voi ne sapete solo una parte. La parte che sapete voi, e che è bellissima, è quella che avete deciso di essere qua per i motivi vostri. La parte che, forse, non potete sapere è che voi siete qua questa sera perché è successo un fatto, tanti anni fa. E il fatto è legato a un omino che gestiva una balera e... rientrava in casa, la domenica mattina, e tutte le volte diceva al sottoscritto: i musicisti son tutti dei morti di fame. Poi, io, ogni tanto seguivo questo omino nella sua balera e vedevo che questo omino aveva un grandissimo rispetto per qualsiasi musicista di liscio. Finché questo omino, che tutte le settimane mi diceva 'i musicisti son tutti dei morti di fame', un giorno venne a casa con una chitarra. Io non gliela avevo chiesta. Decise lui di portarmela a casa e quando regali una chitarra a qualcuno lo costringi, quasi, ad imparare a suonare. Ecco, voi siete qui perché comunque su questa terra è passato questo omino che, purtroppo, se n'è andato sette mesi fa e si chiamava Giuanin".
Luciano Ligabue è un bambino che ascolta tantissime canzonette: una
vera e propria passione che cresce col passare degli anni.
Ma lo start verso la vita del piccolo Liga è un po' difficile, nel
senso che nasce in casa come si usava un tempo, con solo
un'ostetrica e nessun altro tipo di assistenza. Sua madre è molto
giovane e, in quelle condizioni, il parto si presenta complicato.
L'ostetrica non si accorge che il cordone ombelicale chiude la fronte
del nascituro e per questo non riesce a estrarre il bambino. Il tempo
passa, la resistenza della madre viene sempre più fiaccata e l'ostetrica
non trova la soluzione. Alla fine, quando se ne accorge, è quasi tardi:
la mamma è stremata e il bambino in serio pericolo. Riesce a far scivolare
il cordone dalla fronte del nascituro e forza la madre alle ultime
disperate spinte necessarie per estrarre il piccolo. Il quale,
quando esce, è cianotico, ma fortunatamente, dopo poco, dà normali
segni di vita. "Luciano non viene da cianotico" scherza Liga
a riguardo, "ma è una coincidenza bizzarra".
Poi, sempre a sottolineare una partenza difficile, quando il piccolo ha
un anno e mezzo, è colpito da pertosse talmente violenta da provocargli
un'appendicite, di cui però non si accorge nessuno: il medico continua
a sostenere che si tratta di un'influenza. Sua madre insiste a farlo
visitare, ma sempre con lo stesso esito, anche se la situazione si
trascina e non è per niente tranquilla. Un giorno va in farmacia per
provare a chiedere almeno un ulteriore parere, anche se da un farmacista,
e lì, per fortuna, s'imbatte casualmente in un altro medico che, visto
il colorito del bambino, lo visita al volo. Gli basta poco per capire
e portarlo d'urgenza in ospedale: l'appendicite era già peritonite. Non
proprio la cosa più semplice a diciotto mesi di vita.
Per non farsi mancare niente sul fronte della sfiga, subisce pure, tre
anni dopo, un'operazione sbagliata alle tonsille. Intervento che, fra
l'altro, ha convinto Luciano essere un po' alla base dell'anomalia della
sua voce: un'anomalia che si rivelerà poi un'arma vincente a livello
canoro, ma queste sono considerazioni col senno di poi. Dunque, un'operazione
innocua, risolta sempre nell'arco di un paio di giorni, qui riesce a
diventare pericolosa. L'intervento è stato eseguito maldestramente e
Luciano sembra addormentato ma, nella realtà, ha come perso conoscenza.
In quelle condizioni continua a inghiottire il sangue dell'emorragia
in corso. Nessuno può sospettare niente. Va avanti così quasi tutta la
notte, fin quando sua madre, che comunque vegliava, preoccupata dal
pallore del bambino, lo scuote un po'. Dalla bocca di Luciano esce un
enorme sbotto di sangue. Parte l'emergenza e un secondo intervento.
Non è mai stato chiarito alla famiglia cosa sia accaduto di preciso in
quel primo intervento, si sa solo che Luciano resta in ospedale per 24
giorni a causa di una banale operazione alle tonsille e per qualche anno
il suo sistema immunitario funziona poco e male. Forse da qui deriva
quella anomalia alla voce e una notevole sensibilità alla gola, che
tuttora Ligabue deve tenere protetta. Molti pensano che si tratti di
una voce da fumatore incallito, ma Luciano non ha mai fumato in vita
sua e quella voce così particolare è probabilmente frutto di un mix di
natura e bisturi.
Tutti questi problemi finiscono col provocare una certa fragilità
congenita nel piccolo Luciano, che si ritrova anche con un sistema
immunitario compromesso. Di conseguenza, è messo nelle condizioni non
proprio di isolarsi, ma di sviluppare una visione tutta sua della vita:
un trip in cui si rifugia per dare libero sfogo alla creazione di un
mondo fantastico, modellato sui suoi desideri e su come lo avrebbe
voluto. Per questa fragilità è costretto spesso a stare in casa,
rinunciando a tutto ciò che fanno i suoi coetanei, a cominciare dai giochi
in strada. Ma è una condizione con la quale deve convivere, non può farci
niente nessuno. Questo periodo di cura estrema dà alla fine i suoi frutti:
alle elementari Luciano è ristabilito e scopre lo sport.
Ma resta un bambino con una forte predisposizione alla creatività, che
si sviluppa attorno a un'interpretazione molto soggettiva della realtà.
Anche i suoi rapporti con gli altri sono condizionati dalla rappresentazione
assolutamente originale che s'è fatto del mondo. Un mondo interiore che
genera timidezza, oltre che i più classici degli atteggiamenti introversi.
L'amore per il calcio nasce in questo periodo. Pensando che lo sport
possa fargli bene sotto tutti gli aspetti, i suoi genitori lo iscrivono
alle giovanili della Corregese.
Ognuno s'innamora di quella che sarà la squadra del cuore per tutta la
vita attorno ai cinque, sei anni, sulla base di chi vince di più in
quel momento: "Ed eccomi qui interista".
"Il calcio" spiega Liga, "c'entra molto nella mia vita, perché
avendolo praticato, mi ha formato fisicamente e mi ha fatto sviluppare
meglio il sistema immunitario. Ma è stato formativo anche sotto altri
aspetti: disciplina, attenzione e rispetto per gli altri, oltre alla
capacità di fare squadra, di lavorare in una squadra e per una squadra.
Olio canforato e carne greve, il tè a fine primo tempo e le prime divise
complete. Una volta che ci hai giocato ti porti dentro delle immagini
con cui convivi per sempre".
Grazie al calcio, Luciano capisce che in qualche modo è importante
condividere tutto insieme agli altri, senza eccedere, mantenendo ben
chiaro l'obiettivo che è solo una partitella fra ragazzini: di fatto, un
risultato importantissimo da ottenere. "Mi piaceva anche che ci fosse
un senso di complicità, di attenzione, di rigore rispetto a una cosa che
si faceva insieme, ognuno rendendosi responsabile per la squadra".
E' il 1975, Luciano ha 15 anni, una chitarra per le
mani("Una Clarissa: una sorta di sotto-sotto-sottomarca... io,
almeno, non ne ho più viste", precisa Liga),
"misteriosamente" regalata dal signor Ligabue, che - allora gestore
di una balera - combatteva fermamente l'idea che il figlio potesse ridursi a
fare il musicista ("un mestiere da morti di fame"); ma il cuore è ancora
pieno del suo grande sogno d'infanzia: il calcio.
"Giocavo da marcatore puro: proprio un mastino
che sopperiva con la grinta a tutti i suoi limiti tecnici. Restai a giocare
nella Correggese e continuai ad amare il calcio in quella maniera molto pura,
molto ideale. Per me era divertimento e basta."
"Usai la chitarra per la mia prima canzone, credo
verso il '77 o il '78, comunque in quegli anni lì. Era una canzone
orribile, si chiamava "Cento lampioni" e parlava di una puttana che stava
contando i giorni per riuscire a smettere. Ed era veramente bruttissima, era una
canzone sbrodolana, molto moralista. Se posso trovarci un valore, era un brano
che dimostrava il mio interesse per il mondo dei losers; ma in realtà non
c'era nessun approfondimento e conoscenza vera dell'argomento. Scrivere
canzoni comunque smise presto di essere un hobby. Pian piano diventò una forma
di urgenza fisica, quasi un bisogno. Andò avanti per anni, sempre come scrivere
non finalizzato, un comporre tra me e me. Nessuno al mondo conosceva questo
materiale, non lo facevo neanche sentire agli amici."
Il primo concerto "vero" del rocker
emiliano, insieme con il gruppo degli OraZero (con Paolo Signorelli e Bruno Pederzoli
alle chitarre,
Roberto Bartolucci al basso, Alberto Imovilli alla batteria),
si tiene al circolo culturale "Lucio Lombardo Radice" di Correggio
l'8 Febbraio del 1987. Ed
è così sfrontato e incosciente da imbastire un set senza covers. Farà
così praticamente sempre in quei primi concerti, salvo rarissime eccezioni:
solo brani suoi, un set pelle-ossa di un'ora tirata con brani come "Figlio
di un cane", "Marlon Brando è sempre lui", "Fuori Tempo" e
quella "Sogni di rock'n'roll" che spiega in un titolo quello che sta
accadendo.
Nell'anno successivo Pierangelo Bertoli
(grande cantautore modenese) decide di pubblicare, nel suo album intitolato
"Tra me e me", "Sogni di rock'n'roll", una canzone che
qualche anno più tardi sarebbe diventato uno dei pezzi più ascoltati. Fra
l'altro in questa edizione è proprio di Liga la voce del contro-canto finale.
L'esperienza sarà replicata l'anno dopo,
quando Bertoli pubblicherà nel suo "Sedia elettrica" la canzone di
Luciano "Figlio d'un cane".
Tornando al 1988, nel luglio di quell'anno
la vittoria al concorso "Terremoto rock" consente a Liga e agli
OraZero di incidere come premio un 45 giri - ormai praticamente introvabile
- contenente le canzoni "Anime in plexiglass" e "Bar
Mario". Nella miglior tradizione rock, nessuno se le fila, salvo mangiarsi
le mani più avanti quando sarà Liga-boom e quel vinilino serioso con picture
sleeve in bianco e nero diventerà molto, molto collezionabile. E' una
vita grama e per fortuna che ci sono quelle gare a portare qualche raggio di
speranza. Il 1988 si chiude con la partecipazione fra i finalisti del
"Primo Concorso Nazionale per Gruppi di Base" (vinto dai Almamegretta)
grazie al quale un'altra canzone, "El Gringo", viene pubblicata sulla
compilation del Concorso.
Nel 1989 Ligabue, separatosi dagli Orazero, si unisce con i ClanDestino (Max
Cottafavi alla chitarra, Gigi Cavalli Cocchi alla batteria e Luciano Ghezzi al
basso; Giovanni Marani prima e Gianfranco Fornaciari poi, alle tastiere) e con
questi entra per la prima volta in uno studio di registrazione per realizzare un
album. Venti giorni di registrazioni e nel Maggio del 1990 nasce il primo Lp di
Liga, dal semplice titolo "Ligabue". A questo disco appartengono
moltissimi pezzi "storici" che ancora oggi costituiscono l'ossatura delle
scalette dei concerti; il suono, come risulta evidente dal primo ascolto, è
ancora abbastanza pop, quasi ingenuo, specie se confrontato con la sua
produzione più recente.
"Per fortuna mi aiutò la mano calda
di Paolo Panigada, cioè Feiez di Elio e le Storie Tese, che faceva il fonico e
fu fondamentale per circuitare quelle che erano le mie idee. In realtà fu
fondamentale anche per un'altra cosa: perché riempì dei buchi che qua e là
si aprivano, suonò il sax, prese lui degli assoli di chitarra, partecipò ai
cori. Fu importantissimo, era un uomo con una musicalità pazzesca e la mise al
mio servizio."
"Ligabue" piace. Piace anche per quella
curiosa copertina e il libretto dei testi decorato da tutto uno zibaldino di
piccole formiche non incazzate - frasi celebri e meno celebri, citazioni
colte, gag. Una specie di ritratto indiretto di quel ragazzo sconosciuto che
prende la parola.
"Quando
giravo per le case discografiche con il mio demo-tape, avevo deciso di allegare
una specie di dépliant, per dare qualche informazione e un'idea massima su
questo tipo che a trent'anni si metteva a fare un disco. Ma non era una
operazione dotta, e infatti c'erano Oscar Wilde accanto a Bugs Bunny, John
Wayne e la nonna Ermelina, Groucho Marx e Van Gogh. Quel fogliettino colpì, e
quando fu il momento di uscire con il disco, la WEA pensò di recuperarlo. Fu
un'idea semplicissima e geniale, come anche la copertina di Gigi Cavalli
Cocchi, il nostro batterista. Un progettino venuto senza tante menate che
avrebbe poi fatto da modello: nessuna copertina dei miei dischi riporta la mia
faccia e nessuna cerca di spiegare cosa c'è dentro."
Con il pezzo di lancio dell'album,
"Balliamo sul mondo", Liga vince il premio più importante della sua
ancora breve carriera, il Festivalbar Giovani. Dopo questa esperienza Ligabue
parte con una serie di oltre 250 concerti (il "neverending tour") in
tutta l'Italia che continua fino alla fine del 1993. 250-300 concerti a rotta di
collo e un'ossessiva febbre di fare, esserci, suonare. Ligabue nel frattempo
si sposa con Donatella, il 4 gennaio 1991; ma non si ferma, non può fermarsi.
Ligabue smania di rock&roll. Durante il Neverending Tour, Liga trova il
tempo anche per comporre le canzoni per due nuovi album: "Lambrusco
coltelli rose & popcorn" (1991) e "Sopravvissuti e
sopravviventi" (1993).
Il primo, come suono e stile delle canzoni, non presenta
particolari variazioni dal disco d'esordio; si può ritrovare un filo conduttore
che percorre tutto il disco e che riguarda il sogno e il suo rapporto con la
realtà. Il secondo invece si distanzia un po' dalla produzione precedente: le
atmosfere si fanno più cupe, gli arrangiamenti più duri e decisi.
Probabilmente per quest'ultimo motivo (e a dispetto del primo) tale disco è
tuttora indicato come l'album preferito da un consistente numero di fans. "Ho
messo via" è uno dei pezzi considerati tra i migliori di Ligabue. Un altro
motivo è sicuramente il fatto che sono numerosissime, in questo disco, le
tracce che tratteggiano personaggi e raccontano piccole storie di sopravvivenza
umana (di qui il titolo del disco) attraverso rapidi flash. Uno stile che
caratterizzava soprattutto la prima parte della sua produzione, di cui parecchi
ammiratori si dichiarano oggi un po' nostalgici. Comunque non bastò. Il disco
non andò bene. Qualche pezzo, eccessivamente retorico dal punto di vista
musicale, fa si che il disco non abbia la fortuna dei due precedenti.
