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Accademia delle Belle Arti di Reggio, a destra "copia in gesso" di un'opera di Michelangelo (Lo schiavo morente, iniziato nel 1513 per la seconda versione della tomba di Giulio II) utilizzata per una "clonatura" accademica in gesso, a sinistra, presso le aule di scultura. (foto Admin TRC 15 gennaio 2003) |
UN ALTRO MERITO A QUESTO SITO INTERNET gennaio 2003 - Reggio Calabria Non facciamo i "clonioni" BRONZI DI RIACE, se proprio dobbiamo clonarli ci sarebbero tantissime soluzioni più economiche e realizzabili nella nostra città... Le principali scuole artistiche di Reggio Calabria potrebbero creare copie in gesso dei guerrieri, ma questo Chiaravalloti non vuole comprenderlo?
La città che promuove se stessa!
Il bar è un luogo di riunione ma anche di opinione per certi aspetti, dove poter ascoltare e dire la propria… A Reggio Calabria le opinioni del momento si consumano come una tazza di caffè… durano poco nella bocca di tutti e si dimenticano presto. Per gustare un caffè in buona compagnia e partecipare a certe discussioni, è sufficiente lasciare l'automobile in sosta selvaggia per ritrovarsi in una delle tante compagnie in un qualunque bar e non è difficile notare che tra i clienti quasi tutti improvvisano le "provocazioni" degli argomenti di giornali e tv locali. A Reggio Calabria queste abitudini non moriranno mai. Merito delle belle giornate che fanno delle conversazioni la nostra buona cordialità ed anche il saper colmare un po di tempo perso con gli amici. Ed io, in uno di questi bar , con il mio giornale aperto tra le mani, mentre aspetto di essere servito di un buon caffè, non posso fare a meno di osservare la conversazione di un gruppo di persone che uno di loro fa partire per trovare un argomento su cui parlare per i prossimi dieci minuti…. "ma insomma, sti bronzi, si clonanu o non si clonanu…". Immediata la replica da un altro del gruppo "aggiornati Peppe, non si chiamano cloni… ma falsi eventualmente". La discussione inizia e chi può controbattere si serve del proprio bagaglio culturale oppure cerca di distinguersi per logiche o propri razionali concetti di strategie turistiche… Ognuno ci mette del proprio. Dieci minuti di pausa in fondo sono pochi. La loro conversazione già creava nella mia mente gli scenari dei dialoghi del gruppetto ed io e la mia tazzina di caffè, da quel gruppetto, avremmo avuto una buona compagnia. Continuo ad ascoltare i commenti facendo finta di leggere sul mio giornale mentre ascolto "Sappiamo solo dire no, come una città frustrata, depressa, complessata”…"Non siamo stati capaci di restaurare e trasformare i palazzi della via Marina in grandi alberghi, spostando gli uffici e le scuole all’interno… Una giusta idea, di oltre trent'anni…."…."Ho visto tante copie della Gioconda di Leonardo, però sono andato ugualmente a vedere l’originale a Parigi…." e altri… "Ripensiamoci, altrimenti Reggio Calabria sarà "un caso patologico”. Ascoltando certi dialoghi, anche io mi rendo conto di come siamo diventati oggi…. I caffè intanto si consumano come le chiacchere. |
Accademia delle Belle Arti di Reggio, ingresso dove è collocata una "copia in gesso" della Venere di Milo (statua greca l'originale si trova al museo del Louvre Parigi) |
Personalmente sono contrario alla "copia o falsi" dei Bronzi
di Riace come strategia "acchiappa turisti" e il mio "NO" sta a definire
tanta delusione. Arriviamo
sempre tardi in tutto. Rifletto anche io tra la miriade di riflessioni che
si potrebbero formare nella mia mente e mi chedo... intanto Parigi non
avrebbe bisogno di "ribellarsi" alla clonazione della "Gioconda" del
Leonardo da Vinci (capirai era un italiano per i parigini) poichè possiede
tante anzi tantissime altre "attrazioni" mondiali. Ci sono stato ben cinque
volte a Parigi nella mia vita e certamente non si possono fare confronti con
una città come Reggio Calabria ma le poche attrazioni che abbiamo i
catanzaresi ci dicono di clonarli. Un catanzarese (e non un reggino) non può
dettare regole sulle nostre "proprietà" culturali. Non si tratta di razzismo
politico. Il grave problema per noi reggini è che non siamo un popolo capace
