IL VIDEO
"LIGABUE a SAN SIRO"


"...Però San Siro fu speciale, anche perché era la mia prima volta in un grande spazio, ero così vergine e mi sembrava anche di dover dimostrare delle cose di fronte a settantamila persone.

...Abbiamo registrato la seconda serata, per avere il video. Il video è il secondo concerto, se guardi ci sono anche un po’ di spazi vuoti, era quello con quarantamila persone. La prima sera non se ne parlò neanche. Dissi: "Ragazzi, non mi rompete il cazzo. Ho tantissime cose a cui badare, figuratevi se devo pensare anche di avere intorno chi mi filma in un momento così delicato."

...Insomma, è stata un’esperienza devastante, nel bene e nel male. E alla fine, io non ho un ricordo bellissimo di San Siro, ho un ricordo fortissimo di San Siro, che è una cosa diversa. Però fu un trionfo, nel senso che credo di avere avuto per la prima volta l’unanimità critica dopo quel concerto, per lo meno quella dei quotidiani. Per la prima volta nessuno diceva "Ma sì, però, semplice, emiliano, faccia larga".

...E quando si parla di quel tour degli stadi, non si parla di altri stadi, si parla sempre di San Siro.
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Prodotto da Claudio Maioli

Testi e musiche Luciano Ligabue
tranne "A che ora è la fine del mondo?" di M. Mills/W. Berry/P. Buck/J. Stipe/L. Ligabue

Arrangiamenti Luciano e la Banda

Produzione artistica di Luciano Ligabue e Fabrizio Barbacci

Registrazioni audio di Amek & Vanis co. con il White Mobile Live Recording Studio

MUSICISTI:
Robby "Sanchez" Pellati
"Capitan Fede" Poggipollini
Antonio "Rigo" Righetti
"Mel" Previte

IL VIDEO:
Produzione Filmaster Clip

Produttore Marco Balich

Regia Egidio Romio

LO SHOW:
Prodotto da Maurizio Salvadori e Ferdinando Salzano per Trident Agency

Direttore di produzione Giorgio Ioan

Regia luci Graziano "Billy" Bigliardi

Fonico Sandro "Amek" Ferrari

Direttore di Palco Diego Spagnoli

Impianto Audio Nuovo Service

Impianto Luci Light & Sound Design

Impianto Video Studio P3

Palco Stage System

Scenografie Cromantica

Foto Michele Stallo

Artwork Roberto Battaglia


A San Siro la band sembra molto più sicura di un anno prima e punge, graffia, strappa i pezzi di una chilometrica scaletta che tocca i quattro angoli del pianeta Ligabue.
"Capitan Fede" è il più invasato, con una camiciola esotica che presto perde i bottoni, pantaloni di pelle alla Jim Morrison e una indomita energia che lo porta a sfinirsi per due ore in un suo electric saltarello molto apprezzato dal pubblico. "Mel" Previte è più composto, con la sua giacca grigia d’ordinanza, ma anche in quei panni assolutamente non rock sa roteare benissimo la lama della chitarra, a cominciare da un bellissimo assolo in "Seduto in riva al fosso". Robby "Sanchez" Pellati alla batteria tuona musica senza perdere un colpo. E’ il più schivo dei Liga-men, cerca sempre la via più dritta per le sue bacchette e a volte lo scambi per uno ordinario. In realtà è un motore fondamentale della band: un mediano anche lui che azzanna i garretti dei brani che vogliono scappar via e li inchioda al posto. Giacca bianca e una bandana alla Miami Steve, "Rigo" lo affianca a centrocampo, con il suo pickin’ elastico ed essenziale: da lì non passa nessuno.
Ligabue scarica i suoi nervi facendosi tutto il primo anello dello stadio e saltando da una parte all’altra del grande palco, così grande che a un certo punto ci fa un giro in mountain bike. Tiene botta, comunque, è concentratissimo: non vuole distrazioni.
Poi è un perfezionista e alla fine ci troverà mille difettucci: ma per chi vede e ascolta è tutto okay, il concerto non ha buchi o strappi.
Alla fine sono tutti sfatti, ma si vede la buona preparazione atletica: la squadra c’è fino all’ultimo. Lo show finisce con una "Sogni di rock&roll" praticamente a cappella, cantata più dal pubblico che da Luciano. Liga non ne ha più: la sera prima in camerino il medico gli ha trovato la pressione massima a 100, stavolta è un po’ oltre ma non tanto. Però ce l’ha fatta. Commento a caldo: "Non siamo ancora precisi come vorremmo, ma ci siamo divertiti una cifra".