Tra i due nuovi album, gli appassionati di Liga si
moltiplicano e per loro nasce un Fan Club curato dal fratello di Luciano, Marco
Ligabue. Il titolo è "Bar Mario".
Nel settembre del 1993 il Neverending Tour
si conclude con il concerto di Orvieto. Nel frattempo sembra sempre più
irreparabile la crisi instauratasi fra Luciano da una parte, e i ClanDestino e
il produttore Angelo Carrara dall'altra. Il divorzio si consumerà
definitivamente nei due anni successivi. Luciano tornerà a suonare ancora una
volta in pubblico con i vecchi compagni, in occasione del raduno del Fan Club,
nel 2001, realizzando così un desiderio, neanche tanto nascosto, di migliaia di
fans vecchi e nuovi.
Ormai siamo alla definitiva chiusura di
rapporti contrattuali, ma il produttore Carrara volle giocare una delle ultime
sue carte: mise sotto contratto i ClanDestino. Come a dire: se te ne vai, occhio
che te ne vai senza gruppo, perché loro stanno con me.
"Allora mi sentivo molto solo e tradito. Quella storia cambiò gli equilibri della
situazione... Tutto quello che vedi nascere ti commuove, alcune volte ti capita
di piangere insieme, altre volte fai fatica a credere a quello che ti sta
capitando oppure ci ridi su... Insomma, c'è un enorme investimento emotivo
che spartisci; e un giorno, zac!, finisce tutto in quel modo."
Siamo alla fine del 1994: Ligabue pubblica il suo quarto
album, trainato dal singolo "A che ora è la fine del mondo?", cover
di una canzone dei REM. L'album contiene pezzi inediti ma non nuovi: si tratta
infatti di canzoni scritte dallo stesso Liga negli anni precedenti ma mai
pubblicate. Timoroso di scatenare equivoci, che a quel punto lo abbatterebbero,
Luciano lo fodera con tutta una serie di air-bags e cartelli indicatori:
"Questo non è il mio disco nuovo!", scrive subito in nota, bello grande e
in neretto, e commissiona a Gigi Cavalli Cocchi una serie di illustrazioni a
fumetti centrate su un buffo e fantozziano personaggio, Gino, perché sia chiaro
da subito che sia un gioco e poco più.
Nell'LP, infine, anche una versione live di "Urlando
contro il cielo", un pezzo scritto in collaborazione con i Negrita
("L'han detto anche gli Stones") ed uno con i Rats ("Fuoritempo").
L'album, venduto a prezzo speciale, riscuote molto meno successo dei precedenti,
ma per l'album nuovo, per la grande rivincita, non bisognerà aspettare molto.
""A che ora è la fine del mondo?" fu un mini
album di schegge sparse, lo chiamammo così, in cui mi divertivo a fare degli
esperimenti (volli provare a vedere se era ancora possibile fare qualcosa con il
gruppo). Il singolo "A che ora è la fine del mondo?" era una cover, e io
non ho mai bazzicato troppo le covers, intendo pubblicamente; e poi c'erano un
paio di brani suonati non con il mio gruppo, una rarità per me; e ancora
"Cercami il cuore", l'unica canzone che io abbia mai scritto con un altro,
in questo caso Gianfranco Fornaciari. Volevo vedere che effetto faceva scrivere
a quattro mani.
La prima versione di "A che ora è", quella con i
ClanDestino, era loffia. Non è l'unica cosa molle del disco, a essere
sinceri. Lì, secondo me, si rivelò che non c'era futuro con i miei ragazzi;
erano ormai presi dal progetto ClanDestino, che li vedeva protagonisti con un
album tutto loro. Presi atto della cosa e usai appunto il disco per provare
nuove strade. Registrai quindi un pezzo con i Negrita e, soprattutto,
riregistrai "A che ora è la fine del mondo?" con dei professionisti, perché
a quel pezzo ci tenevo."
Nel frattempo, Liga si prende una pausa e prova a
divertirsi. Va in studio e si inventa produttore, curando il disco di Stefano
Belluzzi. Ligabue si appassiona, ma
fatica a "starci dentro". In breve la cosa diventa più grande di lui e
prende anche una piega diversa, "più imprenditoriale, non solo artistica".
Alla fine, Luciano molla e torna a guardare da lontano quella nuova scena
italiana che, da quando lui ha cominciato, è cresciuta di parecchio.
Si torna al dunque e al problema tutto da risolvere del
complesso. Questa volta la ruota gira giusta. Un impresario ingaggia Ligabue e i
ClanDestino per un grande festival in Germania, ad Essen, ma Luciano Ghezzi non
può esserci. Bisogna inventarsi un cambio volante e così, su due piedi, viene
ingaggiato Antonio "Rigo" Righetti, un bassista di Modena che non ha mai
avuto grandi esperienze anche perché ha suonato sempre e solo le cose che gli
piacevano. Righetti piace a Luciano, gli piace la sua "filosofia" e prova a
lanciarlo come pietra d'angolo di un nuovo gruppo. "Rigo" ci sta e tira in
ballo il suo batterista di quei giorni, Robby "Sanchez" Pellati, e un
chitarrista, Federico Poggipollini ("Capitan Fede"). Gli incontri vanno a
buon fine. I quattro si piacciono, suonano bene insieme, anche se Luciano è
convinto che c'è il bisogno di una chitarra in più: il primo provino di
Carmelo "Mel" Previte fa cilecca. Così a provare il nuovo disco ci vanno
solo i tre sicuri, con Ligabue e con il produttore Filippo Barbacci. E' una
scommessa.
""Mel" entrò in fase un po' avanzata, con un
secondo provino in cui capimmo che era lui il tipo giusto. Ancora oggi un po'
si lamenta di questo fatto: entrò un po' a cose fatte e dovette adeguarsi a
quel che c'era."
Il 1995, quindi, si apre con una nuova band, composta da
Federico "Capitan Fede" Poggipollini e Carmelo "Mel"
Previte alle chitarre, Robby "Sanchez" Pellati alla batteria, Antonio
"Rigo" Righetti al basso. E' con questi musicisti che Ligabue prepara
e lancia l'album "Buon compleanno, Elvis" (20 settembre 1995), che
segna il suo definitivo successo nel mondo della musica italiana: oltre un
milione di dischi venduti, oltre 70 settimane di permanenza nella classifica
degli album più venduti ed il premio Tenco per la miglior canzone dell'anno
("Certe notti"). Liga è sceso in campo con la smaniosa voglia di vendicare
la sconfitta precedente e di vincere.
Stavolta il tema conduttore del disco è il rapporto fra
il musicista e il successo, con tutti i pro e i contro che porta: proprio in
questo senso è emblematica la scelta della figura di Elvis (rappresentante di
tutti gli splendori e di tutti gli eccessi del rock&roll).
"Io non ho mai voluto fare un disco
"alla Elvis" o "su Elvis" o un tributo, come qualcuno ha scritto. Sono
partito da lui per fare una specie di punto su cosa vuol dire fare questo
mestiere, cosa vuol dire affrontare le contraddizioni che a certi livelli si
vivono. Elvis mi interessava come duplice simbolo. Un simbolo sociale,
innanzitutto. Noi veniamo educati a pensare che il successo sia per molti versi
il culmine della nostra vita. Bene, Elvis ha avuto tanto successo, troppo
successo; e il suo ego è diventato così grasso e vulnerabile da scoppiare. Di
quello è morto, di troppo. La dimostrazione che quella facile lezione non è
così vera. Io non mi vergogno di dire che suono perché voglio essere vivo,
perché sono vivo, e mi vanto di evitare i facili cliché sul "rock
maledetto". Rock o non rock, le etichette non mi hanno mai interessato. Musica
con energia, comunque. Ecco, "Buon compleanno, Elvis" è fatto di queste
cose. E' un disco che dice: "Guardate, io sono fatto così, non ho
intenzione di cambiare il mio modo di essere per rientrare nella perfetta e
classica immagine richiesta. Voi, pensate un po' il cazzo che volete".
Credo che questa "filosofia" sia stata
capita dal pubblico, dalla stampa ho i miei dubbi. Proprio perché il progetto
era particolare, a scanso di equivoci scrissi una lettera, una lettera aperta a Elvis Presley,
e la misi nella cartelletta stampa del disco. Per me era tutto
chiaro. E invece qualcuno scrisse che l'album era un tributo a Presley e
qualcun altro mi battezzò l'Elvis di Correggio, capito?, e mi viene anche da
toccarmi i maroni. Non riesci mai a spiegarti, c'è sempre chi non vuol
capire."
E' bello quando un disco esce perché poi
c'è il tour ed è lì che si gioca la partita vera. I concerti partono bene.
Il disco piace, la tensione è quella giusta e la banda non soffre il debutto,
anzi, è gasata da quel vortice di energia che dal palco si irradia sul pubblico
e torna indietro.
"Io vedevo nelle facce di questi ragazzi che erano con me la gioia di
un'esperienza nuova e godevo della loro sorpresa e del loro entusiasmo. Per me
non era una novità, ma per certi versi era come se lo fosse: dopo le ultime
storie, mi ero dimenticato di quanto fosse bello e forte suonare in scena
davanti a così tanta gente."
Quella prima
parte del tour dura sino alla fine del '95, con una quindicina di Palasport in
tutt'Italia che si riempiono senza problemi.
Ligabue si impunta e gioca forte sul 1996, il suo anno magico. Comincia a fari spenti, a
inizio primavera, con qualche data che serve a ritrovare il tono, riprendendo
con naturalezza il discorso degli ultimi mesi. Poi accende tutto e con
l'estate si accorge di avere sotto mano una macchina musicale forte e precisa
come non gli era mai capitata. Altri Palasport, spazi all'aperto sempre più
grandi. La gente risponde, si diverte, c'è. Bisogna immortalare quel trionfo
e il modo classico è un disco dal vivo.
"Erano anni che la gente mi chiedeva quando
sarebbe uscito un disco dal vivo; e io facevo resistenza, non ero convinto.
Continuo tuttora a ritenere che l'esperienza del concerto ha senso solo lì,
sul posto, perché va vissuta con tutti e cinque i sensi. Con il volume
adeguato, le luci, l'odore, con la gente attorno, con un coinvolgimento
emotivo di un certo tipo. Fai conto poi che gli album dal vivo in quel periodo
proprio non si vendevano in Italia, ed erano dischi tutti disinfettati, capivi
che erano dischi fatti in studio dove sentivi l'applauso dell'inizio e
l'applauso della fine.
Allora
pensammo che, se volevamo fare un live, doveva essere proprio come veniva fuori
dai nastri; così forse avrebbe avuto un senso. Io voglio che si senta la gente
allo stesso livello in cui la sentivo io sul palco. Non facciamo altro che
restituire quello che abbiamo ricevuto. Uno specchio di quel che è successo."
"Su e giù da un palco" fotografa il concerto-tipo. Il cd raccoglie
così per la prima volta tutte le più belle canzoni di Liga, con l'aggiunta di
tre canzoni inedite: "Il giorno di dolore che uno ha", legato a una
forte esperienza personale dovuta alla perdita di un caro amico
(un grande giornalista musicale scomparso l'anno prima, Stefano Ronzani),
"Tra palco e realtà" ed
"Ultimo tango a Memphis", cover di "Suspicious mind" di
Elvis Presley.
Ma il 1996 è anno mirabile anche per
qualche esibizione un po' speciale. La prima è un mini-show in Eurovisione a
Torino, in cui Liga accoglie nella sua band per la prima volta Mick Taylor
(l'ex arcangioletto biondo dei Rolling Stones). Taylor ha cinquant'anni, ha
perso molte piume dalle ali, ma suona sempre la chitarra nella stratosfera.
Ligabue va in giuggiole, ma più di lui forse "Rigo", che tutto emozionato
si fa autografare il suo vinile di "Sticky Fingers",
e "Capitan Fede", che centra un ambo da sogno: con Taylor
c'è infatti Max Middleton (ex tastierista del formidabile Jeff Beck) e la
somma di due rock heroes gli dà alla testa. Altro evento speciale è,
qualche settimana dopo, la partecipazione a "Pavarotti Internetional".
Naturalmente la band non suona da sola ma, secondo la regola, si accompagna al
Maestro e all'orchestra. Imprevedibile, per quanto uno cerchi di
immaginarselo. A novembre c'è il Premio Tenco e a Luciano viene consegnato un
riconoscimento per "Certe notti", giudicata la miglior canzone dell'anno.
Il 1996 sembra non finire mai. C'è ancora tempo per due concerti finali,
entrambi a Modena. Il primo è quello dedicato al Fan Club, il 29 dicembre, al
Palazzetto dello Sport; l'altro cade due giorni dopo, proprio la notte di San
Silvestro. Bella idea. Solo che Liga ha scelto di organizzare lo spettacolo
all'aperto, in una piazza, e per tutta risposta il dio del rock gli manda una
nevicata imponente. L'esito è drammatico e grandioso. La gente è sconvolta e
infreddolita, l'urlo del rock rimbalza contro muri ovattati, la copertura del
palco scricchiola e cede; e Liga stoicamente mangia fiocchi a palate mentre
canta un'appropriatissima "A che ora è la fine del mondo?". Quel che si
dice un evento speciale. Fine di un anno fantastico.
Ligabue non lo sa, ma il consumo energetico
sarà notevole anche nel '97.
La tournée è finita, il raduno del Fan
Club c'è stato, il disco dal vivo sta maturando in studio, ma intanto è
Barbacci che lo cura. Insomma, calma piatta. Non può essere. Infatti. Tempo
pochi giorni e Liga apre un nuovo fronte. Sono le prime settimane del 1997 e
l'idea è quella di scrivere un libro.
All'uscita del nuovo album live segue un
minitour, che prevede 6 concerti e che viene chiamato da Liga "Il Bar Mario
è aperto": due concerti a Milano, poi Udine, Firenze e la gran chiusura
(doppia) a Roma. Per la prima volta Luciano si cimenta con i grandi stadi e con
la dimensione del mega-concerto: sarà una scommessa stravinta che segnerà uno
spartiacque nella sua carriera, consacrandolo fra i più grandi.
"Io ero in pausa concerti e Maioli
cominciò a trapanarmi con l'idea più grossa: "Luciano è il momento di
fare gli stadi". Non si scappava, diceva. E' un passo obbligatorio. Io non
ero molto d'accordo, mi faceva un po' paura; è un'esperienza che da un
certo punto di vista è molto figa, ma sotto altri aspetti sono molte le
incognite. Alla fine mi convinsi: quattro stadi, peccato solo che tutti al
centro nord. Al sud fu impossibile, per problemi organizzativi e fu un peccato.