di metterci in discussione nel panorama delle opinioni. Parliamo quasi
sempre di Reggina "Lillo Foti si 'ndi accattu a Bonazzoli"… ma forse è
meglio così. I pochi opionisti di questa città sono micro-numeri di pensiero
offuscati da opinioni puerili, compresi i politici che pensano di guidare
una città (anzi una regione) secondo schemi "standard"... emulati da altre
città. Non siamo una città che riesce a parlare di se... infatti in Calabria
ci pensa la 'ndrangheta a riempire le pagine dei giornali.... Il mio
personale "NO" alla clonazione non vuol dire il "NO" alla promozione della
regione Calabria... anzi vorrebbe stratificare "l'alternativa" alla
promozione della nostra città con numerose alternative. I politicanti di
turno, in campagna elettorare, fanno promesse... Nel nostro territorio le
promesse sono sempre le stesse.... sempre le stesse. Il loro problema (dei
politici), è arrivare a realizzare tutte le loro promesse. E' come recarsi
al supermercato con la lista delle cose da acquistare e si presenta il
problema quando "non si riesce" a trovare un determinato articolo-prodotto
per "completare una ricetta"… allora, meglio "sostituire" con un
"espediente" che possa "improvvisare" la "riuscita" della ricetta"....
Morale, non si sa cosa ne verrà fuori...! Intanto al bar ho terminato la mia
pausa caffè. Pago, esco ma continuo a riflettere. Dove sono le probabilità
di successo turistico per la nostra città o regione attraverso la clonazione
dei nostri bronzi (nostri = appartenenza ai reggini). Chiaravalloti,
Presidente della Regione Calabria, vuole impiegare un miliardo di vecchie
lire per realizzare una copia fedele dei due guerrieri e farli viaggiare in
tutto il mondo come portavoce della nostra terra. Ma non facciamo più figura
se all'estero facciamo assaporare le "nostre" gustosissime "suppressate" e
limoncelli (almeno per ora)... e un giorno forse con qualcos'altro. Non
portiamo i nostri bronzi all'estero, ma una fetta del nostro pane calabrese
di grano caldo da far asseggiare con una goccia del nostro olio di oliva.
Prendiamoli per la gola… i turisti. Parigi... che paragone coraggioso ai nostri bronzi. Come mai i nostri politici non sono in grado di trovare idee per promuovere le nostre risorse ? La prima fase, di questa assurda idea, è pensare di "clonare" per promuoreve... perchè lo fanno tutte le grandi città. Primo, basta pensare che questo è un pensiero "clonato" e perciò "copiato" da altri pensieri. Secondo, non capisco come mai per "copiare" siano necessari "gli altri" (milanesi e napoletani) per fare questa operazione quando potremmo farlo "noi". Terzo, non comprendo come mai si debba spendere 1 mld quando, semmai, è possibile fare una copia in gesso che al massimo potrà costare poche centiania di euro. Per farvi comprendere quest'ultimo "paragone" recatevi presso "la nostra" l'Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria e non affaticatevi a visitarla tutta... fermatevi all'ingresso e già potrete osservare una "copia in gesso" della VENERE DI MILO (statua greca l'originale si trova al museo del Louvre Parigi... appunto)… e ho detto tutto. A Catanzaro c’è la sede di un’altra l'Accademia delle Belle Arti ma Chiaravalloti questo non lo sa. Beh, ci sarebbero tantissime soluzioni più economiche e realizzabili nella nostra città... la città che promuove se stessa! |
Le scuole artistiche reggine sono: Accademia delle Belle Arti, Istituto d'Arte Frangipane e il Liceo Artistico Mattia Preti. |
Invece, il Presidende della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravallori (FI), sostiene, la "nostra" città promossa dai milanesi! Una società cittadina deve proteggere il proprio tesoro culturale. "NO" alla clonazione dei bronzi, fino a quando la città non sarà in grado di realizzare una formula non copiata per promuovere le nostre risorse. Siamo quelli del capoluogo scippato... ma lasciamo perdere queste opinioni riciclate... La nostra terra è moralizzata dalla 'ndrangheta e per contrastare ciò non possediamo neppure una "fabbrica delle opinioni"... Abbiamo il miglior prodotto auto-clonabile naturale al mondo... il bergamotto e non siamo riusciti a guadagnare nulla...