I concerti alla fine ebbero una fortuna perfino esagerata, inspiegabile. Non si
poteva non aprire a Milano, la piazza più "facile", quella che avrebbe
spianato la strada e portato tranquillità e a me questa cosa dava i brividi.
Poi c'è stato un concerto bellissimo a Udine, nonostante piovesse, e uno
proprio clamoroso a Firenze in un posto da urlo, il Parco delle Cascine. Poi la
chiusura, molto bella anche quella, con due spettacoli a Roma.
San Siro fu speciale. Era la mia prima
volta in un grande spazio, ero così vergine. Per la prima data ci furono
moltissimi problemi, partì tutto malissimo. Quella sera non abbiamo registrato.
Lo abbiamo fatto la seconda per avere il video.
La prima sera non se ne parlò
neanche. Dissi: "Ragazzi, non mi rompete il cazzo. Ho tantissime cose a cui
badare, figuratevi se devo pensare anche di avere intorno chi mi filma in un
momento così delicato". Insomma è stata un'esperienza emotiva devastante,
nel bene e nel male. E alla fine, io ho un ricordo fortissimo di San Siro. Fu
una serata particolare, una cosa da segnare negli annali, per lo meno da chi mi
segue."
All'uscita dell'album live di Liga, si affianca l'uscita del suo primo libro, che parafrasando il titolo del cd ha per titolo "Fuori e dentro il borgo", che subito vince diversi premi letterari convincendo critica e pubblico.
Il tour degli stadi si chiude il 6 luglio a
Roma. Ligabue pensa alle vacanze per smaltire il litri di adrenalina dopo
un'esperienza tanto forte e intensa. Nel frattempo, il 3 luglio è partita una
lettera indirizzata a lui che fa saltare il banco dei progetti futuri.
"Caro Luciano,
faccio il produttore cinematografico, ci
sono arrivato un po' per gioco e un po' per sbaglio, ma ora mi ci trovo.
Fino ad oggi ho prodotto una decina di film in Italia, e qualcuno fuori (...).
Ora vorrei fare un film che racconti la provincia così com'è oggi. E'
parecchio che lavoro a questo progetto, cercando il regista giusto, il libro, il
copione adatto, e sempre avendo come riferimento musicale il tuo lavoro, perché
la "provincia" che voglio raccontare è quella delle tue canzoni, quelle
atmosfere, quegli odori, quei sapori. (...) Ho letto il tuo libro, e ci ho
trovato un bel po' di fotogrammi di quel film che sto cercando. (...) Insomma,
mi piacerebbe incontrati per vedere se questo "film da fare" di cui parlo è
possibile immaginarlo e costruirlo insieme (...). Se tutto questo discorso ti
sembra di qualche interessante, incontriamoci e parliamone; se invece così non
è, spero che comunque capiti prima o poi di incrociarci. Grazie per la tua
attenzione, ma soprattutto per la tua musica.
Domenico Procacci"
Dopo l'esperienza letteraria, Ligabue decide così di rimettersi nuovamente in
discussione, scegliendo di scrivere la sceneggiatura di un film la cui trama
riprende alcune delle vicende raccontate nel suo libro. E' il produttore
Domenico Procacci a convincere Liga a cimentarsi nell'opera di regia: nasce così
"Radiofreccia" , presentato per la prima volta a Settembre al Festival
del Cinema di Venezia dove, iscritto fuori concorso, raccoglie numerosi
consensi. Un mese più tardi, precisamente il 16 ottobre 1998,
"Radiofreccia" esce nelle sale cinematografiche di tutta Italia. In
poco più di 3 mesi incassa oltre 7 miliardi ai botteghini di tutta Italia,
diventando così il settimo film nella classifica degli incassi delle produzioni
italiane nel 1998.
Ligabue ottiene grazie a "Radiofreccia"
tre Nastri d'Argento (Miglior regista esordiente, Miglior colonna sonora,
Miglior canzone) e due David di Donatello (Miglior regista esordiente e Miglior
colonna sonora). Fra i tanti motivi di curiosità di questo film, c'è l'inizio
della collaborazione con Francesco Guccini (che nel film interpreta il barista
Adolfo), il grande cantautore corregionale di Luciano e molto vicino a lui sia
nella personalità sia in molti aspetti della propria produzione (per esempio
l'attaccamento alla propria terra, alle "radici", che danno anche il
titolo a uno splendido album del Maestrone).
Tale collaborazione proseguirà nel 1999,
con una canzone, "Ho ancora la forza",
scritta a quattro mani e pubblicata nel disco di Guccini "Stagioni".
A quella del film, si accompagna anche l'uscita del settimo album di Ligabue, "Radiofreccia: le canzoni", contenente alcuni classici degli anni '70 che fanno parte della colonna sonora del film, le musiche composte dal Liga per il suo film e tre brani inediti. Uno di questi, "Ho perso le parole", consente a Ligabue di vincere il Premio Italiano della Musica nella categoria "Miglior canzone del 1998".
Il progetto "Radiofreccia" si mangia parte del '97 e quasi tutto il '98. A Liga resta poco tempo per il resto. Lo spende per lo più in rari concerti, eventi insoliti e "fuori formato" che in qualche modo guariscano le turbe del dopo-San Siro. Uno cade a settembre del '97 ed è il raduno del Fan Club a Modena, nell'arena del festival dell'Unità. A febbraio del '98 c'è un piccolo tour europeo di sette date che tocca Germania, Svizzera, Belgio e Lussemburgo. Ligabue sa che l'Europa è un traguardo quasi impossibile, che la sua lingua perde di forza quando esce dai confini, ma gli piace lo stesso. Non tutte le difficoltà vengono per nuocere: all'estero per esempio può suonare nei club, una dimensione intima che gli piace moltissimo e che in Italia gli è vietata ormai dai giorni di "Lambrusco coltelli rose & pop corn". Prima del mini tour europeo, però, due mesi prima, Liga e la sua banda hanno tenuto uno strano concerto che vale la pena di ricordare, forse il pezzo più pregiato di questa collanina di date sciolte. E' stato al Teatro Valli di Reggio Emilia, il 10 dicembre 1997, un benifit per una comunità di recupero di tossicodipendenti. Immaginate "Unplugged", la fortunata trasmissione di MTV incentrate su performances acustiche, e visualizzate i ragazzi non in giro per il palco a saltellare, ma comodamente seduti al proscenio ("Non siete gli unici una volta tanto a stare comodi", ci scherza su Liga). Ecco, una cosa così, nello splendore di due ore di concerto. E' bello e curioso scoprire brani celebri con vestiti nuovi e più leggeri rispetto agli originali. Luciano si diverte un sacco, parla volentieri e in scaletta si è lasciato andare.
Sono passati più di tre anni dall'uscita di "Buon compleanno, Elvis". Si
comincia allora all'inizio del 1999, con una pre-produzione di tre settimane,
poi si va in studio in primavera, si mixa e si masterizza per giugno-luglio e a
settembre il disco è pronto. Andrà davvero così.
Lo studio è una tranquilla sala in un angolo di Correggio che Ligabue si è
costruito secondo i suoi standard di piacere e comodità e che ha chiamato
U2escamente "Zoo Studio". Allo "Zoo", quei giorni di inizio anno, con
Liga ci sono i quattro della banda e basta. Più avanti si unirà Fabrizio
"Simoncia" Simoncioni, che è un tecnico del suono fra i più apprezzati
della nuova leva e un tastierista anche, a tempo perso. Non c'è invece
Fabrizio Barbacci, com'era stato per "Buon compleanno Elvis", e nessuno
che lo sostituisca come co-produttore. Ligabue ha deciso di fare da sé, o
meglio, di prendere la parte in studio che più gli piace e di affidare a
"Simoncia" l'aspetto prettamente "sonoro" della vicenda.
"A me interessa occuparmi della parte
degli arrangiamenti. Dopo, nella fase realizzativi, ci sto fino a quando
eseguiamo le canzoni, quindi il controllo dell'esecuzione. Ma da quel momento
in avanti... A fase mix ci vado solo quando è pronto, solo per dire cosa voglio
dal punto di vista emotivo, cioè se voglio alzare certi strumenti o aggiustarli
in determinati punti."
Questo non vuol dire che l'aspetto sonoro non sia importante, anzi. Se c'è un disco in cui
Liga ha meditato e levigato i suoni fino all'ossessione, lavorando sulla
"trama" della musica, è proprio "Miss Mondo".
"Volevo far sentire che non mi sono seduto sugli
allori, che non mi sono fermato."
E' maggio.
"Miss Mondo" è praticamente finito. Liga va e viene da Correggio. Dovrebbe
starsene tranquillo, fra programmi e basta, cominciare a metter giù la scaletta
degli inevitabili impegni dei mesi dopo: la copertina dell'album, il video, il
servizio fotografico, la promozione. Invece no. E' inquieto. E non è
l'unico. Da un paio di mesi romba una brutta guerra alle porte d'Italia che
ha spaccato in due l'opinione pubblica: chi accetta l'idea di una "guerra
giusta" per salvare la popolazione albanese oppressa e chi invece ritiene che
far guerra non sia mai giusto e che altre siano, sempre e comunque, le strade
per risolvere casi del genere. Ligabue è di quest'ultimo avviso e non gli
sembra giusto stare zitto. Vuole parlare, e non solo del Kosovo, anche degli
altri conflitti che insanguinano il mondo, delle guerre che non fanno più TG e
neanche mal di testa perché "micro", perché dimenticate, perché croniche.
Gli viene l'idea di una canzone. Butta giù l'idea, poi ne parla con
Jovanotti e con Piero Pelù, trovandoli in sintonia. La canteranno insieme e la
incideranno subito, sull'onda dell'amarezza e dell'indignazione,
ripercorrendo trent'anni dopo il percorso che aveva portato Neil Young a
scrivere e registrare di getto "Ohio" dopo che la Guerra Civile aveva ucciso
quattro studenti in un campus universitario. Così nasce "Il mio nome è Mai
Più". Viene messo in vendita sotto forma di cd singolo (con un libretto dove sono
informazioni su Emergency, una mappa sui 51 conflitti in corso nel mondo e
strazianti immagini dei fronti della violenza), i cui ricavati saranno
interamente devoluti ad Emergency, l'associazione umanitaria fondata dal
chirurgo Gino Strada che si propone di portare aiuto alle vittime civili (che
rappresentano la stragrande maggioranza sul totale) delle guerre.
Il pubblico raccoglie subito l'appello, e
alla fine saranno circa mezzo milione le copie vendute, per circa un milione di
euro netti raccolti per le sole vendite, oltre ai diritti d'autore ceduti
all'associazione per tutta la vita del copyright. Ma, inutile dirlo, c'è
il rovescio della medaglia: questa scelta espone i tre musicisti a una raffica
di critiche e di perplessità, nonché accuse di buonismo e opportunismo. Liga
ovviamente non si pente per nulla della sua scelta, la quale, come egli stesso
dichiara, era sentita come un bisogno impellente di esprimere ciò che aveva da
dire. Anzi, è consapevole del fatto che l'esperienza non deve rimanere un
evento isolato. Così "Il mio nome è Mai più" rappresenta solo
l'inizio di una lunga collaborazione fra Luciano e l'associazione di Gino
Strada, che prevede banchetti informativi di Emergency ad ogni concerto del
musicista e altre iniziative.
"Abbiamo
scelto Emergency perché è l'associazione che trattiene meno per le sue
spese: il 6 e mezzo per cento, c'è chi arriva al doppio e anche al triplo. E
poi abbiamo conosciuto Gino Strada e capito che ci possiamo fidare
assolutamente."
L'estate passa tranquilla. Liga si prende qualche giorno di vacanza per rilassarsi, ma non troppi. Qualche giorno lo passa a Pavana, nel buen retiro storico di Francesco Guccini. E' un anno almeno che i due si frequentano e progettano vagamente qualcosa insieme. Quando Francesco tornerà in studio per un disco nuovo, si vedrà.
Fine agosto 1999: le emittenti radiofoniche italiane iniziano a passare "Una vita da mediano", primo singolo che anticipa di qualche settimana l'uscita dell'album "Miss Mondo" che esce puntuale il 17 settembre del 1999. Un venerdì 17. Per la presentazione dell'album Luciano riesce ad ottenere l'utilizzo dell'Arena di Verona per due serate (venerdì 10 e sabato 11) di grande musica dove migliaia di fans assistono al ritorno sul palcoscenico di Liga, fra vecchi successi e canzoni del nuovo lavoro discografico. Una di queste due date è conclusa da una sorpresa: Liga viene affiancato sul palco da Jovanotti e Piero Pelù, che cantano per la prima volta insieme dal vivo "Il mio nome è Mai Più". Venti sono i brani del concerto, più cinque bis. Dei brani nuovi, Liga ne ha scelti sei: pezzi-siluro come "Si viene e si va" e "Sulla mia strada", ma anche una soul ballad come "Almeno credo" e "Una vita da mediano", che il pubblico riconosce con un urlo fin dall'arpeggio di chitarra (i fans si sono applicati, sanno già quasi tutto il testo a memoria!).
"Miss Mondo" vede come protagonista un Ligabue insolitamente introspettivo e riflessivo: dopo aver fatto i conti con il successo, il musicista decide di guardare un po' dentro di sé per cercare di capire cos'è diventato. Aumentano le ballate rispetto ai pezzi rock (cosa non graditissima a diversi fans), e al tempo stesso gli arrangiamenti si fanno più curati, più limati rispetto al sound ruvido e ruspante di "Buon Compleanno Elvis". Un disco alla ricerca di nuove misure e nuovi equilibri. Dopo un mese di prove e due di registrazioni, a Ligabue è sembrato forse di aver caricato troppo il disco e ha temuto di prenderlo, lui per primo, eccessivamente sul serio. Così ha impugnato la penna e si è messo a fare i baffi e sottolineature ironiche qua e là per le note, rompendo la monotonia ufficiale dei dati tecnici, per scrivere - che so - "chitarra elettrica e showeggiante alla brutta", "cori da merletto", "hammond aretino", "basso alla nonmifido", "acustica fai presto". Ce n'è tutta una collezione, sarà un problema per gli appassionati ultrà che dopo aver acquistato un disco si chiudono in casa per impararlo a memoria...
Il 22 ottobre parte il "MissMondoTour", una serie concerti (diventati quasi 40 dai 25 previsti inizialmente, per la forte richiesta da parte del pubblico) con i quali il rocker di Correggio porta il suo disco in giro per i Palasport di tutta Italia.
Nell'estate del 2000 Luciano decide di festeggiare i suoi 10 anni di carriera ufficiale con un altro tour, ovviamente in stadi e arene all'aperto, che viene appunto battezzato "Dieci anni sulla mia strada". Ogni concerto è caratterizzato da un'insolita apertura in cui Liga si improvvisa dj e sceglie alcuni pezzi per "riscaldare" il pubblico, e da un piccolo intermezzo in cui la band rispolvera alcuni pezzi rimasti un po' nell'anonimato. Com'è prevedibile, si tratta di un altro trionfo di pubblico. La chiusura, un po' "informale", del tour ha luogo a Bologna, in occasione dell'MTV-day 2000, di cui Liga rappresenta la star di punta. Una scaletta di mezz'ora tiratissima, formata completamente da pezzi rock. Il miglior modo per congedarsi per un po' di tempo dal palco.
L'anno seguente dovrebbe finalmente rappresentare un po' di riposo per Luciano.
Ma, come si sa, il Nostro fermo più di tanto non riesce a stare. E così dà
vita a un progetto che, da subito dopo l'uscita di "Radiofreccia",
aveva sempre escluso categoricamente: la realizzazione di un secondo film. Così,
dopo essere stato girato nell'estate del 2001, nel febbraio del 2002 esce nelle
sale "Da zero a dieci", in cui si continua a respirare l'aria un po'
naïf che aveva caratterizzato le atmosfere di "Radiofreccia". Il film
viene anche proiettato, come fuori-concorso, al Festival di Cannes.
Contemporaneamente viene lanciato il nuovo
singolo che fa da colonna sonora, "Questa è la mia vita".
Ma "Da zero a dieci" è solo un assaggio di quello che verrà nei mesi
seguenti: in aprile esce infatti l'album "Fuori come va?", alla cui
realizzazione Liga e la band hanno lavorato contemporaneamente al film. Il disco
contiene, oltre che "Questa è la mia vita", anche un altro singolo
uscito in precedenza, "Tutti vogliono viaggiare in prima".
Nel disco Luciano conferma la tradizione
che aveva sempre seguito, buon rock melodico; taluni critici vedono in questo un
limite e storcono il naso, accusandogli eccessiva ripetitività. Nonostante
questo, le canzoni rimangono come sempre piacevolissime all'ascolto e il nuovo
record di vendite testimonia ancora una volta l'affetto dei fans.
In estate parte puntuale il tour negli stadi, aperto da tre nuovi mega-concerti a San Siro e all'Olimpico. Seguiranno altre date in giro per l'Italia, in concomitanza col lancio del singolo estivo, "Eri bellissima". Ma Liga ha ancora fame e in settembre, appena dopo la chiusura del tour ancora una volta all'Arena di Verona, tira fuori dal cilindro l'ennesima sorpresa. Si tratta di un doppio tour invernale: per ogni città visitata ci saranno due serate, la prima in teatro e la seconda nei Palazzetti dello Sport. Mentre la seconda data prevede un concerto "tradizionale", prosecuzione del tour estivo, la prima presenta grandi novità: arrangiamenti diversi (generalmente più acustici), con l'ingresso in scaletta di pezzi da tempo non proposti dal vivo e meno noti ai più, e l'inserimento di due musicisti d'eccezione, il polistrumentista Mauro Pagani e, all'elettronica, D.Rad degli Almamegretta. Per la presentazione (in quattro date) di questo tipo di show viene scelta una sede d'eccezione: il teatro Asioli di Correggio, fresco di riapertura dalla ristrutturazione, che dà l'occasione a Liga per tornare a suonare a due passi da casa propria.
Il live-tour 2003 di Liga (singolo invernale "Voglio volere")
si chiude il 26 aprile a Livigno in un contesto
unico nel panorama italiano: un concerto ad alta quota (2500m circa),
raggiungibile solo con gli impianti di risalita, in una scenografia naturale
che permette di vedere montagne a 360°.
Lo show si è svolto all'aperto in un orario "insolito" (inizio alle ore 13 circa)
per godere al meglio la musica sulla neve: ski & sun, snow & fun!
Il 29 aprile, Ligabue scrive una lettera ai fans per dire "grazie", ma anche per
dare (in piena onestà) una notizia riguardante il suo "privato", di cui Liga parla
sempre molto poco. Senza "pettegolezzo morboso", vuol far sapere che
da qualche mese ormai lui e sua moglie vivono vite separate. Decisione "grossa"
(come lui stesso dice), perciò quello che Liga chiede ai fans è di non emettere
sentenze troppo facili.
Dopo un mese di pausa, Ligabue il 9 giugno scende in campo per la "DinamoRock".
A Correggio, infatti, si è svolto l'incontro di calcio tra la "DinamoRock" e le
"Vecchie Glorie della Correggese". Per Liga, che come sempre indossa
la maglia della Dinamo, sarà l'occasione per incontrare alcuni ex giocatori conosciuti
quando anche il rocker emiliano giocava nelle "giovanili" della Correggese.
L'incontro, i proventi del quale sono andati in beneficenza, sarà l'ultimo a svolgersi
nello stadio di Correggio, che dopo questa partita sarà abbattuto per essere ricostruito nell'immediata periferia del paese.
Appena 11 giorni dopo, Liga e la "DinamoRock" di nuovo in campo a Firenze.
Presso lo stadio "Franchi" di Firenze, la "DinamoRock" partecipa ad un triangolare
di calcio con l'associazione "Maestri Fiorentini di Tennis" e la "Nazionale Stilisti".
Scenderanno in campo anche "Capitan" Fede, Andrea Griminelli, Francesco Renga
e tantissimi altri. L'ingresso allo stadio sarà ad offerta libera, la "DinamoRock"
gioca sempre per solidarietà!
Ma a Liga queste partite non riescono a distoglierlo dagli impegni
"musicali". Mauro Pagani, l'artista polistrumentista, che i fans di Liga hanno avuto
modo di conoscere meglio durante il tour invernale nei teatri, ha fissato
per luglio l'uscita del suo nuovo album, intitolato "Domani".
Tra i brani una sorpresa: "Fine febbraio", una canzone scritta a quattro
mani da Luciano e Mauro, per la quale Ligabue ha prestato la propria opera, non
solo come compositore, ma anche come cantante: sua la voce infatti che
interpreta alcune strofe del pezzo.
Questa "febbre" di musica coinvolge ormai anche i musicisti del "nostro", esce
infatti anche il nuovo singolo di Fede Poggipollini: "Bologna e piove".
Ma l'estate 2003 per Liga significa più calcio: il 10 luglio è di nuovo in campo
con la "DinamoRock" allo stadio di Cesenatico contro i "Figli del Sole" (calciatori
di serie A in vacanza in riviera).
Doppio Ligabue. Esce il 21 novembre 2003 il nuovo (doppio) cd live, anticipato
dal passaggio in radio del singolo "Piccola stella senza cielo", canzone estrapolata dal
doppio album e mai pubblicata come singolo.
"Giro d'Italia", non si tratta di pedalate,
ma di certe notti magiche che la scorsa stagione hanno visto Liga protagonista nei teatri
della penisola per un tour semiacustico da tutto esaurito.
Il doppio album è stato accolto con molto entusiasmo sia
da parte del pubblico sia dalla critica: è andato letteralmente
a ruba (in pochi giorni ne sono state vendute più di 180mila
copie), entrando diretto al primo posto nella classifica
dei dischi più venduti.
Il 30 novembre, al Meeting delle Etichette Indipendenti di
Faenza, Liga viene premiato per i videoclip di "Fuori come
va?".
Sono di Ligabue, quindi, i video più poetici in Italia: lo
ha decretato il Premio Videoclip Italiano, la manifestazione
ufficiale del settore, assegnandogli il Premio per la Migliore
Videografia artistica. Grande apprezzamento è andato anche
al nuovo video "Piccola stella senza cielo", tratto dal
nuovo album.
Otto settimane al primo posto degli album più venduti, altrettanto
nella terna dei singoli più suonati nelle radio. Un trionfo che, nel
periodo dell'anno più intenso per il mercato discografico, testimonia
l'enorme valore artistico di un'opera che tutti hanno scelto e premiato.
"Tutte le strade portano a te" è un nuovo estratto da un album ancora
al vertice dell'interesse del pubblico italiano.
Dal 30 gennaio 2004 è possibile ascoltarlo in radio.
Nell'ambito dell'iniziativa "Incontri d'Autore" i due giornalisti
di Repubblica, Gino Castaldo ed Ernesto Assante, hanno
intervistato Luciano all'Auditorium di Roma il 31 gennaio (2004),
davanti a circa 1.200 persone.
La chiacchierata a ruota libera, durata un paio d'ore, ha toccato
vari aspetti e vari momenti della carriera artistica di Ligabue; a
scandire la serata la proiezione di alcuni videoclip, con immagini
praticamente inedite del primissimo video ("Anime in plexiglass"),
sequenze di backstage della lavorazione di "Buon compleanno Elvis"
(con una "Certe notti" in parte diversa da quella finita sul disco)
e l'esecuzione sotto il diluvio di "Libera nos a malo" all'Olimpico
nel 2002.
Luciano ha anche cantato, chitarra e voce, alcuni brani, accompagnato
da un pubblico entusiasta che ha fatto sentire il proprio calore per
tutta la durata dell'incontro.
Esce il 6 maggio 2004, La neve se ne frega, il romanzo di Luciano
Ligabue edito da Feltrinelli nella collana "I Canguri".
Liga lo ha presentato per la prima volta al pubblico mercoledì 5 maggio (alle ore 22:30),
insieme ad Alessandro Baricco, a Roma presso la Libreria Feltrinelli
in Galleria Colonna. In seguito a Milano, con Ferdinando Pivano, presso
la Libreria Feltrinelli in piazza Piemonte, e a Torino, con Francesco
Piccolo, presso la Fiera del Libro (Auditorium Agnelli), rispettivamente
il 6 e il 9 maggio.
La neve se ne frega è un romanzo provocatorio, appassionato,
generoso. Dribbla la fantascienza e inventa un mondo che finisce per
dar forma a una innamorata nostalgia per l'uomo così com'è, per il
mondo come noi lo soffriamo, lo conosciamo e non sappiamo cambiarlo.
E' un romanzo d'amore.
Seguono due righe di Liga:
"Vi scrivo qualche giorno prima che il libro esca. Lo rigiro fra le
mani. Ne palpo la consistenza. Controllo più volte la copertina. E' un'immagine
che ho scelto dall'archivio di D Rad. Già, perché voi non lo sapete ma
D Rad è anche un ottimo fotografo ed elaboratore di immagini. E quella
che è finita in copertina me l'aveva già fatta vedere durante il tour
scorso. Peccato per la patacca dei Canguri di Feltrinelli che non solo
hanno piazzato proprio nel mezzo della copertina ma è pure lucida.
Pazienza. Poi controllo, dentro, l'incisione delle parole sulla pagina.
L'abbinamento di maiuscolo e maiuscoletto nelle pagine con i titoli. La
font diversa per la carta dei diritti e dei doveri del Piano Vidor.
Duecentotrentaquattro pagine. Ho già letto su qualche giornale che le
pagine sono centosettantasei. Ma perché? Voglio dire, non ci sarebbe
niente di male se fossero centosettantasei ma sono duecentotrentaquattro.
Come fanno a inventarsi così tante cose? Va beh adesso lo metto giù
perché altrimenti pensate che lo voglia trombare. Alcuni lo considerano
un libro di fantascienza. Almeno per me. E' collocato così lontano nel
tempo semplicemente perché ho voluto provare a immaginare il migliore
dei mondi possibili. Così ho dovuto ambientare l'azione molto in là.
Provo a pensarvi intenti ad affrontare i primi capitoli, quelli un po'
più brigosi, quelli che vi devono introdurre in una realtà in cui non
esistono concetti come famiglia, madre, padre, figlio, maternità e
paternità, procreazione, soldi, multinazionali, futuro. Provo a vedervi
seguire la storia dimenticando me e seguendo solo lei. Ma sono sempre
pensieri inutili. Come sempre, ognuno lo vivrà a modo suo. E chi ci
terrà me lo farà sapere."
E tanto per far avere notizie "dirette" e non manomesse o filtrate o
capite male, ecco il racconto di Liga sulla genesi del suo romanzo.
"Ricordate Da zero a dieci? La scena in cui, sulla terrazza
del bar Nettuno, le due ragazze gay, Biccio e Baygon stanno prendendo il
sole? Di fronte all'ennesima battuta di Baygon una delle due gli fa:
'Eh, ma come siete vecchi'. 'Vecchi... siamo nel mezzo del cammin di
nostra vita', risponde Biccio. 'Già, peccato che la metà più divertente
è quella passata', finisce Baygon. Ecco quel pensiero lì, cioè che la
metà più divertente della vita di una persona ce l'abbia all'inizio mi
ha fatto venire un'idea: cosa succederebbe se vivessimo all'incontrario?
Nascendo vecchi per morire bambini. Poco prima che uscisse Da zero
a dieci dissi come una battuta a Procacci di avere già un'idea per
il prossimo film e gli accennai quella di gente che vive a rovescio.
Lui rispose che sarebbe stato un po' oneroso, forse era meglio un libro.
La cosa rimase lì. Semplicemente. Finché l'anno scorso, ad agosto, non
mi tornò in mente. E assieme a quell'idea se ne composero tante altre,
decisamente più importanti per quello che sarebbe stato La neve se
ne frega. L'ho scritto furiosamente. Preso dalla febbre di buttare fuori
quella storia. In venti giorni avevo già la prima stesura. Aver fatto
ragioneria, se non altro, mi ha lasciato la capacità di scrivere a dieci
dita, senza guardare la tastiera. Devo dire che questo mi aiuta moltissimo
a non fermare il flusso dei pensieri. Poi ho chiamato Feltrinelli che,
durante un incontro occasionale in una cena un po' alcolica, mi aveva
fatto molti complimenti per Fuori e dentro il borgo dicendomi
che ci avrebbe tenuto molto a pubblicare qualcosa di mio. Una volta
saputo di La neve se ne frega mi ha proposto in fretta un
contratto. Da allora a circa un mese fa (ultima data per la consegna)
ho sistemato, riscritto, ripulito, aggiunto, fino ad arrivare (guarda
caso) alla settima stesura. Quella che è stata pubblicata. Pochi giorni
fa Procacci è venuto a trovarmi. Voleva sapere se era possibile
ricavarne un film. Nonostante gli avessi detto di no, ha voluto controllare
di persona. Gli ho ricordato l'episodio, raccontato il romanzo e, con
un po' di delusione ha dovuto accettare che, in effetti, un film
ambientato nel 2179 con qualsiasi ambiente ricostruito è molto al di
sopra degli investimenti possibili nel cinema italiano."