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Morale...
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Giuseppe Scopelliti, Sindaco di Reggio Calabria. |
Lettera aperta da TUTTA REGGIO CALABRIA al Sindaco di
Reggio Calabria.
Spedita - 26/04/2003 dal
forum telematico della città Egr. Sig. Sindaco,
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Forum telematico del sito ufficiale Città di Reggio Calabria |
Immediata la risposta da uno degli uffici
di Palazzo San Giorgio.
Spedita - 29/04/2003 dal
forum telematico della città Il Suo intervento..., arricchito dall’interessante reportage fotografico sulla pregevole attività svolta dalle nostre realtà didattiche, denota come lo stato d’animo ed i livelli di attenzione in città tendano ad attestarsi sempre di più attorno ad una ferma e motivata opposizione verso qualsiasi atteggiamento, idea o progetto di riproduzione che si mostri debole, superficiale, inconsistente nelle ragioni e nei contenuti, come pure lontano dalle esigenze di promozione ed autorealizzazione della comunità reggina. La città non solo “promuove se stessa” ma soprattutto “esprime se stessa”, lo sta facendo quotidianamente attraverso manifestazioni di pensiero libere e trasparenti, con ogni mezzo di comunicazione, e lo farà in termini più organizzati, “istituzionali”, attraverso lo strumento della consultazione popolare.
Quel giorno sarà un momento significativo per
tutti noi, perché chiamerà a raccolta il senso di appartenenza dei reggini,
da sempre capaci di lanciare segnali importanti quando si tratta di
perseguire, conservare, difendere, salvaguardare valori sociali autentici e
funzionali per la vita dell’intera comunità.
E’ un grande esempio di autonomia morale collettiva che sta crescendo
giorno dopo giorno. La voce dei cittadini unita al pronunciamento del Tribunale
Amministrativo ed alle innumerevoli istanze provenienti dalla società civile
organizzata, renderanno un messaggio di chiarezza su questa vicenda. Quella stessa chiarezza che è stata più volte sollecitata e richiesta
dall’Amministrazione Comunale, per conoscere ragioni e motivazioni reali
sottostanti un progetto di clonazione, al momento insostenibile ed
indecifrabile, se rapportato agli orientamenti ed al disegno di sviluppo da
realizzare nella città di Reggio Calabria.
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aprile 2003 - Corso Garibaldi (isola pedonale) di Reggio Calabria. Fioriere in pietra come decoro e come eventuali ostali in caso di terremoto. (foto Admin TRC 15 aprile 2003) |
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UN ALTRO MERITO A QUESTO SITO INTERNET
aprile 2003 - Reggio Calabria Corso Garibaldi (isola pedonale)
Fioriere di pietra in una città sismica !!! Farà certamente discutere la recente soluzione di sistemare, come decoro all’isola ambientale, fioriere in pietra da 1000 Kg in una città sismica quale Reggio Calabria !