Venerdì 28 maggio 2004, all'Università degli Studi di Teramo, nella Sala delle
lauree di Coste Sant'Agostino, viene conferita a Luciano Ligabue la laurea
honoris causa in "Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo". La
cerimonia accademica, riservata agli accademici invitati,
come nella tradizione, prevede la lettura - da parte
del preside della Facoltà di Scienze della comunicazione Francesco Benigno -
della motivazione del riconoscimento, la Laudatio del critico
cinematografico e docente di "Storia delle comunicazioni di massa" Italo
Moscati, la lezione dottorale di Luciano Ligabue. Sarà il rettore dell'
Università degli Studi di Teramo, Luciano Russi, a consegnare la pergamena
di laurea.
Recita la motivazione: "Ligabue è un autore impegnato in una ricerca che
ha come riferimento la comprensione del mondo contemporaneo. In ragione
di questa attenzione alla realtà, Ligabue ha saputo intercettare e
reinterpretare i sogni delle generazioni più giovani che hanno trovato nel
suo discorso artistico non una facile ricetta alle istanze più diverse e
discutibili del grande circo mediatico, ma una chiave critica attraverso
cui leggere un oggi spesso opaco e sfuggente".
Ligabue produce una Lectio
Doctoralis che s'intitola Il tempo
dell'emozione, incentrata sul concetto di miracolosa e ineffabile
sintesi che appartiene alla canzone: "La canzone è inafferabile,
imprevedibile e potente. Talmente potente da non curarsi di nessun tipo
di distinzione sociale, etnica, anagrafica, religiosa. Per lei tutte
le orecchie sono buone".
Liga definisce l'esperienza del suo essere "neo-laureato" come "il
saldo di un sospeso con mio padre: quando avevo 18 anni, lui era
disoccupato, ma avrebbe dato qualsiasi cosa perché io andassi all'università.
Io non me la sono sentita. Mi sono diplomato ragioniere e sono andato
a lavorare. Negli anni mi ha sempre rimproverato di non aver fatto
quello che volevo: i problemi sarebbero stati risolti. Dedico questa
laurea a mio padre".
Il 2004 si conclude con Liga lontano dalle scene musicali. Una sola apparizione televisiva come ospite speciale, lunedì 15 novembre, nel programma serale di MTV "Absolutely 90's". Liga, insieme ai conduttori Giorgia, Andy e Faso, ha ripercorso i momenti più importanti della sua carriera, iniziata proprio negli anni Novanta.
A conclusione d'anno, due novità riguardano il mondo Liga: una nuova
biografia e la ristampa di altre 10.000 copie del triplo "Giro d'Italia".
Nelle librerie è "Ligabue, 1990-2004. In Viaggio tra rock, cinema e
letteratura", di Eleonora Bagarotti (Editori Riuniti; 174 pag; 12,00
euro). Il libro analizza la carriera artistica di Luciano in modo
sistematico, soffermandosi su ogni disco, film e libro, con alcuni
dettagli e curiosità ancora inedite; ne esce un ritratto scritto con
grande passione.
Il 21 novembre del 2003 usciva il triplo CD acustico di Ligabue, 29
brani registrati durante il suo tour "live" in teatro. Un'edizione
limitata di 50.000 copie andate letteralmente a ruba ed esaurita già
dopo una sola settimana nei negozi. Per soddisfare le pressanti
richieste di chi non era riuscito ad acquistare questa preziosa
confezione, la Warner Music ha provveduto a ristampare una seconda
edizione limitata di 10.000 copie, numerate dal n. 50001 in poi e
prive delle foto formato polaroid presenti nella prima edizione,
disponibile nei negozi dal 26 novembre 2004.
Con queste due uscite si conclude l'anno e, con l'augurio per un sereno
2005, la redazione di "liganews" segnala l'inziativa di "Emergency"
(associazione con la quale c'è sempre stata una collaborazione) a
sostegno delle popolazioni in Asia, colpite tragicamente dallo Tsunami
il 26 dicembre.
Nonostante questo impegno e le scadenze ravvicinate per l'uscita del suo
nuovo disco, Luciano ha partecipato sabato 2 luglio alla manifestazione
"Live8" (per saperne di più clicca qui),
suonando durante il concerto gratuito che si è tenuto a Roma
al Circo Massimo.
Insieme al nostro Liga, "Live8" ha visto la partecipazione di artisti
quali Pink Floyd, U2, Sting, Paul McCartney, Madonna, Muse, Green Day e
moltissimi altri. Oltre che in Italia a Roma, i concerti si sono svolti
a Londra, Parigi, Berlino, Philadelphia, Barrie, Tokyo, Johannesburg e
Mosca.
Questi gli appuntamenti futuri.
Il 2 settembre 2005 le radio inizieranno a trasmettere il brano "Il
giorno dei giorni", che anticipa l'uscita del nuovo album di inediti,
firmato Luciano Ligabue. Contemporaneamente, le televisioni musicali
inizieranno a trasmettere il relativo video.
Il 10 settembre 2005 sarà il ritorno di Liga sulla scena musicale live,
con una struttura scenica mai utilizzata prima da nessun artista al mondo.
Per un concerto di tale portata le dimensioni non possono che essere
eccezionali. A cominciare dai palchi, dove Ligabue ripercorrerà i 15 anni
di successo della sua carriera musicale, che saranno ben quattro (collegati
da passarelle sospese a 3 metri e lunghe 95 metri) e racchiuderanno l'area
(150.000 mq) dove affluirà il pubblico. Sul Palco Main (lungo 80 metri)
Liga suonerà con la sua attuale band (La Banda), sul Palco Vintage (lungo
60 metri) suonerà con la sua prima band (i ClanDestino), sul Palco
Teatro (lungo 14 metri) suonerà in versione "Giro d'Italia" (come nell'omonimo
fortunato tour teatrale), accompagnato da Mauro Pagani, e sul Palco Solo
(lungo 14 metri) Ligabue si esibirà voce e chitarra.
Per un totale avvolgimento sonoro e visuale del pubblico, oltre al
posizionamento dei 4 palchi, saranno dislocati nell'area del concerto
8/10 schermi di grandi dimensioni e l'impianto audio sarà tale da coprire
l'intera area. Altri numeri: 7 torri delay, più di 1.000 corpi illuminanti
e più di 300 diffusori audio, più di 7.000 kw necessari per alimentare
l'impianto illuminotecnico e più di 500 kw necessari per alimentare
l'impianto audio. L'imponenza dell'evento necessita l'impiego di
oltre 1.500 persone tra tecnici (audio, luci, video, palco, elettricisti),
scenografi, addetti alla sicurezza, al servizio medico, al servizio di
ristorazione e personale vario (montaggio/smontaggio palchi, assistenza
tecnica, produzione logistica) e altri ancora. Ci son voluti 20 giorni
per trasformare il Campovolo di Reggio Emilia in una "Woodstock italiana".
Il 16 settembre 2005 uscirà il settimo album di inediti di Liga (l'undicesimo
disco della sua carriera artistica: dopo 6 album di studio; 2 album live,
uno tratto dal tour negli stadi e uno tratto dal tour teatrale; una colonna
sonora; una raccolta di "schegge sparse"), che, a tre anni e mezzo dall'uscita
di "Fuori come va?", segna il ritorno del rocker emiliano sulla scena
musicale discografica.
Settembre sarà, quindi, il mese dell'attesissimo ritorno di Luciano Ligabue, che in questi giorni estivi a Correggio (dove vive e ha il suo studio di registrazione), in provincia di Reggio Emilia, sta ultimando la realizzazione dell'album. Liga non ha ancora deciso né il titolo da dare al disco, né la scaletta e il numero dei brani. Forse saranno 10 o 11 canzoni e di alcune, primo singolo a parte ("Il giorno dei giorni"), trapelano già i titoli ("Le donne lo sanno", "Sono qui per l'amore", "Happy hour").
Nel frattempo, il 21 luglio 2005 nasce un nuovo canale dedicato a Liga,
il "LigaChannel", con il compito di informare e coinvolgere tutti i
giorni gli appassionati di alla musica di Ligabue.
Dal 1996 ad oggi, internet sta dando grandi possibilità per avvicinare
i fans al mondo di Liga, sfruttando al meglio le possibilità straordinarie
della Rete delle reti.
Grazie alle nuove tecnologie, trasmettere immagini e musica è
diventato semplice, un po' come negli anni Settanta, quando bastava
"un trasmettitore da 5 watt e un vecchio giradischi" per aprire la
propria radio (Radiofreccia): così la webradio di LigaChannel
trasmette quotidianamente news, interviste e frammenti "rubati" nei
backstage e nello studio di registrazione. A completarne il palinsesto,
musica rock (magari mixata e presentata dallo stesso Ligabue, come
succede ogni venerdì) e rubriche riprese poi testualmente anche sul sito
con la possibilità, per gli utenti, di interagire e lasciare un proprio
intervento.
LigaChannel Video trasmette, invece, esibizioni live inedite, speciali
e reportage filmati, realizzati in esclusiva al seguito di Ligabue (già
on-line le riprese inedite delle prove del "Live8", con Liga che canta
Piccola stella senza cielo).
Ad incorniciare queste sezioni dal sapore innovativo, ci sono sul sito
contenuti più tradizionali, quali sondaggi, articoli, fotogallery e
sfondi scaricabili. Altre iniziative, tra cui un servizio di webmail
ed un messenger personalizzato, saranno presto attive.
Dal comunicato stampa del 29 luglio 2005, Nome e cognome sarà il
titolo dell'atteso settimo disco di inediti di Luciano Ligabue, in
uscita il 16 settembre per Warner Music Italy (prodotto da Fabrizio
Barbacci e Luca Pernici, con la supervisione di Ligabue).
Sampre dal comunicato, Liga si esibirà, per prepararsi al grande
evento del 10 settembre, il 26 agosto al "Georg-Elser-Halle" di
Zurigo e il 27 agosto al "Volkshaus" di Monaco. Accompagnato dalla sua
Band e dai ClanDestino, il nostro Liga salirà sul palco dopo 2 anni e
mezzo dalla sua ultima esibizione live.
Più di 150.000 persone, comprando il biglietto in prevendita, hanno
sancito (ben 10 giorni prima del concerto) che Ligabue entra nel
Guinnes dei primati con il maggior numero di presenze di tutti i tempi
in un concerto europeo a pagamento tenuto da un singolo artista. Il
precedente primato spettava agli U2 che proprio nello stesso spazio, il
Campovolo, il 20 settembre 1997 avevano fatto registrare più di
146.000 biglietti venduti.
Inoltre, sono stati resi noti i supporter che suoneranno il 10 settembre
al Campovolo di Reggio Emilia: saranno Edoardo Bennato ed Elisa ad
esibirsi prima di Ligabue, oltre a Folkabbestia, Il Nucleo, Rio e
Piccoli Omicidi.
"La grande notte di Ligabue è iniziata alle 21.30 davanti a duecentomila persone.
Tante ne sono arrivate al Campovolo di Reggio Emilia (creando problemi al traffico,
con code fino a dieci chilometri) per assistere al concerto-evento del rocker italiano,
unica data per il 2005 dopo due anni di assenza dai palcoscenico. Ad aprire la serata,
Il giorno dei giorni, il nuovo singolo scelto per dare il via a un evento che
rappresenta una pietra miliare nella sua carriera. E che, per dimensioni (quattro
palchi) e sforzo produttivo (cinque milioni di euro) resterà una pagina importante
nella storia della musica italiana.
L'impianto scenico è impressionante, lo show si articola su quattro palchi, uno per
ciascuna situazione musicale che ha contrassegnato le tappe fondamentali della carriera
di Ligabue. Un vero e proprio tour de force in cui il rocker ripercorre tutta la sua
carriera nei minimi dettagli incontrando tutti i musicisti che gli sono stati vicini."
(estratto da "Repubblica")
"...uno show difficile da dimenticare per la varietà della situazioni sonore e visive
che offre (i suoni del palco Vintage sembreranno provenire da un altra epoca rispetto
a quello principale), per la suggestione creata da 4 punti spettacolo e otto schermi
che definire giganti è riduttivo, e per la complessità dei problemi tecnici affrontati
dallo staff degli organizzatori. Mirabili le trovate per dare il tempo all’artista di
passare da un palco all’altro. Mentre lui lascia il palco solista dove esegue uno dei
pochi brani inediti del concerto («Sono qui per l'amore», dedicata a chi soffre a New
Orleans) Liga fa partire una versione gregoriana di «Libera Nos a Malo» eseguita da un
coro alpino. L’esibizione nel palco-teatro con Mauro Pagani strappa applausi e cori per
«Una vita da mediano» e «Questa è la mia vita», mentre il ritorno al palco principale
culmina con i fuochi d’artificio in «Balliamo sul mondo» e alla fine di «Tra palco e
realtà» parte una raffica di bis fra cui «Certe notti», «Urlando contro il cielo».
Trionfo per un evento che va al di là del concerto."
(dal "Corriere della Sera")
"Al concerto di
ieri sera grande risposta corale del pubblico per Ligabue. E oggi il rocker si dice
soddisfatto ed emozionato. Ma il successo di Reggio Emilia è stato un po' offuscato
dalla notizia di aver avuto la 'visita' dei ladri a casa sua, a Correggio, ma poi,
Ligabue, riferiscono gli amici, ci ha riso sopra. Mentre stava cantando davanti a
circa 200.000 persone, alcuni ladri hanno infatti forzato l'entrata della casa del
cantante, i vicini hanno dato l'allarme."
(notizia ANSA)
"Gli hanno svaligiato la casa di Correggio proprio mentre
Luciano Ligabue stava cantando davanti a circa 200.000 persone a Reggio Emilia.
I ladri, intorno all'1.30, hanno forzato l'entrata della casa del cantante, nel
reggiano, portandosi via un videoproiettore, un televisore a schermo piatto e due pc
portatili. Hanno anche rubato una Renault Clio parcheggiata nel garage della palazzina,
che ospita altre due abitazioni, anch'esse visitate dai ladri. Indagano i carabinieri
di Correggio."
(notizia ANSA)
Altre fantastiche parole le ha trovate Liga, con una lettera diretta a
tutti i fans e, in particolar modo, a chi il concerto non è riuscito
a "goderselo" come, si sa, anche Luciano sperava.
Tutto questo è stato il 10 settembre 2005. Una data da record. E una
curiosità: Luciano Ligabue ha aderito al progetto "Banda Battisti"
ideato dal giornalista Franco Zanetti. Luciano ha registrato
nel suo studio una versione chitarra e voce del celebre brano
di Lucio Battisti "La canzone del sole". La performance è stata diffusa,
alle ore 12.00 del 10 settembre, su www.rossoalice.it e sulla
piattaforma mobile di TIM. Contemporaneamente la si è potuta ascoltare
nello spazio del Campovolo di Reggio Emilia.