Inoltrata a Palazzo San Giorgio. L’idea dell’isola ambientale è buona per gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Ma continua a presentare sostanziali pecche... Resta il fatto che le intenzioni saranno certamente ottime. Chissà se un giorno molte zone della città avranno la propria area ZTC (zona a traffico chiuso). L’amministrazione Scopelliti fare il proprio lavoro bene per migliorare lo stile di vita dei cittadini e di “eventuali” turisti. Ma purtroppo va fatto notare, anzi non bisognerebbe mai dimenticare, come Reggio Calabria purtroppo sia una città collocata in una zona geografica altamente sismica e quindi le fioriere in pietra da 1000 Kg, recentemente sistemate nel corso Garibaldi (isola ambientale) da parte di questa amministrazione, potrebbero divenire un serio ostacolo... in caso di terremoto!!! Gli ornamenti sono belli ma non devono essere ostacoli. Di fronte alla nostra città abbiamo i vulcani Etna e Stromboli sempre attivi. Inoltre la città tutt'oggi non è adeguata a fronteggiare un’emergenza terremoto e la soluzione di monitorare tutte le scuole reggine, la Nosside di Ravagnese infatti è stata chiusa per interventi urgenti, sembrava aver fatto comprendere in quale realtà geografica ci troviamo. La nostra “isola ambientale” dovrà essere la più bella d'Italia ma certamente non è esente da eventuali attenzioni sismiche. Amministrare una città non è semplice... Essere cittadini attivi a volte basta poco... |
Corso Garibaldi di Reggio Calabria. situazione iniziale dell'isola ambientale lo scorso febbraio (foto Admin TRC 15 febbraio 2003) |
Immediata la
risposta da uno degli uffici di Palazzo San Giorgio (15/04/2003):
La Sua osservazione è stata trasferita ai dirigenti dei settori preposti
(Sicurezza - Mobilità e Trasporti, Pianificazione del territorio). I nostri
tecnici sono comunque “costretti” a convivere con le prescrizioni della
normativa urbanistica sulla riduzione del rischio sismico. Ogni loro scelta,
che incide materialmente sul territorio, deve necessariamente assecondare
tutte le procedure di intervento predisposte per la riduzione della
vulnerabilità urbana. La sistemazione delle fioriere nell’area pedonale del
Corso Garibaldi non costituisce una soluzione definitiva di arredo urbano,
per il miglioramento e la salvaguardia del percorso pedonale è infatti allo
studio dell’Amministrazione Comunale l’adozione di sistemi di automazione
tecnologicamente avanzati come i Dissuasori paracarri mobili. In sostanza,
la collocazione di dissuasori automatici a scomparsa, ad intrusione visiva
minima, posizionati al centro della strada, ostacolerebbe il passaggio di
tutte le autovetture ad eccezione delle macchine autorizzate. Il suo
intervento è apprezzato, poiché nell‘ambito della valutazione e della
riduzione del rischio sismico, la voce e l’istanza del cittadino comune è
importante: ci comunica e ci conferma l’esistenza di una comunità attenta
che si dimostra in possesso di una maggiore consapevolezza del rischio ed è
pronta dunque a recepire una coerente politica di governo del territorio.