“Ognuno di noi è la somma di tutti i momenti della propria vita.
Quel risultato è, nel bene e nel male, unico. Nome e Cognome ha a
che fare con la difesa di quell’unicità. Si affannano a metterci tutti
dentro grandi contenitori appiattenti: generazione, pubblico, audience,
gente. E poi, a fianco di parole così generiche, mettono un paio di
aggettivi con cui si pretende di descriverci un po’ tutti: la generazione
annoiata o sognatrice o rassegnata ecc. Ma se è vero che un quadro
d’insieme, in qualche modo, prima o poi va fatto, è anche vero che
ognuno di noi andrà chiamato con il proprio Nome Cognome, con il
rispetto della propria storia personale… Sono d’accordo con chi dice
che ogni artista, quando si esprime, disegna il proprio autoritratto.
E’ un autoritratto “interno”, l’autoscatto alla propria anima. Mi è
capitato di farlo anche in passato, quando ripenso ai miei dischi
precedenti, ai temi che contengono mi sembra proprio di vedere delineati
i miei tratti, la mia vita di allora. Questo processo si è ripetuto anche
stavolta, forse con ancora più chiarezza. Ho fatto ascoltare le canzoni
ai miei amici, e tutti hanno trovato che mi raccontavo più del solito,
mi hanno riconosciuto ancora più facilmente in queste canzoni.
Eccola, allora, la mia fototessera. Quella di questo momento. Quella
che si mescola con tutte le altre finite nella copertina del disco.
E ognuna di queste ha un Nome e Cognome”.
Nome e Cognome è un album secco, concentrato, “un
disco ricco di colori, ma, nel suo profondo, semplicemente e classicamente
rock, basso chitarre e batteria, con pochissimo spazio per le tastiere”.
Un disco nato da una lunga e paziente lavorazione nel nuovo studio che
Luciano ha allestito a Correggio, a pochi minuti da casa, con l’aiuto di
due produttori: Fabrizio Barbacci, suo collaboratore storico, e il nuovo
Luca Pernici, già produttore fra l’altro de Il Nucleo. “Questa dei due
co-produttori è stata un’idea azzardata, ma alla fine vincente. Devo
confessare che tre teste per pensare a un disco solo in certi momenti mi sono
sembrate troppe; ma sentivo il bisogno di aprire gli orizzonti, di provare
qualcosa di nuovo pur nell’ambito del rock mainstream, che da sempre è il
genere in cui mi muovo, e Pernici in questo senso mi pareva l’interlocutore
giusto, quello che poteva anche mettere in discussione il nostro metodo
abituale.
E’ stato un modo nuovo di lavorare, e lo stesso vale per chi ha suonato in
studio. A Nome e Cognome hanno collaborato alcuni dei ragazzi
della mia band, ma anche altri musicisti, secondo quell’idea di libertà che
ha ispirato un po’ tutto il lavoro. E’ stato un bel viaggio, davvero; qualcuno
ha cambiato pelle, come Rigo al basso che si è divertito a sperimentare cose
nuove, altri sono stati una rivelazione, come Niccolò Bossini alla chitarra.
E’ un ragazzo di Reggio Emilia che ha dato un contributo importante all’album
e all’impostazione del sound chitarristico. E’ stato con noi sul palco del
Campovolo, il 10 settembre e ha suonato sia con la Banda che con i
ClanDestino”.
Nome e Cognome è fatto di dieci canzoni più una piccola
ouverture strumentale, una finezza che Luciano aveva in mente da
tempo e finalmente è riuscito a realizzare.
E’ un disco che inizia forte, con Il giorno dei giorni (il primo
singolo), e poi si veste di ironia, di struggimento, di sentimento, per tornare
con naturalezza al rock più schietto e vibrante. La parola “rock” è volentieri
sinonimo di energia maschile, di Marte in Ariete; qui Liga prova a introdurre
connotazioni femminili, con un bel contrasto che nasce da chitarre delicate e
“certi passaggi liquidi, come ad aprire un po’ il panorama”. Canzoni
come Le donne lo sanno e soprattutto Lettera a G. spiegano
con molta emozione quell’idea di “autoritratto” che afferma Liga; mentre
Sono qui per l’amore, il delicato finale, introduce la suggestiva ipotesi
di un Ligabue chansonnier che serenamente si abbandona alla
dolcezza dei suoi pensieri.
Il giorno dei giorni, il primo singolo di Nome e Cognome, e
un altro paio di brani (Sono qui per l’amore e Happy hour),
sono stati presentati al pubblico il 10 settembre, nel mega show al Campovolo
di Reggio Emilia. E’ stata l’unica esibizione pubblica di quest’anno, in attesa
di una (lunga) serie di date ancora da definire per il 2006. Luciano è carico e
convinto di aver fatto un gran lavoro. Ma l’ultima parola spetta naturalmente
al pubblico. “Ho sempre avuto quest’idea: la canzone (o almeno la mia
canzone) è buona quando è la gente a dirtelo”.
Il nuovo album entra al 1° posto della classifica FIMI/Nielsen dei dischi più venduti (nella settimana 16-22 settembre), con oltre 250.000 copie vendute in una sola settimana. A conferma della credibilità e del successo di Luciano Ligabue emerge, sempre scorrendo la classifica, un altro incredibile dato: oltre all'ultimo album, ben sei dischi del rocker di Correggio sono rientrati in classifica, fra i primi 100. I dischi sono: "Ligabue", "Buon Compleanno Elvis" (il disco più venduto in assoluto di Liga), "Su è giù da un palco", "Lambrusco, coltelli, rose & pop corn", "Fuori come va?" e "Giro d'Italia".
Una curiosità sulle fototessere: Luciano Ligabue compare 2 volte (dietro, nella riga di Sono qui per l'amore, e dentro al libretto nella pagina dei credits, nella seconda riga), poi il papà (nella copertina, appena sotto la "C" di "cognome") e la mamma (la foto in copertina non si vede bene, ma dovrebbe essere quella con la maglia bianca, nella seconda riga fra la "E" e la "C"), e poi i musicisti, "Mel" Previte (ben due volte, dietro, nella riga de L'amore conta, e nella pagina dei credits, due foto vicino a quella di Luciano), "Capitan Fede" Poggipollini (nella pagina dei credits, sotto la "i" di "nomi"), "Rigo" Righetti (nella pagina dei credits, in quarta riga, la terza foto), Fabrizio "Simoncia" (nella pagina dei credits, accanto alla foto di "Mel"), infine la guardia del corpo di Luciano, che gli fa la guardia anche in fototessera (è lui quello grosso, in seconda riga, la prima foto vicino a quella di Luciano).
Il 17 ottobre, in seconda serata su "Italia 1", viene trasmessa un'ampia sintesi del concerto che Luciano Ligabue ha tenuto al Campovolo di Reggio Emilia. Il concerto sarà trasmesso anche il 4 novembre, in prima serata sul Digitale Terrestre, gratuitamente per tutti i possessori della carta Mediaset Premium. Inizialmente, l'evento doveva essere trasmesso esclusivamente sul Digitale Terrestre, al costo di 5 euro. ma gli organizzatori (Barley Arts e Friends & Partners, in accordo con RiservaRossa), in collaborazione con Mediaset, hanno deciso di far vivere (o rivivere) a tutti le emozioni dell'evento che si è consumato al Campovolo, trasmettendolo sia in chiaro su "Italia 1" sia sul Digitale Terrestre, ma gratuitamente. E non è tutto: il 24 ottobre, la sintesi del concerto sarà disponibile, gratuitamente e per 24 ore, anche su "Rosso Alice".
Le apparizioni di Liga sul piccolo schermo continuano: il 20 ottobre, infatti, è ospite della prima puntata di "Rockpolitik", il discusso show di Adriano Celentano. Con "il molleggiato", Luciano parla, scherza, riceve i complimenti per Happy hour e duetta una versione in italiano del successo "These boots are made for walking", prima di suonare con la sua Band un brano di "Nome e cognome" destinato a diventare il futuro singolo: L'amore conta (la canzone più votata nel sondaggio realizzato per "LigaChannel").
Come preannunciato con la presentazione del brano in anteprima da Celentano, L'amore conta, l'11 novembre, diventa il nuovo singolo trasmesso dalle radio dell'album "Nome e cognome", il quale - forte delle 300.000 copie vendute - è al quinto posto della classifica FIMI/Nielsen (dopo essere stato per tre settimane consecutive in vetta). E' il secondo singolo estratto dall'album, dopo Il giorno dei giorni, brano che ha segnato il ritorno di Liga sulla scena discografica, a tre anni e mezzo dall'uscita dell'album "Fuori come va?".
Dal 28 novembre è in rotazione sui canali televisivi musicali il video di L'amore
conta, il secondo singolo di Liga, nella top five dell’airplay
radiofonico a due settimane dall’uscita.
Il brano sarà suonato anche in versione acustica (insieme alla chitarra di Niccolò Bossini)
il 4 dicembre, quando Ligabue è ospite della trasmissione Che tempo che fa, su
RaiTre, condotta da Fabio Fazio.
Il 2005 è un anno all'insegna di Liga, caratterizzato da numeri davvero formidabili, che
meritano di essere ricordati:
- più di 400.000 le copie dell'album Nome e Cognome vendute negli ultimi 4 mesi dell'anno;
- ben 80.000 i dvd di Campovolo 10/09/2005 venduti in meno di un mese (record di Liga e
best-seller di sempre della Warner Italia);
- 165.264 i paganti al concerto di Campovolo (record europeo di sempre), che insieme al personale
di servizio, i biglietti omaggio e gli inviti hanno portato ad un totale di 180.000 presenze;
- da 30.000 a 50.000 i fan collegati alla radio di LigaChannel per ascoltare le trasmissioni del
venerdì condotte da Luciano.
E in più cominciano a trapelare le prime informazioni sul nuovo tour di Ligabue, che si
preannuncia da subito veramente spaciale.
Sarà, infatti, una sorta di scomposizione dello spettacolo del Campovolo, con i quattro palchi
e i musicisti del 10 settembre riproposti in quattro diverse situazioni: a febbraio nei club,
ad aprile nei palasport, in estate negli stadi e successivamente nei teatri.
Il calendario della tournée verrà presentato a gennaio, insieme alla partenza delle prevendite.
Il 2006 inizia con un appuntamento a sorpresa, il 16 gennaio, con Liga ospite della
fortunata trasmissione Viva Radio2, condotta da Fiorello e Baldini.
Dopo un mese di pausa, Fiorello riprende la diretta radiofonica su RadioDue proprio
con Luciano, per smentire le affermazioni riportate in un articolo per il "Corriere
della Sera" (del 31 dicembre 2005) di Mario Luzzatto Fegiz.
In questo articolo, infatti, si dice che Fiorello non abbia mai ospitato
Liga nella sua trasmissione per colpa di una canzone, A che ora è la fine del mondo?,
in cui si allude alla gente che correva a vedere "Fiore" di spalle nelle piazze a fare il
karaoke. Il riferimento nella canzone è, ovviamente, contro un certo tipo di tv, e non rivolto
al suo conduttore, e Fiorello, per ribadire questo, scherza e canta con Luciano nella "sua" radio.
Ma il 2006 si apre anche con un importantissimo riconoscimento internazionale per il film Radiofreccia: la pellicola diretta da Luciano nel 1998 viene proiettata (il 27 e 28 gennaio) al pubblico americano, entrando nell'archivio cinematografico permanente del MoMa, il prestigioso Museo d'Arte Moderna di New York.
In questo primo mese dell'anno, inoltre, in un incontro con la stampa a Milano, Luciano presenta il suo
Nome e Cognome tour 2006, svelando le date nei club, nei palasport, negli stadi e le modalità
di prevendita.
Nonostante le numerose fatiche per prepare al meglio un attesissimo tour (tra l'altro molto impegnativo),
si susseguono numerosi anche gli impegni che precedono la prima data.
Il 27 gennaio, Liga è ospite nella nuova edizione di Zelig Circus, che in questo 2006 festeggia
il suo decennale. Il programma, in prima serata su Canale5, è condotto da Claudio Bisio al fianco di
Vanessa Incontrada. Ligabue canta un'emozionante versione voce&chitarra di L'amore conta.
Pochi giorni dopo, il 6 febbraio, su MTV va in onda Storytellers, la trasmissione condotta da
Paola Maugeri, con protagonista Luciano. Nella puntata, registrata al Conservatorio di Milano, tra
un'esecuzione dal vivo e l'altra, Liga racconta il suo modo di comporre musica attraverso le
domande della conduttrice e del pubblico.
Il 7 febbraio, all'Alcatraz di Milano, inizia il tour. Si parte dai rock club, nei quali la
scaletta, con alcuni brani cari ai fans della primissima ora, viene proposta insieme alla
prima band, i ClanDestino, e a Niccolò Bossini.
Mentre dal 10 febbraio è in rotazione in tutte le radio Le donne lo sanno, il terzo singolo
estratto dall'album Nome e Cognome. La scelta del brano coincide con il risultato del
sondaggio on-line di LigaChannel, in cui i fans di Luciano avevano decretato Le donne lo
sanno quale successore de Il giorno dei giorni e L'amore conta.
"Il titolo basterebbe. Forse bastava ache avessi anche solo ripetuto quella frase durante tutto il brano - afferma Ligabue a proposito del nuovo singolo - Ammetto semplicemente la superiorità del genere femminile rispetto al nostro e ammiro la loro potenza. E come sembrino frequentare mondi che noi non conosciamo. Mi piace molto la sua freschezza musicale. Come quella del suo arrangiamento".
Il nuovo tour è iniziato nel febbraio 2006 dai rock club, insieme ai ClanDestino,
per proseguire a marzo nei palasport, insieme alla Banda. Ma in questi primi mesi
dell'anno non c'è solo il tour. Gli inviti per Luciano si moltiplicano.
A cominciare dall'8 marzo, all'Università di Bologna, dove il giornalista Luca
De Biase, della testata "Il Sole 24 ore", ha condotto un talk show intitolato
C'è bisogno di nuovo. Ligabue è presente in qualità di artista, insieme
a Francesco Stellacci (scienziato del Mit di Boston) e a Ferruccio De Bortoli
(direttore de "Il Sole 24 ore"). Ma non solo.
Due giorni dopo, il 10 marzo, presso lo Stadio Olimpico di Torino, si aprono i
IX Giochi Paralimpici invernali, con una straordinaria cerimonia. Sul palco sale
anche Luciano, che presenta Il giorno dei giorni. L'intera cerimonia è
trasmessa in mondovisione, davanti a 2 miliardi di telespettatori (in Italia, in
diretta su RaiDue).