L’Amministrazione è sensibile a tutti gli aspetti afferenti l’obiettivo di
Reggio “città sicura”, una città fortemente ispirata ai valori della
sicurezza e della salvaguardia della vita della persona e del suo ambiente
di vita. La normativa più recente, in tema di protezione civile, valorizza
le competenze degli Enti locali, riconosce loro un ruolo di primo piano
nella gestione dei rischi, concentra il sistema di protezione civile nei
primi livelli organizzativi del territorio. Si ampliano dunque le
attribuzioni dei Comuni anche alle attività di previsione, prevenzione e
pianificazione, proprio in funzione di una adeguata organizzazione locale
che assicuri la piena efficienza delle attività. La nuova cultura della
prevenzione esige che nella gestione dello spazio urbano si preveda anche il
coinvolgimento, attraverso i meccanismi della informazione, della stessa
comunità residente. Quest’azione si realizza concretamente interagendo con
tutti gli organismi competenti a fronteggiare situazioni di macro-emergenze
(Enti, Istituzioni, Volontariato) con l’obiettivo di: |
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Zona Condera di Reggio Calabria. |
LEGGE 257/92: DISMISSIONE DELL’AMIANTO. Nel contesto di questo scenario molti paesi occidentali si muovono in campo legislativo emanando norme di regolamentazione sull’uso dell’amianto. In Italia a partire dal 1986 compaiono una serie di provvedimenti legislativi che riducono sempre più i settori di applicazione di questo materiale e culminano con la legge 27/3/92 n. 257 che sancisce la completa dismissione dell’amianto, secondo un percorso programmatico con scadenza nel 1994 Questa legge non limita la sua azione alla sola messa al bando dell’amianto, ma affronta anche le complesse problematiche ad esso collegate: la tutela contrattuale dei lavoratori, i limiti ed il controllo delle emissioni, l’imballaggio, l’etichettatura e lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto. Per esse indica norme di riferimento già in vigore, introducendo a volte in queste ultime adeguate modifiche. La legge contiene forme di tutela sia verso i lavoratori che verso le imprese di produzione penalizzate dalla dismissione dell’amianto.La stessa prende in esame diversi aspetti particolarmente significativi inerenti sia la salvaguardia dell’ambiente che la tutela della salute pubblica. Tuttavia essa non fornisce per essi una regolamentazione specifica , ma rimanda a successive norme di attuazione. A tal fine istituisce una commissione per la valutazione dei problemi ambientali e dei rischi sanitari connessi all’impiego.
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Zona Ravagnese di Reggio Calabria. |
AMIANTO NEGLI EDIFICI. Le più importanti norme legislative italiane relative alla problematica dell’amianto nelle costruzioni edilizie sono contenute nella L. 257/92 e nel D.M. 6/9/94. La legge 257/92 prende in esame per la prima volta il problema dell’amianto in tutti gli edifici. Riserva particolare attenzione ai materiali contenente amianto floccato, cioè quelli applicati a spruzzo o a cazzuola, in matrice friabile, che si può ridurre in polvere con la semplice azione manuale. Affida alle regioni il censimento di questi edifici e conferisce ad esse il potere, ove necessario, di predisporre interventi di bonifica a carico dei proprietari degli immobili. Istituisce un registro degli edifici in cui è presente amianto friabile, depositato presso le ASL ed un albo delle imprese di bonifica.
Il D.M. 6/9/94 è uno dei disciplinari tecnici emanati in attuazione delle norme previste dalla legge 257/92. In esso sono contenute normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica dei materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie. Il documento prende in esame:
l’ispezione delle strutture edilizie, il campionamento e l’analisi dei materiali sospetti per l’identificazione dei materiali contenenti amianto;
il processo diagnostico per la valutazione del rischio e la scelta dei provvedimenti necessari per il contenimento o l’eliminazione del rischio stesso;
il controllo dei materiali contenenti amianto e le procedure per le attività di custodia e manutenzione in strutture edilizie contenenti materiali di amianto;
le misure di sicurezza per gli interventi di bonifica;
le metodologie tecniche per il campionamento e l’analisi delle fibre aerodisperse. |
Zona San Giuseppe di Reggio Calabria. |