Il 20 marzo, dopo l'anteprima a TRL, comincia la rotazione televisiva (MTV e ALLMUSIC) del nuovo video di Ligabue, Le donne lo sanno, terzo estratto da Nome e Cognome. La regia e la sceneggiatura portano entrambe la firma di Silvio Muccino. Girato all'aeroporto di Casale Monferrato (AL), il video presenta Liga circondato dalla Banda al centro di un hangar, in un playback forte ed energico, perfettamente coniugato al brivido provato dalle 4 paracadutiste mentre si lanciano nel "cielo leggero che però non è vuoto".
Prima di iniziare la seconda parte del tour nei palasport, iniziano per Ligabue
una serie di "ospitate" in programmi radiofonici.
Si comincia il 21 marzo, dove Luciano è ospite su RadioDue di Parole Parole,
storie di canzoni, un programma condotto dal giornalista Vincenzo Mollica. In
una intervista-concerto, Liga si esibisce dal vivo su alcuni dei brani di Nome
e Cognome e, in un clima intimo e confidenziale, svela i segreti delle
sue canzoni più famose.
Il 23 marzo, sarà ospite:
ore 11.00 su Radio Deejay (con Linus, anche in tv su All Music);
ore 13.00 su Radio 105 (con Rosario Pellecchia e Tony Severo);
ore 15.00 su Rock FM (con Ariel);
ore 16.30 su Radio Italia (con Paola Gallo, anche in tv su Video Italia).
Il 24 marzo:
ore 13.00 su Radio Monte Carlo (con Massimo Valli e Luisella Berrino);
ore 15.00 su PlayRadio (con Marco Biondi e Petra Loreggian).
Il 26 marzo, al Mazda Palace di Genova, iniziano le esibizioni nei palasport, per
il Nome e Cognome tour 2006, ma le interviste radiofoniche non finiscono.
il 27 marzo, infatti, Luciano sarà intervistato su R101 da Giancarlo Cattaneo e,
durante il viaggio per Caserta, Liga farà una sosta a Roma per la registrazione di alcune
trasmissioni radiofoniche, negli studi di Rai RadioUno, RDS e RDS Roma.
Inoltre, prima del concerto al Palamaggiò di Caserta, il 30 marzo, Ligabue è ospite:
ore 13.00 su Radio Norba;
ore 15.00 su Radio Marte.
Per finire, prima di partire per Brescia, l'8 aprile, Luciano è ospite negli studi di
Radio Bruno, per una chiacchierata in diretta con i fans sul tour, sul disco e tanto altro.
Ad aprile, nella classifica del Music Control, l'ultimo singolo di Ligabue, Le donne lo sanno, sale di posizioni e diventa il secondo brano più trasmesso dalle radio italiane, raggiungendo anche, il 17 aprile (durante la pausa pasquale), la prima posizione giornaliera.
A Pesaro, nonostante la pioggia insistente, il cortile del BPA Palas ha visto il
pubblico di Ligabue mettersi in fila dal mattino per assistere al sesto concerto, in
questo giro nei palasport. L'entusiasmo della gente è stato immortalato in presa diretta
anche dai maxischermi installati grazie alla moderna struttura. Liga, in grande
spolvero, ha regalato due ore di "pieno rock and roll", ricambiato dal pieno di pubblico
che lo ha festeggiato senza risparmiarsi.
Sul palco c'era anche uno strumento in più: una delle chitarre di Ivan Graziani, cantautore
scomparso prematuramente. La famiglia di Ivan ha espresso il desiderio che venisse suonata
durante una canzone. Dopo il ricordo personale di Luciano, Mel (grande fan di Graziani)
ha imbracciato la chitarra, suonandola in Seduto in riva al fosso. Le emozioni
in questa seconda parte del tour non finiscono qui.
La penultima data ha confermato il grande calore della città di Torino che, fin dagli
esordi, ha sempre riservato a Luciano un'accoglienza straordinaria. La platea e le due
giganti ali di folla sugli spalti hanno veramente circondato Liga come in un grande, unico
abbraccio. Come già accaduto a Pesaro, anche il Mazda Palace di Torino ha permesso
l'installazione dei due maxischermi, che hanno diffuso le immagini dal palco.
Luciano, presentando la Banda, ha sottolineato il grande atto di coraggio e forza di Fede
Poggipollini, che ha deciso di suonare nonostante il padre sia venuto a mancare poche ore
prima del concerto.
Molti fans hanno lasciato messaggi di condoglianze su LigaChannel per il chitarrista della
Banda più amato dal pubblico femminile. "Capitan" Fede, di risposta, pubblica queste righe:
"Vorrei ringraziare tutti voi che con le vostre parole piene di affetto e calore mi
siete stati vicini in questo momento difficile. Siete veramente meravigliosi.
Un fortissimo abbraccio e ancora grazie di cuore a tutti".
Non solo rock&roll. Ligabue aderisce ad un'interessante iniziativa dell'Associazione Italiana Contre Le Leucemie, Linfomi e Mieloma (ONLUS): 41 personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport hanno donato l'impronta della propria mano e 41 artisti (pittori, scultori e fotografi) l'hanno sapientemente interpretata. L'impronta di Luciano è stata inserita in "Cartomanzia", quadro ad olio su tela realizzato dal pittore Fabio Giampietro. Questo, insieme ad altre cinquanta opere, sarà venduto all'asta condotta da Christie's il 4 maggio a Milano, per una raccolta fondi.
Grande entusiasmo in Piazza San Giovanni a Roma per il Concerto del Primo Maggio. Alle
21.20 precise, Luciano è salito sul palco, accompagnato dalla Banda, cominciando il set
di canzoni con Il giorno dei giorni, proseguendo con Balliamo sul mondo,
Tra palco e realtà e chiudendo con Urlando contro il cielo, acclamata
fin dall'ingresso di Liga dal milione di persone presenti alla manifestazione.
E' il prologo di un'estate magica.
Il 2 maggio Liga torna sul palco dell'Alcatraz di Milano, dove si esibisce per
"Free Music Live", il programma di All Music di musica dal vivo, che mostra tutti i momenti di
preparazione dello spettacolo, oltre alle curiosità del backstage. Alvin e Pamela
condurranno uno show dall'atmosfera calda e informale, con Luciano sul palco chiamato
a suonare, cantare e a rispondere alle domande che gli rivolge direttamente il pubblico.
Liga si è esibito con la Banda, i ClanDestino e Mauro Pagani, proprio come accadrà
a partire dal 19 maggio nei 13 stadi che ospiteranno la terza parte del Nome e
Cognome tour 2006.
Dopo alcune settimane trascorse al secondo posto, l'attuale singolo di Ligabue, Le
donne lo sanno, balza in prima posizione, diventando il brano più trasmesso dalle
radio italiane. Un altro grande risultato per Nome e Cognome, da cui prossimamente
sarà estratto il quarto singolo per le radio che, come preannunciato, sarà Happy
hour.
In questi primi impegnativi giorni di maggio esce anche "Il Lato-D", un cofanetto di tre cd
dedicato a Stefano Facchielli, in arte D-Rad, anima degli Almamegretta. D-Rad se ne è andato
il 31 ottobre 2004 e, nonostante la sua breve carriera, aveva collaborato con molti
artisti di diversa estrazione musicale. Luciano lo chiamò per curare la parte elettronica
del tour "Giro d'Italia", apprezzandone da subito il lavoro e, come scrisse lui stesso in
un suo ricordo personale, "aveva una qualità sempre più rara: era discreto". D-Rad,
oltre a partecipare all'editing, collaborò anche graficamente alla realizzazione del cd
registrato da Liga nei teatri: sue, infatti, erano le elaborazioni delle polaroid scattate
da Luciano ed inserite nel triplo box di Giro d'Italia, e sua è l'immagine di
copertina del primo romanzo di Liga La neve se ne frega. "Il Lato-D" è un tributo
a questo artista a cui anche Luciano ha voluto prendere parte, leggendo una poesia di
Charles Bukowsky in un brano intitolato Adduction.
In una sequenza che ripercorre i 16 anni di carriera live, la tournée di Liga arriva
quindi negli stadi, per gli epici happening estivi, insieme alla Banda, ai ClanDestino e
Pagani. Il 19 maggio, allo Stadio Del Conero di Ancona, prende il via la terza parte del tour, che
arriva, il 27 maggio, all'attesa data milanese, allo Stadio Meazza. Il sold-out di Milano
è uno spettacolo di musica, colori, cori e striscioni, mescolato ai sorrisi e ai brividi che
hanno invaso San Siro in ogni ordine di posti. Uno scambio di emozioni indescrivibile tra
Luciano e il suo pubblico, arrivato da tutta Italia fin dalla notte precedente per non
perdere neppure un istante di tutto quello che un concerto di Liga è in grado di offrire,
prima durante e dopo: dall'apertura dei cancelli, ai momenti di attesa allietati dai set
applauditissimi di L'Aura, Rio e Tiromancino, fino a giungere alle 21.00 precise, momento
in cui si spengono le luci e parte l'intro dello spettacolo di Luciano, con le sue 27 canzoni
e la sua voglia di darsi, come sempre, al 100%.
Prima di salire sul palco di San Siro, Ligabue ha ricevuto dalla Warner Music Italia dieci
dischi di platino, per aver raggiunto il milione di copie vendute con il doppio album Su e
giù da un palco. Registrato nel 1996, durante il "Buon Compleanno Elvis Tour", e uscito nel
1997, a testimonianza del primo giro negli stadi della carriera di Liga, Su e giù da un
palco agguanta un altro grande record: è il primo album dal vivo di un artista italiano
ad aver raggiunto il milione di copie.
Dopo "aver fatto l'amore con Roma" (come lui stesso dirà), anche in questa parte di
tour le emozioni si alternano tra alti e bassi. Così Ligabue si unisce al cordoglio di
familiari ed amici di Massimo, uno spettatore presente a Bologna l'8 giugno per il concerto di
Luciano, purtroppo deceduto durante la notte. Di seguito è riportato il comunicato stampa
diffuso dala USL di Bologna il 9 giugno:
"L'uomo vittima di un incidente ieri sera durante il concerto di Ligabue allo Stadio Dall'Ara
di Bologna è purtroppo deceduto presso la rianimazione dell'Ospedale Maggiore.
Questa la ricostruzione sulla base degli elementi in possesso dall'Azienda USL di Bologna:
l'uomo è caduto alle 20.30 circa nel fossato che separa il campo di calcio dagli spalti. Sono
accorsi immediatamente gli operatori del 118 presenti allo Stadio e i Vigili del Fuoco, che
hanno recuperato l'uomo e lo hanno portato nel punto di primo soccorso allestito dal sistema
118 presso lo Stadio. L'uomo è stato immediatamente trasferito al Pronto Soccorso dell'Ospedale
Maggiore, dove è giunto ed è stato accolto dal personale infermieristico e medico alle 21.13.
All'arrivo al Pronto Soccorso, l'uomo era cosciente e le condizioni generali non apparivano in
quel momento particolarmente gravi; gli accertamenti hanno evidenziato tuttavia la presenza di
una severa emorragia interna, conseguenza del trauma da caduta. L'uomo è stato quindi
sollecitamente portato in sala operatoria dove è entrato alle 22.15.
Il progressivo aggravarsi delle condizioni, favorito dalla coesistenza di una importante patologia
cronica resasi evidente nel corso dell'intervento, ha purtroppo vanificato l'operato dei
chirurghi. L'intervento chirurgico è terminato poco prima delle 24.00; nemmeno le successive
cure prestate in rianimazione hanno però potuto evitare la morte.".
Tra una data del Nome e Cognome tour 2006 e l'altra, Liga quest'anno partecipa al
Festivalbar. Luciano sarà tra il cast speciale che inaugura la storica manifestazione musicale
che accompagna tutta l'estate. Il Gran Galà d'apertura del Festivalbar 2006 si è svolto a
Napoli, Piazza del Plebiscito, il 1° giugno.
Dopo il Gran Galà di Napoli, è Trieste ad ospitare la successiva tappa della manifestazione.
Nella serata del 16 giugno, Ligabue presenterà Happy hour, il nuovo singolo estratto
da Nome e Cognome.
Nella stessa data, partirà in tutte le radio italiane la rotazione del quarto singolo di Luciano,
che sarà colonna sonora dell'estate 2006. Il brano è presente anche sulla compilation blu del
Festivalbar 2006.
Happy hour, inoltre, è scelto da Vodafone per accompagnare gli spot televisivi che
andranno in onda durante l'estate. Sulla musica di Liga, un cast prestigioso e cinematografico:
Gabriele Muccino alla regia e suo fratello Silvio (già regista del video Le donne lo sanno)
protagonista di questi filmati d'autore dal sapore fortemente "on the road".
Tre giorni dopo, il 19 giugno, comincerà la rotazione televisiva del nuovo video Happy hour.
Il filmato è diretto da Fabio Jansen ed è stato girato al Tempio di Giove di Terracina (LT): un
gigantesco telone posizionato dietro Luciano e la Banda su cui vengono proiettate alcune
immagini, arrivando al finale con il telone che scompare, lasciando intravedere uno scenario più
reale.
In poco tempo, il nuovo singolo di Ligabue entra nella top 5 (al secondo posto) dei download
su i-Tunes, mentre, a quasi dieci mesi dalla sua uscita, l'ultimo album di Luciano, Nome e
Cognome si posiziona al sesto posto degli album più venduti della settimana.
Dopo Napoli e Trieste, Liga sarà il 6 luglio in Piazza Vittorio Emanuele II a Chieti, per un'altra
tappa del Festivalbar. Nel cast di Chieti ci saranno anche i Rio, il gruppo del fratello Marco
Ligabue.
Negli stessi giorni è disponibile in tutti i negozi "Innocenti Evasioni 2006", la compilation con 14 brani di Lucio Battisti interpretati da altrettanti famosi artisti italiani. Liga ha scelto I giardini di marzo, canzone del 1972 inclusa nell'album "Umanamente Uomo: il Sogno". Luciano interpreta il brano in versione acustica, chitarra e voce. Non solo: da metà luglio sarà in vendita anche il singolo Happy hour, che conterrà tre tracce: alum version, dj Ros ext remix, dj Molella ext remix.
Data la coincidenza della data al Velodromo di Palermo con l'arrivo di MTV in Sicilia, Luciano
sarà ospite di una puntata speciale di TRL in onda, eccezionalmente di domenica, in diretta dal Lido
Sayonara-Ex Fontane Bianche di Siracusa.