Problematiche delle coperture in cemento-amianto. Una parte del D.M. 6/9/94 è dedicata alle coperture in cemento-amianto. In essa sono contenute indicazioni per valutare l’entità del rischio legato allo stato di degrado delle coperture, raccomandazioni tecniche sui metodi di bonifica adottabili, norme prescrittive sulle misure di sicurezza da seguire durante questi interventi. Questi materiali, caratterizzati da una struttura compatta, non costituiscono fonte di fibre aerodisperse se sono in buon stato di conservazione.Le fibre di amianto, saldamente incapsulate nella matrice cementizia non possono volatilizzarsi. Quando sono in esercizio all’interno degli edifici essi non incorrono ad alterazioni significative tali da determinare un rilascio di fibre anche dopo lungo tempo e se non sono manomessi. Tuttavia se esposti all’aperto subiscono l’azione delle piogge acide, delle escursioni termiche, dell’erosione eolica, dei microrganismi vegetali. Questi agenti innescano nella matrice cementizia fenomeni chimici e fisici la cui propagazione ne causa il progressivo degrado e la perdita di coesione. Sugli strati superficiali dei manufatti affiorano fibre di amianto,parzialmente incorporate nella matrice e debolmente vincolate ad essa che tendono facilmente a volatilizzarsi nell’atmosfera. |
Zona Condera di Reggio Calabria. Una discarica abusiva dietro i cimiteri. |
Zona Ravagnese di Reggio Calabria. Una discarica abusiva sotto il ponte di Sant'Agata (direzione aeroporto) |
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aprile 2003 - SS 106 in provincia di Reggio Calabria. (foto Admin TRC 25 marzo 2003) |
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SS 106, provincia di Reggio Calabria. Una vecchia fabbrica abbandonata all'ingresso di Marina di San Lorenzo. |
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aprile 2003 - SS 106 altezza Saracinello - San Gregorio di Reggio Calabria. (foto Admin TRC 25 marzo 2003) |
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Abbandonati anche dopo morti ! SS 106, altezza Saracinello - San Gregorio di Reggio Calabria, corpi di cani investiti da automobilisti e raggruppati da oltre due mesi.... CAROGNE ! |
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... liberazione dell’Italia dalla dittatura |
25 aprile
La data rappresenta un giorno fondamentale per la storia della giovane repubblica italiana. E’ l’anniversario della rivolta armata partigiana e popolare contro le truppe di occupazione naziste tedesche e contro i loro fiancheggiatori fascisti della Repubblica Sociale Italiana. Il 25 aprile 1945 segna il culmine del risveglio della coscienza nazionale e civile italiana impegnata nella riscossa contro gli invasori e come momento di riscatto morale di una importante parte della popolazione italiana dopo il ventennio di dittatura fascista. Alla liberazione dell’Italia dalla dittatura si poté arrivare grazie al sacrificio di tanti giovani ragazzi e ragazze che, pur appartenendo ad un ampio ed eterogeneo schieramento politico (dai comunisti ai militari monarchici, passando per i gruppi cattolici, socialisti ed azionisti), si chiamavano con un solo nome: partigiani; combatterono al fianco di molti soldati provenienti da paesi diversi e lontani (dagli Stati Uniti all’Australia, senza dimenticare Inglesi e Francesi), ma tutti accolti come alleati. La stessa storia dell’Italia repubblicana fonda interamente le proprie basi nell’esperienza dell’antifascismo che Piero Calamandrei definì “quel monumento che si chiama ora e sempre Resistenza”, elemento base di una nuova religione civile della nascitura giovane democrazia repubblicana. Si è parlato più volte e da più parti della Resistenza come di “un secondo Risorgimento i cui protagonisti furono le masse popolari” (S. Pertini). |
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UNA RIFLESSIONE CON IL CUORE. |
Questo sito dal "pensiero buonista", ha raggiunto un reportage di oltre 350 copertine satiriche (altre 80 saranno pronte a giorni) e quanto viene descritto merita attenzione da parte di amministratori e cittadini senza distinzione. Ad ognuno le proprie colpe. Da dove bisogna partire per far diventare Reggio Calabria una vera città turistica? Intanto ridiamo sulle nostre necessità e interroghiamoci la coscienza. PERCHE' OFFENDIAMO QUESTA CITTA'... PUO' OFFRIRE TANTISSIMO. VOGLIAMO CAMBIARE.
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la città ...in copertina! |
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