Oramai da 45 settimane nella chart degli album più venduti, Nome e Cognome torna nuovamente
in vetta alla classifica. Anche altri due album sono rientrati questa settimana in classifica:
Ligabue (1990) e Buon Compleanno Elvis (1995). Inoltre il dvd di Campovolo,
riguardante il concerto tenuto da Liga il 10 settembre 2005, in classifica da 35 settimane, è alla
quinta posizione dei dvd più venduti. Nella prima settimana di agosto, poi, il singolo Happy
hour è il secondo brano più programmato dalle radio italiane e il relativo cd singolo è
nella top 5 dei più venduti. Un insieme di risultati, questo, che sancisce l'importanza di questo
anno di lavoro per Liga.
Erano circa le 23.30 di martedì 5 settembre quando sul palco dell'Arena di Verona, Andrea Salvetti,
patron della manifestazione musicale estiva, ha annunciato il momento più importante della
finalissima. Con Happy hour, Ligabue è il vincitore assoluto del Festivalbar 2006.
L'intera Arena è saltata in piedi, tributando a Liga un'ovazione da stadio e Luciano ha
ringraziato ai microfoni affermando: "Vengo sempre con piacere al Festivalbar. Da qui ho cominciato
nel 1990 quando partecipai nella sezione DiscoVerde con il mio primo album". Sul palco del
Festivalbar Liga ha eseguito insieme alla Banda Happy hour e Le donne lo sanno.
Nel frattempo, alcuni teatri hanno già cominciato la prevendita per la quarta parte del Nome e
Cognome tour 2006.
Nei primi giorni di settembre Ligabue sarà in studio per cominciare a provare
lo spettacolo che dal 3 ottobre lo vedrà protagonista sui palchi di alcuni
prestigiosi teatri italiani. Ligabue torna in teatro a distanza di quattro anni.
L'album Giro d'Italia è la splendida testimonianza della prima volta di
Luciano in un tour teatrale. Il fascino di quell'esperienza è rimasto intatto
dentro chi, quei concerti li ha vissuti in prima persona e li ha ascoltati su
disco.
Ligabue ha così scelto di entrare nuovamente in questi luoghi storici e prestigiosi
che "obbligano" a un'attenzione musicale maggiore rispetto agli stadi, palasport e
club. E' qui, in teatro, dove si scopre piacevolmente quanto le canzoni di Luciano
possiedono la capacità, come l'acqua, di adattarsi al recipiente in cui si trovano.
Ligabue porta uno spettacolo interamente acustico, diviso in due parti, alternando
momenti in cui si trova da solo con la chitarra ad altri in cui i musicisti che lo
accompagnano si avvicendano di volta in volta. La formazione che accompagnerà Luciano
sul palco sarà composta da Mel Previte, Antonio Rigo Righetti, Robby Sanchez Pellati,
Josè Fiorilli e Mauro Pagani.
Dopo il successo di Happy hour, colonna sonora dell'estate 2006, dal 22 settembre
entra in rotazione radiofonica il quinto singolo estratto da Nome e Cognome: è
Cosa vuoi che sia.
Ma la vera novità sarà il primo libro di poesie di Ligabue: Lettere d'amore nel frigo,
per Giulio Einaudi editore. L'uscita del libro coinciderà con la prima data in teatro
del tour di Liga (3 ottobre).
Dopo la raccolta di racconti Fuori e dentro il borgo (1997) e il romanzo La neve
se ne frega (2004), le 77 poesie che compongono la terza fatica letteraria del rocker
di Correggio segnano un esordio ma, in qualche modo, anche un ritorno al Ligabue delle
origini, il Ligabue dei primi album e dei racconti (più che del romanzo), il Ligabue che
riscopre il gusto di raccontare persone e personaggi.
In realtà le novità non finiranno qui.
Così, il 3 ottobre, fresco vincitore del Festivalbar 2006, Ligabue torna sulle scene "live"
con la quarta ed ultima parte del suo Nome e Cognome tour 2006. Dopo 7 date nei club,
9 date nei palasport e 13 negli stadi, Ligabue si accinge a suonare nei più importanti e
prestigiosi teatri italiani, per oltre 40 date: si parte dal Teatro Filarmonico di Verona.
Mentre il libro di Luciano entra direttamente al primo posto dei tascabili più venduti della
settimana e al settimo posto nella classifica generale, che comprende sei tipologie di
pubblicazione diverse (narrativa italiana ed estera, saggistica, varia, tascabili e
supertascabili). E' un grande risultato, considerando che solitamente i libri di poesie non
hanno riscontri immediati in termini di vendite.
Il 17 ottobre muore Andrea Parodi: il male che lo aveva colpito e contro il quale aveva coraggiosamente combattuto se l'è portato via. Luciano lo aveva invitato l'estate scorsa ad esibirsi prima di lui, proprio nella sua Sardegna, e in quell'occasione il pubblico di Cagliari gli regalò un abbraccio calorosissimo, ammirandone la forza con la quale era salito sul palco e applaudendolo per la straordinaria performance.
Ma Ligabue sarà protagonista ancora con i suoi singoli. Cosa vuoi che sia si posiziona
subito al secondo posto nella classifica dei brani più trasmessi dalle radio italiane.
Oltre alla programmazione radiofonica, dal 23 ottobre su MTV e All Music comincia a girare
il nuovo video di Luciano. Regista del clip che accompagna il quinto singolo di Nome e
Cognome è Alex Infascelli, che aveva già diretto Cerca nel cuore nel 1994 per Liga
e Come ti va quest'anno per i Rio. Oltre a Luciano, nel video sono protagonisti due
attori italiani: Fabio Troiano e Simona Cavallari.
Il brano scelto come primo singolo per il lancio del nuovo album di Elisa, "Soundtrack 96-06",
si intitola Gli ostacoli del cuore, scritta da Ligabue per una delle voci italiane che
il rocker più stima e apprezza. E' la prima volta che Ligabue scrive una canzone per un'artista
femminile. L'incontro avvenuto in studio tra i due ha creato un'ottima intesa artistica e l'apporto
di Liga al brano non si è soltanto limitato alla scrittura di testo e musica. Luciano, infatti,
interviene anche con la sua voce, dueattando con Elisa nell'ultima parte della canzone.
Il 21 ottobre, su RaiDue all'interno di CdLive, per la prima volta in tv insieme, i due
artisti canteranno Gli ostacoli del cuore. Il brano salirà presto in vetta alla classifica
delle canzoni più trasmesse in radio.
Le iniziative che coinvolgono Ligabue si susseguono. Comincia proprio da Liga l'iniziativa de
"L'espresso - Repubblica" DVD-Live: le migliori esibizioni dal vivo dei grandi interpreti
della musica italiana. Il primo appuntamento, infatti, è con il DVD-Live Un anno con Elvis
(1996), in edicola.
In libreria, invece, esce per Giunti Editore Pierangelo Bertoli (Un emiliano tragico non è
un vero emiliano), curato da Domenico Mangiardi, amico e confidente di Bertoli. Il volume si
apre con una lunga testimonianza scritta da Luciano, che proprio da Pierangelo ricevette un
aiuto decisivo per entrare nel mondo della musica. Di Liga si parla anche nelle pagine dedicate
agli album "Sedia Elettrica" e "Tra me e me". In quei dischi, Bertoli scelse infatti di interpretare
per primo Sogni di R'n'R e Figlio di un cane.
Il 7 novembre, presso Palazzo Nuovo a Torino, Luciano partecipa ad un incontro sulla poesia
organizzato dalla Prof.ssa Barbara Lanati, del corso di laurea in Scienze della Comunicazone.
L'incontro è il sesto appuntamento del ciclo di seminari "Maschile e femminile: la poesia ha un
sesso? Dickinson, Walt Withman, Sylvia Plath, Allen Ginsberg". Insieme a Liga c'è anche Nico Orengo,
poeta torinese che ha scritto la prefazione a Lettere d'amore nel frigo. Nello stesso giorno,
Liga sarà anche all'Auditorium Rai di Piazza Rossaro (TO) per un reading straordinario delle sue
poesie, inserito tra le iniziative di "Torinio Capitale Mondiale del Libro".
Il 16 novembre, nell'ambito del "Premio Videoclip italiano", presso l'Università IULM a Milano,
un'intera giornata sarà dedicata alla creatività di Luciano Ligabue (è il LigaDay). Gli
organizzatori di questo importante riconoscimento hanno deciso di destinare il secondo dei tre giorni
della manifestazione a Liga, per valorizzarne la figura di "artista totale". Per questa occasione
è stato istituito un premio ad hoc, per celebrare la sua figura come "artista sinestetico", anche al
fine di essere da stimolo ai creativi e a chi si occupa di arte e comunicazione. Un'iniziativa mai
realizzata a favore di un artista italiano di area (anche) musicale. La giornata è divisa per
sezioni: sezione cinema, con la proiezione dei film Radiofreccia e Da zero a dieci;
sezione home-video, con la proiezione dell'opera Videovissuti e videopresenti; sezione videoclip,
con la proiezione di tutti i video musicali di Liga. A fine giornata si è tenuto l'incontro con Ligabue,
il quale ha mostrato e commentato i momenti salienti della sua attività artistica, con la moderazione
di Franco Zanetti (direttore Rockol), Gianni Canova e Domenico Liggeri (entrambi docenti
dell'Università IULM) e alla presenza di esperti e professionisti degli ambiti creativi di Luciano.
Durante l'incontro è stato presentato il nuovo cofanetto DVD di Ligabue (in uscita qualche giorno dopo),
con proiezione di estratti in anteprima assoluta.
Il 22 novembre Luciano è ospite nell'Aula Magna dell'ateneo di Salerno per la IV edizione di
"Filmidea", uno degli eventi universitari più importanti riguardanti il cinema. Luciano ha incontrato gli
studenti con i quali ha parlato della sua carriera, soprattutto di quella cinematografica.
L'approfondimento didattico di "Filmidea", infatti, oltre agli incontri con i personaggi del mondo
del cinema, prevede una rassegna cinematografica, che il 14 novembre aveva proposto Radiofreccia.
Il 24 novembre, all'Università "Sapienza" di Roma, Luciano partecipa all'incontro "Tra palco e università",
presentando Lettere d'amore nel frigo. L'evento è stato organizzato dalla Facoltà di Scienze
della Comunicazione, nell'ambito della rassegna "Sapienza d'autore". Luciano è stato accolto dal Rettore
Renato Guarini, dal Preside della Facoltà Mario Morcellini e dal docente di Storia delle idee politiche
e sociali Luciano Russi. Il coordinatore dell'incontro è stato Gianmaurizio Foderaro di RadioUno Rai.
Il 27 novembre Luciano è protagonista di A night with (in onda su MTV): tutta la carriera di Liga
ed un'intervista inedita realizzata al Teatro "La Fenice" di Venezia il precedente 28 ottobre. Sono inoltre
proposte le immagini esclusive estratte dal DVD box set Nome e Cognome tour 2006.
Infine, il 10 dicembre Liga è nuovamente ospite della trasmissione condotta da Fabio Fazio, Che tempo che
fa, in onda su RaiTre. In una precedente puntata del 19 novembre aveva cantato insieme ad Elisa il
brano Gli ostacoli del cuore. In questa puntata, Luciano presenterà il suo libro di poesie.
Come presentato in diverse occasioni, il 24 novembre è uscito per Warner Music Vision Ligabue - Nome
e Cognome Tour/2006, il box set con 5 DVD per raccontare un anno ed una tournée davvero unica
(4 diversi spettacoli per un tour unico, 4 diversi concerti integrali in un unico box, 92
esecuzioni di 57 canzoni, 10 ore circa di materiale audio/video). Il box, realizzato in una speciale
confezione, raccoglie i seguenti contenuti:
DVD 1 / CLUB (7 febbraio 2006 - Alcatraz, Milano);
DVD 2 / PALASPORT (11 aprile 2006 - Mazda Palace, Torino);
DVD 3 / STADIO (27 maggio 2006 - San Siro, Milano);
DVD 4 / TEATRO (8 ottobre 2006 - Teatro Verdi, Firenze);
DVD 5 / EXTRA (100 minuti di contenuti audio/video).
I quattro concerti integrali rispettano fedelmente l'ordine delle scalette così come sono state
eseguite durante le serate.
Il DVD box set è prodotto da Claudio Maioli, firmato da Luciano Ligabue, Fabrizio Barbacci e Luca
Pernici (produzione artistica e musicale), G.Battista Tondo (produzione video) e Angelo poli (regia).
Il cofanetto è subito entrato al primo posto della classifica dei DVD più venduti della settimana. Si
tratta di un risultato eccezionale perché non è un unico disco ad essere in vetta alle charts, ma un
box in confezione speciale che ne annovera ben cinque.
Ligabue non si ferma e il 29 novembre, in anteprima all'interno di TRL, è presentato il nuovo video di Elisa Gli ostacoli del cuore, diretto da Luciano e prodotto da Marco Salom per la Angel Film. Il videoclip, girato tra i corridoi del Forum di Assago, mostra Elisa che, davanti ad uno specchio, esprime sentimenti contrastanti: piange, ride, si altera e sospira, fino a quando una persona, con un semplice gesto, le indica la strada che stava cercando. Gli ostacoli del cuore è da tre settimane consecutive in vetta alle classifiche dei brani più trasmessi in radio.
Con le ultime cinque delle sette date romane del suo tour teatrale, si conclude il 17 dicembre a Roma
il trionfale tour di Ligabue. Il Nome e Cognome tour 2006 (organizzato da Barley Arts e
Friends&Partners) ha visto protagonista Liga in 7 club, 9 palasport, 13 stadi e 50 teatri, per un
totale di oltre 80 concerti.
Un anno, un unico tour, ma con produzioni, scalette, arrangiamenti e musicisti diversi. E ora Luciano,
in coda al tour, ha deciso di ritornare là dove ha avuto origine, con l'evento di Campovolo, il
Nome e Cognome Tour: a Reggio Emilia, il 19, 20 e 22 dicembre, infatti, Liga salirà sul palco
del Teatro Valli per tre concerti (già sold-out in prevendita), organizzati in collaborazione con la
città di Reggio Emilia, il cui incasso andrà in beneficenza a quattro progetti di solidarietà:
Riapriamo le scuole in Pakistan
A Belo Horizonte L'Asilo Più Bello Del Mondo
Microcredito e
Avvocati di strada.
Il 22 dicembre, eccezionalmente, il concerto sarà doppio: in teatro e in piazza. Nell'area antistante
il Teatro Valli, infatti, è stato collocato uno schermo gigante (6 metri x 8 metri) per trasmettere
in diretta l'ultimo concerto del 2006 di Ligabue, suggellando così un anno fantastico e ricco di
soddisfazioni. Momenti speciali di quest'ultimo concerto: la partecipazione di Elisa, che con Liga ha
cantato Gli ostacoli del cuore; la folla (circa 10.000 persone) che ha seguito il concerto
su maxischermo all'esterno del teatro; Liga che al termine è uscito per salutare e cantare Certe
notti.